Le regole e, a maggior ragione le leggi, sono dei punti di riferimento così come i paracarri ai bordi delle strade. Non possono, a seconda delle convenienze, cambiare posizione. Non è ammissibile che qualcuno, furbescamente, decida che valgano o non valgano nel nome di mantra che vengono inculcati in menti offuscate da nostalgie ideologiche o, più semplicemente, da genuina stupidità. Le parole chiave del “politicamente corretto” chiudono il pensiero in un recinto dove si combatte il fascismo con il fascismo del dare patenti di democrazia, la discriminazione con la discriminazione di ritenere certe categorie incapaci di rispettare le leggi, giustificandone così l’esistenza ai margini della società, la povertà con la ricchezza propria e dell' “elite” che furbescamente sostiene questi concetti
