Il mio terzo post su Mr. Tambourine Man
Le mie spalle sono diventate piccole e strette e il mio corpo è quasi cambiato e ci vuole poco per diventare piccolo, raggomitolato, stretto come il bimbo nella pancia di una madre. La mia bocca si è aperta per grosse risate sguaiate, spontanee e senza motivo, e le pareti della stanza sono trasparenti, come è trasparente la mia mente e come sono facili e senza segreti le menti di tutti quelli che mi sono vicino; dalle mie mani esce un cerchio di bambini che fanno girotondo, si tengono per mano in un circolo chiuso e protetto, i loro volti non si vedono, sono confusi. Ho tanta fame, anzi ho tanta voglia di mangiare ed ogni cosa è buona, ha un sapore che vorrei non finisse mai: un chilo di pane mordicchiato leggermente pesa cento chili, non smetto mai di masticare lo stesso boccone; guido la mia macchina sul sedile anatomico di un aereo e sono più in alto del volante, tiro la cloche e la mia bocca si è aperta ancora, per ridere, è bellissimo ridere con soddisfazione e sicurezza, l’aereo va tranquillo e i miei riflessi sono prontissimi, e la distanza non è più un problema, sono sicuro, rido, rido ed ogni cosa esce dal mio corpo e il fagotto di stracci vecchi, ma ancora buoni prende il volo e mi lascia leggero: lo vedo staccarsi da me e volare pian piano nell’aria : tornerà! Gli altri mi domandano perché rido, che stupidi! Non capiscono come capisco io, non hanno le scarpe leggere come le ho io, anche quando non rido, rido, rido perché mi sento leggero, rido perché rido, perché il girotondo dei bambini senza volto non finisce mai, perché la mia bocca rende tutto più dolce…. Il tempo mi passa accanto ed io lo posso toccare, e tutte le palline della musica sul pentagramma saltano sulle mie mani come se fossero quelle di un giocoliere, posso contare le note-palline, le conosco una per una, e posso afferrarle con la mia mente, e posso capirle tutte, i suoni più bassi sono entrati nel mio cervello, le parole sono davanti ai miei occhi, staccate, divise, chiarissime: conosco l’inglese: I can speak English very well!! Adesso tutto ha una forma e una dimensione, posso toccare ogni cosa, l’astratto non esiste più, tutto è diventato materia, la prendo anche se mi sfugge: forza amici, entrate!! Niente mi fa paura, posso parlare con ognuno di voi come non riesco mai a parlare alla mia mente. Ma loro vogliono farmi scendere, hanno paura per me, sono in pena per me e si sono messi in testa di farmi la doccia ma sarò solo io a dire quando sarà arrivato il momento di tornare, e intanto rido, mi prendo gioco della loro paura. …………………………………………………………………….. Quanto tempo è passato? Adesso le mie spalle vorrebbero essere ancora piccole e strette, vorrei ancora diventare e restare più piccolo e dormire tranquillo, e lasciare sul mio letto l’impronta del mio corpo, sto scendendo e non ho più voglia di far nulla, sto tornando…. I miei occhi sono molto stanchi e cerchiati, tutti i bimbi che facevano girotondo sono spariti ed anche il pane è stato consumato, e la mia pancia è piena, l’aereo si è fermato ed i miei riflessi sono lentissimi, e non ho più la forza di tirare la cloche, il mio braccio è molto pesante, le note-palline sono tornate al loro posto anche se mi piacerebbe contarle ancora: non si sono mai mosse dal pentagramma! E le note più basse sono andate via dal mio cervello e mi hanno lasciato solo una grande nostalgia. Ormai più nulla è vivo, ogni cosa, saltellando come per gioco nel mondo degli gnomi e delle fate, è ritornata al suo posto, non si è mai spostata da li: un incantamento feerico! Tutto quello che vedo adesso non è più trasparente, scendo, è inevitabile purtroppo e non vale la pena parlarne. Adesso il tempo è finito ed anche la canzone è finita, Mr. Tamburino bruciando mi ha lasciato solo, forse potrei ancora continuare, ma ormai non vale più la pena parlarne, mi adagio deluso. Non rido più, non rido più!!