Leela

11 dicembre 2011 ore 10:34 segnala
Batu si incamminò verso l’alta montagna del Signore del Regno del Cielo, il suo compito era riuscire ad ottenere il posto di mentore della sua piccola figlia. Lungo la strada si fermò molte volte per ammirare il magnifico paesaggio che si godeva, era una regione baciata da ogni forma di fortuna, la terra sembrava così bella che sarebbe bastato sorriderle per far germogliare le culture. Se Batu avesse pensato alla sua casa dove la sua famiglia aveva sofferto la fame per anni gli prendeva una gran rabbia, ma adesso doveva restare calmo e distaccato. Sapeva bene che quella terra era stata da motivo di grandi contese, qualunque signore della guerra che aveva attraversato l’intera regione vi aveva posato gli occhi, anche se le fortune l’avevano eletta come la più bella la follia della guerra e del potere l’avevano sicuramente dilaniata molto e per un tempo impensabile. Da oltre tre secoli però regnava il Signore che aveva garantito una pace con tutte le regioni circostanti, la pace che era stata raggiunta alla fine di un conflitto lungo e sanguinoso era molto labile ma per il momento reggeva. Mentre Batu rifletteva su tutto questo si stava avvicinando a un ponte fatto dalla congiunzione di tre magnifici alberi, sotto scorreva un ruscello dove stavano giocando dei bambini, dovevano avere tra i 6 e 10 anni, tranne che per una fanciulla che lo colpì. Ella non poteva avere meno di 14 anni, era molto più alta degli altri e in lei si notavano i chiari segnali che entro poco sarebbe divenuta una donna adulta. Alta poco meno di un metro e settanta con folti capelli d’argento e occhi grigi come la tempesta, Batu sapeva bene chi fosse la fanciulla, la sua linea genetica era inconfondibile per i suoi capelli argentati che solo la sua famiglia possedeva. Quella fanciulla era Leela, figlia del Signore del Regno del Cielo, lei lo vide attraversare il ponte e gli si avvicinò e con somma eleganza gli fece una riverenza, Batu dal canto suo fece un profondo inchino e rimase in attesa di una parola di lei.
- Non ti avevo mai visto da queste parti straniero, dimmi qual è il vostro nome e cosa vi porta nella casa di mio padre?
- Il mio nome è Batu, signorina, e sono venuto fin qua per chiedere a vostro padre se vorrà essere così benevole con me da affidarmi la vostra educazione. In ogni angolo della terra si è sparsa la voce che cerca un mentore per sua figlia la cui intelligenza è decantata in ogni direzione – disse mentre si alzava.
- Sembri molto giovane per insegnare qualcosa a chiunque.
- Grazie del complimento ma sono molto più vecchio di quanto possa apparire. Posso osare cercare di ingraziarmi il vostro favore? - Vorrei dimostrarle che sono più che capace di insegnarle i segreti di questo mondo.
Batu attese che la giovane gli desse il permesso e così avvenne. Si tirò le maniche della sua tunica rossa fiammante sopra al gomito e con la mano sinistra strinse il polso destro, la mano libera era rivolta verso il cielo e le dita formavano quasi una corona attorno al palmo. In un attimo una luce illuminò il giorno, quasi fosse la prima alba, cinque saette partirono dalla punta delle sue dita e si scontrarono al centro del palmo appena poco più in alto della pelle.
- Tutto questo è molto bello, ma io sono in grado di fare anche meglio – disse con ironia.
- Se avrai pazienza vedrai che non te pentirai.
Così lasciò il polso che ancora stringeva con la mano sinistra e congiunse i due palmi delle mani. La luce scomparve e Batu osservò l’espressione della fanciulla, era di chi non aveva visto niente di straordinario. Quando egli riaprì le mani e la luce che ne scaturì avvolse tutto l’orizzonte e Leela venne colpita in pieno da quella luce, ammaliata come da una danza.
- Ed ecco a voi, la forza di una stella tra le mie mani.
- Tutto questo è incredibile – disse senza togliere lo sguardo dalla luce. – Posso toccarla?
- Mi rammarica molto, sarebbe troppo presto per lei cercare di controllare questo potere, ma se dovessi essere io il suo mentore un giorno arriverebbe sicuramente a questo livello e anche oltre.
La giovane ritrasse la mano e lo guardò a lungo, infine Batu chiuse le mani e la luce scomparve.
- Hai detto che il tuo nome è Batu?
- Si.
- Bene, non lo dimenticherò – detto questo corse via, verso la montagna dove si alzava l’immenso palazzo di luce, dimora del Signore del Regno del Cielo.

La Porta del Cielo

03 dicembre 2011 ore 17:22 segnala
Batu era in ginocchio davanti al trono del suo signore e padrone, egli gli aveva appena affidato un compito di grande prestigio, finalmente dopo molto tempo una missione degna delle sue immense capacità. Quando si alzò per andarsene non indugiò un solo istante e chiuse la porta dietro le sue spalle.
Lasciò la sua città natale quella notte stessa e si inoltrò nel pericoloso cammino che lo avrebbe portato alla porta del cielo. Per due giorni camminò senza mai fermarsi neanche un attimo e all’alba del terzo giorno arrivò in vista di un muro di luce e una porta di ametista, davanti alla porta c’erano tre guerrieri angelici. I guerrieri angelici erano tra le creature più pericolose in tutto il pantheon angelico; alti anche due metri con i loro lunghi capelli d’oro e gli occhi dal celeste al grigio, in armature di argento che li facevano apparire non di quel mondo dal quale venivano le normali persone. Ognuno di loro portava una spada di bronzo molto sottile ma Batu sapeva bene che erano state forgiate con la magia e niente al mondo avrebbe potuto infrangerle o anche solo scheggiarle.
Fermati! – gli intimò una di loro.
Cosa fai qua?
Desidero varcare la porta del cielo per cercare di diventare il mentore della figlia del signore dell’oltre porta – rispose Batu senza indugi.
I tre guerrieri si guardarono solo un attimo e sicuramente comunicarono tra di loro come solo la loro razza poteva fare.
Sei molto giovane per ambire a quel posto – disse uno di loro.
Sono molto più anziano di quello che sembro, ma grazie del complimento.
Era chiaro che nessuno di loro si fidava molto di lui, erano titubanti e non sapevano bene come comportarsi. Rimasero ancora in silenzio studiando Batu con molta attenzione.
Togliti quel cappuccio.
Batu non esitò un attimo a toglierlo e infatti era stanco di tenerlo, gli opprimeva il respiro. I tre guerrieri lo guardarono bene in faccia e videro il volto di un giovane con folti capelli ricci neri come la notte e gli occhi grigio tempesta.
Devi appoggiare la tua mano sulla porta e recitare il giuramento – disse quello che doveva essere il comandante.
Batu avanzò e poggiò la mano destra sulla porta e si mise l’anello al medio della mano sinistra che uno dei guerrieri gli porgeva.
Giuro di non fare mai del male a coloro che abitano oltre questa porta.
Appena finito di dire questo sul dorso della sua mano si lacerò la pelle formando il simbolo del Regno del Cielo, un cerchio circoscritto a una stella a otto punte. Quando finì Batu ritrasse la mano con un ghigno di dolore, sapeva bene che questo era necessario ma non credeva che gli avrebbe fatto del male. La porta si aprì non appena Batu tolse la mano e varcò la porta, pochi attimi dopo la porta si richiuse alle spalle con suo immenso piacere la prima prova era perfettamente riuscita.

Racconto

26 novembre 2011 ore 18:55 segnala
Da adesso in poi intendo cercare di essere un po’ più presente sul mio blog.
Che senso ha averlo creato se poi lo lascio in un angolo … proprio nessuno.
Quindi mi è venuta voglia di raccontare delle storie, il mio obiettivo sarebbe riuscire a scriverne almeno una la settimana ma se così non fosse spero che mi sarà perdonato. Non ho idea di dove questa avventura mi condurrà ma tante volte è più importante il viaggio della meta mi hanno sempre insegnato fin da ragazzino.
Spero anche che i pochi che leggeranno il mio blog mi diate dei consigli di ogni genere.
A presto Nemesic

Chi non ti vuole non ti merita ... ricorda sempre

13 settembre 2011 ore 19:02 segnala
Di porte in faccia ne ho già ricevute parecchie, alcune hanno fatto un male cane, altre non me ne è fregato un gran che.
La cosa davvero importante è trovare quelle persone che ti vogliono bene per la persona che sei.
Degli ipocriti non li voglio per amici.
Dei deboli che piangono che la loro vita fa schifo consiglio di farsi un giro per la corsia dei malati terminali in un qualsiasi ospedale, la loro vita è molto più piena di chi perde tempo a piangere perchè la ragazza li ha mollati o della ragazza che a scoperto le corna che il ragazzo gli metteva.
Le cose davvero gravi non si possono rimediare a tutto il resto esiste il rimedio ma rimane solo una domanda ...
sei davvero disposto a correre il rischio per fare di tutto perchè la tua situazione migliori!
Se la risposta è si deve essere un si tonante, come mai se ne è sentiti. Una volontà di ferro ti deve dominare dove non importa quel che potrà accadere, la tua decisione l'hai presa e non rinnegarla mai.
Altrimenti sei solo un debole.
Io non lo voglio essere più!

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Di porte in faccia ne ho già ricevute parecchie, alcune hanno fatto un male cane, altre non me ne è fregato un gran che. La cosa davvero importante è trovare quelle persone che ti vogliono bene per...
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13/09/2011 19:02:50
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INIZIO

23 ottobre 2009 ore 16:09 segnala

Ho iniziato a voler decidere della mia vita ... ecco il perchè della creazione di questo profilo e del blog. Per tanto tempo ho lasciato agli altri il compito di guidarmi, risultato è che mi sono continuamente sentito come un pacco che tutti sbolognavano a qualcun'altro.

In fondo non cerco niente di impossibile ... solo degli amici coi quali poter scambiare due parole, dicono che faccia bene avere qualcuno che non ti urla addosso tutto il suo rancore, ogni tanto, e poi chissà ... la vita è fatta di grandi e piccoli fattori che combinati insieme la rendono unica per ognuno di noi.

Nemesic