
Smettere di scrivere è come un rapimento dell'anima, un attacco alla coscienza, un attacco a se stessi. Ho pensato tante volte di smettere di scrivere, ma nn ci sono riuscita, almeno nn dal tutto. Quando ho ritenuto che quello che loggavo qui era troppo intimo, profondo o doloroso, lo scrivevo semplicemente sulla bozza della mia mail, come una volta...con pazienza e con un po’ di musica, amando ogni riga, ogni mio sputtanamento, rispettando gli spazi, i punti e le virgole.
Nn si può mai smettere di raccontare se stessi, fare i conti con i successi, sogni o problemi di questa benedetta esistenza....scrivere è una disconnessione con se stessi, però quando la scrittura si trasforma in momenti dolorosi, la mia unica liberazione è smettere di scrivere, anche se contraddittoriamente nn farlo genera più angoscia e dolore.
Immagino adesso me stessa persa tra lettere, parole e pensieri. Ancora sento la necessità strana di rimuovere tutto ciò che mi racchiude in questo guscio....ma nn so se smettere di scrivere sia una buona terapia. Quello che so è che ne sono ancora incatenata a parole , momenti, batticuori, che indubbiamente nn dovevano avere nulla a che fare cn la mia realtà, nemmeno con chi sono.
La scrittura nn è solo un impulso artistico, aparte i poeti...ma piuttosto pulitore , mentale, un atto di lasciar andare tutto ciò che hai dentro in modo che il tuo cervello sintetizzi il nuovo.
Scrivere implica analizzarti, fare i conti, confidarti con chi legge, sentire attraverso le mani, con la testa , col cuore e sì, a volte anche col fegato.... Un processo completo direi, che nonostante tutte le cose buone, liberatrici e soddisfacenti, insisto, nn mi piace, mi fa male.

... Eppure eccomi qui. Scrivendo di nuovo.