Senza pensarci troppo su, spensi il cellulare ed entrai. Quei dipinti così ricchi di colori, quei contrasti, mi rapirono. Non sono un intenditore d’arte e non comprendo molto le differenze di stili e la qualità del pennello, so solo che se un quadro mi colpisce è perché tocca le corde delle mie emozioni, mi parla al cuore. Mancavano ormai solo due stanze alla fine, quando davanti a un Fattori, vidi una giovane donna che scrutava il dipinto con attenzione. Sembrava una critica d’arte, o quantomeno, un’appassionata. Mi fermai a osservarla. I capelli le scendevano ricci lungo la schiena, il fisico proporzionato era molto gradevole. Indossava un maglioncino sportivo sopra a una gonna a pieghe, un abbigliamento che nella sua semplicità trovai molto attraente. Le gambe mi colpirono particolarmente, avevano qualcosa che le faceva apparire vellutate come mai mi era capitato di vedere. Quanto tempo trascorse non lo so, quella figura mi aveva completamente astratto dalla realtà. A un certo punto lei si girò, evidentemente aveva percepito uno sguardo insistente dietro di lei. Mi guardò, anzi, mi fissò per alcuni interminabili secondi. I suoi occhi mi colpirono con la forza di un uragano, penetranti e forti. Rimasi come inebetito, incapace di muovermi o proferir parola. Leggevo una carica di vita, una passionalità mai viste prima.