
Signore della chat mi presento: Sono il Neurone. Vivo solitario in un ampio monolocale a equo canone, nel senso che equamente, il canone è a costo zero, in cambio di qualche piccolo intervento nella disordinata e assolutamente disdicevole vita di quell'uomo (e mi scuso con il genere, intendendo l'umanità intera, se utilizzo questo termine) che ha tentato di intrattenersi con Lei per qualche scambio di battuta. Le scrivo approfittando di uno degli innumerevoli momenti di vuoto della vita in cui quello che chiamerò per decenza il Soggetto spesso cade e nei quali rimane come catatonico di fronte a uno strano oggetto dai colori cangianti e da cui spesso scaturiscono strepitanti vocii emessi da ancor più strani umani bidimensionali. Il motivo di questa mia è per ringraziarLa delle parole gentili che ha avuto nei miei riguardi, riconoscendo una mano estranea al Soggetto nelle parole che Le sono giunte, e che il Soggetto stesso ha incautamente pensato di potermi nascondere. Nonostante la mia naturale riluttanza ai complimenti è inutile nascondere che sono sempre piacevoli, anche perché attenuano la mortificante e malaugurata sorte che mi è toccata capitando in questo monolocale sfitto e abbandonato. Per quel poco che ho potuto fare ho cercato di rendere questo spazio il meno vuoto e buio possibile, ma mi rendo conto che spesso i miei sforzi risultano vanificati dall'agire colloquiale del Soggetto, che spesso parla seguendo logiche di cui non riesco a capire la provenienza, e dalle quali prendo le massime distanze. In lui fenomeni quali la sinapsi sono praticamente impossibili senza la mia presenza, e quel che è peggio è che il suo ego lo porta a credere il contrario, portandolo a rendersi protagonista di situazioni che definire ridicole sarebbe assolutamente riduttivo. Cercherò di essere presente il più possibile durante i vostri colloqui per impedirgli di dire cose che potrebbero indurLa a muovere atti al di fuori dalla legge per liberare il mondo dalla sua insignificante presenza. Nel caso dovesse verificarsi il malaugurato caso che nelle conversazioni non dovesse riconoscere sin dalle prime battute il solito interlocutore, La prego di temporeggiare, e se la situazione non migliora nel volgere di qualche minuto passi oltre con nonchalance. Anche io in quanto Neurone ho diritto a qualche momento di relax e di privacy, e potrei non riprendere immediatamente il mio posto di controllo sulle attività cerebrali del Soggetto, e poi non ho l'animo di Madre Teresa di Calcutta, e se sono immerso in piacevoli sollazzi neuronali nulla mi può distrarre, men che meno le folli dissertazioni fuori controllo del Soggetto. Temporeggi, mia cara Signora della Chat, al limite soprassieda, e poi si metta in contatto con me, insieme troveremo certamente una soluzione. Purtroppo non una cura definitiva, come Lei ben sa che certe malattie possono essere tenuto sotto controllo, alleviate in qualche complicanza, purtroppo non guarite, ma sempre meglio di nulla. In fondo la mia è anche una richiesta di tipo scientifico, cercare di capire l'origine di tanta insipienza potrebbe essere di aiuto all'Umanità (quella reale) intera. Ancora grazie per le parole di stima, un saluto rispettoso, al limite del servilismo, il Neurone
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