Baci

03 aprile 2011 ore 23:35 segnala
Mentre camminavo ho perso la spalliera dello zaino, sfilandosi mi era caduta a terra e quando me ne sono accorto ho rifatto la stessa strada a ritroso per ritrovarla. Dopo qualche centinaio di metri l'ho vista: era li per terra e l'ho raccolta. Chi vuoi che avesse potuto interessarsi a una cosa così insignificante? Ma invece ha assunto una grande importanza quando ho pensato che se non l'avessi trovata o se l'avessi lasciata li per terra pur avendola ritrovata, sarebbe stato anche possibile che, semmai tu fossi passata da li e l'avessi vista, l'avessi notata, se il tuo sguardo si fosse posato, per qualche istante, su quel pezzo di tela gialla e marrone....! Si, sarebbe stato anche possibile, ma non avresti mai potuto pensare che fosse mia, che per un attimo tu avessi incontrato qualcosa di me, che per un attimo tu, attravreso quella piccola cosa, ti eri trovata così vicina a me.

Mi vedi? mi senti? Io ti vedo, sai? e ti sento, ma lo stesso vorrei sapere da te dove sei e cosa fai, se ti vengo in mente ogni tanto, così, anche distrattamente, magari mentre incontri un tizio per strada o qualcosa che, per associazione di idee, ti fa venire in mente me. Voglio dire, non direttamente che io ti venga in mente, non pretendo tanto, mi basta solo che ti venga in mente anche attraverso altre cose, m basterebba, sai?

Sto male fisicamente, come una vera e propria sensazione fisica, la nostalgia parte dalla gola intasata e sale verso il naso, gli occhi con una fortissima oglia di tramutarsi, sublimarsi in lacrime.

Certe cose succedono solo nel film, al massimo nei romanzi

Vorrei dirti delle mie notti insonni, delle mie notti con gli occhi verso il soffitto attravreso la tenue luce blu del led del mio telefonino, dei miei occhi che inseguono il tuo viso, che cercano il tuo sorriso e la tua tristezza. Delle mie notte aspettando l'alba per sostituire, con l'angoscia conosciuta del giorno, l'insistente ricordo e il pensiero di te.

Per tutta la vita ho aspettato che qualcuno venisse a cercarmi ed alleviare la mia pena e il mo dolore, ma non è mai venuto nessuno: essere dimenticati è una condizione simile alla morte

Non mi chiedo, nè mi sono chiesto mai il perchè di fronte alla cose della vita: accadono e basta, cercare una spiegazione, dopo, è assolutamente inutile, non serve a nulla. Anche se mi ponessi dei perchè e magari ne tovassi le risposte, a che servirebbe? Cambierebbe il corso delle cose? cambierebbe la realtà? Le cose accadono, è perfino banale dirlo ma è così: accadono e non serve un perchè, non c'è un perchè, ma si ha sempre bisogno di una risposta.

Vieni a cercarmi una notte, ti prego, prendi la mia mano e dimmi che tutto va bene

Ti penso e nello stesso tempo non riesco a pensarti: può sembrare un paradosso, un ossimoro, ma è così. Ti penso ma è come se il pensiero di te vagasse, errasse tra una idea e l'altra, come qualcosa che fluttua tra la normalità della vita di tutti i giorni e la fantasia più accesa e sfrenata, ti penso come quando un dolore passa, va via, ma anche nel sonno più profondo se ne ha coscienza, memoria di quel dolore passato, come qualcosa di nascosto e presente allo stesso momento. E' l'eterno contrasto della vita di tutti gli esseri umani, tutte le contraddizioni della vita racchiuse in un'unica contraddizione, la vita e la morte.

Più tempo passa e più mi manchi. La filosofia non consola, è solo un inutile alibi, non consola e non è affatto vero che il tempo attenua i ricordi.

Tu sei dall'altro lato

Anni fa qualcosa è morto dentro di me, come una candela che lentamente va spegnendosi, mi è mancata la voglia e lo stimolo, la spinta, il desiderio della vita ma vivevo, vivevo senza vivere. Poi tu, tu! Sembrava che fosse stata data altra cera a quella candela, altra stoppia da bruciare, una specie di rinvigorimento. Ma è stata una goccia d'acqua nel mare. Ero spento, stavo per riaccendermi ma mi sono spento di nuovo, continuo a vivere, senza vita.

Mi trovo in un posto che non è il mio, mi trovo in un posto che non è il tuo, mi trovo in un posto che non è il nostro ( si può dire ancora? ). Mi trovo e basta!

Silenzio, silenzio, silenzio! Ne ho bisogno, ma a volte la tua immagine lo rende angosciante

Eccomi di nuovo qui, in questo luogo dove non avrei mai voluto esserci, persone in attesa con la sofferenza nel viso e la paura negli occhi, in attesa del veleno della speranza.

Vorrei scappare, ancora una volta, di casa

Sono dove non vorrei essere, sono come non vorrei essere

Tanto tempo fa avevo paura della morte

Ho visto una coppia che si baciava, seduta al tavolo di un bar




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Mentre camminavo ho perso la spalliera dello zaino, sfilandosi mi era caduta a terra e quando me ne sono accorto ho rifatto la stessa strada a ritroso per ritrovarla. Dopo qualche centinaio di metri...
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03/04/2011 23:35:02
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Commenti

  1. nessun.attesa 04 aprile 2011 ore 11:30
    Scappare? E dove? Perchè? Il destino ci scova ovunque, e, soprattutto, è impossibile scappare da se stessi.

    Ciao Mario
  2. lupa.cattiva 04 aprile 2011 ore 13:03
    :rosa

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