John Adam Belushi nasce a Chicago, figlio di immigrati Albanesi, John Belushi è un attore simbolo dell'eccesso. La sua breve vita è stata spericolata, all'insegna di notti vagabonde, passata attraverso crisi depressive e fasi di esaltazione; passando poi per l'utilizzo di pesanti droghe per cercare sempre il massimo della condizione. Anche il fratello James Belushi intraprenderà la carriera di attore divenendo uno dei volti noti di Hollywood, tuttavia rimarrà sempre in ombra rispetto a John.
Fin da ragazzo John Belushi coltiva tre passioni: il baseball, il teatro e il rock 'n' roll. Ai tempi della scuola John Belushi è uno studente modello; si diploma nel 1967 presso la Wheaton Central High School, della cui squadra di football è capitano. E' questo il periodo in cui conosce e si innamora di Judith Jacklin, sua futura sposa. Frequenta per un anno l'università del Wisconsin, poi abbandona. Passa al College di Dupage dove consegue una sorta di laurea breve in discipline artistiche.
La sua carriera inizia a soli 22 anni quando dopo un provino viene reclutato dalla "Second City Comedy", storica compagnia di Chicago dedita agli sketch improvvisati. In questi anni John Belushi conosce a Toronto Dan Aykroyd, con il quale instaura un solido rapporto lavorativo, oltre a una profonda amicizia. Nel 1975 la NBC dà vita ad una delle trasmissioni destinate a rivoluzionare la televisione americana: "Saturday Night Live". Dopo essersi fatto conoscere per la sua comicità demenziale in spettacoli teatrali prima, e alla radio poi, John Belushi viene reclutato nel cast di "Saturday Night Live", e la sua popolarità si impenna. Sullo stesso palco si alternano rockstar, attori e comici in un clima informale. Belushi aggiorna di puntata in puntata il suo repertorio di personaggi. La sera del 22 aprile 1978 John Belushi e Dan Aykroyd si presentano davanti alla telecamera nei panni di Joliet Jake ed Elwood, con abito e cravatta neri, occhiali da sole e cappello modello "fedora": cantano un pezzo blues accompagnandolo con frenetici balletti e capriole. Sarebbe stato il preludio del fenomeno mondiale "Blues Brothers".
Nella sua carriera cinematografica sono cinque i film a cui il suo nome è rimasto legato da un doppio filo; due di questi sono divenuti vero e proprio culto: "Animal House" (1978) e "The Blues Brothers" (1980), entrambi diretti da John Landis. Nel primo John Belushi interpreta la parte del repellente Bluto Blutarski, capo di una banda di goliardi, nel secondo è Jake, ex galeotto, con il cui fratello Elwood (Dan Aykroyd) si dedica al blues e alla beneficenza ("in missione per conto di Dio"); a contibuire a rendere leggenda quest'ultimo film sono le partecipazioni di mostri sacri del genere musicale quali James Brown, Ray Charles, Aretha Franklin e John Lee Hooker.
Negli altri tre film John Belushi non veste quelle sue maschere-icona per le quali è ricordato. In questi film interpreta ruoli più terreni: in "1941: allarme a Hollywood" (1979) di Steven Spielberg è un pilota, in "Chiamami aquila" (1981) di Michael Apted, veste i panni di un giornalista di Chicago innamorato di una ornitologa, e infine in "I vicini di casa" (1981) di John Avildsen, interpreta un paranoico teso alla difesa della sua privacy.
L'attore muore a soli 33 anni. La mattina del 5 marzo 1982 John Belushi viene ritrovato in un bungalow di un complesso alberghiero. Già in cattive condizioni fisiche dovute all'obesità e all'eccesso di alcool, la morte è sopraggiunta a causa di un'iniezione letale di cocaina ed eroina.
La sua salma riposa all'"Abel's Hill Cemetery" a Martha's Vineyard, nel Massachusetts.
Capitolo 21 (John Belushi)
17 novembre 2011 ore 09:35 segnala2ae4df9d-f816-4cd4-8744-3c74b374514a
none
- mi piaceiLikeItPublicVote
- commenticommentComment
Capitolo 20 (Sunday Bloody Sunday)
15 novembre 2011 ore 08:30 segnala
Derry, Irlanda del Nord.
Per chi arriva oggi per la prima volta, Derry è sinonimo di una città in grande espansione, facilmente raggiungibile con i voli low cost, circondata da colline e attraversata da un fiume azzurro. Ma chi conosce un po’ la storia irlandese sa dove andare subito a colpo sicuro: nel quartiere di Bogside, a due passi dal centro.
Lì il piccolo monumento a memoria delle vittime, un grande muro bianco, con la sua scritta che dice “You Are Entering Free Derry” e i murales che lo circondano, ricordano quel che accadde 26 anni fa, quel terribile 30 gennaio 1972: un giorno che cambiò la storia dell’Irlanda del Nord. In quella data, nella città di Derry, il NICRA (Northern Ireland Civil Rights Association) organizzò una manifestazione per i diritti civili a cui parteciparono migliaia di persone e che finì nel sangue.
Erano anni di estrema tensione e violenza. Dopo la divisione dell’Isola nel 1921, il potere politico ed economico era rimasto per cinquant’anni nelle mani degli unionisti. I cattolici nazionalisti erano cittadini di serie B all’interno di uno Stato che garantiva solo ai primi casa e lavoro. Per loro l’unica alternativa era prendere il treno per Dublino o emigrare. La legge d’emergenza, in vigore fin dal 1921, dava a soldati e polizia poteri eccezionali di arresto e perquisizione.
Il NICRA, come anche altre organizzazioni quali People’s Democracy, fu creata per chiedere, tramite pacifiche dimostrazioni per le strade, che in Irlanda del Nord venissero attuate le riforme più elementari: il diritto al voto per ogni persona, l’abolizione della legge d’emergenza e del gerrymandering (lo stratagemma elettorale che garantiva i seggi agli unionisti anche nelle circoscrizioni in cui non avevano la maggioranza) e una legislazione che ponesse fine alla discriminazione nel lavoro.
Brutale fu la reazione dello Stato nord-irlandese alle manifestazioni organizzate dal NICRA: in quegli anni le telecamere di tutto il mondo, puntate su Belfast e Derry, ripresero la polizia e i soldati mentre attaccavano i dimostranti, appoggiati da provocatori unionisti.
Il 5 ottobre 1968 una pacifica dimostrazione del NICRA a Derry fu attaccata dalle forze dell’ordine con il placet di William Craig, Ministro degli Interni al Parlamento nord-irlandese di Stormont. Il 4 gennaio 1969 duecento unionisti, armati di spranghe, bastoni e pietre, attaccarono un’altra pacifica marcia che si stava svolgendo da Belfast a Derry, mentre la polizia stava a guardare. Tre giorni dopo estremisti unionisti e le forze dell’ordine lanciarono un attacco al quartiere nazionalista di Bogside.
Una forte reazione a questa situazione esplosiva si venne a creare tra la gente dei ghetti nazionalisti, che cercarono di tenere lontani soldati e polizia erigendo barricate a difesa dei loro quartieri. A Derry crearono le no-go areas, zone in cui militari e forze dell’ordine non riuscivano a entrare.
La spirale di violenza raggiunse il culmine con un nuovo brutale attacco a Bogside, che provocò una forte reazione da parte degli abitanti (The Battle of Bogside, la “Battaglia di Bogside”, 12-14 agosto 1969). Dal 13 al 15 agosto 1969 vi fu l’assalto a interi quartieri nazionalisti, a Belfast e in altri centri. Il bilancio fu di 500 case incendiate, 1.500 persone costrette ad abbandonare le loro abitazioni e nove morti.
Fu proprio allora, dopo i pogrom scatenati contro i quartieri nazionalisti da gruppi orangisti, che i soldati britannici furono inviati sul suolo irlandese a proteggere la popolazione nazionalista (15 agosto 1969). Nel giro di breve tempo, tuttavia, da portatori di pace si trasformarono in coloro che appoggiavano la “mano forte” della polizia. Nell’agosto 1971, pochi mesi prima del Bloody Sunday, fu introdotto l’internamento senza processo. Nel giro di pochi anni migliaia di persone finirono in carcere, senza essere state processate.
Quel tragico 30 gennaio 1972 il governo britannico aveva deciso che bisognava dare una severa lezione a Derry al Movimento per i Diritti Civili e usare il pugno di ferro nel caso l’IRA fosse intervenuto. Poche ore prima della manifestazione un reggimento speciale, i parà, fu portato a Derry. Furono costoro ad aprire il fuoco sulla folla: 13 civili innocenti, di cui otto tra i 17 e i 20 anni, rimasero uccisi. Una quattordicesima vittima morì nel giugno 1972 per le ferite riportate.
Il Bloody Sunday fu un punto di non ritorno nella storia dell’Irlanda del Nord. Quella stessa sera moltissimi uomini e ragazzi, anche giovanissimi, si arruolarono nelle file dell’IRA: il Bloody Sunday aveva dimostrato che nessuno strumento democratico sarebbe servito a cambiare quello stato di apartheid che Londra aveva creato in Irlanda del Nord.
All’indomani del massacro il governo britannico aprì un’inchiesta, presieduta da Lord Widgery. Nell’aprile 1972 fu reso pubblico il “Rapporto Widgery”, nel quale i soldati responsabili del massacro furono assolti dall’accusa di omicidio. Alcuni dei militari di alto grado furono premiati dalla Regina d’Inghilterra.
Negli anni seguenti un giornalista di Derry, Don Mullan, raccolse prove e centinaia di testimonianze schiaccianti nei confronti dei soldati. Fu il suo libro, Eyewitness Bloody Sunday, a costringere nel 1998 il primo ministro britannico Tony Blair a far riaprire l’inchiesta.
Iniziata nel 2000, l’inchiesta Saville (dal nome di Lord Saville, che l’ha presieduta, affiancato da altri due giudici internazionali) rappresenta la più importante e lunga indagine che sia mai stata svolta nel Regno Unito. Ha coinvolto centinaia di persone. Interrogati 505 civili, 49 tra giornalisti e fotografi, 245 militari, 35 membri di gruppi paramilitari, 7 preti, 39 tra politici e membri dell’intelligence, 33 membri del RUC, la polizia nord-irlandese di allora.
Dalla fine del settembre 2002 gli oltre 200 soldati britannici che dovevano essere ascoltati nel corso dell’indagine hanno ottenuto dall’Alta Corte di dare la propria testimonianza (alcuni di essi da dietro uno schermo) a Londra anziché a Derry. Così l’aula bunker dell’inchiesta è stata trasferita nella Methodist Hall, nel cuore della capitale britannica, a fianco dell’abbazia di Westminster. Nell’ottobre 2003 l’aula del tribunale è stata nuovamente trasferita a Derry, dove l’ultimo testimone è stato interrogato nel febbraio 2005.
Tra i soldati ascoltati da Lord Saville vi è stato anche il parà 027, la cui testimonianza non fu presa in considerazione al tempo dell’inchiesta Widgery. Questo soldato ha sempre sostenuto che i suoi colleghi aprirono il fuoco su civili innocenti. Interrogato anche il generale Ford, che al tempo del massacro era il capo delle forze di terra dell’esercito britannico di stanza in Irlanda del Nord. E, infine, testimoni eccellenti, quali l’allora Ministro della Difesa Lord Carrington e lo stesso Edward Heath, a quel tempo primo ministro britannico.
La verità che è emersa nel corso delle udienze è agghiacciante: la responsabilità del massacro non sarebbe infatti imputabile solo a qualche “mela marcia” all’interno dell’esercito britannico, ma la decisione di aprire il fuoco contro civili innocenti sarebbe stata presa ad alto livello. La sentenza del Tribunale Saville, attesa per la fine del 2004, dovrebbe giungere quest’anno: un rapporto verrà inviato al Governo britannico, ma nessuno sa cosa accadrà poi. Per i parenti delle 14 vittime, marchiate per lungo tempo da Londra come “terroristi”, non rimane che attendere ancora.
Negli ultimi anni il cinema ha dato un contributo fondamentale a mantenere viva la memoria di questa sconvolgente pagina di storia irlandese. Oltre all’indimenticabile Bloody Sunday (che ha vinto il Festival del Cinema di Berlino e il Sundance Festival negli USA), nel 2002 è stato prodotto un altro eccellente film: Sunday (del regista Jimmy McGovern), prodotto dalla televisione inglese Channel 4, che nel 2002 ha vinto il Prix Italia. Nella pellicola, forse più forte e sconvolgente dello stesso Bloody Sunday, vengono riproposte in tutta la loro drammaticità anche le diverse fasi dell’inchiesta Widgery, conclusasi, come già si è detto, con un totale oscuramento della verità sul massacro del 1972.
Per chi arriva oggi per la prima volta, Derry è sinonimo di una città in grande espansione, facilmente raggiungibile con i voli low cost, circondata da colline e attraversata da un fiume azzurro. Ma chi conosce un po’ la storia irlandese sa dove andare subito a colpo sicuro: nel quartiere di Bogside, a due passi dal centro.
Lì il piccolo monumento a memoria delle vittime, un grande muro bianco, con la sua scritta che dice “You Are Entering Free Derry” e i murales che lo circondano, ricordano quel che accadde 26 anni fa, quel terribile 30 gennaio 1972: un giorno che cambiò la storia dell’Irlanda del Nord. In quella data, nella città di Derry, il NICRA (Northern Ireland Civil Rights Association) organizzò una manifestazione per i diritti civili a cui parteciparono migliaia di persone e che finì nel sangue.
Erano anni di estrema tensione e violenza. Dopo la divisione dell’Isola nel 1921, il potere politico ed economico era rimasto per cinquant’anni nelle mani degli unionisti. I cattolici nazionalisti erano cittadini di serie B all’interno di uno Stato che garantiva solo ai primi casa e lavoro. Per loro l’unica alternativa era prendere il treno per Dublino o emigrare. La legge d’emergenza, in vigore fin dal 1921, dava a soldati e polizia poteri eccezionali di arresto e perquisizione.
Il NICRA, come anche altre organizzazioni quali People’s Democracy, fu creata per chiedere, tramite pacifiche dimostrazioni per le strade, che in Irlanda del Nord venissero attuate le riforme più elementari: il diritto al voto per ogni persona, l’abolizione della legge d’emergenza e del gerrymandering (lo stratagemma elettorale che garantiva i seggi agli unionisti anche nelle circoscrizioni in cui non avevano la maggioranza) e una legislazione che ponesse fine alla discriminazione nel lavoro.
Brutale fu la reazione dello Stato nord-irlandese alle manifestazioni organizzate dal NICRA: in quegli anni le telecamere di tutto il mondo, puntate su Belfast e Derry, ripresero la polizia e i soldati mentre attaccavano i dimostranti, appoggiati da provocatori unionisti.
Il 5 ottobre 1968 una pacifica dimostrazione del NICRA a Derry fu attaccata dalle forze dell’ordine con il placet di William Craig, Ministro degli Interni al Parlamento nord-irlandese di Stormont. Il 4 gennaio 1969 duecento unionisti, armati di spranghe, bastoni e pietre, attaccarono un’altra pacifica marcia che si stava svolgendo da Belfast a Derry, mentre la polizia stava a guardare. Tre giorni dopo estremisti unionisti e le forze dell’ordine lanciarono un attacco al quartiere nazionalista di Bogside.
Una forte reazione a questa situazione esplosiva si venne a creare tra la gente dei ghetti nazionalisti, che cercarono di tenere lontani soldati e polizia erigendo barricate a difesa dei loro quartieri. A Derry crearono le no-go areas, zone in cui militari e forze dell’ordine non riuscivano a entrare.
La spirale di violenza raggiunse il culmine con un nuovo brutale attacco a Bogside, che provocò una forte reazione da parte degli abitanti (The Battle of Bogside, la “Battaglia di Bogside”, 12-14 agosto 1969). Dal 13 al 15 agosto 1969 vi fu l’assalto a interi quartieri nazionalisti, a Belfast e in altri centri. Il bilancio fu di 500 case incendiate, 1.500 persone costrette ad abbandonare le loro abitazioni e nove morti.
Fu proprio allora, dopo i pogrom scatenati contro i quartieri nazionalisti da gruppi orangisti, che i soldati britannici furono inviati sul suolo irlandese a proteggere la popolazione nazionalista (15 agosto 1969). Nel giro di breve tempo, tuttavia, da portatori di pace si trasformarono in coloro che appoggiavano la “mano forte” della polizia. Nell’agosto 1971, pochi mesi prima del Bloody Sunday, fu introdotto l’internamento senza processo. Nel giro di pochi anni migliaia di persone finirono in carcere, senza essere state processate.
Quel tragico 30 gennaio 1972 il governo britannico aveva deciso che bisognava dare una severa lezione a Derry al Movimento per i Diritti Civili e usare il pugno di ferro nel caso l’IRA fosse intervenuto. Poche ore prima della manifestazione un reggimento speciale, i parà, fu portato a Derry. Furono costoro ad aprire il fuoco sulla folla: 13 civili innocenti, di cui otto tra i 17 e i 20 anni, rimasero uccisi. Una quattordicesima vittima morì nel giugno 1972 per le ferite riportate.
Il Bloody Sunday fu un punto di non ritorno nella storia dell’Irlanda del Nord. Quella stessa sera moltissimi uomini e ragazzi, anche giovanissimi, si arruolarono nelle file dell’IRA: il Bloody Sunday aveva dimostrato che nessuno strumento democratico sarebbe servito a cambiare quello stato di apartheid che Londra aveva creato in Irlanda del Nord.
All’indomani del massacro il governo britannico aprì un’inchiesta, presieduta da Lord Widgery. Nell’aprile 1972 fu reso pubblico il “Rapporto Widgery”, nel quale i soldati responsabili del massacro furono assolti dall’accusa di omicidio. Alcuni dei militari di alto grado furono premiati dalla Regina d’Inghilterra.
Negli anni seguenti un giornalista di Derry, Don Mullan, raccolse prove e centinaia di testimonianze schiaccianti nei confronti dei soldati. Fu il suo libro, Eyewitness Bloody Sunday, a costringere nel 1998 il primo ministro britannico Tony Blair a far riaprire l’inchiesta.
Iniziata nel 2000, l’inchiesta Saville (dal nome di Lord Saville, che l’ha presieduta, affiancato da altri due giudici internazionali) rappresenta la più importante e lunga indagine che sia mai stata svolta nel Regno Unito. Ha coinvolto centinaia di persone. Interrogati 505 civili, 49 tra giornalisti e fotografi, 245 militari, 35 membri di gruppi paramilitari, 7 preti, 39 tra politici e membri dell’intelligence, 33 membri del RUC, la polizia nord-irlandese di allora.
Dalla fine del settembre 2002 gli oltre 200 soldati britannici che dovevano essere ascoltati nel corso dell’indagine hanno ottenuto dall’Alta Corte di dare la propria testimonianza (alcuni di essi da dietro uno schermo) a Londra anziché a Derry. Così l’aula bunker dell’inchiesta è stata trasferita nella Methodist Hall, nel cuore della capitale britannica, a fianco dell’abbazia di Westminster. Nell’ottobre 2003 l’aula del tribunale è stata nuovamente trasferita a Derry, dove l’ultimo testimone è stato interrogato nel febbraio 2005.
Tra i soldati ascoltati da Lord Saville vi è stato anche il parà 027, la cui testimonianza non fu presa in considerazione al tempo dell’inchiesta Widgery. Questo soldato ha sempre sostenuto che i suoi colleghi aprirono il fuoco su civili innocenti. Interrogato anche il generale Ford, che al tempo del massacro era il capo delle forze di terra dell’esercito britannico di stanza in Irlanda del Nord. E, infine, testimoni eccellenti, quali l’allora Ministro della Difesa Lord Carrington e lo stesso Edward Heath, a quel tempo primo ministro britannico.
La verità che è emersa nel corso delle udienze è agghiacciante: la responsabilità del massacro non sarebbe infatti imputabile solo a qualche “mela marcia” all’interno dell’esercito britannico, ma la decisione di aprire il fuoco contro civili innocenti sarebbe stata presa ad alto livello. La sentenza del Tribunale Saville, attesa per la fine del 2004, dovrebbe giungere quest’anno: un rapporto verrà inviato al Governo britannico, ma nessuno sa cosa accadrà poi. Per i parenti delle 14 vittime, marchiate per lungo tempo da Londra come “terroristi”, non rimane che attendere ancora.
Negli ultimi anni il cinema ha dato un contributo fondamentale a mantenere viva la memoria di questa sconvolgente pagina di storia irlandese. Oltre all’indimenticabile Bloody Sunday (che ha vinto il Festival del Cinema di Berlino e il Sundance Festival negli USA), nel 2002 è stato prodotto un altro eccellente film: Sunday (del regista Jimmy McGovern), prodotto dalla televisione inglese Channel 4, che nel 2002 ha vinto il Prix Italia. Nella pellicola, forse più forte e sconvolgente dello stesso Bloody Sunday, vengono riproposte in tutta la loro drammaticità anche le diverse fasi dell’inchiesta Widgery, conclusasi, come già si è detto, con un totale oscuramento della verità sul massacro del 1972.
7dcb63be-4208-4b38-b591-dd32054bf233
Derry, Irlanda del Nord.
Per chi arriva oggi per la prima volta, Derry è sinonimo di una città in grande espansione, facilmente raggiungibile con i voli low cost, circondata da colline e attraversata...

Post
15/11/2011 08:30:03
none
- mi piaceiLikeItPublicVote
- commenticommentComment2
Capitolo 19 (Antonio Russo Il Giornaslista)
14 novembre 2011 ore 17:18 segnala
Antonio Russo era un free-lance, abituato a vivere in prima persona gli eventi più scottanti. Non aveva voluto iscriversi all'Ordine dei giornalisti e aveva rifiutato offerte di testate blasonate, poiché così si sentiva libero di raccontare senza veti le realtà della guerra e – diceva – le atrocità che le popolazioni civili erano costrette a subire.
Russo è stato per molti anni free lance e reporter internazionale di Radio Radicale. Tra le sue corrispondenze più note quelle dall'Algeria, durante gli anni sanguinosi della repressione, dal Burundi e dal Rwanda, che hanno documentato la guerra nella regione dei grandi laghi, e poi dall'Ucraina, dalla Colombia e da Sarajevo.
Russo fu inoltre inviato di Radio Radicale in Kosovo, dove rimase – unico giornalista occidentale presente nella regione durante i bombardamenti NATO – fino al 31 marzo 1999 per documentare la pulizia etnica contro gli albanesi kosovari. Nel corso di quelle settimane collaborò anche con altri media italiani e con agenzie internazionali.
In quell'occasione fu anche protagonista di una rocambolesca fuga dai rastrellamenti serbi, unendosi ad un convoglio di rifugiati kosovari diretto in treno verso la Macedonia. Il convoglio si fermò durante il percorso e Antonio Russo raggiunse Skopje a piedi. Di lui non si ebbero notizie per due giornate intere, in cui lo si diede già per disperso.
Antonio Russo è deceduto nella notte tra il 15 e il 16 ottobre 2000 in Georgia, dove si trovava in qualità di inviato di Radio Radicale per documentare la guerra in Cecenia. Il suo corpo fu ritrovato ai bordi di una stradina di campagna a 25 km da Tbilisi, torturato e livido, con tecniche riconducibili a reparti specializzati militari. Il materiale che aveva con sé - videocassette, articoli, appunti - non fu ritrovato, anche il suo alloggio fu ritrovato svaligiato da appunti e video (pur senza toccare oggetti di valore).
Le circostanze della morte non sono mai state chiarite, ma molti hanno avanzato pesanti accuse al governo di Vladimir Putin a Mosca: Antonio Russo aveva infatti cominciato a trasmettere in Italia notizie scottanti circa la guerra, e aveva parlato alla madre, solo due giorni prima della morte, di una videocassetta scioccante contenente torture e violenze dei reparti speciali russi ai danni della popolazione cecena. Secondo i suoi amici, Russo aveva raccolto prove dell'utilizzo di armi non convenzionali contro bambini ceceni [. Nel maggio 2009, Daniele Biacchessi scrive la storia di Antonio Russo nel suo libro Passione reporter.
Russo è stato per molti anni free lance e reporter internazionale di Radio Radicale. Tra le sue corrispondenze più note quelle dall'Algeria, durante gli anni sanguinosi della repressione, dal Burundi e dal Rwanda, che hanno documentato la guerra nella regione dei grandi laghi, e poi dall'Ucraina, dalla Colombia e da Sarajevo.
Russo fu inoltre inviato di Radio Radicale in Kosovo, dove rimase – unico giornalista occidentale presente nella regione durante i bombardamenti NATO – fino al 31 marzo 1999 per documentare la pulizia etnica contro gli albanesi kosovari. Nel corso di quelle settimane collaborò anche con altri media italiani e con agenzie internazionali.
In quell'occasione fu anche protagonista di una rocambolesca fuga dai rastrellamenti serbi, unendosi ad un convoglio di rifugiati kosovari diretto in treno verso la Macedonia. Il convoglio si fermò durante il percorso e Antonio Russo raggiunse Skopje a piedi. Di lui non si ebbero notizie per due giornate intere, in cui lo si diede già per disperso.
Antonio Russo è deceduto nella notte tra il 15 e il 16 ottobre 2000 in Georgia, dove si trovava in qualità di inviato di Radio Radicale per documentare la guerra in Cecenia. Il suo corpo fu ritrovato ai bordi di una stradina di campagna a 25 km da Tbilisi, torturato e livido, con tecniche riconducibili a reparti specializzati militari. Il materiale che aveva con sé - videocassette, articoli, appunti - non fu ritrovato, anche il suo alloggio fu ritrovato svaligiato da appunti e video (pur senza toccare oggetti di valore).
Le circostanze della morte non sono mai state chiarite, ma molti hanno avanzato pesanti accuse al governo di Vladimir Putin a Mosca: Antonio Russo aveva infatti cominciato a trasmettere in Italia notizie scottanti circa la guerra, e aveva parlato alla madre, solo due giorni prima della morte, di una videocassetta scioccante contenente torture e violenze dei reparti speciali russi ai danni della popolazione cecena. Secondo i suoi amici, Russo aveva raccolto prove dell'utilizzo di armi non convenzionali contro bambini ceceni [. Nel maggio 2009, Daniele Biacchessi scrive la storia di Antonio Russo nel suo libro Passione reporter.
20f25c29-175c-489c-8a92-c315955a5594
none
- mi piaceiLikeItPublicVote
- commenticommentComment
Capitolo 18 (Tanta Nosatalgia della Vecchia MTV)
12 novembre 2011 ore 17:34 segnala
Mtv Oggi è un canale musicale, si ma di musicale c'è ben poco, Sè non il sottofondo dei programmi è dei telefilm che manda in onda, a parte ovviamente GLi EMA Awards tenutesi a Belfast, la Mtv con la quale io ho fatto conoscenza o per lo meno quelli della mia generazione e chè andava in onda solo il pomeriggio dalle 15 alle 23 una Mtv molto British solo videoclip intervallati da Vj Come Enrico Silvestrin o Camila Raznovich o l'Andrea Pezzi che si conduceva un programma molto bello che però aveva come tema oltra che la cucina la musica è i video,bene se qualcuno 15 anni fà mi avrebbe detto che MTV la tv dei giovani avrebbe distrutto l'idea di VIDEOCLIP, Chè la tv Liberale Musicale che aveva preso tante iniziative benefiche è contro la Censura avrebbe Censurato videoclip (Come ad esempio quello dei Negrita "Un Libro in Una Mano La Bomaba nell'altra")è che avrebbe prediletto alla Musica Programmi è reality in stile Grande Fratello, bè non c'avrei mai è poi mai creduto,mà la realtà purtroppo è questa è quella MTV per mè rimane è rimarrà un ricordo indelebile dei miei pomeriggi di adolescente inquieto....
1c91d793-b3a5-4321-b736-a0537d489bad
none
- mi piaceiLikeItPublicVote
- commenticommentComment
Capitolo 17 (DAVE GAHAN L'OBBLIGO DI SOPRAVVIVERE)
11 novembre 2011 ore 12:44 segnala
Oggi voglio parlarvi della storia del FrontMan del mio gruppo preferito I DEPECHE MODE,è parliamo di Dave Gahan.
proviene da una famiglia modesta e ha tre fratelli (Susan Christine, Peter Eric, e Philip Michael). Il padre biologico, Len, lasciò presto la famiglia e la madre Sylvia Ruth si trasferì con i figli a Basildon nell'Essex, una cittadina industriale sorta negli anni '60. Qui la madre si risposò con John Gahan e i suoi figli presero il cognome del patrigno, che sfortunatamente morì quando David aveva solo nove anni. Non molto tempo dopo il suo padre biologico fece visita alla famiglia, e David, che pensava al patrigno che aveva appena perso come al suo vero padre, ne restò sconvolto. Il padre fece brevi visite alla famiglia, per poi scomparire nel nulla dopo un anno.
Nell'adolescenza fu ribelle e trasgressivo, fino ad essere convocato per ben tre volte davanti alla corte giovanile per furto d'auto, vandalismo e graffiti. Lasciò la scuola superiore (St. Nicholas) e si dedicò a lavoretti di vario genere, tra cui la vendita di bevande non alcoliche e la costruzione di edifici.
Fu coinvolto nel movimento punk, allora ai suoi esordi e nel 1977 si iscrisse al Southend Art College di Londra, dove studiò per un breve periodo da stilista e da vetrinista.
Al liceo aveva conosciuto due altri futuri membri dei Depeche Mode, ovvero Martin L. Gore e Andrew Fletcher, assieme ad Alison Moyet, cantante, mentre a Londra conobbe John Lydon (che farà parte del gruppo dei Sex Pistols) e George O'Dowd (che sarà in seguito conosciuto come Boy George del gruppo dei Culture Club).
Nel 1980 incontrò Vince Clarke che all'epoca faceva parte di una band chiamata French look, e che in seguito avrebbe formato i Composition of sound con Martin Gore e Andrew Fletcher. Vince assistette ad una performance di David in un club, (aveva cantato in quell'occasione Heroes, di David Bowie), e lo arruolò nella band, che David in seguito rinominò in Depeche mode, ispirato da una rivista. Da allora, salvo che per la realizzazione di un suo album solista (Paper Monsters) nel 2003, David è la voce dei Depeche Mode.
Il successo arrise al gruppo fin dal 1981 e nel 1985 si sposò con Joanne Fox, da cui ebbe un figlio (Jack) nel 1987. In quell'anno il gruppo raggiunse l'apice del successo con un tour ("Tour for the masses") negli Stati Uniti nel 1987-88.
Nel 1991 lasciò la famiglia per sposare la sua press-agent, Theresa Conway, e si trasferì a Los Angeles. La sua immagine era quella tipica del rocker dannato con capelli lunghi, tatuaggi e piercing. Dal punto di vista artistico impresse alla propria voce tonalità più graffianti e imparò a suonare l'armonica a bocca. Nell'album Songs of faith and devotion, inciso dai Depeche Mode nel 1993, la svolta rock è testimoniata anche dall'uso, per la prima volta nella loro storia, di veri strumenti (batteria, orchestra da camera, coriste).
Fece anche pesantemente uso di droghe e il 28 maggio del 1996 fu vittima di un'overdose da speedball in un hotel di Los Angeles in cui si era trasferito dopo la fine del suo matrimonio. Era preda, quasi costantemente, di visioni e deliri, e i paramedici lo avevano già salvato miracolosamente altre volte tra abusi di sostanze stupefacenti e tentativi di suicidio (in un'occasione si tagliò persino le vene dopo una telefonata con la madre), tanto da essere soprannominato il Gatto dall'équipe medica. Quella volta, tuttavia rimase clinicamente morto per almeno tre minuti; risvegliandosi dal coma in cui era caduto pronunciò la frase "Do you mean this horny creep?" (traducibile con "Intendi questo sfigato eccitato?"), scelta come incipit di Barrel of a Gun, primo singolo dopo la convalescenza e contenuto in Ultra. Una volta dimesso dall'ospedale, venne arrestato per tentato suicidio (che costituisce un reato in California). Fu costretto dalla legge a disintossicarsi completamente e rimanere sotto controllo medico per anni, il che gli ha permesso di tornare a vivere.
In un centro di recupero incontrò la sua terza e attuale moglie, Jennifer Sklias, la quale ignorava perfino l'esistenza dei Depeche Mode. I due si trasferirono a New York e si sposarono il giorno di San Valentino del 1999. Nello stesso anno ebbero una bambina (Stella Rose) e David, inoltre, adottò Jimmy, il figlio che Jennifer aveva avuto da una precedente relazione. Lo stesso cantante dichiara tuttora, pur avendo dubbi sull'effettiva esistenza di Dio, di essere convinto che "Qualcuno" voglia davvero che lui viva, e che la nuova vita con la sua nuova famiglia abbia un che di miracoloso. Ha reagito al passato, stando tuttora attento nell'evitare situazioni che lo possano "indurre in tentazione" ed ha adottato uno stile di vita più sano: è astemio, pratica lo yoga, va in palestra, allena la propria voce e si impegna ad essere un buon padre (specialmente nei confronti di suo figlio Jack che non vive con lui a New York, ma in Inghilterra con la madre).
Nel 2003 è uscito il suo CD da solista, scritto in collaborazione con Knox Chandler, Paper Monsters, a cui sono seguiti un tour negli Stati Uniti e nell'Europa orientale e il DVD Live monsters. Chandler è un multi-strumentista tendente in prevalenza alla chitarra, ma ciò nonostante, i brani dell'album non richiamano molto la produzione dei Depeche Mode.
Nel penultimo album dei Depeche Mode, Playing the Angel, pubblicato nel 2005, sono stati inseriti per la prima volta tre suoi brani, uno dei quali, Suffer Well è anche stato pubblicato come singolo a marzo 2006. Nel video di Suffer well compare anche la sua attuale moglie, Jennifer Sklias.
Nel marzo2007 è stato annunciato sul sito ufficiale dei Depeche la lavorazione del nuovo album solista di Dave, il secondo nella sua carriera dopo Paper Monsters. Il nome del nuovo album è Hourglass, la data di uscita è stata fissata il 22 ottobre2007, mentre il primo singolo dell'album, intitolato Kingdom, è uscito l'8 ottobre.
Nel 2009 ritornano con un nuovo album è un nuovo tour SOUND of THE UNIVERSE,è tornerà nel 2012 con il suo terzo album da solista,la storia di Gahan Mi ha insegnato che quando stà per finire,o la fine è già iniziata,non vuol dire che non c'è è più nulla da fare....
proviene da una famiglia modesta e ha tre fratelli (Susan Christine, Peter Eric, e Philip Michael). Il padre biologico, Len, lasciò presto la famiglia e la madre Sylvia Ruth si trasferì con i figli a Basildon nell'Essex, una cittadina industriale sorta negli anni '60. Qui la madre si risposò con John Gahan e i suoi figli presero il cognome del patrigno, che sfortunatamente morì quando David aveva solo nove anni. Non molto tempo dopo il suo padre biologico fece visita alla famiglia, e David, che pensava al patrigno che aveva appena perso come al suo vero padre, ne restò sconvolto. Il padre fece brevi visite alla famiglia, per poi scomparire nel nulla dopo un anno.
Nell'adolescenza fu ribelle e trasgressivo, fino ad essere convocato per ben tre volte davanti alla corte giovanile per furto d'auto, vandalismo e graffiti. Lasciò la scuola superiore (St. Nicholas) e si dedicò a lavoretti di vario genere, tra cui la vendita di bevande non alcoliche e la costruzione di edifici.
Fu coinvolto nel movimento punk, allora ai suoi esordi e nel 1977 si iscrisse al Southend Art College di Londra, dove studiò per un breve periodo da stilista e da vetrinista.
Al liceo aveva conosciuto due altri futuri membri dei Depeche Mode, ovvero Martin L. Gore e Andrew Fletcher, assieme ad Alison Moyet, cantante, mentre a Londra conobbe John Lydon (che farà parte del gruppo dei Sex Pistols) e George O'Dowd (che sarà in seguito conosciuto come Boy George del gruppo dei Culture Club).
Nel 1980 incontrò Vince Clarke che all'epoca faceva parte di una band chiamata French look, e che in seguito avrebbe formato i Composition of sound con Martin Gore e Andrew Fletcher. Vince assistette ad una performance di David in un club, (aveva cantato in quell'occasione Heroes, di David Bowie), e lo arruolò nella band, che David in seguito rinominò in Depeche mode, ispirato da una rivista. Da allora, salvo che per la realizzazione di un suo album solista (Paper Monsters) nel 2003, David è la voce dei Depeche Mode.
Il successo arrise al gruppo fin dal 1981 e nel 1985 si sposò con Joanne Fox, da cui ebbe un figlio (Jack) nel 1987. In quell'anno il gruppo raggiunse l'apice del successo con un tour ("Tour for the masses") negli Stati Uniti nel 1987-88.
Nel 1991 lasciò la famiglia per sposare la sua press-agent, Theresa Conway, e si trasferì a Los Angeles. La sua immagine era quella tipica del rocker dannato con capelli lunghi, tatuaggi e piercing. Dal punto di vista artistico impresse alla propria voce tonalità più graffianti e imparò a suonare l'armonica a bocca. Nell'album Songs of faith and devotion, inciso dai Depeche Mode nel 1993, la svolta rock è testimoniata anche dall'uso, per la prima volta nella loro storia, di veri strumenti (batteria, orchestra da camera, coriste).
Fece anche pesantemente uso di droghe e il 28 maggio del 1996 fu vittima di un'overdose da speedball in un hotel di Los Angeles in cui si era trasferito dopo la fine del suo matrimonio. Era preda, quasi costantemente, di visioni e deliri, e i paramedici lo avevano già salvato miracolosamente altre volte tra abusi di sostanze stupefacenti e tentativi di suicidio (in un'occasione si tagliò persino le vene dopo una telefonata con la madre), tanto da essere soprannominato il Gatto dall'équipe medica. Quella volta, tuttavia rimase clinicamente morto per almeno tre minuti; risvegliandosi dal coma in cui era caduto pronunciò la frase "Do you mean this horny creep?" (traducibile con "Intendi questo sfigato eccitato?"), scelta come incipit di Barrel of a Gun, primo singolo dopo la convalescenza e contenuto in Ultra. Una volta dimesso dall'ospedale, venne arrestato per tentato suicidio (che costituisce un reato in California). Fu costretto dalla legge a disintossicarsi completamente e rimanere sotto controllo medico per anni, il che gli ha permesso di tornare a vivere.
In un centro di recupero incontrò la sua terza e attuale moglie, Jennifer Sklias, la quale ignorava perfino l'esistenza dei Depeche Mode. I due si trasferirono a New York e si sposarono il giorno di San Valentino del 1999. Nello stesso anno ebbero una bambina (Stella Rose) e David, inoltre, adottò Jimmy, il figlio che Jennifer aveva avuto da una precedente relazione. Lo stesso cantante dichiara tuttora, pur avendo dubbi sull'effettiva esistenza di Dio, di essere convinto che "Qualcuno" voglia davvero che lui viva, e che la nuova vita con la sua nuova famiglia abbia un che di miracoloso. Ha reagito al passato, stando tuttora attento nell'evitare situazioni che lo possano "indurre in tentazione" ed ha adottato uno stile di vita più sano: è astemio, pratica lo yoga, va in palestra, allena la propria voce e si impegna ad essere un buon padre (specialmente nei confronti di suo figlio Jack che non vive con lui a New York, ma in Inghilterra con la madre).
Nel 2003 è uscito il suo CD da solista, scritto in collaborazione con Knox Chandler, Paper Monsters, a cui sono seguiti un tour negli Stati Uniti e nell'Europa orientale e il DVD Live monsters. Chandler è un multi-strumentista tendente in prevalenza alla chitarra, ma ciò nonostante, i brani dell'album non richiamano molto la produzione dei Depeche Mode.
Nel penultimo album dei Depeche Mode, Playing the Angel, pubblicato nel 2005, sono stati inseriti per la prima volta tre suoi brani, uno dei quali, Suffer Well è anche stato pubblicato come singolo a marzo 2006. Nel video di Suffer well compare anche la sua attuale moglie, Jennifer Sklias.
Nel marzo2007 è stato annunciato sul sito ufficiale dei Depeche la lavorazione del nuovo album solista di Dave, il secondo nella sua carriera dopo Paper Monsters. Il nome del nuovo album è Hourglass, la data di uscita è stata fissata il 22 ottobre2007, mentre il primo singolo dell'album, intitolato Kingdom, è uscito l'8 ottobre.
Nel 2009 ritornano con un nuovo album è un nuovo tour SOUND of THE UNIVERSE,è tornerà nel 2012 con il suo terzo album da solista,la storia di Gahan Mi ha insegnato che quando stà per finire,o la fine è già iniziata,non vuol dire che non c'è è più nulla da fare....
d350a69b-f3d9-47ab-afa7-cc930c25a387
none
- mi piaceiLikeItPublicVote
- commenticommentComment
Capitolo 16(TributoSUPERSIC21.00www.webradioluzzi.jimdo.com)
09 novembre 2011 ore 15:33 segnala
Lo sò ne hanno parlato tutti,non saremo sicuramente originali nel farlo,mà noi non lo facciamo per essere fighetti o sfruttare il lutto,lo facciamo perchè ci sentiamo il dovere di farlo,poi se non volete non ascoltateci...
E' ora vorrei pubblicare una poesia di Mauro Sieli
Chioma regale
parlata un pò per male
inflessione dialettale
carattere gioviale
Sfrontatezza che conquista
arroganza di chi "ha da farsi"
dietro cui mal si celava
della tua forza la consapevolezza
Proprio quando cominciavi a vedere la vetta
destino beffardo, triste disdetta
te ne sei andato così di fretta
qual rosea alba che notte non aspetta
Sempre nel nostro cuore la tua spavalderia
che mal nascondeva la tua dolcezza
animo puro, coraggio di chi cerca
nel proprio limite della vita l'essenza
Buon viaggio caro Marco
E' ora vorrei pubblicare una poesia di Mauro Sieli
Chioma regale
parlata un pò per male
inflessione dialettale
carattere gioviale
Sfrontatezza che conquista
arroganza di chi "ha da farsi"
dietro cui mal si celava
della tua forza la consapevolezza
Proprio quando cominciavi a vedere la vetta
destino beffardo, triste disdetta
te ne sei andato così di fretta
qual rosea alba che notte non aspetta
Sempre nel nostro cuore la tua spavalderia
che mal nascondeva la tua dolcezza
animo puro, coraggio di chi cerca
nel proprio limite della vita l'essenza
Buon viaggio caro Marco
06ac6440-a30f-4a65-9a4f-47cea092e081
none
- mi piaceiLikeItPublicVote
- commenticommentComment
Capitolo 15 (Paul è Morto)
08 novembre 2011 ore 08:30 segnala
Dai microfoni di una radio della città del Michigan, la sera del 12 ottobre del 1969, il deejay Russell Gibb annunciò la morte di Paul McCartney. Il componente della famosa band sarebbe morto in un incidente d’auto nel 1965 e rimpiazzato in tutta fretta da un sosia.
La sera prima Gibb aveva ricevuto una telefonata anonima da parte di un uomo che gli comunicò la morte di Paul Mc Cartney in un incidente stradale nel 1965. Questi inoltre disse che, dopo essere stato sostituito da un sosia, tale William Campbell, i tre membri superstiti del gruppo, John Lennon, George Harrison e Ringo Starr, cominciarono a seminare nei loro dischi, tracce dell'accaduto. La voce anonima consigliò Gibb di guardare meglio certe copertine dei dischi dei Beatles e di ascoltare con attenzione i finali di alcune canzoni, in alcuni casi facendole anche suonare al contrario. Così nacque l’inquietante leggenda della morte del famoso McCartney.
I Beatles, al tempo al culmine della loro carriera, non negarono subito la cosa e ciò accrebbe i sospetti che la notizia fosse attendibile. Ma non solo. Le prove della morte di Paul erano lì, davanti gli occhi di tutti, nelle copertine dei dischi della famosa band inglese e nei loro testi, in certe allusioni implicite. E come mai Aleister Crowley, uno dei più sinistri e oscuri maghi del Novecento, compare sulla copertina del più famoso disco dei ragazzi di Liverpool, “Sgt. Pepper's Lonely hearts club band”? Perché i satanisti guidati da Charlie Manson, gli assassini dell'attrice Sharon Tate e di alcuni suoi amici, scrissero col sangue delle loro vittime i titoli di alcune canzoni dei Beatles sui muri della casa? Le canzoni e le copertine del gruppo rock più famoso di tutti i tempi sono pieni di simboli esoterici, frasi nascoste, messaggi subliminali, parti di cantato a volte registrate al contrario. Come si spiega questo mistero? Ecco qui alcune prove della morte di Paul McCartney:
-Il primo indizio è proprio del 1965, quando esce l’album “Rubber Soul” e un 45 giri con un singolo non compreso nell’album, dal titolo “We can work it out”, cioè “Ne possiamo uscire”, oppure “Ce la possiamo fare”. Ma a fare cosa? Forse a superare la perdita del loro caro amico? Una cosa è certa; da questo momento le cose iniziano a cambiare velocemente. I Beatles non vestiranno più con la loro divisa, tutti uguali e cambierà il loro modo di fare musica, diventando più cupo rispetto un tempo. Tale cambiamento si avverte nel loro album seguente, “Revolver”.
-Riferimenti al misterioso incidente d'auto che avrebbe ucciso il vero Mc Cartney sarebbe presente in un brano dell’album “Revolver”, chiamato “Taxman”, oltre che nella celebre “Eleanor Rigby”, dove si parla di un prete (Padre McKenzie ) che prepara il sermone per una cerimonia cui nessuno assisterà. Forse un riferimento al fatto che McCartney fu sepolto in tutta fretta e in gran segreto, alla presenza di un certo Padre McKenzie. E anche la copertina di “Revolver” presenta un inquietante indizio: Paul è l'unico defilato, messo addirittura di profilo. Forse come a dire “non sono più con voi”?
-Ancor più interessante è la copertina di “Sg. Pepper's Lonely Heart's club band”, dove sono presenti personaggi amati dalla band (come affermò Ringo Star “le persone che amiamo e ammiriamo”). Ma allora, perché insieme a Stanlio e Ollio, Marlon Brando, Carlo Marx, Bob Dylan e Jane Harlow, troviamo anche lo scrittore noir Edgar Allan Poe e soprattutto il mago satanista Aleister Crowley? Inoltre, ci sono altri richiami impliciti alla morte di Paul McCartney. Nella foto, i quattro musicisti, vestiti di colori sgargianti, sono in piedi davanti ad una specie di tomba adornata da fiori gialli posti a forma di chitarra basso a quattro corde (lo strumento suonato da Mc Cartney). Nella stessa foto la testa di Mc Cartney è sormontata da una mano aperta, un simbolo di morte nelle culture orientali. All'interno del book, un'altra foto mostra sulla divisa indossata da Mc Cartney un distintivo con la sigla OPD: formula in voga nei paesi anglosassoni per indicare una persona “dichiarata ufficialmente morta”: “Officially Pronounced Dead”. Ma non solo: se appoggiate uno specchietto perpendicolarmente alla gran cassa sulla copertina del disco, tra le parole “Lonely” ed “Hearts”, potrete leggere la scritta “1 One 1” (cioè 1 1 1, forse ad indicare i tre membri superstiti) e “He die”: lui è morto. E, guarda caso, la freccia tra “He” e “Die” punta proprio verso Mc Cartney. Sarà un caso? Improbabile. Sono troppi gli elementi presenti per parlare solo di casualità.
-1967, esce l’album “Magical Mystery Tour”, in cui troviamo la celebre “Strawberry Fields forever”, in cui John Lennon canta “Ho sepolto Paul”. Mentre in “I'm the Walrus” riproducendo al contrario una voce di sottofondo si sente dire: “Ah ah, Paul is Dead" (cioè. “Paul è morto”). In una foto del disco, Mc Cartney è seduto davanti alla scritta “I was” (cioè “Io ero”), mentre le due bandiere dietro di lui sono poste così come si usa nei funerali militari.
Nel 1968 esce l’unico album doppio dei Beatles, chiamato “White Album”, in quanto la copertina è interamente bianca e compare stampato solamente il nome del gruppo. Nel brano “I'm so tired”, nel finale si sente una voce confusa che, ascoltata al contrario, direbbe: “Paul is dead man: miss him, miss him, miss him!” (cioè “Paul è morto uomo, mi manca, mi manca, mi manca…”). Dello stesso album è la celebre “Helter Skelter£, ascoltata numerose volte in tribunale, al processo di Charles Manson, il quale seminò morte affermando di eseguire messaggi nascosti contenuti nelle tracce dei Beatles, in particolare in quella canzone e in “Piggies”.
-Nell’album “Abbey Road” troviamo altri indizi della presunta morte di Paul. I quattro Beatles camminano in fila, come in un funerale e ancora una volta è l’unico a distinguersi dagli altri: È l'unico a camminare a piedi nudi, quasi a indicare l'usanza di seppellire i morti senza scarpe, ha un passo diverso dagli altri e, benché notoriamente mancino, ha la sigaretta nella mano destra. Sul Maggiolino Volkswagen bianco parcheggiato sulla sinistra, sulla targa troviamo scritto: “28IF” (cioè: “28 se”. Se Paul fosse stato vivo in quel momento avrebbe avuto 28 anni!).
-Perché sulla copertina dell’album “Let It Be” Paul è l’unico dei quattro ad essere stato fotografato su uno sfondo diverso, inoltre color sangue?
-Nell’album “Yesterday and Today” Paul è seduto in un baule e dietro di lui i suoi tre compagni. Se si gira la copertina di novanta gradi verso sinistra sembrerà deposto in una bara. La copertina scelta precedentemente fu censurata. Ritraeva i quattro musicisti nelle vesti di macellai. Paul è nel mezzo ed è abbracciato da due bambole decapitate.
-Sulla copertina dell’album “McCartney” è presente una tazza vuota, la quale doveva esplicitamente aver contenuto delle ciliegie, per via della traccia rossa sul fondo e delle stesse sparse sul tavolo. Un vecchio detto inglese dice: “La vita è come una tazza piena di ciliegie.”
I quattro Beatles non hanno mai ammesso di aver seminato tracce esoteriche nei propri dischi e hanno sempre mostrato scetticismo anche di fronte alle circostanze più lampanti. Solo recentemente, Paul Mc Cartney, ormai cinquantenne, ha voluto dire la sua: nel 1993 è uscito un suo disco dal vivo dal titolo “Paul is live” (cioè Paul è vivo). Sulla copertina, il celebre attraversamento pedonale di Abbey Road a Londra, ma quasta volta sono presenti solo Paul ed un cane e sempre sulla sinistra, lo stesso maggiolone bianco ma con una targa differente: 51IS (cioè “ha 51 anni”).
La sera prima Gibb aveva ricevuto una telefonata anonima da parte di un uomo che gli comunicò la morte di Paul Mc Cartney in un incidente stradale nel 1965. Questi inoltre disse che, dopo essere stato sostituito da un sosia, tale William Campbell, i tre membri superstiti del gruppo, John Lennon, George Harrison e Ringo Starr, cominciarono a seminare nei loro dischi, tracce dell'accaduto. La voce anonima consigliò Gibb di guardare meglio certe copertine dei dischi dei Beatles e di ascoltare con attenzione i finali di alcune canzoni, in alcuni casi facendole anche suonare al contrario. Così nacque l’inquietante leggenda della morte del famoso McCartney.
I Beatles, al tempo al culmine della loro carriera, non negarono subito la cosa e ciò accrebbe i sospetti che la notizia fosse attendibile. Ma non solo. Le prove della morte di Paul erano lì, davanti gli occhi di tutti, nelle copertine dei dischi della famosa band inglese e nei loro testi, in certe allusioni implicite. E come mai Aleister Crowley, uno dei più sinistri e oscuri maghi del Novecento, compare sulla copertina del più famoso disco dei ragazzi di Liverpool, “Sgt. Pepper's Lonely hearts club band”? Perché i satanisti guidati da Charlie Manson, gli assassini dell'attrice Sharon Tate e di alcuni suoi amici, scrissero col sangue delle loro vittime i titoli di alcune canzoni dei Beatles sui muri della casa? Le canzoni e le copertine del gruppo rock più famoso di tutti i tempi sono pieni di simboli esoterici, frasi nascoste, messaggi subliminali, parti di cantato a volte registrate al contrario. Come si spiega questo mistero? Ecco qui alcune prove della morte di Paul McCartney:
-Il primo indizio è proprio del 1965, quando esce l’album “Rubber Soul” e un 45 giri con un singolo non compreso nell’album, dal titolo “We can work it out”, cioè “Ne possiamo uscire”, oppure “Ce la possiamo fare”. Ma a fare cosa? Forse a superare la perdita del loro caro amico? Una cosa è certa; da questo momento le cose iniziano a cambiare velocemente. I Beatles non vestiranno più con la loro divisa, tutti uguali e cambierà il loro modo di fare musica, diventando più cupo rispetto un tempo. Tale cambiamento si avverte nel loro album seguente, “Revolver”.
-Riferimenti al misterioso incidente d'auto che avrebbe ucciso il vero Mc Cartney sarebbe presente in un brano dell’album “Revolver”, chiamato “Taxman”, oltre che nella celebre “Eleanor Rigby”, dove si parla di un prete (Padre McKenzie ) che prepara il sermone per una cerimonia cui nessuno assisterà. Forse un riferimento al fatto che McCartney fu sepolto in tutta fretta e in gran segreto, alla presenza di un certo Padre McKenzie. E anche la copertina di “Revolver” presenta un inquietante indizio: Paul è l'unico defilato, messo addirittura di profilo. Forse come a dire “non sono più con voi”?
-Ancor più interessante è la copertina di “Sg. Pepper's Lonely Heart's club band”, dove sono presenti personaggi amati dalla band (come affermò Ringo Star “le persone che amiamo e ammiriamo”). Ma allora, perché insieme a Stanlio e Ollio, Marlon Brando, Carlo Marx, Bob Dylan e Jane Harlow, troviamo anche lo scrittore noir Edgar Allan Poe e soprattutto il mago satanista Aleister Crowley? Inoltre, ci sono altri richiami impliciti alla morte di Paul McCartney. Nella foto, i quattro musicisti, vestiti di colori sgargianti, sono in piedi davanti ad una specie di tomba adornata da fiori gialli posti a forma di chitarra basso a quattro corde (lo strumento suonato da Mc Cartney). Nella stessa foto la testa di Mc Cartney è sormontata da una mano aperta, un simbolo di morte nelle culture orientali. All'interno del book, un'altra foto mostra sulla divisa indossata da Mc Cartney un distintivo con la sigla OPD: formula in voga nei paesi anglosassoni per indicare una persona “dichiarata ufficialmente morta”: “Officially Pronounced Dead”. Ma non solo: se appoggiate uno specchietto perpendicolarmente alla gran cassa sulla copertina del disco, tra le parole “Lonely” ed “Hearts”, potrete leggere la scritta “1 One 1” (cioè 1 1 1, forse ad indicare i tre membri superstiti) e “He die”: lui è morto. E, guarda caso, la freccia tra “He” e “Die” punta proprio verso Mc Cartney. Sarà un caso? Improbabile. Sono troppi gli elementi presenti per parlare solo di casualità.
-1967, esce l’album “Magical Mystery Tour”, in cui troviamo la celebre “Strawberry Fields forever”, in cui John Lennon canta “Ho sepolto Paul”. Mentre in “I'm the Walrus” riproducendo al contrario una voce di sottofondo si sente dire: “Ah ah, Paul is Dead" (cioè. “Paul è morto”). In una foto del disco, Mc Cartney è seduto davanti alla scritta “I was” (cioè “Io ero”), mentre le due bandiere dietro di lui sono poste così come si usa nei funerali militari.
Nel 1968 esce l’unico album doppio dei Beatles, chiamato “White Album”, in quanto la copertina è interamente bianca e compare stampato solamente il nome del gruppo. Nel brano “I'm so tired”, nel finale si sente una voce confusa che, ascoltata al contrario, direbbe: “Paul is dead man: miss him, miss him, miss him!” (cioè “Paul è morto uomo, mi manca, mi manca, mi manca…”). Dello stesso album è la celebre “Helter Skelter£, ascoltata numerose volte in tribunale, al processo di Charles Manson, il quale seminò morte affermando di eseguire messaggi nascosti contenuti nelle tracce dei Beatles, in particolare in quella canzone e in “Piggies”.
-Nell’album “Abbey Road” troviamo altri indizi della presunta morte di Paul. I quattro Beatles camminano in fila, come in un funerale e ancora una volta è l’unico a distinguersi dagli altri: È l'unico a camminare a piedi nudi, quasi a indicare l'usanza di seppellire i morti senza scarpe, ha un passo diverso dagli altri e, benché notoriamente mancino, ha la sigaretta nella mano destra. Sul Maggiolino Volkswagen bianco parcheggiato sulla sinistra, sulla targa troviamo scritto: “28IF” (cioè: “28 se”. Se Paul fosse stato vivo in quel momento avrebbe avuto 28 anni!).
-Perché sulla copertina dell’album “Let It Be” Paul è l’unico dei quattro ad essere stato fotografato su uno sfondo diverso, inoltre color sangue?
-Nell’album “Yesterday and Today” Paul è seduto in un baule e dietro di lui i suoi tre compagni. Se si gira la copertina di novanta gradi verso sinistra sembrerà deposto in una bara. La copertina scelta precedentemente fu censurata. Ritraeva i quattro musicisti nelle vesti di macellai. Paul è nel mezzo ed è abbracciato da due bambole decapitate.
-Sulla copertina dell’album “McCartney” è presente una tazza vuota, la quale doveva esplicitamente aver contenuto delle ciliegie, per via della traccia rossa sul fondo e delle stesse sparse sul tavolo. Un vecchio detto inglese dice: “La vita è come una tazza piena di ciliegie.”
I quattro Beatles non hanno mai ammesso di aver seminato tracce esoteriche nei propri dischi e hanno sempre mostrato scetticismo anche di fronte alle circostanze più lampanti. Solo recentemente, Paul Mc Cartney, ormai cinquantenne, ha voluto dire la sua: nel 1993 è uscito un suo disco dal vivo dal titolo “Paul is live” (cioè Paul è vivo). Sulla copertina, il celebre attraversamento pedonale di Abbey Road a Londra, ma quasta volta sono presenti solo Paul ed un cane e sempre sulla sinistra, lo stesso maggiolone bianco ma con una targa differente: 51IS (cioè “ha 51 anni”).
0494d652-1b62-4fc1-8808-b7590c3d2801
Dai microfoni di una radio della città del Michigan, la sera del 12 ottobre del 1969, il deejay Russell Gibb annunciò la morte di Paul McCartney. Il componente della famosa band sarebbe morto in un...

Post
08/11/2011 08:30:01
none
- mi piaceiLikeItPublicVote1
- commenticommentComment
Capitolo 14 (Se Stasera il GF Vi Stà Sulle Scatole..)
07 novembre 2011 ore 17:35 segnala
Ciao a tutti,lo faccio anche perchè questo è il blog di questa piccola sgarrupata web radio,MA SE STASERA NON AVETE NULLA DA FARE è IL GF VI HA ROTTO......
Alle 21.30 sù www.webradioluzzi.jimdo.com Il Programma PIU' Scorretto chè c'è NON APRITE QUELLA XSIANA,In Esclusiva il Parto di Carla Bruni,Antonio Conte,è 2 Note donne Della Politica Pronte a scontrarsi a CAPATE, NON APRITE QUELLA XSIANA 1.6....
Lo show più liberale di COSENZA & PROVINCIA......
Alle 21.30 sù www.webradioluzzi.jimdo.com Il Programma PIU' Scorretto chè c'è NON APRITE QUELLA XSIANA,In Esclusiva il Parto di Carla Bruni,Antonio Conte,è 2 Note donne Della Politica Pronte a scontrarsi a CAPATE, NON APRITE QUELLA XSIANA 1.6....
Lo show più liberale di COSENZA & PROVINCIA......
d4c760c3-715c-4582-b6ad-f99cd8f16d51
none
- mi piaceiLikeItPublicVote
- commenticommentComment
Capitolo 13 (Ofra Haza stella d'oro del medio oriente)
06 novembre 2011 ore 14:32 segnalaNata nel quartiere di Hatikva, a Tel Aviv, Ofra Haza cresce insieme a nove tra fratelli e sorelle. La madre è una cantante di musica tradizionale dello Yemen e Ofra sentendola cantare scopre fin da piccola l’amore per la musica. Dai 12 anni in poi Ofra Haza è parte integrante del gruppo teatrale di Hatikva. Le trame degli spettacoli sono spesso di ispirazione politica, quindi i copioni vengono modificati in base alle decisioni prese dal governo in quel momento. Ofra affronta con coraggio due anni di servizio militare che in Israele è obbligatorio anche per le donne. Inizia ad esibirsi cantando in giro per il suo paese e pubblica per il solo mercato israeliano diversi album di genere pop tra cui il best seller “Shirey Moledet” .
Nel 1983 partecipa all’Eurofestival classificandosi al secondo posto con la canzone Hai. Nel 1985 , dopo un successo ben consolidato in patria , pubblica il suo primo disco sul mercato internazionale , Yemenite Songs un tributo alla musica dello Yemen che le fa conquistare una ristretta notorietà. Con l’aiuto di alcuni produttori americani nel 1988 incide Shaday. L’album Shaday caratterizzato da ritmi dance occidentali miscelate in modo divino con le sonorietà provenienti dal Medio Oriente, fa ottenere ad Ofra Haza un enorme successo prima in Israele, poi Inghilterra ed in Europa, facendo dell’ album il maggior successo di genere ethnopop in lingua non inglese . Da menzionare è Im Nin’ Alu che raggiunge il n.1 nella Eurochart grazie a vendite altissime soprautto in Germania e che fa vendere all’album milioni di copie.
Nel 1989 pubblica Desert Wind altro riuscitissimo prodotto intriso di sonorietà pop, dance e suoni provenienti dal deserto. Alcune canzoni di Desert Wind sono scelte come colonna sonora dal film Orchidea Selvaggia di Zalman King con Mickey Rourke e Carrè Otis. L’album ottiene grande successo in Medio Oriente, in Europa e fa conoscere Ofra Haza anche in Italia dove parteciperà al Festival di Sanremo 1991 con la versione in inglese della canzone di Raf Oggi un Dio non ho, Today I’ll Pray. Così Ofra Haza diventa un artista di tendenza capace con la sua musica di far da tramite tra mondo occidentale e mondo orientale.
Diventa prima “regina d’Israele” poi la “Madonna di Israele” incidendo una sua versione della canzone di Madonna Open Your Heart che la fa conoscere anche negli Stati Uniti. Nel 1992 Ofra Haza pubblica Kirya disco dove abbandona i ritmi techno per dedicarsi a brani cantati in ebraico e arabo, non prima di aver partecipato, in qualità di guest-star, alla nuova versione del più grande successo dei Sisters of Mercy Temple of love. Questo fa sì che ancora una volta lei sia portavoce del suo paese nel mondo.
Nel 1998, la sua notorietà mondiale viene confermata dall’invito a partecipare alla colonna sonora dal film d’animazione della Dreamworks pictures, Il Principe d’Egitto, accanto a star della musica come Whitney Houston e Mariah Carey.
Nonostante così tanto successo la fortuna sembra voltarle le spalle: nel 1987, sopravvive miracolosamente ad un’incidente aereo: il Cessna su cui viaggia precipita nel deserto al confine tra Israele e Giordania ed Ofra viene trovata della autorità solo dopo qualche giorno. Nel febbraio del 2000, cade in coma e muore mentre il mondo dello spettacolo e il mondo si disperano per l’accaduto. Causa della morte: AIDS. La malattia le è stata trasmessa a sua insaputa dal marito, Doron Ashkenasi, tossicodipendente. Mentre la famiglia di Ofra Haza accusa Ashkenasi della morte della cantante e di non aver mai detto a sua moglie di essere sieropositivo, lui muore nell’aprile del 2001 per overdose di cocaina. Al funerale della cantante israeliana sono presenti migliaia di ammiratori e personalità politiche come l’allora Primo Ministro Barak e lo statista Shimon Peres. Ofra Haza nella sua breve carriera ha portato la musica e la cultura israeliana in Occidente ed così diventa quasi un’eroina nazionale.
788f2863-9bc9-4951-ab0f-7b31993820e1
« VIDEO: mzk-hnlTSoQ »
Nata nel quartiere di Hatikva, a Tel Aviv, Ofra Haza cresce insieme a nove tra fratelli e sorelle. La madre è una cantante di musica tradizionale dello Yemen e Ofra sentendola...

Post
06/11/2011 14:32:40
none
- mi piaceiLikeItPublicVote1
- commenticommentComment
Capitolo 12 (La Scintilla Degli U2)
05 novembre 2011 ore 22:36 segnala
Premetto chè concordo con chi dice che è meglio che si sciolgano questi U2, parlo del momento in cui o capito, o per altro mi sono strainnamorato della musica ROCK c'è chi ha sentito l'assolo di Smoke on The Water dei DEEP PURPLE c' chi con il RIff di Smells Like Teen Spirit dei NIRVANA a capito come stare al mondo musicalmente parlando....
Io no, la canzone che mi ha fatto scoccare la scintilla, che mi ha fatto conoscere un mondo chè snobbavo,credendo che la dance commerciale dei 90 er amusica, è stata una canzone,DESIRE degli U2, non è forse la migliore canzone della BAND Irlandese ma all'epoca parliamo di fine anni 90 (quando avevo 17 anni) (lo sò la canzone è di 10 anni prima di ruttle & hum)bè non sò mi ha fatto scoccare quella scintilla, dà li ho iniziare ad ascoltare blues, dal blues agli ACDC è via discorrendo percorrendo tutte le epoche che il suono della chitarra ha emanato da Elvis Ai Coldplay, Passando Per Dylan,I Queen,I Pink Floyd, I Red Hot è mi fermo quì la lista sarebbe lunghissima,perchè scrivo questo, perchè erano anni che non ascoltavo quella canzone è riascoltare mi ha fatto venire in mente molte cose che l'ormai l'età matura aveva cancellato signori & signore il Link Di Youtube U2 Desire.......
Io no, la canzone che mi ha fatto scoccare la scintilla, che mi ha fatto conoscere un mondo chè snobbavo,credendo che la dance commerciale dei 90 er amusica, è stata una canzone,DESIRE degli U2, non è forse la migliore canzone della BAND Irlandese ma all'epoca parliamo di fine anni 90 (quando avevo 17 anni) (lo sò la canzone è di 10 anni prima di ruttle & hum)bè non sò mi ha fatto scoccare quella scintilla, dà li ho iniziare ad ascoltare blues, dal blues agli ACDC è via discorrendo percorrendo tutte le epoche che il suono della chitarra ha emanato da Elvis Ai Coldplay, Passando Per Dylan,I Queen,I Pink Floyd, I Red Hot è mi fermo quì la lista sarebbe lunghissima,perchè scrivo questo, perchè erano anni che non ascoltavo quella canzone è riascoltare mi ha fatto venire in mente molte cose che l'ormai l'età matura aveva cancellato signori & signore il Link Di Youtube U2 Desire.......
c51c1b45-3555-454a-aa16-9fe2d283275c
Premetto chè concordo con chi dice che è meglio che si sciolgano questi U2, parlo del momento in cui o capito, o per altro mi sono strainnamorato della musica ROCK c'è chi ha sentito l'assolo di...

Post
05/11/2011 22:36:00
none
- mi piaceiLikeItPublicVote1
- commenticommentComment
Blog Info
Visite totali: | 2.867 |
Post scritti: | 22 |
Scrive dal: | 23/10/2011 |
Coinvolgimento: | 7 (da valutare) |
Passa parola
fai conoscere questo blog ai tuoi amici,
usa i social tools qui sotto.