Benvenuto Autunno

05 ottobre 2024 ore 23:45 segnala




L'estate oramai ci ha lasciati dando il via a un prematuro autunno e forse molti di noi ben felici avendo sofferto un'estate troppo calda, da non poterne più al punto da preferire un bel giorno di tramontana come diceva una mia amica mentre grondava di sudore e smaniava.
Ottobre ci regala colori caldi tingendo la natura di paesaggi ricchi di sfumature ambrate e tappeti di foglie cadenti. Un'esplosione di sapori come di castagne, cachi, uva, melograni, meravigliose zucche tutte primizie da assaporare legati ad un buon novello.














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Buona Estate a Tutti

04 luglio 2024 ore 18:41 segnala





8-) BUONE VACANZE AMICI DA RAFFAELLA 8-)







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A tutte le "Mamme" sia in cielo che in terra

12 maggio 2024 ore 16:43 segnala


A TUTTE LE MAMME DEL MONDO GUERRIERE NELLA VITA



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Navigando navigando....

22 aprile 2024 ore 20:16 segnala


Prendiamo le redini della nostra vita e corriamo verso il futuro, ma a volte si

perde la bussola e non sai più guidare quel cavallo imbizzarrito che ti trascina

verso l'abisso. Per poi riprendere quelle redini con mano ferma e riportare

l'equilibrio sulla retta via. Si riparte a fare progetti per il futuro ed il

viaggio continua con le nostre lacune, insicurezze e una bella dose di volontà.


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My Fantasy World - Il mio mondo fantastico

01 febbraio 2024 ore 01:02 segnala


Mi accorgo che ogni volta che entro nei blog, ciò che ci accomuna sono gli argomenti di attualità negativa. A quanto pare non sono la sola che si ritrova a protestare sulle ingiustizie della vita, e così nasce una collettiva lamentela. Post dettati dal nostro stato d'animo che esprimono il nostro malcontento sul lungo elenco di disgrazie a cui assistiamo ogni giorno. Sono stanca, per un attimo voglio non vedere ne sentire ma sognare, immaginando un mondo di fantasia tutto mio donandomi positività, leggerezza.
STACCHIAMO LA SPINA PER UN Pò IMMERGENDOCI IN UN GIOCO DI FANTASIA?
Liberate la vostra fantasia è immaginate il "VOSTRO MONDO FANTASTICO" anche al di fuori di questa realtà. Come vorreste che fosse? Del resto siamo cresciuti con le favole non dovrebbe essere difficile. Proviamo?..

Ecco il mio mondo fantastico

Vorrei guardarmi allo specchio e vedermi positivamente senza pensieri che mi rattristano, entrarci dentro e trovarmi in un mondo diverso.

Questo pianeta è un paradiso così come lo conosciamo ricco di bellezza, colori, c'è profumo nell'aria, non tanfo di immondizia, no strade sporche, respiro aria pura, una brezza ne calda ne fredda. Le strade sono un tappeto soffice contornato di fiori colorati. Ci sono case di architetture diverse senza barriere, in comune hanno tutte le comodità a disposizione di tutti. La gente è sorridente e comunicativa, no indifferenza, no sofferenza, nessuna negatività, niente contrasti o litigi, ci si aiuta, ci si intrattiene. L'amore regna in ogni individuo e la sessualità non è una differenza ma un cambiamento che ognuno può desiderare. Non c'è il sesso che ti porta ad oltraggiare, uccidere, profanare. Il vero piacere che conosciamo esiste non come un peccato o un abuso ma possiamo tutti "godere" cambiando la nostra natura come un pensiero all'unisono tra maschio e femmina senza alcun dolore fisico e psichico.
Noi umani siamo dotati di intelligenza superiore con il massimo quoziente intellettivo. No stupidità no cattiveria. Nel mio mondo non ci sono mezzi inquinanti, ci si sposta in una sorta di telepatia immersiva tra metaverso, multiverso, l'omniverso che cerca di connettere tutti questi mondi digitali in un'unica struttura reale della mente. Per cui nessun confine per viaggiare in ogni parte del pianeta. Non ci sono lingue diverse e tutti si comprendono senza l'uso della parola. No terminologia inutile o offensiva. Il tempo trascorre senza che ce ne accorgiamo, senza provare mai la stanchezza e la noia ma infinita gioia di vivere.
Tutti noi sappiamo quel che dobbiamo fare, costruiamo insieme ciò che è necessario, no lavori ed orari pesanti, nessuno è inferiore all'altro, nessuna gerarchia o stato sociale, nessuno comanda, non ci sono differenze razziali anche se con aspetti diversi. Tutto ciò che esiste appartiene a tutti e nessuno soffre. Non si lavora per vivere, nessuno invidia ciò che altri hanno. Il denaro, il potere non serve perchè la nostra ricchezza è nelle nostre facoltà mentali e nel nostro sapere messo a disposizione di tutti nello studio del proprio pianeta e nel rispetto dei tre regni:
(Il regno minerale che racchiude gli esseri non viventi come le rocce e i minerali.
Il regno vegetale e il regno animale che racchiudono gli esseri viventi, ovvero le piante e gli animali)per capirne le loro facoltà per poi trasferirci in ognuno di loro quando vogliamo cambiare il nostro ciclo vitale e vivere una nuova vita da animale o vegetale.
Oltre lo studio dei regni studiamo l'universo sulla nostra espansione, alla ricerca di altri mondi e forme di vita. Per ora conosciamo solo i Grigi dalle tecnologie diverse dalle nostre ma raggiungerli occorrono anni luce lunghissimi per cui i nostri scambi per ora sono impossibili.
Regna la pace e l'armonia e il mio pianeta non si esaurisce mai grazie al nostro perfetto stile di vita. Ogni cosa appartiene a tutti e i popoli ne beneficiano pacificamente, contribuendo nel rinnovamento senza mai esaurirne le risorse ma accrescerle.
Non esiste età, non esistono le malattie ne la vecchiaia, ne la morte, la nascita è solo uno stato voluto dalla mente per rigenerarci nelle forme di vita che alterniamo. Il ciclo vitale del corpo non si deteriora ma passa nella nuova forma scelta. La fame non esiste, ci nutriamo di aria e di acqua sufficienti per vivere per ogni forma di vita e dei frutti che i nostri beneamati vegetali e animali ci offrono.
La prossima mia vita vorrei rinnovarmi in un animale o forse un vegetale per capire la loro grandiosa esistenza, è così che nutriamo il rispetto a loro dovuto perchè nulla deve essere calpestato.
Proverò a rivivere in un vegetale tra le sue specie, è un'esistenza fantastica godere la bellezza delle piante ed il loro modo di comunicare, perchè anche se non lo percepiamo comunque loro lo fanno. Una volta sono stata un fiore, dal mio germoglio è sbocciato poi una bellissima ninfea. Il ciclo vitale è inferiore però quando un'ape si è posata su di me ho capito la grandezza della rigenerazione di Madre Terra. Qui non conosciamo pesticidi, insetticidi ma solo purezza. Posso solo descrivere il significato di tutto ciò che mi ha trasmesso....
Non più api, non più impollinazione, non più piante, non più animali, non più uomo.” Vale a dire: le api contribuiscono in modo decisivo alla fecondazione del pianeta, entrano cioè nel ciclo produttivo delle piante, trasportando il polline dalla parte maschile a quella femminile. Gli alberi, i fiori si riproducono così. La morte delle api equivale ad una gigantesca castrazione della Terra e questo nel mio mondo è impossibile
Anche nel mondo animale regna l'armonia, nessuna legge della giungla e della sopravvivenza, nessuno deve uccidere per mangiare.
L'armonia regna nell'intero pianeta. Ogni cosa al posto giusto. La siccità non esiste, è un mondo ricco di benessere dove le sorgenti d'acqua sono inesauribili a disposizione di ogni essere vivente. I mari sono immensi, di un colore azzurro profondo che racchiudono un mondo sommerso ricco di tesori. L'immersione è stupefacente quando veniamo accolti da sirene e creature marine che ci accolgono nel loro mondo permettendoci di respirare per farci vivere vacanze da sogno ogni volta in modi sempre diversi.
La terra è il dono maggiore che ci permette di vivere, e tutti noi la rispettiamo meritandoci un mondo perfetto in assoluta libertà per ognuno.

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Terminologia che cambia ma anche da abolire

10 gennaio 2024 ore 19:37 segnala



Chissà cosa penserebbe Dante Alighieri, se oggi fosse vivo, della lingua italiana.
Infatti il vocabolario oggi ha nuovi neologismi, le nuove parole (o espressioni polirematiche) che da un certo momento in poi entrano a far parte del lessico di una lingua.
Mille nuove parole neologismi, a partire dal 2023, andranno ad ampliare le pagine del dizionario della lingua italiana. Tra queste figurano: boomer, docuserie, avatar.

Qualche altro esempio: Spoilerare, switchare, zippare, dressare, freezare, settarsi, twittare, linkare, googlare, killare, taggare, fotoscioppare, shoppare, matchare, whatsappare ecc. Ci sono poi parole che vengono direttamente importate da altre lingue senza alcuna trasformazione.

Ma ne esistono altre a cui fare attenzione oggi a come ci esprimiamo.
Censire le parole dell’odio circolanti in Italia e cercare di classificarle come primo passo e come obiettivo per eliminare parole che possono evocare uno stereotipo negativo e che possiamo definire “parole per ferire a doppio taglio”, in quanto offendono una persona ed esprimono disprezzo che servano a denigrare, insultare, discriminare.
Dopo una ricerca fatta (come da elenco a fondo pagina) resto basita, non potevo immaginare mai quanti modi esistono nella nostra lingua per offendere una categoria, un lavoro oltre alla persona. Parole dialettali da nord a sud che si mischiano ad altre. Scommetto che ne esistono molte e molte di più di quelle che invece servono ad elogiare. Tanto di guadagno per il nostro italiano se venissero rimosse e bandite dal nostro vocabolario e dal nostro linguaggio.
Sono le parole peggiori che si possano usare, soprattutto se si appartiene a un gruppo che esercita il potere su un altro perché costituisce una minoranza o perché ha alle spalle una lunga storia di discriminazione (gli eterosessuali lo esercitano sugli omosessuali, i bianchi sulle minoranze razziali, gli uomini sulle donne, i cristiani sui fedeli di altre religioni, le persone cosiddette normali sulle persone con disabilità, e così via).
Parole che da sole risultano offensive soprattutto se rafforzate con binomi. Quello che ferisce ancor di più è anche il modo ed il tono dispregiativo che viene usato. Credetemi, ce ne per tutte le categorie

Nei decenni in cui il fenomeno dell’immigrazione ci ha messo di fronte alla presenza dell’"altro", a far sì che oggi, certe parole non si devono più usare perchè appartengono ormai alla sfera del vituperio anche se a volte non c'è l'intenzione a offendere si può cadere per abitudine nel ripetere parole che un tempo era usuale dire come ad esempio: zingaro, negro, frocio ecc...


Censurare ogni parola da questo elenco come nel nostro linguaggio e fare ATTENZIONE a non inciampare mai in termini del genere che dovrebbero essere evitati per il rispetto di tutto ciò che ci circonda e non ferire i sentimenti e l'amor proprio altrui.
"IO L'HO POSTATO TANTO PER CAPIRE MA SI PUò ANCHE NON LEGGERLO"

















Non ci sono solo stereotipi a far da punto di partenza per parole che esprimano odio e disprezzo e servano a denigrare e insultare

Diversità, difetti, mancanze rispetto a quel che appare normale, in particolare le diversità di abilità, sono individuate da parole che, anche se in origine neutre e tecniche, sono spesso avvertite come ingiuriose e usate stereotipicamente come tali. Distinguiamo qui di seguito tre gruppi.

Parole per diversità e disabilità fisiche: antropoide, abnorme, bamberottolo, brutto, cecato, crozza, deforme, gibboso, gobbo, handicappato, minorato, nanerottolo, omucolo tosc., pulcioso, orbo, racchio, scartina, scartellato nap. “gobbo”, sciancato, sgraziato, trucio tosc. , trucido rom. “rozzo, volgare, sporco”, zoppo.

Parole per diversità e disabilità psichiche, mentali, intellettuali (ma si vedano oltre anche i gruppi successivi di parole d’origine sessoescrementizia): analfabeta; babbeo, babbaleo, babbalone, babbalucco; balordo; bambinesco; beota; bestia anche “moralmente spregevole” con i derivati bestiaccia, bestiale, bestialità, imbestialito, bestione; cerebroleso; ciarlatano; ciula “sciocco” di area settentrionale con il derivato ciulare; chiacchierone; coatto rom.; cottolengo piem. “scemo, stupido” (dal nome del benemerito ospedale intitolato a S. Giuseppe Cottolengo) usato come aggettivo e sostantivo comune per “scemo, stupido”); credulo, credulone; cretino, cretinismo, cretineria, cretinata, cretinaggine, cretinesco, rincretinirsi; deficiente; ebete; idiota, idiozia; ignorante; imbecille, imbecillità, imbecillaggine, rimbecillirsi; incapace; inetto anche in senso morale e intellettuale, inettitudine; inintelligente (parola cara a Benedetto Croce); insano; macrocefalo; mentecatto; microcefalo; puerile; ritardato;scemo, scemenza, scemata; sciocco sciocchezza; spaghettaro “cialtrone inconcludente” (usato da Alberto Arbasino); stolido, stolidità; stolto, stoltezza: stupido, stupidità, stupidaggine, istupidirsi; subnormale; testone; tonto; umanoide.

Parole per difetti morali e comportamentali (ma si vedano oltre anche i gruppi successivi di parole d’origine sessoescrementizia): abietto col derivato abiezione, amorale, bacchettone “persona che ostenta l’adesione a pratiche religiose”, ma anche “moralista partcolarmente ottuso”, bigotto o bizzoco “persona che ostenta l’adesione a pratiche religiose”, buffone, bugiardo, cialtrone, delinquente, disdicevole, disetico(usato da Carlo Emilio Gadda), disgraziato “privo della grazia divina, moralmente turpe”, disonesto, dissoluto, elastico, falso, fannullone, farabutto, fetente, fetido con il derivato fetidume, gretto, imbroglione, immorale e immoralità, impostore, incivile, indecente, indolente, ipocrita, lazzerone, lutulento, malandrino, maleducato, malvagio, mascalzone, mentitore, menzogna e menzognero, mozzarella “debole, molle”, neghittoso, omiciattolo, ominicchio, omuncolo, osceno, ozioso, pagliaccio, perdigiorno, perditempo, pigro, pinzochero “persona che ostenta l’adesione a pratiche religiose”, riprovevole, reprobo, malavitoso, malvissuto, scansafatiche, schiappa, sciagurato, scostumato, scioperato, sfaccendato, sfaticato, sozzo, sporcaccione, spregevole, squallido, tristo, truffatore, turlupinatore (da turlupinare “imbrogliare”, che è da turlupino “seguace di setta predicante la povertà evangelica e praticante dissolutezze”), turpe, vagabondo, voltagabbana “chi cambia idea, partito, improvvisamente seguendo bassi interessi privati”, zozzo con zozzone e zozzeria di area romana.

Parole denotanti inferiorità socioeconomica: affamato (e morto di fame), biotto (area settentrionale), cacino (area toscana), disagiato, emarginato, escluso, gramo, infelice, misero, meschino, miserabile, pezzente, pitocco con il derivato pitoccare “chiedere l’elemosina”, povero, tapino, straccione.

Odi, disprezzo e insulti oltre gli stereotipi

In questa schiera rientrano due ampi gruppi di insulti forniti per dir così da madre natura, flora e fauna, dunque nomi di ortaggi e di animali adoperati per ingiuriare umani partendo da tratti attribuiti tradizionalmente e popolarmente alle varie specie.

Ortaggi: bietolone “semplicione”, broccolo con l’accrescitivo broccolone “persona goffa”, (torso, testa di) cavolo (dove cavolo è diffusa copertura eufemistica d’altra nota parola), cetriolo “sciocco”, crauto “tedesco”, finocchio “omosessuale maschile”,patata “persona sciocca”, peracotta “sciocco”, pignolo “pedante” e pignoleria, pignolaggine, rapa, torsolo, zucca, zuccone “persona insipida, testarda”.

Animali (mammiferi, pesci, uccelli, e anche insetti e microcellulari) e loro atti o parti: abbaiare; anguilla “persona abile a sfuggire alle proprie responsabilità, a cercare scappatoie”: animale “persona inumana, per molti versi spregevole”, iperonimo generale, ineliminato residuo della tradizione antropocentrica, con il derivato animalesco; asino “ignorante” con i molti derivati asinaggine, asinata, asineria, asinesco, asinescamente; avvoltoio “chi approfitta delle disgrazie altrui”; azzannare; becco “marito tradito, cornuto” con beccaccione; bestia “persona inumana, per molti versi spregevole”, altro iperonimo generale, altro ineliminato residuo della tradizione antropocentrica, con i derivati bestiale, bestialità, bestione, imbestiarsi, imbestialire; bisonte “bufalo”; bue “sciocco, stolido” con i derivati bovino e buaggine; bufalo “persona ottusa e rozza”, ma anche “persona violenta” con i derivati bufala “grossa sciocchezza, notizia falsa” (di area romanesca) e imbufalirsi “infuriarsi violentemente”; cagna “donna di facili costumi” o “cattiva cantante”; caimano “affarista vorace e senza scrupoli” (accezione fissatasi nel 2006 con il film omonimo di Nanni Moretti); cane nelle accezioni di “crudele, feroce”, evidenziata da canaglia, cagnesco, accanirsi, accanimento, accanito, o di “incompetente, incapace”; capra (insulto favorito di Vittorio Sgarbi) e caprone “rozzo, ignorante”; cimice “persona di nessun conto e molto sgradevole”; civetta “donna vanitosa e frivola che cerca di attirare in modo malizioso l’attenzione e l’ammirazione maschile” con i derivati civettare e civettuolo; coccodrillo “ipocrita” (come rimbalzo della locuzione lacrime di coccodrillo), coniglio “pauroso”, falena “prostituta”; grugno “volto umano”; gufo “persona abitualmente di umore tetro e poco portata alla socialità” (insulto prediletto dall’ex sindaco di Firenze Matteo Renzi) con i derivati gufaggine e gufata; iena “persona crudele e spregevole”; insetto “persona meschina, di nessun conto”; latrare; lucciola “prostituta”; lumaca e lumacone“persona lenta” (non pare avere equivalenti standard il nome siciliano dei lumaconi,crastone, insulto polivalente come risulta dalla spiegazione dialettale “crastone: e t’aiu dittu tre cose: vavusu, cornutu e gimmorutu”); maiale con i derivati maialata, maialone; microbo “persona di nessun conto e però dannosa”; merlo “sciocco”; mollusco “persona debole, cedevole”; moscerino; muso “volto umano simile ad animale non umano”; pecora “persona timida, paurosa, ossequiente”; mulo“testardo”; oca “persona stupida, specie donna”; papera “sciocchezza, errore”; pappagallo “ripetitore inintelligente”, “importuno” con il derivato pappagallismo; pescecane “persona che si è arricchita con estrema rapidità in modo illecito o sfruttando una situazione di disagio generale, spec. in tempi di guerra” con i derivati pescecanesco e pescecanismo; pidocchio “persona di nessun conto e molto sgradevole” e pidocchioso; pipistrello “persona lugubre”, pollo “sciocco”; porco con i derivati porcaggine, porcaio, porcata, porcheria, porcaccione, porcone; pulce “persona di nessun conto e molto sgradevole”; ragliare “parlare da somaro” e ragligare in area settentrionale; ronzino “persona ormai stanca, di ridotte capacità”; rospo “persona brutta e quasi ripugnante” oppure “persona scontrosa e poco socievole”; sanguisuga“persona avida, profittatrice”; scarafaggio “persona di aspetto sgradevole o, anche, moralmente spregevole, indegna”; sciacallo, sciacallagine; scorfano “persona di aspetto deforme”; serpente“persona infida”; somaro “ignorante” con i derivati somaraggine, somarata; squalo“persona molto avida, che si è arricchita o ha conquistato posizioni di prestigio in modo privo di scrupoli”; tigre “persona, spec. donna, aggressiva e crudele”; topo di fogna; tordo “sciocco”; vacca “donna volgare che si prostituisce o si concede con facilità” (sul modello puttana: puttanata al derivato vaccata va attribuito il valore primario di “azione gravemente scorretta”); verme “persona spregevole, vile, abietta” con il peggiorativo vermiciattolo; vipera“persona infida, aggressiva, velenosa” con i derivati viperino e inviperirsi; zampa“arto animalesco”; zanna; zanzara “persona fastidiosa”; zecca “persona massimamente appiccicosa”.

Come insulto diretto ha il principale nome popolare dei testicoli: coglione o organi genitali maschili e femminili

Oggi (non così in antico) raramente è usato isolatamente nella sua forma base per deprezzare o insultare. Comuni sono invece i derivati cazzaccio “sciocco spregevole”, cazzata “grave errore” e “diceria priva di credito”, cazzaro “chi dice o fa gravi sciocchezze”, cazzeggiare “dire, fare sciocchezze” con i derivati cazzeggio, cazzeggiatore e cazzeggiatrice, cazzone “sciocco”, meno diffusi invece, salvo ambiti dialettali, i diminutivi cazzillo, cazzullo. Grande è la fortuna di parole nate come eufemismo della voce maggiore e di largo impiego come insulto diretto a persona: belino di area ligure con il derivato belinata, bischero, di origine toscana, con i derivati bischerata, bischeraggine, bischerume; cacchio forse il più diffuso concorrente di cazzo nei diversi usi e nei derivati cacchiata, cacchione, incacchiarsi; fottere “imbrogliare, danneggiare gravemente” con il derivato fottuto “imbrogliato, rovinato”; minchia “cazzo”, di origine siciliana, con i derivati minchiata, minchione base a sua volta di minchionaggine, minchioneria, minchionare “prendere in giro, ingannare” con i derivati minchionatore da cui minchionatorio, minchionata, minchionatura, minchionazione; pirla di origine lombarda, con i derivati pirlaggine e pirlata. Invece non si dipartono insulti, salvo due parziali eccezioni, dalle altre molte denominazioni del pene: pipì, con la variante settentrionale piana pipi, pisello, pirillo, pistolino nel linguaggio infantile, e gli eufemismi, alcuni colti o semicolti, asta, batacchio, bigolo (di area veneta, anche “sciocco”), ceppa, fallo col derivato ipercolto falliforme, fava (con qualche fortuna in locuzioni negative come non capire una fava), glande (estremità del pene), mazza(con qualche fortuna in locuzioni negative), membro, nerchia (di area toscana e romana), oco (di area centrale), pesce (romanesco e meridionale), picio (di area piemontese), pinco (di area toscana), prepuzio, salame (fortunato come eufemismo di copertura), salsiccia, sega “masturbazione”, tega (in area settentrionale “baccello” e “pene”), uccello forse l’eufemismo più antico e diffuso con il derivato uccellare“prendere in giro”, verga.

Grande fortuna come insulto diretto, usabile da capi di governo in allocuzioni pubbliche, ha il principale nome popolare dei testicoli: coglione, che appare nei testi italiani fin dal duecento, continuatore del latino popolare tardo colleonem, indica “persona sciocca, incapace” ed è forse il più diffuso insulto diretto. Qualche fortuna hanno i derivati coglionare “prendere in giro”, coglionata “grave errore”, coglionaggine e coglioneria “stupidità”, coglionella “presa in giro” e, con questo valore, gli eufemismi cogliluva e cogliluvio. Di uso più raro altri sinonimi come corbello con i derivati corbellare “prendere in giro” e corbelleria “grave errore”, marrone con i derivati marronata e smarrone “grave errore”.

Un addensamento di volgarità colpisce la prostituzione con parole usate come insulto in vari casi (puttana, troia, zoccola) anche all’indirizzo di maschi: adescatrice, androcchia di area meridionale, bagascia, bagasciona, baiadera, baldracca, baldraccona, battona, cocotte, cortigiana, cunnivendola (usato da Giorgio Manganelli), ditteride (derivato da ditterio “mercato”, usato da Carlo Dossi), donnaccia, etera, falena, horizontale (francesismo usato da G.D’Annunzio, adattato in orizzontale da Ferdinando Martini), mantenuta, meretrice, puttana, con derivati puttaneggiare, puttanata, imputtanirsi, jinetera (dallo spagnolo di Cuba), lucciola, malafemmina (napoletano), marchetta e marchettara, mercenaria, mignotta, mondana, nottivaga, pandèmia, pantegana, paracula, passeggiatrice, picia (di area piemontese), professionista, quadrantaria “sgualdrina di basso costo” (Gian Pietro Lucini), quaglia (area piemontese), scaglia (area centrosettentrionale), sgonnellatrice (usato da Paolo Valera), sputtanare, sputtanamento, sgualdrina, taccheggiatrice (usato da Alberto Savinio), troia con troiaccia, troiaio, troiata, troiona, vacca vaccona, zambracca, zoccola, zoccolona.

Fonte di denominazioni usate come insulto è anche l’omosessualità, soprattutto maschile anormale, bagascione, baldraccone, bisex, bucaiolo, buliccio (area ligure), busone (area emiliana), checca, culano (area emiliana), culattina e culattino (area settentrionale), culattone, culo, cupio (area piemontese), dama, diverso, finocchio, frocio, garruso (area meridionale), gay, invertito, omo, omosex, orecchione, paraculo, pederasta, recchione (area meridionale), sodomita, tubo, travestito, zia.

Ancora parole, parolacce e paroline

Parole più o meno costantemente (rispetto alle precedenti) dichiaratamente spregiative sono, ad esempio, aguzzino, angiporto, anticaglia, anticume, articolessa, ambeduismo “posizione ambigua tra schieramenti contrapposti”, arruffapopoli, assillare, avanzo di galera, avvocateggiare, balla, ballista, balordo, banale, banda, bandito, baroccagine, baronata, bastardo, beghina, beghinaggio, beghino, benpensante, birbante, birbanteria, birignao, boria, borioso, boss, birro, branco, briccone , brigante, cacasotto, camorra, camorrista (per cui vedi anche oltre), canaglia, capopopolo, caporione, carogna, carrozzone, casino, casinaro, casotto, ciarlare, ceffo, centone, chiavica, ciarpame, clericale, ciofeca nap. rom. “bevanda disgustosa”, codazzo, combriccola, comodaccio, complottismo, comunisteggiare, concionare, concorsificio, conservatorume, consorteria, contadiname, contorsionista, conventicola, coterie “cricca”, criminale, crepare “morire”, crosta “brutto dipinto”, crumiro, delinquente (ma vedi anche oltre), demagogo con demagogico, democraticume, diffamare, divulgatore, dottorame, esamificio “università di facili costumi”, faccendiere, fanatico, fanatismo fanfarone, fandonia (parola da qualche tempo chissà perché di scarso uso, non così in età fascista quando facendo il verso alle vanterie del governo si diceva: “Quest’anno abbiamo fondato Pomezia, Aprilia e Carbonia, l’anno prossimo fonderemo Facezia, Quisquilia e Fandonia”), farabutto, fascista, fascio, fascistico, fascistone, fattaccio, feulleiton, filosofaglia, filosofastro, filosofume, ficcanaso, forcaiolo, fondamentalismo, forestierume, fuorilegge, furbo confurbacchione, furbastro, furbata, furberia, furbizia, furbone, furfante, gagà, gaglioffo, galoppino, gangster e gangsterismo, gazzettiere, genia, gentaglia, gentuccia, gentucola, gerarca, giullare, idolatrare, idolatria, idoleggiare, imborghesire, imbrancarsi, imbrattacarte, insecchirsi, insolente, insolenza, intrigare, intrigante “ficcanaso”,intrufolarsi, intrupparsi, ladro (ma vedi oltre) e ladruncolo, laicista, latrina, lagnoso, leggina, maestrina “persona che ostenta l’adesione a pratiche religiose”, mafia, mafioso (per cui vedi anche oltre), malavitoso, malfattore, malvivente, manesco, manigoldo, mantenuto, marmaglia, mascalzone e mascalzonata, masnada, masnadiero, massa, massone, mercanteggiare, mercede, mercimonio, mestierante, mezzano, minutaglia, mistificatore, modaiolo, moraleggiare, moralistico, moralismo, ninfomane, narcisismo, narcisistico, ‘ndrangheta, ‘nrdanghetista (per cui vedi anche oltre) omaccio, omuccio, omiciattolo, omaccione, ominicchio, omuncolo, omertà, operettistico, orecchiante, orecchiare, palazzinaro, pallista, pallonaro, paludamento, paludato, pantalonata, pantofolaio, paparazzo, paparazzata, paraninfo “ruffiano”, pargoleggiare, parruccone, parvenu, passacarte, patacca, pateracchio, patriottardo, pedagogo, pedagogico “pedante”, pedante, pelandrone, pendaglio di forca, pennaiolo, pennivendolo, peone “parlamentare puro esecutore di direttive”, pettegolo, pettegolare, pettegolezzo, piagnone, piazzata, pietismo, pippa “masturbazione”, ma anche “cosa noiosa”, con derivati pippone e pipparolo, pivello, poco di buono, poltrone, popolino, poppante, portaborse, praticone, precettismo, prefazionaio, presuntuoso, presunzione, pretume, prezzolato, prosopopea “mascheratura solenne”,prosseneta “ruffiano”, protagonismo, provincialismo, reggicoda, religionismo “fanatismo, fondamentalismo non solo religioso”, qualunquismo, raffazzonare, rancido, ribaldo, ribobolo, ribobolaio, rimasticatura, risciacquatura, rimpolpettare, ruffiano, saccente, saccenteria, saltimbanco, sballare “raccontare, scrivere balle”, sbaraccare, sbarbatello, sbirro, sbirraglia, sbracare, scagnozzo, scolastico, scolasticità, scarabocchiare, scarabocchio, scarto, scartoffia, schedaiolo, schiappa, scientismo, scombiccherato, scoria, scopiazzare, scribacchiare, scribacchino, secchione, sega con i derivati segone e segaiolo, sfaccendato, slatinare, spazzatura,straccio, strafalcione, strozzino, superficiale, superficialità, supponente, supponenza, trabiccolo, trafficante, trafficare, trangugiare, trasformismo, trasformista, tribunizio, trinariciuto, untume, untuoso, usura, usuraio, uterino, vaiassa, velinaro, venale, venalità, vieto, vile, viltà, vigliacco, vigliaccata, vigliaccheria, zotico.


... QUI MI FERMO PERCHE' L'ELENCO E' TROPPO LUNGO!!!

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« immagine » « immagine » Chissà cosa penserebbe Dante Alighieri, se oggi fosse vivo, della lingua italiana. Infatti il vocabolario oggi ha nuovi neologismi, le nuove parole (o espressioni polirematiche) che da un certo momento in poi entrano a far parte del lessico di una lingua. Mille nuove ...
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10/01/2024 19:37:25
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BUON NATALE A TUTTI

25 dicembre 2023 ore 16:36 segnala














Agli amici del blog tanti AUGURI a tutti


















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25/12/2023 16:36:30
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L'importanza dei sani principi

17 novembre 2023 ore 19:55 segnala


Quando si parla di genitorialità tutti noi pensiamo quale sia la maniera migliore di allevare i propri figli tra limiti e libertà d'azione. Come stabilire il giusto modo? Il privilegio dei genitori sta primo nell'amarli e guidarli per poi lasciarli andare. Non bisogna governarli con la forza e la coercizione come avveniva molti anni fa, quando si usavano punizioni anche corporali per educare. Eppure devo ammettere che c'era più rispetto e si acquisivano i sani principi. Ma oggi tutto ciò ha cambiato volto. Troppe libertà e anche il trasferire ogni cosa sui social secondo me rende tutto meno controllabile. Viviamo un tempo fatto di troppe concessioni, di avere tutto nell'immediato senza guadagnarselo e meritarselo. Stare nei panni dei genitori è un compito molto difficile. L'apprendimento educativo, molto severo, una volta veniva impartito anche dagli istituti, le scuole, che intimorivano in modo sano gli adolescenti con convocazioni del preside ai genitori che collaboravano con le istituzioni per una sana educazione. Oggi invece si usa violenza ai professori spalleggiati anche con denunce dei genitori che così facendo fanno il male dei propri figli, che sentendosi appoggiati non comprenderanno mai i propri errori e limiti.
Abbiamo perso tutti noi i cosi detti valori. E allora di cosa ci lamentiamo se tutto ci è sfuggito di mano? Iniziamo a far tornare di moda quello che una volta era il principio della moralità, della giustizia, del rispetto, abbiamo perso il significato di umanità, troppo abituati a scagliarci contro tutto e tutti, oramai insensibili ogni giorno, come fosse la normalità, al male, alle guerre, alle perversioni, alla violenza, alle morti, al degrado di tutto.
Se ci amiamo e amiamo la vita e i nostri figli bisogna tornare a porre dei limiti che non deve essere confuso con il controllarli ma sedersi e dialogare e trovare insieme i giusti confini e che possano esercitarsi nelle loro scelte in tutta sicurezza.
Impariamo tutti noi a rendere di moda il rispetto, la sincerità, l'educazione, la lealtà, la dedizione, le conversazioni a tu per tu, no sui social nella solitudine della propria stanza ma all'aria aperta tra la gente, pacificamente, donando un sorriso a chi non se l'aspetta. Rendiamo di moda le cose semplici forse ora assopite, il romanticismo, i baci sulla fronte, i momenti, i luoghi e la buona compagnia, il mi manchi, il voglio vederti, il ti amo sincero. Rendiamo alla moda tutto ciò che è scomparso dalla nostra vita e che ci rendeva felici e tutti i sentimenti che vengono dal cuore. Non abbandoniamoci alla sconfitta e alla rassegnazione dell'"oramai è così"...
Se vogliamo una vita migliore dipende solo da noi.
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Il nostro destino

09 novembre 2023 ore 00:22 segnala


Esiste il destino? Che cos'è? Possiamo sceglierlo? A volte sembra quasi volerci indicare la strada con accadimenti che influenzano la nostra vita, alternative che portano ad una scelta da creare un bivio nella nostra mente. Come capire se è quella giusta? Dipende da noi oppure il fato, prerogativa divina, entra in azione indipendentemente da noi oppure sono solo coincidenze che ci confondono la volontà?
Solo il tempo ci darà le risposte.

Realtà diverse dal giorno della nascita, possono stabilire il nostro destino? Secondo me il luogo e lo stato sociale incidono sul nostro orientamento influenzando le successive esperienze sul percorso di vita, formando la nostra struttura fisica e mentale.
Sottolineando due realtà diverse dove nascere sono il giusto esempio di ciò che intendo. Nascere in un villaggio del Burundi, sicuramente sarà un'esistenza diversa da quella di un villaggio dell’Himalaya, entrambe, queste sono due realtà estreme sia per il clima, (l'uno caldo, l'altro freddo)sia per le condizioni di vita, che destino è il loro, non hanno scelto di nascere li. Ho cercato del materiale per capire attraverso i video la loro situazione a noi sconosciuta che mi ha fatto capire quanto io sia fortunata Il destino lo subiamo purtroppo.



Il Burundi tra conflitti e carestie hanno reso questo Paese uno tra i dieci più poveri del mondo.
Inutile sottolineare le avversità di chi nasce li e il loro destino.



Nel villaggio su citato dell’Himalaya, ad esempio per la loro cultura c’è la scuola più remota del mondo. Già, perché per raggiungere Lunana, questo il nome del villaggio, deve essere affrontato un estenuante viaggio di 8 giorni molto lontano dalla strada più vicina e totalmente privo di strutture moderne lungo il percorso. Mancano elettricità e connessioni di rete, e molti dei suoi abitanti non hanno mai visto il mondo al di fuori. A Lunana hanno girato un film Candidato al Premio Oscar Miglior Film Internazionale 2022, Su il trailer)

Poi c'è la nostra realtà più evoluta di stati più progrediti dove vivo, ma con miliardi di sfaccettature. Nessuno di noi pensa a chi vive in certe parti del mondo e alle loro condizioni di vita, ciò nonostante le tre realtà hanno in comune il nascere, crescere e sviluppare l'evoluzione cognitiva del proprio essere; il cosiddetto progressivo evolvere delle capacità intellettive che variano durante tutto l'arco della vita, mutando e perfezionandosi, attraverso la formazione culturale o esperienze vissute, dove esprimere poi se stessi attraverso il carattere, le attitudini e abitudini legati anche allo stato famigliare in cui sono cresciuti.
Tutti noi siamo condizionati da tutto ciò che ci circonda, il fattore umano, sviluppa la volontà, il coraggio, la determinazione o la passività, la debolezza, che nel bene o nel male possono decidere tra l'essere vittima o artefice della propria sorte.
In definitiva, si tratta di distinguere se ad agire è il fato o il destino?
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« immagine » Esiste il destino? Che cos'è? Possiamo sceglierlo? A volte sembra quasi volerci indicare la strada con accadimenti che influenzano la nostra vita, alternative che portano ad una scelta da creare un bivio nella nostra mente. Come capire se è quella giusta? Dipende da noi oppure il fat...
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E' Halloween!!!

30 ottobre 2023 ore 18:36 segnala

Adoro questo clima, e anche ques'anno nel mio blogghino non può mancare. Solo chi sa mantenere la fanciullezza interiore può entusiasmarsi in questa notte magica, almeno una volta l'anno si può sorridere del macabro tra streghe, fantasmi, mostri orribili, e zucche divertenti che creano atmosfera. Una gioia per i piccoli ma anche per chi sa apprezzare, dove si insegna che non sono queste le cose di cui si deve avere paura ma vivere un giorno di divertimento. Buon halloween a tutti.




:pipistrello Gerardo e la candela :pipistrello

C’era una volta, molto tempo fa, un uomo che si chiamava Gerardo. Odiava tutti e quindi avevo deciso di vivere isolato in cima ad una montagna. Abitava in un cupo castello dove c’era sempre buio e dove pioveva sempre sia in primavera che d’inverno. La gente lo evitata e si diceva che di notte l’uomo andasse in un campo di zucche per raccoglierle tutte e portarsele a casa. Si cibava solo di quelle: succo di zucca, pasta alla zucca, ravioli di zucca, marmellata di zucca… etc.
Un giorno si spensero le candele del castello e Gerardo aveva finito tutti i fiammiferi e così decise di scendere giù nei sotterranei, dove sapeva che era rimasta almeno una candela e un fiammifero. Scese nel buio e a tastoni trovò il tavolo dove c’era sopra la candela con accanto il fiammifero.
Gerardo l’accese e, non sapendo dove appoggiarla, la mise dentro ad una delle tante zucche vuote di cui i sotterranei del castello erano pieni. Gerardo non sapeva di avere in mano una candela proibita: chiunque la toccasse poteva esaudire un desiderio. Il desiderio dell’uomo era sempre stato quello di spaventare tutta la gente che sparlava di lui. Detto e fatto, Gerardo si trasformò in una strega.
Salì su una scopa magica e partì per raggiungere il paese. Atterrò davanti alla porta di una delle tante case e bussò tre volte di seguito. Aprirono due bambini che si trovarono di fronte ad un’orrenda strega. Gerardo pronunciò parole magiche per trasformare i bambini in topolini, ma la magia non funzionò perché le magie cattive non avevano potere sui bambini.
Gerardo si zittì ed i bambini non sapendo cosa fare gli offrirono dei cioccolatini e gli fecero compagnia. L’uomo allora regalò loro la candela dentro la zucca e gli insegnò la formula magica. E i bambini decisero di usarla non per trasformare le persone ma per ottenere qualche dolcetto in più.


:pipistrello Il fantasma Puzzapazza :pipistrello

C’era una volta in un paese lontano in un castello stregato un fantasma che tutti chiamavano Puzzapazza. Nessuno del villaggio voleva andare al suo castello e lui non ne capiva il motivo: era bravo, gentile e non aveva mai spaventato nessuno. Una sera piovosa in autunno arrivò al castello un viandante che decise suo malgrado di bussare alla porta del castello.
Il fantasma Puzzapazza non credeva alle sue orecchie ed era felicissimo di avere visite. Fece accomodare il viandante nel castello con tutti gli onori, ma proprio mentre entrava in salotto gli scappo un PRRRRTTT! Mamma mia! Il viandante quasi sveniva per la puzza! Così il fantasma Puzzapazza cercò di aiutarlo e sorreggerlo ma PRRRTTT! Gliene era scappata un’altra! Il viandante era davvero disperato per la puzza! Scappava in tutte le stanze del castello cercando una stanza meno puzzolente, ma il fantasma lo seguiva cercando di scusarsi e dall’agitazione continuava a fare PRRRTTT e PRRRTTT! Il viandante scappò via e corse più lontano possibile.
Puzzapazza rimase di nuovo solo, triste e disperato.
Ma il viandante che era una buona persona, quando iniziò a respirare aria profumata, si ricordò di quanto era stato gentile il fantasma Puzzapazza ad accoglierlo nel suo castello e a quanto aveva cercato di scusarsi, così decise di aiutarlo, ma non prima di aver indossato una maschera antipuzza.
Il Fantasma Puzzapazza non credeva ai suoi occhi, mai nessuno era tornato al castello per ben due volte. Così aiutato dal viandante scoprì che il fantasma mangiava solo fagioli stregati e quindi non era colpa sua se le puzze gli scappavano in continuazione. Dopo pochi giorni di una dieta più equilibrata il problema che durava da tutta la vita del povero Puzzapazza era risolto e il fantasma organizzò una grande festa alla quale parteciparono tutti gli abitanti del villaggio.


:pipistrello Paura del buio di Ray Bradbury :pipistrello

C’era una volta un ragazzo cui non piaceva il buio. Amava lanterne e lampade, torce e candele, fiammate e fasci di luce.
Ma non amava il buio, cioè la Notte. Non amava per niente gli interruttori della luce, perché gli interruttori spegnevano le luci gialle, quelle verdi e quelle bianche, le luci dell’ingresso, le luci di tutta la casa. Non avrebbe voluto per nessuna ragione toccare l’interruttore. E non sarebbe mai andato a giocare fuori, al buio.
Una notte, il ragazzo si aggirava tutto solo per la casa.
Mio Dio, che splendore di luci! Sembrava che la casa fosse in fiamme!
Tutto a un tratto sentì un tocco alla finestra.
Una ragazza stava là in piedi in mezzo alle luci bianche, le luci brillanti, le luci dell’ingresso, le luci piccole, le luci gialle, le luci calde.
Il mio nome è Oscuro – disse. Aveva i capelli scuri, gli occhi scuri, e indossava un vestito scuro e scarpe scure.
Ma il suo viso era bianco come la luna.
Tu sei triste e solo -disse. -Ti presenterò alla Notte e diventerete amici.
E spense una luce del portico.
Lo vedi – gli disse. – Non si è spenta la luce.
No! Semplicemete si è accesa la Notte. Tu puoi accendere e spegnere la Notte, proprio come puoi accendere e spegnere la luce.
E con lo stesso interruttore! Quando tu accendi la Notte, accendi anche i grilli!
E accendi le rane. E accendi le stelle! Chi può sentire i grilli e le rane con le luci accese? Nessuno. Chi può vedere le stelle e la luna con le luci accese?
Nessuno. Capisci che cosa stavi perdendo? Hai mai pensato di accendere i grilli e le rane? Hai mai pensato di accendere le stelle e l’immensa luna?
No – disse il ragazzo.
Bene, prova! – disse Oscuro.
E così fecero. Andarono su e giù per le scale per accendere la Notte.
Per accendere l’oscurità. Per far vivere la Notte in ogni stanza.
In quel momento il ragazzo fu davvero felice”.

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« immagine » Adoro questo clima, e anche ques'anno nel mio blogghino non può mancare. Solo chi sa mantenere la fanciullezza interiore può entusiasmarsi in questa notte magica, almeno una volta l'anno si può sorridere del macabro tra streghe, fantasmi, mostri orribili, ecc..zucche divertenti che cr...
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