Differire, rinviare da un giorno a un altro, dall'oggi al domani, allo scopo di guadagnare tempo o addirittura con l'intenzione di non fare quello che si dovrebbe. E' la Procrastinazione e blocco psicologico
Rimandate sempre tutto a domani? Vi capita di restare svegli fino a tardi per ritagliarvi del tempo per voi stessi svegliandovi poi stanchi il giorno dopo? Vi attardate nelle faccende domestiche rimandando la gestione delle e-mail di lavoro? Molto probabilmente non siete i soli.
La pandemia di COVID-19 ha generato una crisi globale di salute mentale che sta alimentando una delle tendenze umane più dannose: la procrastinazione.
Nei primi tempi della pandemia abbiamo sperimentato quella che gli esperti hanno definito stanchezza da quarantena: un senso di affaticamento dato dal doversi adattare alle limitazioni causate dal virus. Con il proseguire della pandemia, tra problematiche varie, sempre più persone hanno cominciato a sentirsi più vulnerabili allo stress e al senso di precarietà che portano alla procrastinazione che viene amplificata dall’obbligo di stare a casa e il distanziamento sociale hanno eliminato le dinamiche che ci aiutano a restare concentrati e focalizzati sugli obiettivi. Le nuove pratiche come lo smart working e la didattica a distanza che creano difficoltà nella differenziazione tra spazi e tempi lavorativi e quelli dedicati al relax portandoci a non riuscire a separare chiaramente il lavoro dal tempo libero.
In particolare pare che la pandemia abbia determinato un aumento del fenomeno chiamato “Procrastinazione del sonno”, un termine coniato in uno studio del 2014 da parte dei ricercatori sanitari dell’Università di Utrecht nei Paesi Bassi. In questo tipo di procrastinazione, le persone ritardano il momento di andare a letto per dedicarsi ad attività del tempo libero.
Un problema che ora potrebbe essere acuito dal carico ulteriore apportato dalla pandemia nella gestione del tempo soprattutto delle donne ad essere più inclini. Il cronicizzarsi di questo comportamento può avere gravi conseguenze in quanto la mancanza di sonno provoca problematiche sia di tipo fisico che di salute mentale.
Chi ha la tendenza a temporeggiare non lo fa necessariamente per pigrizia. La procrastinazione ha radici nel nostro sviluppo evolutivo e coinvolge due parti fondamentali del cervello che lottano per il controllo.
“La procrastinazione è una strategia di adattamento “Non è un problema di gestione del tempo, è un problema di gestione delle emozioni” afferma Tim Pychyl, professore di psicologia presso l’Università Carleton di Ottawa, in Ontario, e autore del libro Solving the Procrastination Puzzle (Risolvere il mistero della procrastinazione.
L’arrivo dei vaccini, l'isolamento per raggiungere l’immunità di gregge ha lasciato molte persone in preda a paure e frustrazione hanno portato alla tendenza di procrastinare vincendo la battaglia nel nostro cervello.
“Il fenomeno della procrastinazione può derivare da una combinazione di problematiche mentali e fisiche” afferma Nitin Desai, medico di Fayetteville, nella Carolina del Nord. “La pandemia ha causato maggiori livelli di stress, ansia e depressione che hanno portato i soggetti che ne soffrono a una maggiore tendenza a posticipare”.
“procrastinazione del sonno per rivalsa”, sottolineando l’aspetto per cui stare svegli fino a tardi divertendosi assume una connotazione di rivincita sulla giornata lavorativa; in molti devono essersi riconosciuti in questa situazione: il termine è diventato subito virale su Twitter.
La “procrastinazione produttiva” è un altro fenomeno alimentato dalla pandemia: si tratta di quando una persona evita di svolgere un compito per dedicarsi a un altro, come ad esempio rimandare il lavoro per un grosso progetto per pulire il bagno. Può sembrare un atteggiamento non problematico perché comunque ci si dedica a un’attività e quindi si è produttivi ma è una falsa apparenza. Quella relazione impegnativa dovrà comunque essere fatta e il rimandarla non fa altro che aggiungere ulteriore stress.
Una lotta cerebrale. Gli esperti che studiano la procrastinazione la definiscono come un comportamento che spinge a ritardare volontariamente un’azione nonostante le prevedibili conseguenze negative. Sappiamo che il compito che posticipiamo non scomparirà, ma a volte permettiamo alle nostre emozioni di prendere il sopravvento. Il nostro “sé presente” prende le decisioni e il nostro “sé futuro” ne soffre le conseguenze afferma. Chi ha la tendenza a temporeggiare non lo fa necessariamente per pigrizia. La procrastinazione ha radici nel nostro sviluppo evolutivo e coinvolge due parti fondamentali del cervello che lottano per il controllo.
Qualunque siano le cause che provocano ciò rimandare una decisione è a sua volta una decisione che, in quanto tale, sè è ad uno stadio elevato comporta gravi conseguenze di vita, tra cambiamenti e responsabilità. Che lo si voglia o meno, procrastinare significa compiere una scelta.
Personalmente ritengo che esistano vari stadi tra quelli patologici e momentanei. Ne parlo perchè avendo avuto ahimè un incontro ravvicinato con Omicron esattamente dal 23 dicembre fino al 18 di gennaio, un bel regalo natalizio che mai dimenticherò, :hehe mi sono documentata perchè ritengo di rivedermi attualmente nello stadio momentaneo. Purtroppo ad oggi è così difficile svolgere le mie attività giornaliere come vorrei e dovrei. :drunk Sentirsi dire, reagisci altrimenti sarà più difficile poi, :nono1 mi crea uno stress psicologico perchè so che dovrò prima o poi riprendere le mie abitudini ma l'insonnia e il non riuscire ad alzarmi al mattino :sbong nonostante stia facendo di tutto mi porta a procrastinare rimandando giorno dopo giorno molti miei impegni. :testata
Ma ce la potrò fare prima o poi so che è solo una questione mentale altrimenti faccio la fine dell'immagine dello :batapiange scheletro qui postato, :hihi almeno spero, anzi devo. :occhioni