Ci starebbe bene una digressione su cosa sia sbagliato e cosa non lo sia. Sull'humus in cui cresciamo e l'imprinting di mamma oca (Super-Ego).
Ricordo un'intervista a Indro Montanelli (grande uomo), nella quale descriveva uno dei geni più prolifici della storia, come un disadattato che non riusciva a distinguere la scarpa destra dalla sinistra. Fa pensare. Totalmente incapace nelle cose "normali" della vita, assolutamente indiscutibile in tutto ciò che altri faticano anche solo a intravedere, perché ?
Perché tra genio e pazzia, non c'è molta differenza, ma questo, ormai, lo sappiamo tutti.
Diversi dalla normale mediocrità degli altri individui, incomprensibili ai più. Soli. Lasciano che sia l'inconscio (Es), a condurre i giochi della mente. Spinte primordiali proprie di un patrimonio genetico anomalo. Eh sì, così come la pazzia, anche il genio, è un'anomalia.
Lascio Freud e riprendo la pazzia, come se i due argomenti non fossero strettamente correlati. Credo che anche Freud fosse pazzo, ma non abbastanza per gustarne le sfumature più terrificanti.

Pazzia.
La studiamo, noi uomini, da sempre. Prima erano spiriti maligni, poi morbi sconosciuti, poi, poi, poi davvero nessuno sa cosa sia.
Possiamo fare analisi cliniche, vedere quali impulsi elettrici, quanti e da quale zona del cervello partono. Possiamo intravedere traumi fisici o emotivi. Possiamo fare miliardi di ipotesi e controtesi, ma non riusciremo mai a comprendere sino in fondo cosa alberghi davvero in un momento di pazzia.
Eppure, eppure analizzando gli eventi, osservandoli senza giudizio, possiamo notare che esiste una logica, a volte addirittura sensata, nello sproloquio o nel gesto "estremo" di un folle.
Osservare senza giudizio, ecco cosa rende l'uomo schiavo di se stesso. Il giudizio.
"Chi ha il buon senso, l'adopri", è una frase, un incubo che mi rincorre da tutta la vita. Cos'e' il buon senso? Perché adoperarlo? Cos'e' il buon senso?
"Il buon senso è la cosa meglio distribuita nel mondo poiché ciascuno pensa d'esserne così ben provvisto che anche coloro che più difficilmente si accontentano di ogni altra cosa non sogliono desiderarne più di quel che ne hanno", così diceva Cartesio.
"Per substantiam intelligo id quod in se est et per se concipitur", diceva un tizio che si chiamava Spinoza. La sostanza non ha bisogno di altro, se non di se stessa, per comprendere il tutto e se stessa. Tanto per fare un paragone molto, molto, molto tirato, la sostanza di cui parla Spinoza è quella che potremmo definire l'anima, mentre tutto quello che gli altri percepiscono, è un corollario o un'estensione. Chi riesce, nella derivata, a cogliere la sostanza, ha egli stesso sostanza (è un concetto più facile da comprendere che da spiegare). Per fare un'esempio semplice, la sostanza nell'uomo, è come la "madre" per l'aceto.
Questo potrebbe significare che per trovare il genio serve un pazzo e viceversa? O il genio riconosce se stesso, così come il pazzo?

Se una delle due ipotesi fosse corretta il numero dei cervelloni e dei folli, oggi come ieri, avrebbe proporzioni enormi. Invece, noi ci limitiamo a contarli e a piazzarli in qualche trattato di filosofia, matematica, arte, medicina. Come fossero voci di un dizionario.
Poi sono arrivati gli anni '70, nei quali tutto ciò che era considerato squilibrato, è divenuto genio e tutto ciò che era genio, si è trasformato in una didascalica descrizione su un libro universitario. Divertente no?!
Bizzarro, strano, difficile da comprendere, astruso, passano da sbagliato a meraviglioso con una falicità quasi sconcertante.
Ma il pazzo? dov'e' finito il pazzo?
E' ancora lì, solo, con il suo mondo diverso.
Lo studiamo per poterlo curare, per poterlo salvare, per esaltarlo se pensiamo di aver scoperto il genio o isolarlo se non vediamo la sostanza. Siamo sbagliati noi umani, tutti sbagliati.
La follia non è uno status quo, è un attimo. Un istante di lucidità che attraversa la mente come un fulmine nella notte più nera.
Genio e Pazzia, i due opposti, facce della stessa medaglia che costituiscono la mente umana. Solo quella umana?
Dall'angelo protettore, alla sofferenza dell'animo. Questo siamo, così viviamo.

Mettetevela via, gente, siamo tutti pazzi.
Chi non è matto, non merita di vivere.