Vorrei che tu venissi da me senza passato, non truccarti gli occhi il viso le labbra, perché anche i colori hanno un ricordo, perché anche le forme riempiono un vuoto. Lascia il cappello sul tappeto all’ingresso, come fosse un cane che docile aspetta, lascia il vestito sopra il vaso di rame, come fosse un ombrello che anonimo giace. Perché quando vieni s’alzerà forte il vento, e porterà pioggia come Dio la manda, e porterà una donna con la tempesta nel cuore, con l’anima in mano e i brividi accanto. Bussa alla porta e chiamami se non t’apro, bussa di nuovo nuda e impaziente, perché io sia certo che stai andando di fretta, che niente e nessuno potrà più fermarti.
Ti prego se vieni non dirmi che scappi, non serve davvero se non ci sono ricordi, se dentro di te c’è soltanto rimbombo, e nel vuoto galleggi in cerca d’autore. Dimmi davvero che sei in cerca di mani, d’artista e padrone che modella la creta, per essere acqua che prende la forma, per essere sabbia che si sgrana in un pugno. Dimentica ogni cosa prima di dirmi che m’ami, perché l’amore non diventa ma nasce ogni volta, perché l’amore si secca tale e quale a una rosa, che vede a suo fianco un altro fiore sbocciare.