Fotovoltaico fai da te

14 settembre 2023 ore 19:49 segnala


FOTOVOLTAICO FAI DA TE: COME PARTIRE DA ZERO CON UN IMPIANTO AD ISOLA


Vediamo come realizzare un piccolo impianto fotovoltaico ad isola, cioè completamente staccato dalla rete.
Un impianto ad isola dal costo contenuto può garantire un piccolo fabbisogno energetico e fino ad arrivare all'indipendenza completa se si vuole ampliarlo.


Innanzitutto ci sono molti fattori da considerare, per prima cosa serve avere uno spazio dove posizionare i pannelli solari, possibilmente sul proprio un tetto con un orientamento verso SUD, senza zone d'ombra o alberi nelle vicinanze che potrebbero ombreggiare anche solo uno dei pannelli in una determinata ora del giorno, facendo di conseguenza crollare la produzione di energia.


Personalmente ho iniziato con tre piccoli pannelli fotovoltaici da 100 W. 12 V. due batterie al piombo 12 V. 70 Ah ed un piccolo inverter 2000 W. nominali ma al massimo reggeva 700 W.










Inverter 30 euro, regolatore di carica 15 euro, batterie regalate, pannelli regalati, totale partenza 45 euro.
Inizio i miei primi esperimenti, le prime lampade in giardino da 220 Volt, porto un cavo elettrico nella stanza dei ragazzi e funziona anche il ventilatore da soffitto.




Caspita... funziona davvero. Inizio ad ampliare l'impianto e compro altri quattro pannelli da 100 W. 12 V.






Questa volta compro anche il cavo specifico per fotovoltaico.




400 euro per i pannelli e 30 per il cavo.
L'impianto si è incrementato, sono a 700 W di fotovoltaico, inizio a pilotare oltre alle luci, anche la tv. L'accumulo che possiedo è poco, 1680 Wh. Siccome uso batterie al piombo, l'accumulo va calcolato al 50%, quindi reali ho 840 Wh da poter consumare.


Devo aumentare l'accumulo, caspita quanto sono care queste batterie, ora si inizia a fare sul serio, ma se voglio accumulo devo comprare qualcosa di buono e che duri.
Cerca e ricerca, capita l'occasione, un amico cambia il suo accumulo per passare alle litio e prendo 16 batterie usate ma come nuove perchè erano su un impianto UPS quindi mai sforzate.
8 le tengo per me e altre 8 le prende un mio amico per il suo impianto.
Ottimo, sono a 9.8 KWh quindi ho da poter usare 4.7 KWh, un bel salto....


8 batterie Exide Sprinter XP 12 V 3000 12V. 92,8 Ah che metto in parallelo.



E come lavorano.




Continua....
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14/09/2023 19:49:35
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Laboratori di Falegnameria Sociale

23 dicembre 2022 ore 13:25 segnala
Condivido questo percorso che mi ha fatto crescere molto:




Lavorazione del legno e creazione di lavori mirati, in forma di volontariato per persone con difficoltà psico-sociali.


Lanciare un progetto di socialità, ”Opportunità di crescita”, una possibilità di migliorare la qualità di vita e un’occasione di conoscenza del mondo della salute mentale, superare pregiudizio e stigma presenti verso il malato e la sua famiglia è causa del loro isolamento rispetto al resto della comunità. Questo “laboratorio” è un’esperienza positiva, durante le poche ore assieme, oltre al lavoretto in se è un’occasione per passare del tempo assieme e ciò è molto importante per persone con una rete sociale limitata. L’intento è di offrire questa possibilità a più persone, per questo chiediamo l’aiuto di tutti per realizzare il progetto.






Primi giorni di vita dei Laboratori di Falegnameria Sociale presso le aree Monachelle in Arco Felice (NA), un esperimento Sociale nato da iniziative dal basso. Ottobre 2017.










I Laboratori di Falegnameria Sociale nascono nel 2017 presso un piccolo box dove Salvatore svolgeva attività di falegnameria amatoriale. Portava al seguito un suo parente con disagio mentale e durante le piccole lavorazioni del legno lo stesso dava segni di forte interesse e di uno stato di benessere, addirittura portando la mente lontana dal pensiero della terapia e dal fumo.



Il laboratorio di lavoro manuale potrebbe preparare le persone con problemi di dipendenza o con difficoltà psico-sociali a reinserirsi nel mondo del lavoro contribuendo a far sì che possano nuovamente gestire la propria vita in modo indipendente.




Se la malattia mentale è, alla sua stessa origine, perdita dell’individualità, della libertà, nel manicomio il malato non trova altro che il luogo dove sarà definitivamente perduto, reso oggetto della malattia e del ritmo dell’internamento. L’assenza di ogni progetto, la perdita del futuro, l’essere costantemente in balia degli altri senza la minima spinta personale, l’aver scandita e organizzata la propria giornata su tempi dettati solo da esigenze organizzative che, proprio in quanto tali, non possono tenere conto del singolo individuo e delle particolari circostanze di ognuno.


Un cittadino, uno normale, che decide di fare una cosa straordinaria nella sua semplicità, creare un laboratorio per le persone con disagio mentale. Dove manca lo Stato arriva la solidarietà.


Dopo l’esperienza “in solitaria” nasce un gruppo formato da vari volontari ed iniziano vari laboratori presso alcune Comunità.


Laboratorio presso la Comunità Raggio di Sole Airola (BN)


Nel nostro laboratorio i ragazzi possono imparare attività artigianali ed eseguirle in autonomia, sotto la guida dei volontari del Gruppo Falegnameria Sociale e degli operatori sociali. Le attività considerano la storia e le competenze di ciascuna persona.
Produciamo oggetti in legno e i ragazzi sono liberi di poterli vendere a fiere e mercatini.




Le persone che svolgono le attività nel Gruppo Falegnameria Sociale vengono stimolate a riattivare tutte le risorse personali al fine di gestire una vita autonoma e creativa e alla strutturazione di una qualità della vita orientata al benessere fisico, emotivo e relazionale.




Il Gruppo Falegnameria con i suoi laboratori si prefigge l’obbiettivo di creare processi sociali e culturali che rendono le persone un insieme di individui dotati di diversi livelli di autonomia, relazione ed organizzazione che, variamente aggregandosi, interagiscono al fine di perseguire uno o più obiettivi comuni. L’effettiva integrazione sociale dell’individuo si realizza quando esso ha l’opportu­nità di partecipare a pieno titolo alla vita del con­testo sociale e culturale in cui vive, e quando da tale contesto è pienamente accettato senza re­more, senza pregiudizi e senza atteggiamenti di­versificanti.






Il Gruppo Falegnameria Sociale effettua laboratori di falegnameria a titolo gratuito, volontari che cercano di coinvolgere in attività manuali e creative ragazzi con varie problematiche. Collaborano con le Comunità Nuova Emmaus del Fusaro e Gruppo Appartamento Raggio di Sole di Airola (BN). Inoltre effettuano laboratori con i ragazzi del Gruppo La Collina dei Ragazzi del Vomero (NA).






Chi si adatta bene a ciò che gli viene donato è ricco.
Grazie alla generosità di un commerciante che ha regalato materiale utile per lo svolgimento del laboratorio di falegnameria i ragazzi del Gruppo Appartamento Raggio di Sole, seguiti dai volontari del Gruppo Falegnameria Sociale, si sono divertiti tra tantissime pedane.




Aiutare il disagio psichico anche attraverso la pittura è un nuovo programma che intendiamo seguire.




Arco Felice, 23 Aprile 2019, tra le aree riqualificate dell’ex asilo Vittorio E. III il Gruppo Falegnameria Sociale del Comitato Popolare Monachelle ed i ragazzi del Centro di Educativa Territoriale “La Collina dei Ragazzi”, si sono cimentati nella costruzione di una nuova panca ed un tavolino tondo tutto rigorosamente con legno riciclato.





Quando uno comincia da zero, quando uno comincia a mani vuote, quando uno in principio ha in mente di costruire un mondo, la mente comincia a cercare un modo, i suoi occhi vedono la materia che userà per costruire, ma anche le difficoltà, gli ostacoli. La mano cerca gli strumenti che servono a tagliare il legno, poi la mano cerca altre mani che lo aiutino. Così il sogno diventa il sogno di una comunità che appartiene a tutte le mani che ci lavorano. (Longstone Hughes)


Ottobre 2018 ampliamento scaffalature Biblioteca Popolare Monachelle



14 Gennaio 2019 Laboratorio ad Airola (BN)


Andiamo in trasferta, siete tutti invitati presso la Comunità Gruppo Appartamento Raggio di Sole in Airola (BN) per partecipare al laboratorio di Falegnameria. Costruiremo tanti oggetti usando pallet.



Settembre 2019 Laboratorio Falegnameria presso Monachelle

Un bellissimo laboratorio presso le aree aperte del complesso Monachelle in Arco Felice (NA) con i ragazzi della Comunità Appartamento Raggio di Sole di Airola (BN) ed i ragazzi dell’associazione La Collina dei Ragazzi (NA).






14 Novembre 2019 Little Free Library per Monachelle


Anche presso l’ex asilo Vittorio E. III, in Arco Felice Pozzuoli (NA), è in fase di costruzione una cassetta per la Free Library, promuovere un senso di comunità, la lettura dei bambini, la letteratura tra gli adulti. Con l’aiuto del Gruppo Falegnameria Sociale la già esistente Biblioteca Popolare Monachelle avrà la sua “casetta”.




8 Marzo 2021 donazione utensili da parte dell’azienda Friser




10 Marzo 2021 Little Free Library Casina Vanvitelliana




Fraiser frese per legno regala ai ragazzi della Comunità Nuova Emmaus un set di frese per i loro laboratori di falegnameria.




Il Laboratorio di Falegnameria Sociale è un ambiente nel quale i giovani possono accedere, prendervi parte, incontrarsi con durate, obiettivi, interessi tra loro molto diversificati. Questo lo rende anche un ambiente “debole” perché in esso le appartenenze possono essere momentanee e può essere difficoltoso avviare cammini formativi, impegnativi e duraturi. In esso si trovano tutti i ragazzi: quelli impegnati e quelli che vengono solo per passare un po’ di tempo o tirare due calci a un pallone (quando svolti all’aperto). Ma proprio questa è la bellezza del Laboratorio, perché si caratterizza per essere aperto a tutti, per questa sua mobilità e capacità di adattamento a ciascun ragazzo. Quì i ragazzi e i giovani hanno la possibilità di respirare una proposta “altra”, una proposta che ha un sapore che altrove non riesce a trovare.


30 Marzo 2021 Laboratorio presso Nuova Emmaus


Con i ragazzi della Comunità Nuova Emmaus del Fusaro (NA) oggi ci siamo impegnati nella realizzazione di alcuni simboli della Pasqua ed abbiamo continuato a costruire la Little Free Library Casina Vanvitelliana.














31 Marzo 2021 dono utensili da parte dell’azienda CMT Orange Tools






8 Aprile 2021 Casette uccellini presso Parco della Quarantena.








10 Aprile 2021 unboxing dono per i Laboratori di Falegnameria




18 Aprile 2021 Laboratorio al Parco della Quarantena


Laboratorio all’aperto, costruzione di casette per uccellini che verranno collocate sugli alberi del parco e daranno alloggio agli amici pennuti ed inoltre costruzione di una Little Free Library per alcune associazioni dell’area Flegrea.



















Aggiornamento in corso...
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Il Tram in Portogallo

11 giugno 2020 ore 08:45 segnala
Il 17 novembre del 1873 fu inaugurata la prima linea di trasporti dell’impresa Carris, tra la Stazione della Linea Nord ed Est (Santa Apolónia) e l’estremo ovest dell’ Aterro da B
oa Vista, (Santos).





Una corsa lungo il percorso del tram 28 costituisce una delle migliori visite della capitale e molti la considerano una delle principali attrazioni di una vacanza a Lisbona. Un biglietto singolo acquistato a bordo del tram costa 3,00 euro.

Il tram numero 28 segue questa tratta in entrambe le direzioni:
Martim Moniz, Graca, Portas do Sol, Cattedrale Se, Rua Conceição (Baixa meridionale), Chiado, Sao Bento, Strela, Campo Ourique.




I nuovi tram hanno una lunghezza di 24 metri ed una capienza per 210 passeggeri, dei quali 65 seduti. Con questi mezzi di trasporto più moderni, la velocità massima raggiunge i 70 chilometri l’ora



Se non trovate un posto a sedere, aggrappatevi bene, perché le frenate sono molto brusche!


Le stridenti carrozze gialle e bianche del tram 28 sono diventate un simbolo di Lisbona nonché una delle più note immagini da cartolina della capitale lusitana. In alcuni punti le strade che il tram attraversa sono così strette che le carrozze passano vicinissime alle mura delle case.



Porto linea 1




Il tram viaggia lungo le rive del fiume Duero e passa sotto il Ponte da Arrábida.







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Il 17 novembre del 1873 fu inaugurata la prima linea di trasporti dell’impresa Carris, tra la Stazione della Linea Nord ed Est (Santa Apolónia) e l’estremo ovest dell’ Aterro da Boa Vista, (Santos). « immagine » « video » Una corsa lungo il percorso del tram 28 costituisce una delle migliori...
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Universidade de Coimbra

11 giugno 2020 ore 07:18 segnala


La sua fondazione risale a un decreto emanato a Leiria da re Dinis, lo “Scientiae thesaurus mirabilis”, che istituì l’Università; successivamente fu confermato dal Papa Niccolò IV. La bolla del Papa, datata 9 agosto 1290, riconobbe l’Estudo Geral, con le facoltà di Arti, Diritto canonico, Diritto civile e Medicina. Teologia fu riservata ai conventi domenicani e francescani.



L’università fu portata a Coimbra, nel Paço Real da Alcáçova, nel 1308. Nel 1338 fu portata a Lisbona, dove rimase fino al 1354, anno nel quale fu riportata a Coimbra. Rimase qui fino al 1377, quando tornò a Lisbona. Lì rimase sino al 1537, data nella quale fu riportata definitivamente a Coimbra per ordine del re Giovanni III.



L’università ricevette i suoi primi statuti nel 1309, con il nome di “Charta magna privilegiorum”. I secondi statuti furono emessi nel 1431 (regnante Giovanni I), con disposizioni su frequenza, esami, gradi, tasse scolastiche e anche a proposito dell’uniforme tradizionale degli studenti.

Durante il regno di Manuele I, nel 1503, l’università ebbe il suo terzo statuto, che trattava di argomenti quali il rettore, la disciplina, lo stipendio dei professori, gli esami accademici e sulla cerimonia solenne di laurea.







Durante il regno di Manuele I i regnanti assunsero il titolo di “Protectores” (protettori) dell’università, avendo la facoltà di nominare i professori e di rilasciare statuti.







Il potere reale (abbastanza centralizzato a partire dal regno di Giovanni II) creava una collegamento molto stretto tra università da un lato e Stato e Politica dall’altro, che portò ad avere in Portogallo una prevalenza degli studi giuridici. Il 27 dicembre del 1559 (regnante Sebastiano I), Baltazar de Faria emise i Quartos Estatutos, con i quali si decretava che il rettore fosse eletto dal Claustro, disposizione non sempre osservata dal potere regio. Nel medesimo anno, il 1º novembre, fu dichiarata solennemente aperta l’università di Évora, diretta dai Gesuiti.





Nel 1591, da Madrid, vengono i Sextos Estatutos (i quintos furono lasciati da parte, non entrando mai in vigore) presentati al Claustro l’anno seguente. Decretavano che l’università indicasse tre nomi per la carica rettorale, spettando al re la scelta fra i tre. Durante il regno di Giuseppe I, l’università soffrì una profonda alterazione. Il 28 giugno 1772 il re ratifica i nuovi statuti (Estatutos Pombalinos), che segnano l’inizio della Reforma. Veniva manifestato, innanzitutto, un grande interesse per le scienze naturali e per le scienze esatte, che precedentemente non erano molto presenti nell’insegnamento universitario.



Nel 1836 furono unificate le facoltà di diritto canonico e di giurisprudenza che contribuiranno fortemente alla costruzione del nuovo apparato legale liberale. Nel 1911, l’università riceve dei nuovi regolamenti con l’obiettivo di creare una certa autonomia amministrativa e finanziaria e veniva contestualmente creato anche un sistema di borse di studio per far aumentare il numero degli studenti.

Torre de la Universidad


Il Paço das Escolas è dominato da una delle strutture più simboliche di Coimbra, la diciottesima torre che ospita l’orologio e le campane che regolano la vita accademica. La sua origine risale al 1537 quando, presto per alloggiare nel Palazzo di D. João III, l’Università insiste sul fatto che “non poteva vedere un buon ordine senza orologio”. La capra proverbiale divenne così responsabile per segnare l’inizio delle ore di studio ogni giorno prima della lezione. Secondo la vecchia pratica, lo studente che frequenta per la prima volta l’università non può camminare per strada dopo il campanello della campana.



Fu creata la facoltà di Lettere, che occupò la sede della scomparsa facoltà di Teologia e le facoltà di Matematica e di Filosofia (creata dalla Reforma Pombalina) erano trasformate nella facoltà di Scienze.

Nel 1956 viene fondato il coro.

Con il 25 aprile 1974 inizia un nuovo periodo nella vita portoghese e universitaria, con l’obiettivo di effettuare varie riforme per accompagnare una nuova dinamica politica. Nel 1989 furono pubblicati gli statuti attualmente in vigore.



La Biblioteca – Biblioteca Joanina


La biblioteca Joanina è la biblioteca, in stile barocco, dell’Università di Coimbra, costruita nel XVIII secolo durante il regno del re Giovanni V e che porta il suo nome. Si trova nella parte alta di Coimbra, nel complesso dell’università e nel centro storico, vicino alla torre dell’università.





Sopra la porta d’ingresso, si trova lo stemma nazionale dell’epoca in cui venne costruita. All’interno, ci sono tre grandi saloni divisi da archi decorati, nello stesso stile del portale e realizzati interamente da artisti portoghesi. Le pareti sono ricoperte da scaffalature a due piani, in legni esotici dorati o dipinti. I soffitti, dipinti dagli artisti di Lisbona, Simões Ribeiro e Vicente Nunes, si fondono armoniosamente con il resto della decorazione. La biblioteca contiene circa 250.000 volumi, opere di medicina, geografia, storia, discipline umanistiche, scienze, diritto civile e canonico, filosofia e teologia. Essa è monumento nazionale e ha un valore storico inestimabile oltre ad essere una delle principali attrazioni turistiche e tra i monumenti più antichi della città di Coimbra.

Durante i suoi sette secoli di esistenza, l’università è andata crescendo, inizialmente per tutta l’Alta de Coimbra e in seguito un po’ per tutta la città, rimanendo fortemente legata alla gestione della scienza e della tecnologia e alla diffusione della cultura portoghese nel mondo.

La mensa




Continuando a tenere alta la fama dei tempi antichi, è indiscutibile la qualità dell’insegnamento dell’ateneo. Per quel che riguarda la facoltà di diritto, è notare il rapporto della valutazione esterna delle altre facoltà di diritto portoghese, essendo Coimbra il luogo più importante per quel che riguarda l’insegnamento della legge.

La rivoluzione dei garofani

11 giugno 2020 ore 06:19 segnala


“Stiamo andando a Carmo per fermare Marcelo Caetano. Questa è una rivoluzione!“. Il soldato le chiese una sigaretta, ma la donna non ne aveva; avrebbe voluto comprargliene qualcuna, ma i negozi erano ancora tutti chiusi. Così gli regalò le uniche cose che aveva con sè, i garofani, dicendo “Se vuoi prenderlo, ho solo un garofano da offrire“. Il soldato accettò e mise il fiore nella canna del fucile. Celeste distribuì i garofani anche agli altri soldati che incontrava, da Chiado fino ai piedi della Chiesa dei Martiri.





A seguito del suo gesto, Celeste fu soprannominata Celeste dos cravos (Celeste dei garofani), e i garofani rossi divennero il simbolo della rivoluzione chiamata la Rivoluzione dei garofani.




Il 5 marzo 1974 il Movimento delle Forze Armate tenne una riunione clandestina a Cascais, in cui venne approvato il programma politico del movimento. Il documento cominciò a circolare clandestinamente, provocando la reazione del regime. Il 9 marzo Vasco Lourenço, uno dei dirigenti del Movimento delle Forze Armate, fu arrestato e successivamente trasferito nelle Azzorre. Il 14 marzo i generali António de Spínola e Francisco da Costa Gomes (rispettivamente vice-capo e capo di Stato Maggiore delle Forze Armate) furono destituiti per non avere partecipato ad una manifestazione di appoggio al governo. Il 16 marzo ci fu un prematuro tentativo di insurrezione, quando il 5º Reggimento di Fanteria marciò su Lisbona, che si concluse con il fallimento del golpe e l’arresto di circa 200 militari. Il 24 marzo una riunione clandestina della commissione coordinatrice dell’MFA deliberò che un nuovo tentativo di colpo di Stato avrebbe dovuto avere luogo tra il 22 e il 29 aprile. Otelo Saraiva de Carvalho fu incaricato di gestire il piano generale delle Operazioni, con l’assistenza del capitano Rodrigo de Sousa e Castro. Il programma definitivo del Movimento fu approvato il 21 aprile; il capitano Salgueiro Maia assicurò l’appoggio di reparti corazzati. Il 23 aprile Saraiva de Carvalho comunicò che il piano sarebbe stato attuato il 25 aprile e che il posto di comando dell’MFA sarebbe stato installato presso la caserma del 1º Reggimento Genieri a Pontinha.

I leader dell’MFA si erano accordati con Carlos Albino, responsabile del programma musicaleLímite di Rádio Renascença, perché trasmettesse la canzone operaia Grândola vila morena di José Afonso, come segnale di avvio delle operazioni. Nonostante l’ascolto della canzone fosse proibito dal regime, la vendita era consentita, e Albino ne acquistò una copia il 24 aprile, giorno in cui João Paulo Dinis della radio “Emissores Associados de Lisboa” alle 22:55 annunciò: Mancano cinque minuti alle 23 e sarà con voi Paulo de Carvalho, che vi canterà il suo grande successo dell’Eurofestival “E depois do adeus”. Era il primo segnale in vista del golpe.





Celeste Caeiro, a mulher dos cravos


Celeste Martins Caeiro conosciuta anche come Celeste dos cravos (Celeste dei garofani) (2 maggio1933) è un operaiaportoghese, conosciuta come la donna che il 25 aprile 1974 distribuì garofani rossi ai militari coinvolti nel colpo di stato per rovesciare il regime dittatoriale portoghese guidato da Marcelo Caetano, rivoluzione che per questo divenne nota come la Rivoluzione dei garofani.



Di madre spagnola, era la più giovane di tre fratelli; il padre, di cui si sa poco, abbandonò presto la famiglia. Ha una figlia.

Nel 1974 viveva con la madre e la figlia in una stanza in affitto a Chiado e lavorava nel magazzino di un ristorante, il Sifire (su Rua Braamcamp a Lisbona). Il ristorante era stato inaugurato il 25 aprile 1973 con la nuova formula del self-service e nel giorno della rivoluzione festeggiava il primo anniversario. La direzione aveva progettato di offrire un omaggio ai clienti: fiori per le signore e del porto per i signori. Tuttavia, a causa del colpo di stato, quel giorno il ristorante non aprì e il proprietario, invitando lo staff a tornare a casa, distribuì a ciascuno un mazzetto dei garofani rossi e bianchi che avrebbero dovuto essere offerti alle clienti.
Celeste, tornando a casa, dopo aver preso la metropolitana per Rossio, arrivò verso le nove del mattino a Chiado, dove incontrò i carri armati dei rivoluzionari. Avvicinandosi a uno dei carri armati, chiese cosa stava succedendo, ed un soldato spiegò: “Stiamo andando a Carmo per fermare Marcelo Caetano. Questa è una rivoluzione!”. Il soldato le chiese una sigaretta, ma la donna non ne aveva; avrebbe voluto comprargliene qualcuna, ma i negozi erano ancora tutti chiusi. Così gli regalò le uniche cose che aveva con sè, i garofani, dicendo “Se vuoi prenderlo, ho solo un garofano da offrire”. Il soldato accettò e mise il fiore nella canna del fucile. Celeste distribuì i garofani anche agli altri soldati che incontrava, da Chiado fino ai piedi della Chiesa dei Martiri.

A seguito del suo gesto, Celeste fu soprannominata Celeste dos cravos (Celeste dei garofani), e i garofani rossi divennero il simbolo della rivoluzione chiamata la Rivoluzione dei garofani.
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« immagine » “Stiamo andando a Carmo per fermare Marcelo Caetano. Questa è una rivoluzione!“. Il soldato le chiese una sigaretta, ma la donna non ne aveva; avrebbe voluto comprargliene qualcuna, ma i negozi erano ancora tutti chiusi. Così gli regalò le uniche cose che aveva con sè, i garofani, di...
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Fotovoltaico fai da te

24 maggio 2020 ore 06:51 segnala
Ho iniziato l'assemblaggio di un impianto fotovoltaico, un impianto elettrico costituito dall'assemblaggio di vari moduli fotovoltaici che sfruttano l'energia solare per produrre energia elettrica mediante effetto fotovoltaico.



Per iniziare ho assemblato tre pannelli o moduli fotovoltaici per un totale di 200 W.



Ho costruito i telai in legno dove collocare i moduli con inclinazione di 30°.



Sistemati sui telai li ho assemblati elettricamente in parallelo 12 V. 2oo W.



Ho inserito al cavo caduta dei moduli un regolatore di carica fotovoltaico. Il regolatore di carica regola la quantità di corrente che arriva alla batteria dai pannelli fotovoltaici, aprendo il circuito verso la batteria non appena questa risulta carica.



I pannelli solari trasformano l'energia solare in energia utile per l'uomo, calore o elettricità. Pur essendo simili esteriormente, esistono diverse tecnologie di pannelli solari. La fonte di energia è sempre la stessa, l'energia solare, ma alcuni
pannelli sono utili per il riscaldamento dell'acqua sanitaria mentre altri per la produzione di energia elettrica e questi ultimi sono quelli da me usati.




All'impianto che eroga 12 V. ho aggiunto un inverter 220 V. da 2000 W. nominali in quanto serve a convertire l’energia elettrica prodotta in forma di corrente continua dai pannelli fotovoltaici, in corrente alternata a 50Hz. In seguito poi questa energia la posso sfruttare per alimentare un dispositivo a 220 V.

Nel mio caso ho alimentato una lampada con ventilatore a 220V.



Per ora riesco ad alimentare la stanza dei ragazzi, un impianto a 12 V. alimenta le luci (quelle da 220 V. le ho sostituite con quelle da 12 V.) e l'impianto a 220 V alcuni dispositivi come un TV, il ventilatore a soffitto con lampada ed una radio.

I pc dei ragazzi vengono alimentati dalla linea 12 V. con un piccolo inverter 12/18 V.





I pannelli solari utilizzano l'energia solare, una fonte di energia pulita e rinnovabile. Non causano l'inquinamento atmosferico e hanno un basso impatto sull'ambiente. Inoltre, a differenza delle fonti di energia fossili, l'energia solare non si esaurisce nel tempo ed è alla base dello sviluppo sostenibile.


Sono trascorsi due anni


L'impianto è cresciuto ed il mio interesse è aumentato, forse anche in virtù della crisi energetica in corso e delle fatture da matti. :-)








Tre stringhe: 1540 W - 1320 W e 400 W per le prove.
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Ho iniziato l'assemblaggio di un impianto fotovoltaico, un impianto elettrico costituito dall'assemblaggio di vari moduli fotovoltaici che sfruttano l'energia solare per produrre energia elettrica mediante effetto fotovoltaico. « immagine » Per iniziare ho assemblato tre pannelli o moduli...
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Sulle mura sommerse di 2000 anni fa

23 maggio 2020 ore 13:45 segnala


Vicus Lartidianus – Vicus Annianus


Mi sono immerso per valutare un eventuale percorso da mostrare, a titolo gratuito, a chi ne facesse richiesta. A titolo gratuito non significa rubare o togliere il lavoro a persone specializzate nel settore.




E’ possibile vedere il sito archeologico sommerso di Baia partendo già dalla costa di Arco Felice, a circa 50 metri dalla spiaggia delle Monachelle si intravedono le mura della città, i resti di abitazioni, strade e Vicus Lartidianus – Vicus Annianus.




La parte più conservata e con più reperti si trova a Baia e precisamente nelle zone A,B,C. Le visite guidate sono a pagamento e comprendono bombola, zavorra, passaggio barca, guida. Di seguito alcuni costi e formule trovate in rete.



Il sito è facilmente raggiungibile a nuoto con pinne e maschera, a circa 40/50 metri dalla costa, i fondali variano tra un massimo di 3 metri a 30 cm. Comunque è consigliabile portare almeno un materassino o una canoa al seguito per chi deve riposare.



Oltre al divertimento è possibile portare a casa un ricordo bellissimo di un luogo situato sotto casa e non sponsorizzato da nessuno.



Il mare dei Romani: suggestivi percorsi tra archeologia e natura.




Per chi ama il mare, la storia e l’archeologia, il litorale Flegreo, dove sorge l’ex Asilo Vittorio E. III è il luogo ideale per ammirare le numerose testimonianze ed i reperti di epoca romana, situati sui fondali adiacenti. Dalla città, lungo la costa, si snodano alcuni itinerari naturalistici percorribili in bicicletta via terra e con canoa o piccoli gommoni via mare.

Portus Julius. I resti dell’antico porto romano attualmente sommersi nel mare per effetto del bradisismo, le due città adiacenti Vicus Lartidianus e Vicus Annianus, sono facilmente visibili anche restando in superficie stando distesi con una semplice maschera.



Il porto romano venne riscoperto nel 1956 grazie alle foto aeree scattate dal pilota militare Raimondo Bucher. Attraverso quelle foto e i rilievi subacquei effettuati, recentemente, dalla Soprintendenza dei Beni Archeologici, è stato evidenziato un complesso sommerso – corrispondente al porto antico e ad un tratto della via Herculanea – che si estende per circa 10 ettari ad una profondità variabile da 2,50 a 5 metri circa. Nel nostro percorso da un massimo di 2 metri a 30 cm.
Del complesso è stata rilevata direttamente solo la parte orientale. Vi si può osservare il tracciato di una via che passa fra i resti di due file parallele di magazzini portuali, con alzati di murature in opera reticolata, intonaci, casseforme lignee, impianti idraulici e poi un edificio più vasto con un orientamento diverso da tutte le altre strutture, disposto obliquamente, nel quale si è voluto riconoscere la domus dell’ammiraglio essendovi ancora dei pavimenti a mosaico.




Ti aspetto.... ma devi portare le pinne e la maschera.

IN OLANDA LA PRIMA PISTA CICLABILE IN PLASTICA RICICLATA

23 maggio 2020 ore 11:52 segnala


Immagina che le strade in futuro abbiano solo un tempo di costruzione di giorni anziché di mesi. Che una strada dura circa tre volte di più. Che la manutenzione e le interruzioni del traffico sono una cosa del passato e che il problema dei cavi e delle tubazioni e il problema delle acque urbane sono stati risolti in un colpo solo.

Questo può sembrare uno scenario per il futuro lontano, ma nulla è meno vero. KWS, una società di VolkerWessels, Wavin e Total stanno collaborando allo sviluppo di strade in plastica o al PlasticRoad. Gli elementi PlasticRoad sono progettati in modo tale da essere completamente applicabili in modo circolare, con l’obiettivo di utilizzare la massima quantità possibile di plastica riciclata.



Prefabbricato e modulare


Il concetto PlasticRoad consiste in una costruzione prefabbricata, modulare e concava realizzata in plastica (riciclata). Grazie alla produzione prefabbricata, alla leggerezza e alla struttura modulare di PlasticRoad, la costruzione e la manutenzione possono essere eseguite in modo più rapido, semplice ed efficiente rispetto alle tradizionali costruzioni stradali.

Costruzione vuota


Il PlasticRoad ha uno spazio vuoto che può essere utilizzato come deposito d’acqua (temporaneo) e quindi impedisce l’allagamento in precipitazioni estreme. Inoltre, lo spazio vuoto può essere utilizzato per il transito di cavi e tubi, in modo che il danno da scavo possa essere prevenuto. E ci sono molte altre applicazioni immaginabili, come la facile installazione di sensori o la ricarica elettrica dei veicoli.


Senza manutenzione


Il PlasticRoad è un prodotto completamente circolare in cui la plastica riciclata viene utilizzata come materia prima. PlasticRoad ha un’impronta di CO 2 significativamente inferiore grazie alla maggiore durata e alla diminuzione dei movimenti di trasporto rispetto alle tradizionali costruzioni stradali.



3x PIÙ

La durata prevista del PlasticRoad è da 2 a 3 volte superiore a quella di una pavimentazione stradale tradizionale.

70% più veloce

Il tempo di costruzione previsto per una nuova strada è ridotto di circa il 70%.

4x ACCENDINO

Rispetto ad una costruzione stradale tradizionale, il PlasticRoad è 4 volte più leggero.

100% RICICLABILE

PlasticRoad è riciclabile al 100% ed è fabbricato il più possibile con plastica riciclata.



La PlasticRoad, la strada basata sulla plastica riciclata, diventa realtà. La provincia di Overijssel e il comune di Zwolle ottengono i primi piloti. A settembre la prima pista ciclabile in plastica a Zwolle è un dato di fatto. Alcuni mesi dopo, la seconda pista ciclabile segue altrovein provincia. Il concetto PlasticRoad è stato lanciato nel 2015 dal leader di mercato nella costruzione di strade a KWS (una società Royal VolkerWessels ). Nel 2016, KWS ha concluso una partnership con Wavin e Total per l’ulteriore sviluppo di PlasticRoad.
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23/05/2020 11:52:51
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Microchip sottocutaneo

23 maggio 2020 ore 11:39 segnala


L’impianto dei microchip negli esseri umani è un metodo utilizzato per inserire nel corpo umano un dispositivo di identificazione a radiofrequenza a circuiti integrati o transponder RFID incapsulati in un involucro di vetro.

Una teoria, considerata complottista da oltre un ventennio oggi è realtà. I microchip entrano nella pelle degli svedesi.



Stoccolma (AFP) – Ha le dimensioni di un chicco di riso ma potrebbe contenere la chiave di molti aspetti della tua vita. Un microchip inserito sotto la pelle può sostituire la necessità di portare chiavi, carte di credito e biglietti del treno. Per alcuni potrebbe sembrare un incubo orwelliano, ma in Svezia è una realtà benvenuta per un numero crescente che privilegia la convenienza rispetto alle preoccupazioni di potenziali violazioni dei dati personali. I piccoli impianti sono stati utilizzati per la prima volta nel 2015 in Svezia inizialmente in via riservata

Gli impianti utilizzano la tecnologia Near Field Communication (NFC), utilizzata anche nelle carte di credito, e sono “passivi”, il che significa che contengono dati che possono essere letti da altri dispositivi ma non possono leggere le informazioni da soli.

Solo fantascienza? Non proprio


Se ne parlava già un ventennio addietro?

Leggendo la Bibbia troverete:


Apocalisse 13:16-18

16 Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; 17 e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. 18 Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d’uomo. E tal cifra è seicentosessantasei.

E’ possibile trasformare una persona in un burattino comandato a distanza, che proverà certe impressioni o compirà certi atti non in base alle sue facoltà naturali e alla sua libera determinazione, ma perché le sono state “suggerite”, o piuttosto ordinate ?


L’inserimento di microchip nel corpo umano, sul polso, sulla mano o alla radice dei capelli, è oggi un’operazione tecnicamente semplicissima, che non richiede più di una ventina di minuti. Essi vengono attivati mediante impulsi di onde radio a bassa frequenza; la batteria al litio si ricarica automaticamente grazie ai flussi della temperatura corporea. Stiamo parlando di microprocessori del volume di 5 micromillimetri, vale a dire 10 volte più piccoli del diametro di un capello. Tramite loro gli impulsi neurologici del cervello, che creano un campo elettromagnetico, ad esempio l’effetto prodotto da una sensazione visiva colta del nervo ottico, possono venire trasferiti, decodificati e memorizzati in un computer, e rinviati al sistema nervoso di quella persona, o per farle rivivere sensazioni già provate in precedenza o per stimolare sensazioni e pensieri nuovi, inducendo in essa delle reazioni emotive e delle risposte comportamentali appositamente programmate.



Eppure prima o poi lo accetteranno tutti.
Basti pensare che non è possibile interagire con la società in modo significativo non avendo un telefono cellulare. i microchip sottocutanei diventeranno di una importanza simile, senza di essi non sarà possibile interagire con la società. Faranno in modo che non averlo rappresenta solo uno svantaggio.




Il cofondatore di Microsoft Bill Gates lancerà capsule impiantabili chiamati anche microchip per l’uomo che hanno “certificati digitali”; questi possono mostrare chi è stato testato per il coronavirus e chi è stato vaccinato contro di esso.


Il magnate della tecnologia di 64 anni e attualmente la seconda persona più ricca del mondo, lo ha rivelato ieri durante una sessione di Reddit “Ask Me Anything” mentre rispondeva alle domande sulla pandemia di Coronavirus COVID-19.

Silvestro & Mascherino

21 maggio 2020 ore 18:58 segnala
Silvestro e Mascherino sono due fratelli che appartengono ad una colonia felina che vive in un parco.





Molte persone portano loro da mangiare ma in questo periodo di fermo, causa Covid 19, tutti i gatti presenti nel parco stanno soffrendo anche loro il problema vitto.




Questi due fratellini mi conoscono e di loro iniziativa me li ritrovo quasi ogni sera sulla finestra di casa.






E' un piacere vederli in salute, e non mi pesa comprare qualche scatoletta di carne e croccantini.
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Silvestro e Mascherino sono due fratelli che appartengono ad una colonia felina che vive in un parco. « video » Molte persone portano loro da mangiare ma in questo periodo di fermo, causa Covid 19, tutti i gatti presenti nel parco stanno soffrendo anche loro il problema vitto. « immagine »...
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21/05/2020 18:58:42
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