come chi sfiora un vetro appannato:
la quiete non mi veste.
E l’attesa
un vestito che mi scotta.
La mente vaga,
si allontana da me
come un respiro che si perde.
Stasera,
non so più dove finisce:
è sogno,
è specchio che non riflette,
è una porta che inghiotte?
C’è qualcosa che gira
senza fine,
una danza sorda che mi porta via,
e non c’è aria,
non c’è fiato.
L’ansia
una marea senza nome
mi sussurra di tacere.
Ma io scrivo.
E nello scrivere,
forse mi svuoto.
Forse mi perdo ancora un po’.
