Estate
04 maggio 2012 ore 22:14 segnaladalla mia finestra che da sulla campagna
e il cielo fermo sulla linea dell’orizzonte
nonostante un leggero zeffiro
di ponente
sembra che perfino le nuvole siano ferme
il blu del mare splende ferocemente
il suo odore di sale si insinua nelle stanze vuote
della mia casa
l’aria è quella tiepida di precoce estate ormai
un insetto rumoroso da qualche parte s’affanna
s'affannano gli esseri umani
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Golden slumbers
18 novembre 2011 ore 14:50 segnalaC’era una volta una strada per tornare verso casa
c’era una volta una strada per tornare a casa
dormi bella, cara, non piangere
e io ti canterò una ninna nanna:
sogni d’oro riempiano i tuoi occhi
ti accolgano sorrisi quando ti svegli,
dormi bella, cara, non piangere
e io ti canterò una ninna nanna.
E adesso?
Dov’è la strada che mi conduce a casa?
non riesco più a ritrovarla,
nonostante tutti i miei sforzi.
Dove sono andati mio padre, mia madre, mio fratello?
Mio figlio!
I loro sguardi preoccupati
che mi seguivano con ansia dal balcone
finché non sparivo alla loro vista:
“ti metterai nei guai con quei capelli”.
E tutti i miei amici dove sono?
Risentirò mai il suono
delle loro voci?
Percorro tutte le strade che mi è possibile
ma non trovo più la strada che mi riporti a casa.
E tutti i nostri discorsi?
Le nostre parole?
Gli sguardi? Fissi ormai solo nelle foto in bianco e nero.
I progetti, le risate, gli amori, le delusioni, i pianti?
Dove sono?
Io ho tutto dentro,
nessuno può scalfire questa sacra memoria:
sono rimasto solo qui
a custodire il Gral di tutto ciò che è stato,
sono il Templare
a guardia del nostro verginale e forse ingenuo passato,
ripercorro i nostri luoghi
e vi vedo, vi ricordo tutti ad uno ad uno.
Ma sul muretto alla Marina dove ci si ritrovava sempre,
facce sconosciute hanno occupato i nostri posti,
e così pure sugli scalini della Chiesa di S. Giacomo.
A volte mi fermo e rimango ad ascoltare, immaginare,
ad occhi chiusi,
e mi sembra di vedervi ancora li,
mi sembra di sentire le vostre voci.
E invece…..
Dove sono tutte le nostri azioni, i gesti,
le partenze, i ritorni?
Dove siamo andati a finire tutti noi?
Forse basta solo piangere per ritrovare
la strada che mi riporti a casa,
piangere,
e le lacrime si condenseranno in vapore,
saliranno verso il cielo,
diventeranno nuvole
e si lasceranno trasportare dal vento,
per raggiungere il punto
dove comincia la strada
che mi riporta a casa.
Li ci incontreremo e ripercorreremo
ancora insieme la dolce e verde strada
che ci riporta a casa?
Ma forse non sentirò mai più
alcun suono alla Marina:
le chiare melodie mantengono il loro silenzio
per non turbare la quiete dell’anima.
Casa, di nuovo a casa
mi piace essere qui quando posso,
quando ritorno infreddolito e stanco
e bello riposare le mie membra e l’anima
al calore della casa.
Lontano, attraverso la campagna qui di fronte
Il suono di una campana
chiama gli uomini a inginocchiarsi
per ascoltare magiche parole.
dolcemente pronunciate….
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Non sogno più
26 giugno 2011 ore 12:05 segnalasognerei il mare,
ma quello vero, blu
se mi riuscisse di sognare ancora
sognerei il cielo,
...ma quello vero, azzurro
se mi riuscisse di sognare ancora
sognerei la terra,
ma quella vera
intatta e illibata
se mi riuscisse di sognare ancora
sognerei gli esseri umani
ma quelli veri,
quelli che conoscono la pietà
se mi riuscisse di sognare ancora
sognerei il mondo
ma quello vero
senza più dolori, ingiustizie e sofferenze
se mi riuscisse di sognare ancora
sognerei un volto, uno solo
che non vedrò forse mai più
poichè le foto sono
solo un triste archivio della vita;
se mi riuscisse di sognare ancora
sognerei di sognare di dormire
ma di un sonno vero
e dimenticato
leggero come un bimbo
che quasi in levitazione
non lascia sul letto
nemmeno l'impronta del suo corpo
e infine
se avessi la fortuna di sognare ancora
andrei a cercare
nell'inconscio più profondo
come si sta quando si sta bene.
Sarebbe un sogno,
forse il sogno più bello
che potrebbe riempire
i miei occhi...
e le mie notti....
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Rules made be broken
04 aprile 2011 ore 14:17 segnalaLa primavera è davvero arrivata ma tutti i nostri sogni sono svaniti, tutti i nostri faremo. Così pure l'estate
Cosa esce dalle tue mani? materia, forma, colori. Luce!
Dentro la nostra vita scorre un fiume dal corso impetuoso che molto spesso non riusciamo a controllare, che molto spesso non conosciamo affatto, non sappiamo del verso della sua corrente, del suo non contenimento dentro gli argini, della sua voglia di travolgerli e spezzarli e inondare tutto il nostro corpo. Molto spesso ne abbiamo paura e lo conteniamo
Per quanto mi sforzi non riesco davvero ad immaginarti qui con me
Ti avrei portata con me dovunque, saremmo andati insieme dovunque....
Vorrei che tornasse ancora il tempo in cui avevo paura della morte
Non mi ricordo più come si sta quando si sta bene
Ho attraversato il parco lentamente, accompagnato dal cinguettio degli uccelli che volavano da una siepe all'altra, da un albero all'altro, senza regole, senza freni, senza paura, liberi; ho attraversato il parco accompagnato dal rantolo del vento attraverso le fronde e dal rumore dello scorrere del piccolo ruscello, una famglia di tartarughe ed un intreccio di colori diversi. Ogni cosa era libera! Ma solo gli occhi hanno visto tutto questo, il cuore, invece, ha percepito un unico colore: il grigio
E tu ti ricordi ancora di me?
C'è un muro davanti a me e non riesco più ad andare avanti, la mia strada si ferma qui
E' davvero strano come la maggior parte delle persone sia convintamente e sinceramente contraria a qualsiasi forma di dittatura per essere poi il più crudele e spietato dittatore di se stesso
Le regole sono fatte per essere infrante
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Baci
03 aprile 2011 ore 23:35 segnalaMi vedi? mi senti? Io ti vedo, sai? e ti sento, ma lo stesso vorrei sapere da te dove sei e cosa fai, se ti vengo in mente ogni tanto, così, anche distrattamente, magari mentre incontri un tizio per strada o qualcosa che, per associazione di idee, ti fa venire in mente me. Voglio dire, non direttamente che io ti venga in mente, non pretendo tanto, mi basta solo che ti venga in mente anche attraverso altre cose, m basterebba, sai?
Sto male fisicamente, come una vera e propria sensazione fisica, la nostalgia parte dalla gola intasata e sale verso il naso, gli occhi con una fortissima oglia di tramutarsi, sublimarsi in lacrime.
Certe cose succedono solo nel film, al massimo nei romanzi
Vorrei dirti delle mie notti insonni, delle mie notti con gli occhi verso il soffitto attravreso la tenue luce blu del led del mio telefonino, dei miei occhi che inseguono il tuo viso, che cercano il tuo sorriso e la tua tristezza. Delle mie notte aspettando l'alba per sostituire, con l'angoscia conosciuta del giorno, l'insistente ricordo e il pensiero di te.
Per tutta la vita ho aspettato che qualcuno venisse a cercarmi ed alleviare la mia pena e il mo dolore, ma non è mai venuto nessuno: essere dimenticati è una condizione simile alla morte
Non mi chiedo, nè mi sono chiesto mai il perchè di fronte alla cose della vita: accadono e basta, cercare una spiegazione, dopo, è assolutamente inutile, non serve a nulla. Anche se mi ponessi dei perchè e magari ne tovassi le risposte, a che servirebbe? Cambierebbe il corso delle cose? cambierebbe la realtà? Le cose accadono, è perfino banale dirlo ma è così: accadono e non serve un perchè, non c'è un perchè, ma si ha sempre bisogno di una risposta.
Vieni a cercarmi una notte, ti prego, prendi la mia mano e dimmi che tutto va bene
Ti penso e nello stesso tempo non riesco a pensarti: può sembrare un paradosso, un ossimoro, ma è così. Ti penso ma è come se il pensiero di te vagasse, errasse tra una idea e l'altra, come qualcosa che fluttua tra la normalità della vita di tutti i giorni e la fantasia più accesa e sfrenata, ti penso come quando un dolore passa, va via, ma anche nel sonno più profondo se ne ha coscienza, memoria di quel dolore passato, come qualcosa di nascosto e presente allo stesso momento. E' l'eterno contrasto della vita di tutti gli esseri umani, tutte le contraddizioni della vita racchiuse in un'unica contraddizione, la vita e la morte.
Più tempo passa e più mi manchi. La filosofia non consola, è solo un inutile alibi, non consola e non è affatto vero che il tempo attenua i ricordi.
Tu sei dall'altro lato
Anni fa qualcosa è morto dentro di me, come una candela che lentamente va spegnendosi, mi è mancata la voglia e lo stimolo, la spinta, il desiderio della vita ma vivevo, vivevo senza vivere. Poi tu, tu! Sembrava che fosse stata data altra cera a quella candela, altra stoppia da bruciare, una specie di rinvigorimento. Ma è stata una goccia d'acqua nel mare. Ero spento, stavo per riaccendermi ma mi sono spento di nuovo, continuo a vivere, senza vita.
Mi trovo in un posto che non è il mio, mi trovo in un posto che non è il tuo, mi trovo in un posto che non è il nostro ( si può dire ancora? ). Mi trovo e basta!
Silenzio, silenzio, silenzio! Ne ho bisogno, ma a volte la tua immagine lo rende angosciante
Eccomi di nuovo qui, in questo luogo dove non avrei mai voluto esserci, persone in attesa con la sofferenza nel viso e la paura negli occhi, in attesa del veleno della speranza.
Vorrei scappare, ancora una volta, di casa
Sono dove non vorrei essere, sono come non vorrei essere
Tanto tempo fa avevo paura della morte
Ho visto una coppia che si baciava, seduta al tavolo di un bar
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Occhi
23 marzo 2011 ore 12:49 segnalase tu amassi davvero, se potessi
dirmi senz'arrossire queste cose,
tu mi diresti tutto, amore mio:
e i tuoi occhi sarebbero più belli.
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Ponente
19 gennaio 2011 ore 09:43 segnalaTalvolta ti senti così distante
distaccato da tutti i gesti di questo palcoscenico che è la vita
incapace di afferrarne il senso
cogliendone gli intrecci con timore e sgomento
incagliato al centro del palco
frugando nel tuo diario per una pagina persa
incerto nei sogni
scalciando un sasso mentre cammini sulla spiaggia
desiderando ardentemente amore e conforto sopra ogni limite
la via davanti sembra essere così squallida
non c'è nessuno con un po' di sincerità con cui parlare
o che ti mostri un po’ di comprensione
per la tua condizione presente e futura
perso nel sogno
lontano lontano lontano guardi ai giorni futuri
sperando qualche forma di pace dentro la crescente tempesta
mi arrampico attraverso la sera
vivo e pensante
nel tempo conosceremo tutti i nostri passi
e così finalmente saremo a casa
per ora tutto è nascosto
con chi potrei parlarne
chi può concedere il sogno ai miei occhi
ho atteso per tutto questo tempo
proprio per vederlo svanire inesorabilmente
sfuggirti dalle mani che non hai saputo tenere strette
è tutto ciò che capita a noi poveri illusi, romantiche comparse
camminando in silenzio lungo la spiaggia di ponente
soltanto per viaggiare e dire a te stesso che qui la speranza è il massimo
soltanto per scoprire che c'è una fine
per sapere tutto di noi poveri esseri umani senza colpe
impauriti che desideriamo solo la nostra mano in un’altra mano
lascio nitide impronte nella sabbia ancora umida
come le orme lasciate nel passato della vita
un’onda impietosa le spazza via
la marea è passata
e defluisce verso il fondo e mi sveglio da una vita di sogno perenne
sembra trascorso così tanto tempo
è come se l’avessi sognato il mio passato ma ora sono sveglio
siamo solo delle comparse in questo libero palco
e anche io devo percorrere questa strada
senza conoscere dove possa portare
solo ma non inutilmente
e un nuovo sogno mi spinge a continuare
abbiamo atteso per tutto questo tempo
tutto delle nostre mani porta a sperare
sostenendo la fatica in comune da esseri umani consapevoli
noi timide comparse su questo libero palco
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Separazione
17 novembre 2010 ore 09:24 segnalaEcco, un altro treno che parte, che scivola indifferente sui binari con il suo carico umano, lacrime e sorrisi; ehi, Mario, che fai? forse non lo sai bene che una stazione offre solo separazioni ? Anche gli incontri, gli arrivi, sono separazioni perché nascono da una precedente separazione e sono propedeutici ad una futura separazione: ci sarà ancora e sempre una nuova partenza. E’ la miniatura del mondo una stazione ferroviaria, la rappresentazione della vita concentrata in un unico luogo, così come è apparsa, lei è sparita e potrebbe anche non riapparire più: un incontro casuale poi ognuno per i suoi luoghi, per la sua vita, per i suoi problemi, i suoi guai, i suoi egoismi, i rimpianti, i se e i ma. E come era triste, quelle volte che venivo da te in treno, il ripartire! Quel treno che andava incontro a gente e a luoghi a me sconosciute ed estranei, quante lacrime che ora non amo più! Ciò che si separa, che si interrompe, che si sonsuma, che non cresce più viene conservato dalla mente in una dimensione eterea, inaccessibile perfino a chi ha lasciato, separato, ed anche i ricordi e le cose belle che, dato che sono state fatte insieme e quindi insieme vissute, condivise e che per forza di cose sono in comune, in questa dimensione, invece, appartengono solo ad uno, diventano un patromonio esclusivo di uno solo dei due: l'altra persona, pur avendone fatto parte, non ha più accesso a questo mondo racchiuso in questa magica dimensione: come se si volesse raggiungere con una astronave un altro sistema solare che per arrivarci ci vorrebbero milioni di anni luce: praticamente impossibile. Dopo ciò che si è separato c'è il nulla, il vano, anche se si dirà ancora mille altre volte: ti amo! Il treno è ripartito, lento per poi accelerare aumentando i suoi ritmi, è ripartito per un viaggio, stavolta, senza ritorno.
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Separazione
16 novembre 2010 ore 22:09 segnalaEcco, un altro treno che parte, che scivola indifferente sui binari con il suo carico umano, lacrime e sorrisi; ehi, Mario, che fai? Scopri l'acqua calda? Forse non lo sai bene che una stazione offre solo separazioni ? Anche gli incontri, gli arrivi, sono separazioni perché nascono da una precedente separazione e sono propedeutici ad una futura separazione: ci sarà ancora e sempre una nuova partenza. E’ la miniatura del mondo una stazione ferroviaria, la rappresentazione della vita concentrata in un unico luogo, così come è apparsa, lei è sparita e potrebbe anche non riapparire più: un incontro casuale poi ognuno per i suoi luoghi, per la sua vita, per i suoi problemi, i suoi guai, i suoi egoismi, i rimpianti, i se e i ma. Come era triste, quelle volte che venivo da te in treno, il ripartire! Il treno che andava incontro a gente e luoghi a me sconosciuti ed estranei. Lacrime! Ciò che si separa, che si interrompe, che si consuma e non cresce più viene, dalla mente, conservato in una dimensione eterea, inaccessibile perfino a chi ha separato, a chi ha lasciato. Ed anche i ricordi e le cose belle che, dato che sono state fatte assieme, condivise. sono, per forza di cose in comune, in questa dimensione, invece, appartengono solo ad uno dei due, non sono più comuni, condivisi: prendono starde separate e diverse, come se fossero stati vissuti fini a se stessi, unilateralmente: ognuno ha il suo ricordo diverso anche se uguale, non appartiene più a tutti e due. Quale ossimoro più paradossale di questo! Il dopo tutto questo, per uno dei due, sarà vano, sarà nulla, sarà vuoto
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Concime
15 novembre 2010 ore 18:14 segnalaSvuotami, di ogni lacrima,
di ogni dolore,
rendimi arido e secco
come il più deserto dei deserti,
annichiliscimi
e fammi assorbire dalla sabbia rovente
in modo che io possa diventare,
in qualche modo, concime ed essere, finalmente,
utile a qualcuno, a qualcosa,
dare un senso alla mia inutile vita.
Ci sono dolori che un essere umano non può sostenere......
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Scrive dal: | 07/04/2009 |
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