Jim Carrey rivela i segreti degli Illuminati in diretta ABC

10 ottobre 2015 ore 20:28 segnala
Io credo che questo mondo sia in mano agli uomini più ricchi.
Bé, diranno alcuni, che bella scoperta.
E invece la maggior parte della gente non lo sa
e se lo sa non ci crede
e se ci crede
continua comunque a votare e a pagare le tasse.
D'accordo, sganciarsi non è semplice ma
almeno non facciamoci prendere in giro dentro
dove possiamo scegliere cosa credere e cosa desiderare.
Non credo che il potere più forte sul pianeta siano i governi democratici ,
credo che il potere più forte sul pianeta sia il denaro e gli uomini che controllano i più grandi capitali, controllano tutto, anche i governi.
Mi sembra talmente ovvio come l'aria che respiro,
e non capisco come faccia la moltitudine a non rendersene conto
e a non installare dentro questa consapevolezza e lasciarla che
da sola modifichi la realtà, nel senso che se lo so, anche se subito non so cosa farci, lascio che pian piano io trovi una via d'uscita e una soluzione, e questo, anche se ancora non FACCIO nulla, voglio che sia una priorità, un valore, che cerco di incorporare e di insegnare ai miei figli.
Mi sforzo di cercare una risposta che sia un'alternativa, (spirituale?)
forse sì, ma in ogni caso inizio qualcosa di nuovo e (s)travolgente e non derido chi già lo sta facendo......
abbiamo in mano tutto:
la maggioranza perché siamo in tanti,
la produttività del necessario,
le materie prime
la creatività
ci manca ancora la voglia di sentirci uniti
e aiutarci uno con l'altro
se e quando accadrà, i ricchi avranno bisogno d'aiuto
perché non sanno fare nulla con le mani.
Comprano e la merce siamo noi.
Inoltre dichiara “Il pubblico è stanco delle menzogne e la mia intenzione di salutare con la lingua in mezzo al triangolo è stata una mia iniziativa per prendere in giro gli Illuminati, I personaggi televisivi sono stati assunti dal governo per indurre in errore il pubblico, per distrarvi. Vi fanno ridere, vi fanno felici e facendo questo vi stanno nascondendo la verità.”

Subito dopo Carrey finge di rispondere al telefono, e che al telefono siano proprio gli Illuminati, in toni scherzosi ha detto una inquietante verità, sostenendo di essere controllato.
Non sappiamo cosa volesse fare Jim Carrey, che fosse soltanto uno scherzo? Ci crediamo ben poco, il video parla chiaro e le dichiarazioni hanno scatenato il panico in social network e forum, alcuni lo declamano buffone, altri invece credono che Carrey stesse dicendo il vero, gli Illuminati vogliono controllarlo, ma lui ha svelato molte di queste verità proprio in diretta, dove nessuno poteva censurarlo.

Si pensa adesso che Jim Carrey fosse da sempre un burattino degli illuminati, ma che adesso si sia stancato, ed abbia intenzione di far aprire gli occhi alle persone che lo seguono, sulla realtà dei poteri forti, e sulla realtà degli Illuminati. Tanto di cappello a Jim, che ci ha dato di che pensare in questo fine settimana.

Video https://www.youtube.com/watch?v=eG9i7d8yfKQ
07b8dcf3-fa57-46be-9e3c-ac6a62667a64
« immagine » Io credo che questo mondo sia in mano agli uomini più ricchi. Bé, diranno alcuni, che bella scoperta. E invece la maggior parte della gente non lo sa e se lo sa non ci crede e se ci crede continua comunque a votare e a pagare le tasse. D'accordo, sganciarsi non è semplice ma almeno non...
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Chi governa il mondo?

10 ottobre 2015 ore 14:47 segnala
un gruppo ristretto di ricchi elitari tira le fila

David Rockefeller ha scritto quanto segue nel suo libro del 2003 dal titolo “Memorie” …

“Per più di un secolo, gli estremisti ideologici ai due estremi dello spettro politico hanno sfruttato eventi ben pubblicizzati come il mio incontro con Castro per attaccare la famiglia Rockefeller per l’influenza eccessiva che secondo loro esercitiamo sulle istituzioni politiche ed economiche americane. Alcuni ritenendo che facciamo parte di una cabala segreta che manovra contro gli interessi degli Stati Uniti, definiscono me e la mia famiglia come ‘internazionalisti’ e ci accusano di cospirare con altri nel mondo per costruire una struttura globale politica ed economica più integrata – un solo mondo, se si vuole. Se questa è l’accusa, mi dichiaro colpevole, e sono fiero di esserlo.”
Esiste un gruppo oscuro di elitisti oscenamente ricchi che controllano il mondo? Uomini e donne con enormi somme di denaro governano davvero il mondo da dietro le quinte? La risposta potrebbe sorprendervi. La maggior parte di noi tende a pensare al denaro come ad un modo conveniente per effettuare transazioni, ma la verità è che esso rappresenta anche il potere e il controllo. E oggi viviamo in un sistema neo-feudale in cui i super ricchi tirano tutte le corde.

Questi banchieri internazionali hanno creato le banche centrali di tutto il mondo (tra cui la Federal Reserve ), e usano le banche centrali per intrappolare i governi del mondo in cicli di debito senza fine da cui non c’è scampo. Il debito pubblico è un modo per prendere i soldi da tutti noi “legittimamente”, trasferirli al governo, e quindi trasferirli nelle tasche degli ultra-ricchi.

Quando parlo degli ultra-ricchi, non parlo di persone che hanno qualche milione di dollari. Come si vedrà più avanti in questo articolo, gli ultra-ricchi hanno abbastanza soldi, depositati in banche offshore, da acquistare tutti i beni e i servizi prodotti negli Stati Uniti nel corso di un intero anno ed essere ancora in grado di pagare tutto il debito nazionale degli Stati Uniti. E’ una somma di denaro così grande da essere quasi inconcepibile.

In base a tale sistema neo-feudale, tutto il resto di noi siamo schiavi del debito, compresi i nostri governi. Basta guardarsi intorno, tutti stanno annegando nel debito, e tutto quel debito sta rendendo gli ultra-ricchi ancora più ricchi. Ma gli ultra-ricchi non stanno semplicemente seduti su tutta quella ricchezza. Ne usano una parte per dominare gli affari delle nazioni. Gli ultra-ricchi possiedono praticamente ogni grande banca e ogni grande società del pianeta. Usano una vasta rete di società segrete, think tank e organizzazioni di beneficenza per promuovere le loro agende e per mantenere in riga i loro membri.

Controllano il modo in cui vediamo il mondo attraverso i loro diritti di proprietà sui media e il loro dominio sul nostro sistema di istruzione. Finanziano le campagne della maggior parte dei nostri politici ed esercitano un’enorme influenza su organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite, il Fondo monetario internazionale, la Banca mondiale e il WTO. Se fate un passo indietro e date un’occhiata al quadro generale, non c’è dubbio su chi gestisce il mondo. E’ solo che la maggior parte delle persone non vuole ammettere la verità.

Gli ultra-ricchi non vanno a depositare i loro soldi in una banca locale come voi e me. Al contrario, tendono a riporre le loro attività in luoghi in cui non saranno tassati, come le Isole Cayman. Secondo un rapporto che è stato rilasciato la scorsa estate, l’élite globale ha più di 32 trilioni di dollari nascosti in banche offshore in tutto il mondo.

Il PIL degli Stati Uniti nel 2011 era di circa 15.000 miliardi di dollari, e il debito nazionale degli Stati Uniti è arrivato a circa 16.000 miliardi di dollari, così che se anche li sommaste, insieme non raggiungerebbero 32.000 miliardi di dollari.

E, naturalmente, non stiamo considerando neanche i soldi nascosti in altri luoghi che lo studio non ha calcolato, e neanche tutta la ricchezza che l’élite globale ha in beni solidi come quelli immobiliari, metalli preziosi, opere d’arte, yacht, etc

L’élite globale ha davvero accumulato una quantità incredibile di ricchezza in questi tempi difficili. Si legge in un articolo dell’Huffington Post …

Alcuni individui ricchi e le loro famiglie hanno più di 32.000 miliardi di dollari di risorse finanziarie nascoste in paradisi fiscali off-shore, che rappresentano più di 280 miliardi di dollari di perdita nelle entrate fiscali, secondo la ricerca pubblicata Domenica.

Lo studio stima l’entità della ricchezza finanziaria privata globale detenuta in conti off-shore – escluse le attività non finanziarie, come quella immobiliare, oro, yacht e cavalli da corsa – e ritiene che sia compresa tra i 21 e i 32 miliardi di dollari.

La ricerca è stata condotta in seguito alla pressione del gruppo Tax Justice Network, che si batte contro i paradisi fiscali, da James Henry, ex economista capo del gruppo di consulenti McKinsey & Co.

Ha usato i dati della Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale, Nazioni Unite e banche centrali.

Ma, come ho detto in precedenza, l’élite globale non ha semplicemente un sacco di soldi. Ha anche acquistato praticamente quasi ogni grande banca e ogni grande società in tutto il pianeta.

Secondo un’eccezionale articolo del NewScientist, uno studio condotto dal Politecnico Federale di Zurigo su oltre 40.000 imprese transnazionali ha scoperto che un nucleo molto ristretto di grandi banche e gigantesche società saccheggiatrici dominano l’intero sistema economico mondiale …

Un’analisi delle relazioni tra 43.000 imprese transnazionali ha identificato un gruppo relativamente piccolo di aziende, soprattutto banche, con un potere sproporzionato sull’economia globale.

I ricercatori hanno scoperto che questo nucleo centrale è costituito da sole 147 aziende connesse molto strettamente …

Quando la squadra ha esaminato ulteriormente la rete di proprietà, ha trovato che in gran parte risalivano ad una “super-entità” di 147 società ancora più strettamente legate – tutta la loro proprietà è detenuta da altri membri della super-entità – che controllano il 40 per cento della ricchezza totale della rete. “In effetti, meno dell’1 per cento delle imprese sono in grado di controllare il 40 per cento di tutta la rete”, dice Glattfelder. Per la maggior parte si tratta di istituzioni finanziarie. Tra le 20 principali ci sono la Barclays Bank, JPMorgan Chase & Co, e il Gruppo Goldman Sachs.

Le seguenti sono le principali 25 banche e società nel cuore di questa “super-entità”. Molti dei nomi sulla lista sono conosciuti…

1. Barclays plc

2. Capital Group Companies Inc

3. FMR Corporation

4. AXA 5. State Street Corporation

6. JP Morgan Chase & Co

7. Legal & General Group plc

8. Vanguard Group Inc

9. UBS AG

10. Merrill Lynch & Co Inc

11. Wellington Management Co LLP

12. Deutsche Bank AG

13. Franklin Resources Inc

14. Credit Suisse Group

15. Walton Enterprises LLC

16. Bank of New York Mellon Corp

17. Natixis

18. Goldman Sachs Group Inc

19. T Rowe Price Group Inc

20. Legg Mason Inc

21. Morgan Stanley

22. Mitsubishi UFJ Financial Group Inc

23. Northern Trust Corporation

24. Société Générale

25. Bank of America Corporation

L’élite ultra-ricca spesso si nasconde dietro strati e strati di proprietà, ma la verità è che grazie ad un incastro di relazioni aziendali, l’élite controlla praticamente quasi tutte le società Fortune 500.

La quantità di potere e di controllo che questo conferisce loro è difficile da descrivere.

Purtroppo, questo stesso gruppo di persone gestisce le cose da moltissimo tempo. Ad esempio, il sindaco di New York John F. Hylan ha dichiarato quanto segue durante un discorso tenuto nel lontano 1922 …

La vera minaccia alla nostra Repubblica è il governo invisibile, che come una piovra gigante allunga i suoi viscidi tentacoli sulle nostre città, stati e nazioni. Senza fare semplici generalizzazioni, lasciatemi dire che a capo di questa piovra ci sono la Rockefeller-Standard Oil e un piccolo gruppo di potenti istituzioni bancarie generalmente indicate come banchieri internazionali. La piccola cricca di potenti banchieri internazionali praticamente dirige il governo degli Stati Uniti per i suoi scopi egoistici.

Praticamente controllano entrambe le parti, scrivono le piattaforme politiche, usano come burattini i leader di partito, utilizzano i dirigenti delle organizzazioni private, e ricorrono ad ogni strumento per mettere in nomination per le alte cariche pubbliche solo quei candidati che si assoggetteranno ai dettami delle grandi imprese corrotte.

Questi banchieri internazionali e la Rockefeller-Standard Oil possiedono la maggioranza dei giornali e riviste in questo paese. Usano le colonne di queste riviste per sottomettere o scacciare i funzionari di cariche pubbliche che si rifiutano di eseguire gli ordini delle potenti cricche corrotte che compongono il governo invisibile. Operano sotto la copertura di uno schermo creato da loro stessi sequestrano i nostri dirigenti, gli organi legislativi, le scuole, i tribunali, i giornali e ogni agenzia creata per la sicurezza pubblica.


Oggi, Barack Obama, e quasi tutti i membri del Congresso rifiutano assolutamente di criticare la Fed, ma in passato ci sono stati alcuni membri coraggiosi del Congresso che sono stati capaci di prendere una posizione. Ad esempio, la seguente citazione proviene da un discorso che il deputato Louis T. McFadden tenne alla Camera dei Rappresentanti il 10 giugno, 1932 …

Signor Presidente, in questo paese abbiamo una delle istituzioni più corrotte che il mondo abbia mai conosciuto. Mi riferisco al Consiglio della Federal Reserve e alle banche della Federal Reserve. Il Consiglio della Federal Reserve, una commissione governativa, ha truffato il Governo degli Stati Uniti e il popolo degli Stati Uniti di una quantità tale di soldi che basterebbe a pagare il debito nazionale. I saccheggi e le iniquità del Consiglio della Federal Reserve sono costati a questo paese abbastanza soldi da pagare il debito nazionale più volte. Questa istituzione malvagia ha impoverito e rovinato il popolo degli Stati Uniti, si è ridotta in bancarotta, e ha mandato praticamente in bancarotta il nostro Governo. Lo ha fatto attraverso i difetti della legge sotto cui opera, attraverso la cattiva amministrazione di tale legge da parte del Consiglio della Federal Reserve, e attraverso le pratiche corrotte dei danarosi avvoltoi che la controllano.

Purtroppo, la maggior parte degli americani crede ancora che la Federal Reserve sia un'”agenzia federale”, ma assolutamente non è così. La seguente citazione proviene dal sito factcheck.org …

Gli azionisti delle 12 banche regionali della Federal Reserve sono banche private che rientrano nel Sistema della Federal Reserve. Queste includono tutte le banche nazionali (protette dal governo federale) e quelle banche statali che desiderano aderire e rispondono a determinati requisiti. Circa il 38 per cento delle oltre 8.000 banche nazionali sono membri del sistema, e quindi possiedono le banche FED.

Secondo i ricercatori che hanno esaminato la proprietà delle grandi banche di Wall Street che dominano la Fed, gli stessi nomi appaiono più e più volte: i Rockefeller, i Rothschild, i Warburg, i Lazard, gli Schiff e le famiglie reali d’Europa .

Ma i banchieri internazionali ultra-ricchi non hanno fatto questo genere di cose solo negli Stati Uniti. Il loro obiettivo era quello di creare un sistema finanziario globale dominato e controllato da loro. Basta leggere quello che il professore di storia della Georgetown University Carroll Quigley ha scritto una volta …

l poteri del capitalismo finanziario avevano un altro obiettivo di vasta portata, niente meno che di creare un sistema mondiale di controllo finanziario in mani private in grado di dominare il sistema politico di ogni paese e l’economia del mondo nel suo complesso. Questo sistema doveva essere controllato in un regime feudale dalle banche centrali del mondo che agiscono di concerto, tramite accordi segreti concordati in frequenti incontri e conferenze private. Il vertice del sistema doveva essere la Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea, in Svizzera, una banca privata posseduta e controllata dalle banche centrali mondiali, esse stesse corporazioni private.

Purtroppo, la maggior parte degli americani non ha mai nemmeno sentito parlare della Banca dei Regolamenti Internazionali, che è al centro del sistema finanziario globale. Di seguito una citazione da Wikipedia …

Come organizzazione di banche centrali, la BRI si propone di rendere la politica monetaria più prevedibile e trasparente tra le sue 58 banche centrali membri. Quando la politica monetaria è determinata da ciascuna nazione sovrana, non è soggetta al controllo di banche centrali e private e potenzialmente alla speculazione che colpisce i tassi di cambio e soprattutto il destino delle economie di esportazione. La mancanza del mantenimento della politica monetaria in linea con la realtà e delle riforme monetarie nel tempo, prefissata come politica simultanea di tutte le 58 banche associate, con la partecipazione del Fondo monetario internazionale, storicamente, ha portato a perdite dell’ordine di miliardi poichè le banche cercano di mantenere una politica usando metodi di mercato aperto che hanno dimostrato di essere basati su ipotesi irrealistiche.

Gli ultra-ricchi hanno anche svolto un ruolo importante nella creazione di altre principali istituzioni internazionali come le Nazioni Unite, il Fondo monetario internazionale, la Banca mondiale e il WTO. Infatti, il terreno per la sede delle Nazioni Unite a New York City è stato acquistato e donato da John D. Rockefeller.

I banchieri internazionali sono “internazionalisti” e sono molto orgogliosi di esserlo.

L’élite domina anche il sistema di istruzione negli Stati Uniti. Nel corso degli anni, la Fondazione Rockefeller e altre organizzazioni elitarie hanno riversato enormi quantità di denaro nelle scuole della Ivy League. Oggi, le scuole Ivy League sono considerate lo standard rispetto al quale si misurano tutte le altre università in America, e gli ultimi quattro presidenti degli Stati Uniti sono stati educati in scuole della Ivy League.

L’élite esercita un’enorme influenza anche attraverso varie società segrete (Skull and Bones, massoneria, ecc), alcuni think tank molto potenti e centri sociali (il Council on Foreign Relations, la Commissione Trilaterale, il Gruppo Bilderberg, il Bohemian Grove, Chatham House, ecc), e attraverso una vasta rete di associazioni di beneficenza e organizzazioni non governative (la fondazione Rockefeller, la Fondazione Ford, il World Wildlife Fund, ecc.)

Ma per un attimo, voglio concentrarmi sul potere che l’élite ha sui media. In un precedente articolo, ho descritto il modo in cui solo sei giganti monolitici aziendali controllano la maggior parte di quello che guardiamo, sentiamo e leggiamo ogni giorno. Queste società gigantesche possiedono reti televisive, canali via cavo, studi cinematografici, giornali, riviste, case editrici, etichette musicali e anche molti dei nostri siti web preferiti.

Considerando il fatto che l’Americano medio guarda 153 ore di televisione al mese, l’influenza di queste sei società per azioni giganti non deve essere sottovalutata. Quelle che seguono sono solo alcune delle società mediatiche possedute da queste gigantesche multinazionali …

Time Warner

Home Box Office (HBO)

Time Inc.

Turner Broadcasting System, Inc.

Warner Bros. Entertainment Inc.

CW Network (partial ownership)

TMZ

New Line Cinema

Time Warner Cable

Cinemax

Cartoon Network

TBS

TNT

America Online

MapQuest

Moviefone

Castle Rock

Sports Illustrated

Fortune

Marie Claire

People Magazine

Walt Disney

ABC Television Network

Disney Publishing

ESPN Inc.

Disney Channel

SOAPnet

A&E

Lifetime Buena Vista Home Entertainment

Buena Vista Theatrical Productions

Buena Vista Records

Disney Records

Hollywood Records

Miramax Films

Touchstone Pictures

Walt Disney Pictures

Pixar Animation Studios

Buena Vista Games

Hyperion Books

Viacom

Paramount Pictures

Paramount Home Entertainment

Black Entertainment Television (BET)

Comedy Central

Country Music Television (CMT)

Logo MTV

MTV Canada

MTV2 Nick Magazine

Nick at Nite

Nick Jr.

Nickelodeon

Noggin Spike

TV The Movie Channel

TV Land

VH1

News Corporation

Dow Jones & Company, Inc.

Fox Television Stations

The New York Post

Fox Searchlight Pictures

Beliefnet

Fox Business Network

Fox Kids Europe

Fox News Channel

Fox Sports Net

Fox Television Network

FX

My Network TV

MySpace

News Limited News

Phoenix InfoNews Channel

Phoenix Movies Channel

Sky PerfecTV

Speed Channel

STAR TV India

STAR TV Taiwan

STAR World

Times Higher Education Supplement Magazine

Times Literary Supplement Magazine

Times of London

20th Century Fox Home Entertainment

20th Century Fox International

20th Century Fox Studios

20th Century Fox Television

BSkyB

DIRECTV

The Wall Street Journal

Fox Broadcasting Company

Fox Interactive Media

FOXTEL

HarperCollins Publishers

The National Geographic Channel

National Rugby League

News Interactive

News Outdoor

Radio Veronica

ReganBooks

Sky Italia

Sky Radio Denmark

Sky Radio Germany

Sky Radio Netherlands

STAR

Zondervan

CBS Corporation

CBS News

CBS Sports

CBS Television Network

CNET

Showtime

TV.com

CBS Radio Inc. (130 stations)

CBS Consumer Products

CBS Outdoor

CW Network (50% ownership)

Infinity Broadcasting

Simon & Schuster (Pocket Books, Scribner)

Westwood One

Radio Network

NBC Universal

Bravo

CNBC NBC News

MSNBC

NBC Sports

NBC Television Network

Oxygen

SciFi Magazine

Syfy (Sci Fi Channel)

Telemundo

USA Network

Weather Channel

Focus Features

NBC Universal Television Distribution

NBC Universal Television Studio

Paxson Communications (partial ownership)

Trio Universal Parks & Resorts

Universal Pictures

Universal Studio Home Video

E, naturalmente, l’élite possiede anche la maggior parte dei nostri politici. Quella che segue è una citazione del giornalista Lewis Lapham …

“La formazione della volontà del Congresso e la scelta del presidente americano sono diventate un privilegio riservato alle classi equestri del paese, alias il 20% della popolazione che detiene il 93% della ricchezza, i pochi felici che gestiscono le imprese e la banche, possiedono e gestiscono le notizie e i mezzi di intrattenimento, scrivono le leggi e governano le università, controllano le fondazioni filantropiche, gli istituti di politica, i casinò e le arene sportive.”

Vi siete mai chiesti perché le cose sembrano non cambiare mai a Washington DC, non importa chi votiamo?

Beh, è perché entrambe le parti sono di proprietà dell’establishment.

Sarebbe bello pensare che gli americani hanno il controllo su chi gestisce le cose negli Stati Uniti, ma non è così che funziona nel mondo reale.

Nel mondo reale, il politico che raccoglie più soldi più di 80 volte su cento vince nelle competizioni a livello nazionale.

I nostri politici non sono stupidi – saranno molto buoni con le persone che possono dare loro le enormi quantità di denaro di cui hanno bisogno per le loro campagne. E le persone che possono farlo sono gli ultra-ricchi e le società per azioni giganti che gli ultra-ricchi controllano.

Iniziate a farvi un quadro generale?

C’è un motivo per cui gli ultra-ricchi vengono chiamati “l’establishment”. Essi hanno creato un sistema che li avvantaggia molto e che permette loro di tirare le fila.

Allora, chi gestisce il mondo?

Lo fanno loro. A dire il vero lo ammettono anche.

C’è molto altro che si potrebbe dire su tutto questo. In realtà, un’intera biblioteca di libri potrebbe essere scritta sul potere e sull’influenza dei banchieri internazionali ultra-ricchi che governano il mondo. Ma speriamo che questo sia sufficiente almeno per iniziare una discussione.

Allora, cosa ne pensate di tutto questo? Non esitate a lasciare un commento qui sotto con le vostre opinioni …

Fonte: The Economic Collapse

Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com

Fonte: da I Lupi di Einstein, del 29 Gennaio 2013 del 6 febbraio 2013

Link: http://ilupidieinstein.blogspot.it/…/chi-governa-il-mondo-l…

Fonte: visto su Luigi Pellini di giovedì 16 maggio 2013-05-12

Link: http://luigi-pellini.blogspot.it/…/allalba-di-un-nuovo-feud…
8a80f38f-5447-445b-8781-81a3f60a17c9
un gruppo ristretto di ricchi elitari tira le fila David Rockefeller ha scritto quanto segue nel suo libro del 2003 dal titolo “Memorie” … “Per più di un secolo, gli estremisti ideologici ai due estremi dello spettro politico hanno sfruttato eventi ben pubblicizzati come il mio incontro con...
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07 ottobre 2015 ore 15:37 segnala
A breve ci sarà il TSO per chi vede le scie chimiche, ci sarà il carcere per chi cerca di capire cosa accadde veramente nella seconda guerra mondiale, ci sarà un tasto apposito sui social che permetterà la segnalazione diretta di persone fisiche alla polizia postale (vedi psicopolizia 1984), ci saranno strutture appositamente create per rinchiudere chiunque non sia sottomesso all'illusione di questa società civile controllata dal sionismo e dalle multinazionali,a breve ci sarà un controllo totale di ogni nostra informazione e di ogni nostro movimento. A breve saremo schiavi totali circondati da servi e da sbarre invisibili.
Un passo alla volta ci stanno togliendo ogni possibilità di cercare la verità, ci stanno togliendo la possibilità di mettere in dubbio ciò che ci viene imposto, ci stanno togliendo il libero arbitrio.Capita spesso di prendere coscienza delle cose quando è ormai troppo tardi, per intervenire,. agiamo finchè c'è ancora tempo.
L'attuale struttura di Internet si è formata in seguito a discussioni libere che hanno coinvolto una comunità globale di scienziati e ingegneri, senza pressioni dall'alto che tendessero a limitarla.
Le norme comuni su cui Internet è stata costruito, sono nate da libere discussioni on-line, è stato progettato in modo aperto a tutti e partecipativo, con una moltitudine di voci che sono in grado di esprimere la propria opinione sul modo in cui regolarlo.
Ora prenderanno decisioni riguardanti la nostra Internet e ci è data la possibilità di esprimere la nostra opinione, non perdiamo questa preziosa opportunità.
Agiamo per preservare cio’ che ha reso Internet così fantastico: l'apertura, il pragmatismo e l'indipendenza.
Tocca a noi, utenti di internet esprimerci affinchè la rete rimanga tale.
Se permetteremo lo sconvolgimento del delicato equilibrio di Internet sarà poi troppo tardi.
Siamo tutti coinvolti da questo progetto Facciamo sentire la nostra voce, a riguardo e tutela dei nostri diritti digitali
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A breve ci sarà il TSO per chi vede le scie chimiche, ci sarà il carcere per chi cerca di capire cosa accadde veramente nella seconda guerra mondiale, ci sarà un tasto apposito sui social che permetterà la segnalazione diretta di persone fisiche alla polizia postale (vedi psicopolizia 1984), ci...
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Il piccolo segreto delle Torri Gemelle

07 ottobre 2015 ore 15:27 segnala
Anche coloro che conoscono bene la storia degli Stati Uniti, e faticano meno ad accettare l’ idea che l’ 11 settembre sia stato un autoattentato, a volte si domandano: “D’accordo farsi del male, ma perchè andare a distruggere due dei gioielli più meravigliosi che l’America abbia mai avuto? Non si poteva distruggere qualcos’altro?”
In realtà, le Torri Gemelle erano di tutto meno che gioielli meravigliosi.
Per quanto fossero collocate su un terreno fra i più appetibili e redditizi al mondo, dopo trent’anni i due edifici erano diventati decisamente obsoleti.

Poichè ciascun piano era stato costruito come uno spazio aperto di oltre 4.000 metri quadrati, l’ aumento dei costi energetici aveva reso i due edifici estremamente gravosi da riscaldare d’inverno, ed altrettanto gravosi da raffreddare d’estate. Il perimetro del WTC Plaza, inoltre, rappresentava un vero e proprio macigno nel mezzo della circolazione di Downtown Manhattan, una zona della città costruita all’inizio del secolo scorso, fatta tutta di strade lunghe e strette. I tassisti raccontavano che nell’ora di punta ci voleva più di un’ora solo per aggirare l’intero perimetro del World Trade Center.

Mai il problema più ingombrante per le Torri Gemelle era rappresentato dall’enorme quantità di amianto che contenevano. Costruite in un’epoca (1969-1973) in cui l’amianto non era ancora proibito, …

… questo composto fu usato sia per la protezione antincendio delle strutture in acciaio sia come isolante per le condutture dell’aria condizionata e dell’acqua.

Solo nei primi anni ’70 l’amianto iniziò ad essere riconosciuto come cancerogeno, ma a quel punto la costruzione delle Torri Gemelle era quasi terminata. Non è chiaro fino a che punto della costruzione sia stato usato, nè quale sia la quantità esatta di amianto utilizzato, ma le stime variano fra 400 e 5000 tonnellate complessive di amianto presenti nelle Torri Gemelle a costruzione ultimata.

Man mano che venivano introdotti i regolamenti contro l’amianto, la situazione per le Torri Gemelle si faceva sempre più difficile, finchè nel 1989 l’amianto fu definitivamente proibito in tutte le costruzioni civili. A quel punto si provò una soluzione di fortuna, incapsulando l’amianto delle Torri Gemelle con un cemento particolare, per evitare la dispersione nell’aria delle sue particelle.

Ma verso la metà degli anni ’90 i nuovi regolamenti prevedevano che dovunque si intervenisse per fare delle riparazioni o delle opere di manutenzione, l’amianto presente venisse rimosso per intero.

Nel frattempo, proprio a causa della sua pericolosità, il costo per la rimozione dell’amianto era diventato astronomico, poiché bisognava prima fare evacuare tutti i piani interessati, e poi utilizzare solo operatori specializzati, che dovevano lavorare esclusivamente con tute ermetiche e bombole di ossigeno.

Una cosa è chiamare l’idraulico per riparare una tubatura rotta, ben altra e dover evacuare un piano intero, con dozzine di società commerciali che perdono soldi ogni minuto che passa, e poi chiamare una squadra di astronauti per fare lo stesso lavoro.
Sul finire degli anni ’90 i preventivi per la rimozione completa e lo smaltimento dell’amianto delle Torri Gemelle arrivavano ad un miliardo di dollari – più o meno la cifra che sarebbe costato costruire una torre nuova.

Con una mossa disperata la Port Authority, proprietaria delle Torri Gemelle, denunciò le compagnie di assicurazione perchè si rifiutavano di coprire i costi della rimozione, ma alla fine di una lunga battaglia legale persa la causa.

A quel punto la Port Authority si trovò fra l’incudine e il martello: non si poteva più effettuare la manutenzione delle Torri Gemelle, per il costo della rimozione dell’amianto, ma non si potevano demolire proprio per le grandi quantità di amianto che contenevano. L’unica soluzione sarebbe stata di smontarle pezzo per pezzo, ma il costo di una tale operazione era semplicemente improponibile.

Fortuna volle che nella primavera del 2001 un imprenditore chiamato Larry Silverstein, già proprietario del Building 7, si sia offerto per rilevare la gestione delle Torri Gemelle con un lease di 99 anni.

In quel momento il valore sul mercato delle Twin Towers era di circa 1,2 miliardi di dollari, ma Silverstein pagò 3,2 miliardi pur di entare rapidamente in possesso di quello che lui ha definito “il sogno della sua vita”.

Nonostante la bomba del ‘93 avesse distrutto solo qualche piano all’interno della Torre Nord, nella nuova polizza assicurativa Silverstein fece aggiungere anche la possibilità di una distruzione completa delle torri per attacco terroristico.

Non si sa mai - avrà pensato - metti che invece di un camioncino pieno di letame ne usano tre o quattro, e io rischio che venga giù tutto insieme.

Quello che è successo l’11 di settembre lo sappiamo tutti.

Il mattino del 12 settembre Silverstein era talmente abbattuto per la perdita dei suoi “gioielli”, che andava dicendo a tutti di essere certo di poter incassare dall’assicurazione il doppio del massimale previsto – 7 miliardi invece di 3,5 - “perchè si è trattato di due attacchi terroristici separati”.

Alla fine della lunga battaglia legale, Silverstein ha preso 4,5 miliardi di dollari per ricostruire le Torri Gemelle, ritrovandosi in mano più di cento ettari di un terreno edilizio fra i più ambiti e redditizi al mondo.

Nel frattempo l’amianto delle Torri Gemelle lo hanno respirato tutto i soccoritori che hanno lavorato alacremente per sgomberare il suo terreno dalla macerie, e che oggi stanno morendo a centinaia, falciati dal mesotelioma e da altre malattie respiratorie, nel silenzio più vergognoso della stampa di tutto il mondo.

Lettera alla vita ,testimonianza

07 ottobre 2015 ore 15:07 segnala
Cara vita, come stai?

Io non credo tu stia molto bene, date le continue sofferenze e sfide che provochi alla gente, ma se fosse così allora vuol dire che non soffri di sensi di colpa. Beata te.
Ti vorrei chiedere, perchè fai tutto questo alle persone? Metterle davanti a situazioni più grandi di loro?
Ma forse non è colpa tua, ma delle azioni dell’individuo. Dopotutto sono le persone che si creano la propria strada nel mondo, il proprio destino. Forse tu vita, c’entri ben poco.

Attualmente credo di aver raggiunto il mio limite di sopportazione di sofferenza dell’anima. E tu pensa che ho appena 22 anni, non compituti, quante altre sofferenze dovrò sopportare?
Cara vita, in questo momento vorrei che andassi avanti nel tempo, premessi skip sul telecomando, facendomi ritrovare tra un po’ di anni quando, si spera, io abbia raggiunto una certa stabilità. In tutti i campi.
Questa attesa di qualcosa non mi piace. Vorrei già sapere come sarà il finale.

Per quanto mi riguarda io devo sempre aspettare. Aspettare che le cose vadano meglio, aspettare che io stia meglio e che gli altri stiano meglio, aspettare che le cose si sistemino da sole… ma vita tu dimmi, è davvero così? Io posso fare qualcosa per la mia felicità o devo solo aspettare?

Vita cara, sento che nell’ultimo mese sei stata un po’ sconnessa, sincopata. Non eri coordinata con il mondo circostante e per questo sono successe strane cose. Ora io ne pago le conseguenze.
Vorrei solo che tutto si sistemi, che le cose tornino come prima, come quando mi svegliavo la mattina felice per essere viva.
Ah vita, e poi vorrei che la tua compagna sofferenza non mi venisse a trovare così spesso. Diglielo tu.

Mi basterebbe che rispondessi almeno ad una delle mie domande. Non ho tante pretese.
A presto.

firmato la ragazza dagli occhi tristi

Nerone non incendio' Roma e non perseguito' i Cristiani

06 ottobre 2015 ore 19:28 segnala

Se si pensa a Nerone non c’è bisogno di dire chi era: tutti si ricordano che fu un imperatore romano, magari non si sa collocarlo temporalmente, ma non importa, quasi tutti si ricordano che ce l’aveva a morte con i cristiani e tanto basta per dargli un posto nella storia.

Tutti però, dico tutti, se conoscono Nerone sanno che si mise a cantare suonando la cetra mentre guardava Roma divorata dal fuoco… e tanto basta per dargli un posto anche nella leggenda.

Ma che cosa c’è di vero in questa immagine?
Tutto e niente sarebbe la risposta più corretta

Nerone non incendio' Roma e non perseguito' i Cristiani

«Nessuno storico serio, né antico né, tantomeno, moderno, (1) ha mai sostenuto che Nerone abbia incendiato Roma. Nel libro XV degli Annali, che peraltro ci è pervenuto in una tarda copia dell'XI secolo, (2) quando la leggenda «Nerone incendiario» si era ormai consolidata e che quindi può essere stata oggetto di manipolazioni, Tacito si limita a riferire che a Roma corse voce che ad appiccare il fuoco fossero stati uomini dell'imperatore. Però, man mano che il racconto si snoda, appare evidente come Tacito non creda a queste dicerie e consideri l'incendio dovuto al caso. (3) Scrittori e storici contemporanei o quasi contemporanei di Nerone, anche se fortemente ostili all'imperatore, come Cluvio Rufo, Flavio Giuseppe, Marziale, lo ritengono del tutto innocente.

(4) L'accusa formale a Nerone di essere l'ispiratore dell'incendio viene formulata, settant'anni dopo i fatti, da Svetonio e rinforzata, un secolo più tardi, da Dione Cassio che riprende Svetonio. È interessante notare come le affermazioni degli storici antichi si fanno sempre piu precise, circostanziate e perentorie man mano che ci si allontana dagli avvenimenti. Quella che per Tacito è solo una diceria, per Svetonio diventa una certezza e, addirittura, una sorta di spavalda, proterva, oltre che frivola, autoaccusa dell'imperatore: «Nerone affermò che la vista delle vecchie e orribili case e delle strade strette e tortuose offendeva il suo occhio, e perciò fece incendiare la citta ». (5)
Per Dione il mostruoso disegno dell'imperatore è del tutto evidente: «Nerone voleva realizzare il piano che aveva sempre avuto in mente: distruggere Roma e il suo Impero durante la sua vita». (6)

Ancora più singolare è che i primi autori cristiani, che pur avevano tutto l'interesse contrario, ignorino completamente la storia di «Nerone incendiario». Un paio di decenni dopo la morte di Nerone, prima quindi di Tacito e Svetonio, il vescovo di Roma, Clemente, scrive ai suoi compagni di fede di Corinto parlando delle persecuzioni subite dai cristiani, ma non fa alcun cenno a Nerone come autore dell'incendio. Ma anche Tertulliano, che è attivo a cavallo del II e III secolo, e Lattanzio, che scrive agli inizi del IV, entrambi, quindi, dopo Tacito, pur occupandosi a lungo del principato di Nerone e accusandolo di essere stato il primo persecutore dei cristiani, non raccolgono la voce che abbia incendiato Roma. Vandenberg avanza l'ipotesi che Tertulliano e Lattanzio conoscessero il testo originale di Tacito e che questo dovesse essere ancora più esplicitamente innocentista delle copie che ci sono giunte. (7) (Svetonio godeva scarso credito anche allora, tanto più presso i cristiani dato che l'autore delle Vite dei Cesari annoverava la loro persecuzione fra i pochi meriti di Nerone.)
Il primo storico cristiano che accolla a Nerone l'incendio è Sulpicio Severo che, nella sua Chronica, agli del V secolo, scrive: «Egli scaricò la sua orribile colpa sui cristiani, che pur essendo innocenti dovettero subire terribili sofferenze». Vandenberg suppone che questa interpretazione di Severo sia stata inserita dai copisti cristiani nel testo di Tacito e che, da quel momento, Nerone sia diventato, nella tradizione storica cristiana e nella vulgata, «l'incendiario».
Ma al di là di questo excursus fra gli storici antichi, pagani e cristiani, che già di per sé fa sorgere molte perplessità, i più solidi argomenti per escludere che Nerone abbia incendiato Roma stanno altrove.

1. Le motivazioni attribuitegli sono del tutto inconsistenti. Si dice infatti - ed è l'unica ragione che si porta — che Nerone voleva trovare spazio per il suo nuovo, fantastico palazzo, la Domus Aurea e ridisegnare la città secondo i propri gusti. Si confonde, evidentemente, la causa con l'effetto e si addebita a Nerone, come prova della sua colpa, quello che fu invece un suo merito: l'aver ricostruito Roma molto piu bella, secondo criteri urbanistici piu razionali, pitt funzionali, adottando, oltretutto, una serie di intelligenti misure antincendio per metterla al riparo, per quanto possibile, da una catastrofe come quella che aveva subito. Inoltre, se Nerone voleva trovar posto per la Domus Aurea non avrebbe fatto appiccare il fuoco in una zona molto distante dall'area interessata. (8) Infine l'imperatore non aveva alcun bisogno di ricorrere a questi mezzi estremi per realizzare i propri progetti urbanistici: gli espropri immobiliari a fini di pubblica utilita esistevano anche allora e il capo dell'Impero, monarca quasi assoluto, aveva, per farli attuare, mezzi certamente superiori e più persuasivi di quelli di un attuale sindaco.

2. Se fosse stato Nerone a incendiare Roma non si capisce proprio perché, poi, si sia dato tanto da fare per spegnere il rogo e soccorrere le vittime.»

«3. L'incendio distrusse lo stesso Palazzo imperiale sul Palatino, che Nerone aveva appena finito di far decorare e di ultimare, oltre che i possedimenti di Tigellino agli Orti Emiliani. Anche ammesso che l'imperatore volesse disfarsi del suo vecchio Palazzo (ma non si comprende allora perché se ne fosse preso tanta cura fino al giorno Prima), invece di incorporarlo nel nuovo progetto, avrebbe almeno provveduto a mettere al sicuro i tesori dell'arte greca e romana che vi erano custoditi, una collezione unica cui Nerone teneva moltissimo e che, da un giorno all'altro, andò completamente perduta.

4. La notte in cui scoppiò l'incendio era di luna piena, il peggior momento per chi volesse appiccare il fuoco indisturbato, senza farsi né vedere né riconoscere.

5. La congiura di Pisone era già in fase di avanzata organizzazione: i suoi adepti avevano tutto l'interesse a far correre, o ad avvalorare, la voce che a incendiare Roma fosse stato l'imperatore.

6. Ma l'argomento definitivo è questo: l'ultimo ad avere interesse a una catastrofe del genere era proprio Nerone. La plebe di Roma considerava l'imperatore come una sorta di nume tutelare, di protettore quasi divino della città, al quale attribuiva tutto ciò che di bene, ma anche di male, vi accadeva. Fu proprio per questo che poté nascere la voce che Nerone era responsabile dell'incendio. Nerone sapeva benissimo che un avvenimento del genere gli sarebbe stato, in qualche modo, addebitato. Come minimo si sarebbe detto che l'imperatore portava sfortuna (9) ed egli avrebbe avuto - come infatti ebbe - un grave calo di popolarità presso la plebe. L'ultima cosa che Nerone poteva volere nel 64 quando, in rotta aperta col Senato, l'aristocrazia, gli intellettuali, si appoggiava ormai solo sul favore del popolo. Alienarsi anche questo, per una bizzarria senza senso e senza scopo, equivaleva a un suicidio.

Ugualmente fantasiosa, fino al ridicolo, è la diceria che l'imperatore, vestito con gli abiti da citaredo, abbia cantato l'incendio «dal punto più alto del Palatino.». Questa è la tesi di Dione Cassio. Ma il Palatino era in fiamme e Nerone, con tutta la buona volonta, non sarebbe potuto stare senza finire arrosto. Svetonio riferisce invece che l'imperatore fece la sua sconcia esibiziorore su una torre del palazzo di Mecenate all'Esquillno. (10) Per la verita Nerone all'Esquilino fece tutt'altro, come vedremo, ma prendiamo un attimo per buona questa versione. Essa presuppose che un Nerone indifferente a tutto, ilare e giocondo, si sia goduto beatamente l'incendio per ispirare la sua musa. Ma Tacito ci fornisce, involontariarnente, un quadro del tutto diverso della situazione psicologica dell'imperatore in quei drammatici giorni. Quando parla della congiura di Pisone del 65, Tacito racconta che uno dei congiurati, il tribuno Subrio Flavo, aveva avuto la tentazione di assassinare Nerone già durante l'incendio dell'anno precedente vedendolo, solo e senza scorta, correre qua e là nella notte, tra le fiamme, come impazzito per l'angoscia. (11) Questo era lo stato d'anirno di Nerone nei giorni di quella catastrofe. E non poteva essere diversamente.

Oltretutto quell'«incidente di percorso» veniva a rovinare un anno colmo di successi, durante il quale Nerone aveva colto i frutti di una politica che ormai, liberatosi da tempo di tutte le tutele, poteva essere attribuita solo a lui e alle sue intuizioni. Il «64» scrive Levi «fu uno degli anni salienti, forse il più brillante di tutto il principato di Nerone... In quell'anno erano state completate le operazioni di occupazione di tutte le coste del mar Nero; era stata estesa la cittadinanza romana alla popolazione delle Alpi Marittime e Cozie, mentre si cominciavano a sentire i vantaggi delle esplorazioni compiute nell'Etiopia Meroitica e della scoperta dei monsoni, per cui erano state aperte nuove vie marittime verso l'oceano Indiano. In quel periodo veniva anche iniziato il grande canale navigable che univa il porto commerciale claudiano di Ostia con il porto militare augusteo del lago d'Averno. Ottenute maggiori disponibilità finanziarie grazie alle variazioni della moneta, procuratesi maggiori disponibilità economiche con la conquista di nuove aree di rifornimenti, sembrava che Nerone fosse giunto a compensare le antipatie e gli odii che si procurava, con i successi che stava raccogliendo.» (12)

Se l'incendio di Roma fu un disastro per tutti, per Nerone fu un'autentica mazzata. Eppure, scrive Warmington in riferimento all'assurdità delle accuse rivolte a Nerone, «a dispetto dell'inconsistenza di queste chiacchiere e dei resoconti tendenziosi relativi all'incendio suo complesso, l'immagine di un imperatore "che suona mentre Roma va in fiamme" è troppo affascinante, e troppo comoda, perché possa essere scardinata dalla fantasia popolare». (13) C'e da aggiungere che ai Contemporanei Nerone doveva apparire un tipo davvero bizzarro, da cui ci si poteva aspettare di tutto, nel bene e nel male. Ecco anche perché fra la gente del popolo poté nascere o trovar credito la fantasticheria che fosse stato lui a far incendiare Roma per cantare il rogo o per costruire la Domus Aurea o per tutte e due le cose.
L'incendio era scoppiato nella notte fra il 18 e il 19 luglio. Prese il via dal Circo Massimo, nella parte in cui questo confinava col Celio e il Palatino, una zona fitta di case, di botteghe, di mercatini, di depositi di merci infiammabili. Sospinto da un forte vento aggredì il Foro Romano, il Velabro, il Foro Boario, trovando facile alimento nelle vie strette e tortuose e negli immensi agglomerati di case della vecchia Roma». (14)

In quel momento Nerone si trovava ad Anzio. Nella notte stessa si precipitò a Roma per prendere i primi provvedimenti e organizzare i soccorsi. Purtroppo pompieri (i sifonarii e gli aquarii) con le loro esili pompe e i mastelli potevano ben poco contro quel rogo immane. Quando, al terzo giorno d'incendio, Nerone si rese conto che per Circo Massimo, Palatino e Celio non c'era piu nulla da fare, prese l'unica decisione possibile: distolse gli uomini da quei quartieri e li concentrò davanti all'Esquilino che era la zona piu popolosa, oltre che più povera, di Roma. Poi, per togliere alimento al fuoco, fece abbattere sopravvento, su una larga striscia di terreno, le case, gli alberi e tutto quanto c'era di infiammabile. Fu un'immensa operazione chirurgica in cui vennero impegnati centinaia di uomini, pompieri, pretoriani, schiavi, servi dell'imperatore. Fra il fronte del fuoco e il colle dell'Esquilino «c'era ormai una valle che pareva un cratere di vulcano spento». (15) L'Esquilino fu salvato.
Dopo sei giorni e sei notti l'incendio parve calmarsi. Ma la gente di Roma aveva appena cominciato a respirare che il fuoco riprese in altri punti della cittâ, fortunatamente più aperti e meno popolati, e divampò per altri tre giorni finché, finalmente, si spense.

Dei quattordici quartieri in cui era divisa Roma, tre, Circo Massimo, Palatino e quello chiamato «Isis e Serapis», furono completamente cancellati, in altri sette i danni furono abbastanza contenuti e solo quattro, Esquilino, Porta Capena, Alta Semita e Trastevere, rimasero intatti. In tutto andarono distrutte quattromila insulae (le abitazioni popolari, in legno) e centotrentadue domus. (16)
L'opera di soccorso intrapresa da Nerone fin dai primissimi momenti fu degna di una moderna ed efficiente protezione civile. Facciamocela raccontare da Tacito:«Per confortare il popolo vagante qua e là senza dimora, aprì il Campo Marzio, i monumenti di Agrippa e i suoi giardini, dove fece innalzare delle costruzioni improvvisate per offrire un rifugio alla moltitudine in miseria. Da Ostia e dai vicini municipi fece venire oggetti di prima necessità, fece ridurre il prezzo del grano a tre nummi per moggio (un sedicesimo del prezzo abituale, N.d.R.)». (17) Sappiamo inoltre che l'imperatore adibì a ricovero dei senzatetto il Pantheon, le terme, il portico di Vipsania e i Saepta Julia, una grande sala destinata alle votazioni, con una superficie di quattrocentoventi metri quadrati, sulla via Lata, l'odierna via del Corso. (18) Inoltre fece rimuovere gratuitamente i cadaveri e ordinò ai soldati di piantonare le zone disastrate per impedire agli sciacalli, che durante l'incendio avevano imperversato, ostacolando non poco le operazioni di soccorso, (19) di continuare il loro sporco lavoro.

Se non fu Nerone, chi incendiò Roma? L'ipotesi in assoluto più probabile è che l'incendio, almeno all'inizio, sla stato casuale. Scoppiò in piena estate in un quartiere, abitato da mercanti greci e asiatici, dove il popolino faceva un uso disinvolto e spesso irresponsabile di bracieri, fornelli, lampade, torce, fra catapecchie di legno prive di acqua corrente che aspettavano solo di prendere fuoco. Del resto gli incendi disastrosi erano all'ordine del giorno a Roma. E non solo a Roma. Uno dei primi discorsi del Nerone giovinetto fu a favore di Bologna che era state devastata dal fuoco. Nel 58 Lione, in un sol giorno era stata praticamente distrutta dalle fiamme. (E Nerone aveva inviato immediatamente dei soccorsi e disposto cospicui sussidi. Sarà in ricordo di questo sostegno che Lione, nel 64, ricambierà Roma con un aiuto di quattro milioni di sesterzi e, nel 68, si rifiuterà di insorgere contro l'imperatore.) In quanto a Roma, aveva conosciuto altri grandi incendi anche se non delle proporzioni di quello del 64, una catastrofe che non si ripeterà più anche grazie al più ampio e razionale respiro che Nerone dette alla «nuova Roma». Sotto Augusto, nel 6, la città era stata colpita da una serie di incendi al punto da convincere l'imperatore a costituire un corpo di pompieri forte di settecento uomini. Nel 27, durante il regno di Tiberio, bruciò l'intero quartiere del Celio e, nove anni dopo, andò a fuoco tutto l'Aventino. Con Claudio, nel 54, bruciarono gli insediamenti periferici del Campo Marzio (e Claudio, come Nerone dieci anni dopo, diresse di persona i soccorsi). (20)»

I cristiani confessarono di essere gli incendiari, Nerone non c'entra!

«solo dei pazzi o dei fanatici votati al martirio potevano mettersi ad appiccare un incendio in una notte di Luna piena.
Esistevano simili fanatici? Sì, esistevano e potevano essere trovati in alcune frange estremiste del movimento cristiano. I primi cristiani aspettavano la fine del mondo e la desideravano ardentemente come catarsi, punizione dei malvagi e riscatto dei buoni, dei poveri, dei diseredati. E pensavano che fosse vicinissima. Il mondo che li circondava sembrava loro troppo sozzo e corrotto, così lontano dalla predicazione e dall'insegnamento del Cristo, perché meritasse di sopravvivere. Nel mirino dei piu esaltati (l'atteggiamento dei leader, come Paolo e Pietro, era assai diverso, molto più equilibrato) c'era soprattutto Roma che, per i suoi liberi costumi e il tono carnascialesco, di festa, che aveva assunto proprio con Nerone, era assimilata a Babilonia, era considerata la nuova Sodoma e Gomorra. Nell'Apocalisse di Giovanni «la Bestia marina dalle sette teste» è Roma, la cittA dei sette colli. (27) Così com'è Roma quella che Giovanni chiama, per prudenza, Babilonia. E Roma-Babilonia doveva subire la carestia, la morte, ii lutto e il fuoco. (28)

Qualche fanatico può aver preso le parole di Giovanni, come scrive Leon Herrmann, per un appello all'azione diretta? (29) Parecchi storici moderni lo pensano. (30) E non si può affatto escluderlo. A questo proposito il passo di Tacito, (31) che peraltro è uno dei piu contorti, oscuri e controversi degli Annali, lascia spazio a tutte le interpretazioni. È vero che Tacito dice che Nerone, per tagliar corto alle voci che lo davano come incendiario, si inventò (subdidit) i colpevoli individuandoli nei cristiani ma, poco oltre, scrive che i primi di costoro che furono coinvolti nell'inchiesta non solo confessarono, ma confessarono ancora prima di essere arrestati. (32)

C'è, innanzi tutto, da chiarire che cosa confessarono: di essere cristiani o di essere incendiari? Non poterono confessar altro che di essere gli autori dell'incendio. (33) Questa infatti era l'accusa mossa loro dal governo romano; da questa, e non da altra, dovettero discolparsi e sulla base di questa, e non d'altro, vennero condannati. Nerone, come vedremo meglio più avanti, non perseguitò affatto i cristiani in quanto tali, ma li colpì perché, a torto o a ragione, li ritenne responsabili dell'incendio, e solo quelli che, dopo i processi, risultarono, a torto o a ragione, responsabili. Una confessione di fede cristiana non aveva quindi alcun senso.
Come si spiega allora la loro autoaccusa? Si può spiegare, appunto, con dei fanatici che volevano procurarsi la gloria del martirio e ai quali importava poco morire. È possibile che costoro confessassero una colpa che non avevano e cioé che, eccitati dall'incendio, considerandolo un segno dell'inizio della fine, se lo attribuissero. Che fossero capaci di tutto ce lo dice la predicazione di san Paolo che, nella sua Epistola ai romani, si mostra molto preoccupato per l'estremismo di alcuni suoi compagni di fede e li ammonisce a non provocare inutilmente le autorità. (34)

Ma, naturalmente, è altrettanto possibile che quei fanatici confessassero un delitto che avevano realmente commesso. E il fatto che tali confessioni, almeno le prime, fossero spontanee induce a pensare, se si resta fuori dalla congettura di un martirio cercato e voluto a tutti i costi, che qualcosa di vero ci potesse essere. Tra l'altro, prendendo in considerazione l'ipotesi che responsabili siano stati degli estremisti cristiani, diventa comprensibile alle proprietà di Nerone e di Tigellino. Se infatti il loro intento era quello di colpire la «nuova Sodoma», Nerone e Tigellino, ai loro occhi, ne erano certamente i simboli. E a questa gente, pronta a tutto in nome di una fede, poco importava, a differenza dei pisoniani, della rappresaglia cui si sarebbe esposta. Anzi la cercavano, la volevano.

Ma si può fare anche un'ipotesi intermedia che è forse la più probabile: l'incendio fu casuale, ma gli «ultrà» cristiani fecero del loro meglio per alimentarlo e per impedire che fosse spento, con la pia intenzione di assecondare la mano del Signore che si abbatteva sulla «nuova Sodoma». Ciò spiegherebbe anche, al di là degli sciacalli, la presenza di quelle misteriose figure che, secondo il racconto di Tacito, nei giorni e nelle notti dell'incendio si aggiravano tra le fiamme, alimentandole con torce e minacciando i soccorritori. (35)

Del resto i cristiani col fuoco, inteso come elemento catartico che doveva far piazza pulita, una volta per tutte, delle brutture del mondo, avevano una certa dimestichezza, almeno teorica. In questo senso ne parlano Pietro, (36) Tertulliano,(37) Giovanni (35) e persino Cristo. (39)
La responsabilita, piena o parziale, dei fanatici dell'Apocalisse chiarirebbe inoltre l'atteggiamento, invero singolare, dei primi storici cristiani (Tertulliano, Lattanzio) i quali non collegano l'incendio di Roma del 64, sul quale in linea di massima preferiscono sorvolare, con la persecuzione neroniana che sarebbe avvenuta indipendentemente e in epoca diversa.

Probabilmente avevano la coda di paglia e nemmeno loro erano certi della totale esfraneità dei propri correligionari. singolare che nessun nome di martire cristiano sia collegato con la cosiddetta «persecuzione neronia». (40) Del resto anche autori cattolico-cristiani più vicini a noi hanno su quegli avvenimenti un atteggiamento fortemente ambiguo. Pur rigettando sdegnosamente ogni accusa, ammettono che i cristiani si comportarono in modo equivoco. Scrive, per esempio, Ernest Renan: «Respingiamo decisamente l'ipotesi che i pii discepoli di Gesù fossero colpevoli, in qualsiasi maniera, del delitto del quale erano accusati: diciamo solo che molti indizi poterono indisporre l'opinione pubblica. I cristiani non avevano acceso quell'incendio, ma sicuramente se ne rallegrarono. Essi desideravano la fine della società e la preconizzavano.

Nell'Apocalisse le preghiere segrete dei santi bruciano la terra e la fanno tremare. Durante il disastro l'atteggiamento dei fedeli dovette sembrare equivoco: senza dubbio alcuni si astennero dall'attestare rimpianto e rispetto davanti ai templi divorati dal fuoco, e forse non nascosero una certa soddisfazione. I cristiani, pur senza avere in nulla contribuito alla catastrofe del 19 luglio, potevano dunque essere ritenuti, per cosi dire, incendiari potenziali. La distruzione di Roma per opera delle fiamme fu veramente un sogno ebraico e cristiano». (41)

Che la comunità cristiana, o meglio una parte di essa, abbia intimamente gioito per l'incendio, considerandolo il giusto castigo per la novella Sodoma, non e un'illazione di Renan, lo documentano alcune iscrizioni pompeiane coeve alla catastrofe. (42) Ma questi fanatici fecero di più: ebbero l'imprudenza di rendere pubblica, con inni, canti e grida di trionfo, la loro soddisfazione. (43) Furono tali manifestazioni che convinsero Tigellino a sguinzagliare i suoi agenti nell'ambiente cristiano. Vennero così le prime confessioni spontanee, fossero o no corrispondenti a verità, ed ebbero inizio i processi che si svolsero secondo le normali procedure, sulla base della lex Cornelia de sicariis e della lex Julia de vi publica, specifiche per i reati di incendio, (44) e che dovettero essere piuttosto accurati visto che durarono piu di due mesi, un tempo parecchio lungo per la pragmatica e veloce giustizia romana (il processo per la congiura di Pisone, per esempio, durò undici giorni: dal 19 al 30 aprile del 65).

I primi rei confessi chiamarono in causa altri correligionari. Poiche però parecchi di loro furono sottoposti a tortura (fra i cristiani c'erano molti schiavi nei confronti dei quali questa pratica, come mezzo di prova, era ammessa), (45) è certo che ci andarono di mezzo anche molti innocenti, sempre ammesso che i primi fossero colpevoli. A ingrossare il numero degli accusati ci misero una buona parola anche gli ebrei che erano fortemente ostili a quella che consideravano una setta eretica e che, come era avvenuto in molte altre occasioni (a cominciare proprio con Cristo), si dimostrarono molto zelanti nella delazione. (46)

Non tutti gli accusati però furono condannati a morte. Alcuni vennero assolti o condannati a pene minori. (47) In tutto furono giustiziate dalle duecento alle trecento persone su una comunità cristiana che a Roma era di circa tremila unità. Le pene inflitte appaiono spaventose a noi moderni: la maggior parte dei condannati fu arsa viva dopo che i loro vestiti erano stati impregnati di materiali infiammabili, altri crocefissi, altri ancora dati in pasto ai cani. Ma la pena del rogo, con l'utilizzazione della cosiddetta tunica molesta, (49) era da sempre prevista per i responsabili di incendio doloso, (50) a essa si era aggiunta, più recentemente, quella dell'esposizione alle bestie. (51) In quanto alla crocefissione era il supplizio destinato ai non cittadini e agli schiavi. Tutto quindi si svolse secondo le norme e i costumi del tempo. Niente di più. Ma anche niente di meno. Questa volta Nerone, «per forte che fosse la sua avversione per le pene capitalli», come scrive Grant, (52) usò il massimo rigore ed ebbe la mano pesante. Peraltro il delitto, se egli credeva davvero che l'incencendio fosse doloso, era gravissimo.»

«A torto Nerone è stato considerato il primo persecutore dei cristiani. L'imperatore non li condannò per la loro fede, ma per un reato di diritto comune. (53) E infatti la cosiddetta persecuzione neroniana fu circoscritta alla capitale come la causa da cui era nata (fuori Roma e nelle province i cristiani non furono toccati) ed ebbe effetti oltre che nello spazio anche nel tempo, nel senso che si esaurì con le condanne e le esecuzioni del 64. (54) E anche nella stessa Roma non tutta la comunità cristiana fu perseguita, ma solo quella frangia che venne sospettata per l'incendio. In quanto agli altri, vale a dire la maggioranza, furono lasciati in pace. E non perché fossero riusciti a sfuggire alla polizia nascondendosi e imboscandosi. Paolo, per esempio, nel 64 si trovava a Roma ed era ben noto alle autorità come cristiano, anzi come uno dei leader della comunità, ma non fu nemmeno inquisito. (55) Cosi come non vennero toccati, in linea di massima, i cristiani di cittadinanza romana e di condizione patrizia che già a quell'epoca erano piuttosto numerosi: (56) non per ragioni di privilegio o di classe, ma perché, meno fanatici ed esaltati dei loro compagni di fede più umili, non avevano dato luogo a sospetti. Che l'azione di Nerone sia stata circoscritta lo prova anche il fatto che la comunità cristiana di Roma si ricostituì rapidamente. (57)
È quindi un grossolano falso di Tertulliano che sia esistito un Institutum Neronianum, cioé una legge la quale avrebbe stabilito lapidariamente che «non licet esse vos», è proibito essere cristiani. (58) Sia perché, come s'è visto, Nerone condannò alcuni cristiani (anche se in numero rilevante) per un fatto preciso. Sia perché di questo Institutum non si trova traccia da nessuna parte. Sia perché, se ciò non bastasse, c'e la prova documentaria che una simile legge non fu mai promulgata da Nerone. Nel 112 Plinio il Giovane, allora governatore della Bitinia, posto
di fronte al problema cristiano, chiede all'imperatore Traiano istruzioni sulla condotta da tenere e sulla procedura da applicare. Traiano gli risponde che in materia non ci sono che casi particolari e che nessuna regola generale può essere formulata. Da questo carteggio è evidente che non esisteva ancora nessuna legge e nessun precedente che affermasse che la fede cristiana era in sé un delitto. (59)»

«Note
1 Vedi, per tutti, B.H. Warmington, op. cit., p. 166: «L'accusa di incendio doloso a stata respinta da tutti gli studiosi moderni».
2 P. Vandenberg, op. cit., p. 195.
3 A. Ronconi, Tacito, Plinio e i cristiani, in oStudi in memoria di Ugo Enrico Paoli 0, Le Monnier, Firenze 1956, p. 615.
4 E. Cizek, Neron, op. cit., pp. 307-308.
5 Svetonio, Nerone
6 Per l'escalation delle accuse nei confronti di Nerone, vedi P. Vandenberg, op. cit., p. 191.
7 Ibidem, pp. 193-194.
8 Vedi cartina pp. 170-171.
9 I romani, lo si e detto, erano molto superstiziosi e per una superstizio9e, nel 60, mane poco che Nerone perdesse it trono a favore di Rubel-110 Plauto (vedi sopra p. 154).
10 Svetonio, «Nerone» XXXVIII.
11 Tacito, Annali, XV, 50.
12 M.A. Levi, L'Impero romano, op. cit., pp. 278-279.
13 B.H. Warmington, op. cit., p. 167.
14 Tacito, Annali, XV, 38.
15 E. Radius, op. cit., p. 152. A Emilio Radius, giornalista e scrittore, si deve forse la pit dettagliata, certamente la pita plastica, descrizione d l'incendio e del suo percorso. Solo un particolare e errato. Radius da distrutto it Campidoglio che invece si salve), come risulta dalle Storiedi Tacito quale, raccontando un episodio avvenuto cinque anni l'incendio, cita i porticati costruiti nell'83 avanti Cristo, le strade ert in onore degli antenati, una serie di case che erano state costruite dope l'assassinio di Cesare e tempio di Giove Capitolino di cui erano rnarrr; te le travi del tetto. Stone, III, 71-74. Vedi anche P. Vandenberg, op, it., p. 189.
16 J. Beaujeu, L'incendie de Rome en 64 et les Chretiens, in Latomus, 19, 1960, pp. 65-80 e 219-231.
17 Tacito, Annali, XV, 39.
18 P. Vandenberg, op. cit., p. 190.
19 Tacito, Annali, XV, 38.
20 Sulla frequenza degli incendi a Roma vedi, tra gli altri, G. Walter, 1-16- ron, Parigi 1955, pp. 167 e sgg.»

«27 Apocalisse, XIII, 1.
28 Apocalisse, XVIII, 8.
29 L. Herrmann, Quels chretiens ont incendie Rome, in «Revue Beige de Philologie et Histoire », 27, 1949, p. 642. La tesi di Herrmann si basa su una datazione dell'Apocalisse compresa fra il 58 e il 64 e quindi anticipata rispetto all'opinione più diffusa che la colloca negli ultimi anni del regno di Nerone o, addirittura, all'epoca di Domiziano quando Giovanni avrebbe avuto un'età fra i settanta e i novant'anni. In ogni caso la questione non è così importante perché Giovanni riprese comunque convinzioni che erano largamente diffuse fra i primi cristiani.
30 Oltre a Herrmann, J. Bishop, Nero: the Man and the Legend, Londra 1964, pp. 79 e sgg.; P. Bonfante, Storia del diritto romano, Istituto di dint- to romano, Roma 1934, II, p. 8 n. 6; G. Giannelli, S. Mazarino, op. cit., pp. 53-56; M. Goguel, La renaissance du Christianisme, Parigi 1955, p. 563:: Basilare, a questo proposito, e l'opera di C. Pascal, L'incendio di Roma e primi cristiani, Torino 1901, alla quale si rifanno tutti gli autori che sostengono la colpevolezza dei cristiani.
31 Tacito, Annali, XV, 44.
32 Tacito scrive infatti correpti qui fatebantur» («arrestati coloro che confessavano») e non «qui correpti erant fatebantur» (Annali, XV, 44).
33 Cosi A.G. Roos, Nero and the Christians, in «Symbolae van Oven», Leida 1946, p. 300; C. Saumagne, op. cit., pp. 343 e sgg.; J. Beaujeu, op. cit., pp. 73-74; B.H. Warmington, op. cit., p. 169; A. Ronconi, op. cit., 620, 624, 626.
34 Paolo, Epistola ai romani, 13, 1-7; 7, 7. Vedi anche la prima Epistola a Timoteo, 2, 2. Anche san Pietro esprime, negli anni 63 e 64, la stessa preoccupazione; Pietro, Epistole, I, 2, 13-17.
35 Tacito, Annali, XV, 38.
36 «Carissimi non meravigliatevi della fiamma che vi si para dinanzi, rallegratevi piuttosto.» Pietro, Epistole, I, 4, 12-13.
37 «Una sola notte con qualche torcia potrebbe assicurarci la vendetta.» Tertulliano, Apologetico, 37.
38 Apocalisse, XVIIII, 8.
39 «Io sono venuto a mettere a fuoco la terra, e perche non dovrei volere che bruci?» Vangelo secondo Luca, XII, 49. È chiaro che per Cristo, per Luca, per Pietro (ma non lo giurerei per quegli invasati di Giovanni e di Tertulliano) il fuoco ha una valenza simbolica, ma ciO non esclude che i cristiani piu rozzi e incolti, che erano poi Ia maggioranza, abbiano potuto prendere questi messaggi alla lettera (ci riferiamo naturalmente alle parole di Cristo, di Luca, di Pietro, di Giovanni, perche Tertulliano 6 posteriore).
40 Vedi L. Rusca, Saggio sulle persecuzioni dei cristiani, Rizzoli, Milano 1963, p. 211, nota 1.
41 E. Renan, San Paolo, Dall'Oglio, Milano 1965, p. 365. Cosi, nella so-stanza, anche E. Radius, op. cit., pp. 72-73.
42 L. Herrmann, Quels chretiens ont incendie Rome, op. cit., p. 16. " Ibidem.
44 C. Saumagne, op. cit., pp. 343 e sgg.
45 A. Ronconi, op. cit., p. 621.
46 G. Scarpat, Il pensiero religioso di Seneca e l'ambiente ebraico e cristiano, Paideia, Brescia 1977, pp. 149-150; R. Hanslik, Beitrage zur Geschichte der lirchristentums, in «Jahrbuch der Osten. Leo-Ges », 1933, p. 55.
47 Quelli (fra gli accusati, N.d.A.) che andavano a morire» scrive Tacito (Annali, XV, 44). Il che vuol dire che ce ne furono altri che non furono condannati a morte o vennero assolti.
48 Beaujeu, op. cit., p. 80; M. Sordi, II cristianesimo e Roma, Bologna 1965, p. 93.
49 Seneca, Lettere a Lucilio, 14; Giovenale, Satire, VIII, vv. 231 e sgg. .
50 A. Ronconi, op. cit., p. 624; B.H. Warmington, op. cit., p. 169.
51 A. Ronconi, op. cit., p. 624.
52 M. Grant, op. cit., p. 161. .
53 Vedi, ulteriormente, M. Simon, I primi cristiani, Garzanti, Milano 1958, p. 106.
54 Ibidem; A. Ronconi, op. cit., pp. 624 e sgg.; G. Fusar Imperatore, op. cit., p. 86.
55 Paolo morl nel 67. La Sacra Bibbia, edizione ufficiale della Roma
58 Tertulliano, Alle Nazioni, I, 7.
59 Plinio it Giovane, Lettera, 10, 96.»

Le cose possono cambiare

04 ottobre 2015 ore 11:51 segnala
Dipende solo da quante persone capiscono quello che gli sto dicendo.
Ma io percepisco, sono più che certo che moltissimi di Voi si stanno
dicendo "E' la stessa cosa che dico io da una vita. Finalmente qualcuno
che la pensa come me"

Quello che sto dicendo non è ALIENO.
E' umano.
O almeno penso.
Credo sia normale che gli umani si aiutino fra simili.
Lo fanno tutte le creature dotate di intelligenza ed autocoscienza ovvero
in grado di rendersi conto della conseguenza delle loro azioni e di
esistere, qui e in questo momento, "Hic et Nunc".

Ogni cultura,anche quelle evolutesi fuori dal Sistema hanno subito crisi e difficoltà
inenarrabili, persecuzioni, torture, esilii.
Ma quelle che sono sopravvissute ci sono riuscite NON certo perchè erano violente o egoiste.
Tutt'altro.
Nei momenti più difficili andarono avanti ricordando a loro stessi e ai
loro simili un principio che in italiano suonerebbe così: "in guerra si è
perso di più".
Credo capiate il profondo significato di questa
frase, e la forza e la lucidità che ridona nei momenti che sembrano
troppo dolorosi da accettare e superare.

Ma ciò che aiutò moltissimo fu la solidarietà reciproca, innata, istintiva tipica di ogni forma di vita realmente evoluta.

Le persone egoiste invece, purtroppo per loro, si estinsero.

E anche quelle dei tempi moderni avranno lo stesso destino.

Non sarà la violenza a salvarle, nè le bugie, nè la repressione, nè potenti, nè guerre, nè insabbiamenti, nè superstizioni.

Ciò che salva una civiltà è la presa di coscienza di sè stessa, dei suoi limiti e delle sue potenzialità.

E' la comprensione, il rispetto, la divulgazione e l'applicazione del concetto: "migliorando me stesso miglioro il mio mondo".

A volte basta anche un solo semplice sorriso, un dirsi "ehi ciao, sono
qui, ti vedo, ti sento, so che stai soffrendo, non sei solo", che il
destino di un essere umano può ritornare sui binari della Vita.

Spero che quanto vi ho scritto in questi mesi vi possa essere in qualche modo di aiuto.
Lo speriamo sinceramente.

Per quanto ci sarà possibile resteremo qui e metteremo in evidenza le vostre storie, quando ne avrete bisogno.

Poi starà a voi divulgarle sempre con serenità e buon senso.

Se i servizi di informazione non fanno il loro dovere, diventate voi i veri servizi di informazione.
Raccontate storie vere, di tutti i giorni, sempre con buon senso ed equilibrio.
Le belle notizie.
Atti di altruismo.
Anche quelli compiuti da voi stessi.
Non temete di esporvi.
Nel mio-Vostro spazio potete esprimere la bellezza che avete dentro e che fuori vi obbligano a reprimere.

Io so che moltissimi di voi sono persone consapevoli e responsabili di
quanto gli accade intorno e che desiderano sinceramente migliorare con
buon senso, per quanto gli sia possibile, la loro vita e quella del
prossimo.

All'inizio del mio viaggio vi dissi che esistono "isole" nel cuore del sistema che possono donargli un Cuore.

Anche voi siete diventati una di quelle isole.
Voi siete parte di quel Cuore
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« immagine » Dipende solo da quante persone capiscono quello che gli sto dicendo. Ma io percepisco, sono più che certo che moltissimi di Voi si stanno dicendo "E' la stessa cosa che dico io da una vita. Finalmente qualcuno che la pensa come me" Quello che sto dicendo non è ALIENO. E' umano. O alme...
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04/10/2015 11:51:34
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Tutto ciò che è falso sta crollando

04 ottobre 2015 ore 11:45 segnala
Lo vediamo dappertutto: la comunità europea doveva unire i popoli e portare pace e ricchezza e invece è servita all’esatto contrario, ora tutti sanno che è spacciata bisogna solo capire quando avverrà il suo crollo; la nato doveva servire a difendere i popoli occidentali dall’aggressore russo invece è stata soltanto uno strumento di aggressione e sottomissione, nessuno ci crede più e non appena l’Europa sarà costretta a fare accordi con la Russia per il proprio approvvigionamento di gas sarà anche la fine di questa organizzazione; il potere bancario doveva portare ricchezza e benessere invece è servito solamente a renderci schiavi di una moneta privata creata a debito che sarà schiacciata dall’imminente ritorno al gold standard; gli OGM dovevano portare salute e una maggiore produzione alimentare e hanno portato solo inquinamento e malattie, adesso non li vuole più nessuno…
La religione doveva avvicinare i popoli a Dio, cosa a fatto invece?
Sarà l’ultima istituzione a crollare ma il boato si sentirà forte e a lungo.
L’era dell’inganno è finita, non vogliano più i vostri falsi eroi ora per noi è tempo di unirci e ritrovare la centralità dell’essere umano.
Nonostante i vostri sforzi per separarci dai nostri simili e dal nostro io interiore un pugno di persone ha deciso di unirsi, indipendentemente dalle distanze fisiche, in un unico credo: quello di poter vivere in un mondo migliore, un mondo in cui non ci fossero più guerra, povertà, disparità e separazione.
Prima ci dicevano che eravamo dei poveri pazzi bistrattati da tutti ma ora stiamo crescendo e le cose stanno cambiando in numero e in efficacia, ora la gente comincia ad ascoltarci e riusciamo ad attirare un seguito sempre maggiore, la gente è stanca delle menzogne, non c’è più posto per l’inganno il vostro spazio si restringe sempre di più. Il destino che avevate deciso per noi si appresta a diventare un traguardo irraggiungibile. Non c’è più spazio per la separazione, avete cercato per millenni di dividerla ma in questo momento l’umanità è più unita che mai. Sapete una cosa, secondo me sono questi i veri eroi. Concludo con la citazione di un grande maestro, lui è stato ucciso per aver seguito le proprie idee, gli avevano offerto la grazia se avesse ritrattato ma ha preferito morire piuttosto che farlo; ufficialmente il motivo della sua condanna era l’aver sostenuto che la terra non fosse al centro dell’universo, un crimine gravissimo certo, ma forse le sue colpe erano anche altre: si chiamava Giordano Bruno, queste sono le ultime parole che ha scambiato con il suo discepolo prima di essere bruciato vivo in Piazza Campo dei Fiori a Roma e ogni volta che le leggo mi vengono i brividi.

“Maestro come potrò ritrovarvi…”
“Guarda dentro di te, Sagredo, ascolta la tua voce interiore e ricorda che l’unico vero maestro è l’essere che sussurra al tuo interno.
Ascoltala: è la verità ed è dentro di te.
Sei divino, non dimenticarlo mai …la separazione non esiste, siamo tutti Uno, in eterno contatto con l’anima unica…”

La vera essenza di FaiTH HoPe Love

04 ottobre 2015 ore 11:39 segnala
Sono arrivati ad un punto di confusione tale che certi "complottisti" mi accusano di essere un "debunker" (cioè una persona che smonta ogni posizione contraria a quelle governative) e certi "debunker" mi accusano di essere un "complottista" (cioè uno che vede complotti ovunque).Signori: noi non siamo né l'uno nell'altro.Noi siamo soltanto degli umili "cantastorie" con un pò di esperienza "alle" spalle, e le cui "fiabe" talvolta, varrebbe la pena ascoltare... e per certi stolti e certi corrotti occulti poteri, ancor più converrebbe il "capirle"... perché le "fiabe", TUTTE le "fiabe"... hanno sempre una morale.Per fortuna alcuni teorici del complotto e certi debunkers che si sono informati meglio su di noi, che hanno notato alcune particolari "coincidenze", non solo hanno smesso di inventare sciocchezze sul nostro conto, ma pian piano stanno imparando ad ascoltare senza voler giudicare.
E alcuni addirittura mi scrivono messaggi chiamandocii "Amici" e chiedendoci "Scusa" per come si sono comportati.
E noi li ringraziamo. Non perché si scusino, non c'è ne bisogno, ma perché stanno comprendendo il nostro vero messaggio e rispettando certe cicatrici.
Il Rispetto e l'Educazione sono valori fondamentali.
Avere una mente NON credulona, NON superstiziosa, NON dogmatica, Serena, Aperta ed Elastica, consente di guardare molto lontano, e NON farsi strumentalizzare.
Purtroppo certi "complottisti" e certi "debunkers" invece sprecano energie e tempo a litigare, e insultarsi vicendevolmente, creando di fatto due fronti contrapposti nei quali si schierano i rispettivi sostenitori, e che portano i lettori a farsi il sangue amaro, perdendo di vista il vero nocciolo della questione.
Lo fanno con un tale accanimento ed organizzazione, che a volte viene il sospetto che alcuni di loro lo facciano apposta.
Per una inquietante "coincidenza", questo tipo di errore comportamentale (o "strategia"), esiste dai tempi di Giulio Cesare e non ha mai portato all'Umanità niente di buono.
"Divide et Impera"
Provocatori, finti o veri che siano, lanciano l'esca, e l'oppositore finto o vero che sia, abbocca.
E iniziano liti infinite dove non si risolve niente.
Solo caos e odio. E la situazione peggiora, di certo non migliora.Hanno provato a trascinare anche me in sterili polemiche, ma non ha funzionato, perché a me non interessa che si creda o meno alle nostre "teorie".
A noi interessa solo evitare "guerre civili" e quindi divulghiamo sin dall'inizio, valori validi indipendentemente dal credo politico, religioso, dalla razza, dal ceto, dalla professione cui i nostri lettori appartengano.
Vorrei tanto che sempre più persone imparassero ad andare d'accordo fra di loro. nelle piccole grandi cose

Jon Gress - 1ANUNNAKI

03 ottobre 2015 ore 22:17 segnala
Il sito ufficiale del film era semplicemente sconcertante e anni fa mi sono visto le immagini della pre-produzione. Ma qualcosa è successo. E 'stato chiuso così come ogni singolo link relativo al suo film. Tutte le immagini, i video e le informazioni sono state bandite da internet.Anche L'account di posta elettronica di Jon Gress.
Il film non è mai stato rilasciato e le tracce della sua esistenza sono stati cancellati dai media.
E 'abbastanza evidente che questo film poteva colpire l'opinione publica e finalmente svegliare la gente a questi eventi molto sorprendenti della storia umana.
Ho raccolto le ultime testimonianze Foto Inedite del backstage di questo film
Avrete un'idea di ciò che è stato impedito.
La prova definitiva che non era una bufala o una leggenda metropolitana. Nonostante il fatto che la sua produzione è stata misteriosamente spenta e qualsiasi materiale promozione è stata vietata su interneti.Jon Gress è il produttore/regista del film 1Anunnaki.
Ispirato dalle opere di Zecharia Sitchin e tutti i tipi di scritti storici, questo film controverso racconta la creazione dell'umanità da parte degli Anunnaki