In un mondo strano dove regnavano l'amore e l'odio viveva un ragazzo nato per capire la vita...
A mezzanotte di un giorno a noi sconosciuto nacque un bambino... Venne chiamato Wilmer, dal nome si poteva notare la sua unicità...
Willy era veramente dolce e sensibile, fin da piccolo veniva sempre preso in giro dai suoi compagni per ogni cosa che faceva, era diverso da tutti, c'era qualcosa in lui che lo differenziava dai suoi coetanei, tuttavia nessuno riusciva bene a capire che cosa fosse.
A Willy fin da piccolo non piaceva fare le solite cose, trovava noiosa la maggior parte di ciò che facevano coloro che avevano la sua età... I suoi genitori e i dottori si chiedevano perchè lui non fosse uguale agli altri malgrado non avesse mai riscontrato malattie psicologiche.
Il ragazzino non parlava quasi mai, non pretendeva nulla e non si lamentava... Faceva qualunque cosa gli venisse detta senza alcun rimorso...
Tutte le mattine si alzava presto, si preparava per andare a scuola e si metteva in cammino da solo; era abituato a viaggiare da solo poiché i suoi genitori non erano mai presenti, sempre costretto a prendere il pullman e farsi tanta strada in solitudine per poi arrivare in classe e anche là stare solo con se stesso, abbandonato dagli altri, si sedeva e non si muoveva fino alla fine della giornata... Non scendeva in cortile se non quando era afferrato di peso da un insegnante che teneva moltissimo che lui legasse con gli altri...
Willy si faceva tante domande alle quali non sapeva rispondere... La sua vita era come un film, vedeva gli altri e non gli importava nulla si sé... Iniziò a leggere molto presto, passava molte ore chiuso in biblioteca a cercare libri che riguardassero il mondo... Era voglioso, pieno di curiosità insaziabili...
Il tempo passava e lui cresceva. Iniziava a capire le cose che lo circondavano, riusciva ormai a rispondersi a tutte quelle domande che si era fatto anni prima, imparò a capire che era importante avere dei legami con altra gente, capì che faceva bene per la sua salute stare all'aria aperta e fare qualcosa di diverso durante le ore di ricreazione.
Willy pensava sempre prima di fare delle scelte, non si ficcava mai nei pasticci e non gli interessava far parte di qualche gruppo... Era veramente intelligente e non si preoccupava di vestirsi come si vestivano tutti gli altri... A lui non piaceva seguire il gregge e allora decise di differenziarsi... Mentre tutti gli altri seguivano la moda a lui piaceva girare per vari negozi a comprarsi delle cose particolarmente semplici ma che avevano una loro attrazione e, senza nemmeno accorgersene, divenne il ragazzo preferito da tutti... Ma nonostante tutto lui continuò ad essere se stesso...
Si promise di continuare ad essere se stesso fin dall'inizio, in passato gli era già capitato di leggere sui libri o vedere alla televisione che chi acquistava potere cambiava radicalmente il suo modo di fare, di pensare e di essere... Chi diventava importante faceva di tutto per non ritornare la persona che era prima....
Wilmer spesso nelle stagioni calde prendeva e se ne andava per giornate intere nei prati a riflettere... La sua vita era una riflessione unica... Si sdraiava su qualche asciugamano e pensava a tutto ciò che aveva visto nella settimana... Un giorno ebbe un soggetto particolare su cui focalizzare la propria riflessione; aveva notato che le persone si accorgono di quello che hanno solamente quando purtroppo l'hanno perduto, si accorse anche che molti si facevano sentire nel momento del bisogno e altri volevano farsi vedere forti anche se, come lui ben sapeva, molti di costoro in fin dei conti non lo erano...
Quando iniziò a capire che doveva assolutamente trovare un confronto con gli altri per rendersi conto di cosa succedeva alle persone che lo circondavano capì anche che doveva cercare di trasmettere tutto ciò che imparava, che non se le doveva tener tutte per lui altrimenti non sarebbero servite a nulla... Per far tutto questo Wilmer doveva cercare una persona della quale si poteva fidare ciecamente, consapevole che se quei segreti fossero finiti nelle mani sbagliate sarebbero stato frutto di grandi disordini tra gli uomini.
Un giorno in cortile mentre era piegato sulle pagine travolgenti di un libro fantastico gli si avvicinò alle spalle un ombra. Tranquillo iniziò a distogliere lo sguardo dal libro e con la coda dell'occhio notò che c'era qualcuno che lo stava osservando, all'inizio fece finta di nulla per accertarsi che stesse guardando proprio lui, poi si voltò e chiese a costui cortesemente cosa volesse. Egli si presentò e gli raccontò il motivo per cui era venuto a parlargli, si scoprì che da tempo lo stava seguendo da lontano, che gli era saltato all'occhio per il suo modo di porsi, Wilmer non sapeva cosa pensare...
Si chiese se era stato notato per il modo in cui si vestiva o semplicemente se lui era l'unico che al momento era isolato da tutto e da tutti... Alla fine il ragazzo che si era presentato con il nome di Christian rispose alla sua domanda anche se questa venne solo formulata nella sua testa e non fu mai pronunciata... sì, era stano ma cosa nella vita di Wilmer non lo era? Pochi minuti dopo finalmente le cose diventarono più chiare, Christian raccontò che sapeva leggere nel pensiero, Will si stupì ma dopo tutto nemmeno così tanto, aveva sempre sostenuto che l'essere umano era stato destinato a vivere sia con dei pregi che con dei difetti, non solamente una delle due cose... e questo si poteva collocare in certe circostanze a dei difetti ed altre a un pregio magnifico. Con il passare del tempo i due divennero dei grandi amici,potevano parlarsi liberamente su qualsiasi argomento perché erano sintonizzati sulla stessa frequenza d'onda... Wilmer finalmente aveva trovato la persona adatta a cui confidarsi ma non era ancora pronto per fare il primo passo, anche se alla fine capì che nulla di quello che pensava poteva rovinare il rapporto solidale che si erano costruiti, man mano che passavano i giorni lui raccontava a Christian tutto ciò che lo attraversava... Le sue emozioni, i suoi sentimenti e tante altre cose.
Christian era un asso nel pallone e lo invitò a giocare, Wilmer accettò seduta stante e poté imparare tante cose legate all'insegnamento dei valori dello sport, quelle cose che non ti insegna un foglio di carta ma l'unione tra compagni di squadra, fidarsi degli altri e d'altro canto imparò anche a non arrendersi mai perché darsi per vinto non porta da nessuna parte.
I due amici un giorno stavano attraversando la strada quando un macchina impazzita cambiò improvvisamente direzione e si schiantò su di loro, tutto fu così talmente veloce che non ci fu modo di riflettere se non quello che gli venne d'istinto; raccolse tutte le sue forze e spinse fuori traiettoria il suo amico, purtroppo lui non ebbe il tempo di scappare e venne preso sotto. In lacrime Christian gli si precipitò al fianco, ormai a Wilmer mancavano pochi minuti di respiro e si fece promettere che non sarebbe mai stato dimenticato e che nulla di quello che aveva appreso sarebbe stato perso... Per ultima cosa riuscì a far capire all'amico che non doveva essere vendicato perché la morte portava solamente altra morte.
Era un ragazzino veramente speciale, a lui non importava competere con nessuno non perchè si credesse inferiore o superiore ma bensì perché sapeva che tutti noi siamo uguali e dava veramente tanta importanza a questo fatto, più della maggior parte della gente...
Wilmer sorrideva sempre perché aveva capito il segreto della vita e in qualche modo lo voleva trasmettere agli altri, capì che la vita era come uno specchio e se le sorridevi lei ti sorrideva... Inoltre nel suo cammino apprese che la felicità bisognava cercarsela perché non arriva da sola, se tu non fai nulla per ottenere le cose che desideri allora non puoi pretendere che queste ti vengano a bussare alla porta.
life
25 aprile 2009 ore 00:58 segnala10771897
In un mondo strano dove regnavano l'amore e l'odio viveva un ragazzo nato per capire la vita... A mezzanotte di un giorno a noi sconosciuto nacque un bambino... Venne chiamato Wilmer, dal nome si poteva notare la sua unicità... Willy era veramente dolce e sensibile, fin da piccolo veniva sempre...

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