Continua la serie dei pezzi a quattro mani, certi che non si tratta di sinfonie da concerto, ma di un semplice gioco di condivisione e di confronto. A volte per aiutare la memoria, altre per conoscere dettagli di cui non si sapeva. In fondo, anche questo è un modo per non contribuire al proliferare di nuovi muri.
... ne parlano tutti, e in fondo è giusto che sia così. Oggi sono venti anni dalla caduta del muro più celebre al mondo. I conti sono facili a farsi. Avevo diciassette anni, e vedevo in quel muro che cadeva la speranza di un mondo più uguale. Le immagini di quel muro che cadeva fecero rapidamente il giro del mondo, e quegli uomini che superavano quell'assurdo confine avevano negli occhi una luce di gioiosa speranza che non poteva essere dimenticata. A migliaia passarono quel confine, e festeggiarono la loro rinnovata speranza con i loro connazionali a cui erano stati negati per decine di anni. La birra scorse a fiumi quella notte, i canti risuonarono per le strade della città per tutta la notte, la musica echeggiò forte nel cielo sino all'alba. La cosa più incredibile è che gli uomini che venivano dall'Est avevano in tasca solo soldi che dall'alta parte città non avevano alcun valore, non potevano essere cambiati, perché le banche a quell'ora non erano aperte e poi avrebbero schifato quella valuta. Ma quella notte nessuno presento loro il conto, non c'era nulla da pagare. ..
... Vent'anni sono passati...
Quel muro venne fatto a pezzi, e molti ne presero un piccolo frantume per serbarlo a casa come cimelio, per non dimenticare sino a che punto aberrante può arrivare l'uomo, in modo che la memoria consentisse a tutti di far sì che nulla del genere dovesse mai più accadere.
... Vent'anni sono passati...
.. e altri muri, altre barriere sono state costruite, sotto i nostri occhi, con il nostro tacito consenso. Penso alla striscia di Gaza, alla zona "verde" di Bagdad, o al confine Messico Stati Uniti (… ahh i democratici Stati Uniti), ma i muri che più intristiscono i miei pensieri sono quelli che le nostre coscienze fingono di non vedere, quelli che alziamo sui nostri confini, lasciando morire a decine di centinaia poveri cristi in mezzo al mare, o nascosti in improbabili pertugi nei tir, o in chissà quali altre squallide situazioni che ci vengono accuratamente nascoste. Ma il muro più alto e invalicabile è quello che abbiamo in noi, al quale quotidianamente e pervicacemente tutti i giorni aggiungiamo un mattone: quello dell'indifferenza.
… Vent'anni son passati...
… e quell'album registrato nel 1969 dal titolo “Due anni dopo” conteneva la canzone omonima, il cui “ritornello” vent'anni dopo il Maestro modificò in “vent'anni dopo”, e oggi, un altro ventennio dopo, sembra scritta domani
“Visioni e frasi spezzettate si affacciano di nuovo alla mia mente,
l'inverno e il freddo le han portate, o son cattivi sogni solamente.
Mattino verrà e ti porterà
le silouhettes consuete di parvenze;
poi ti sveglierai e ricercherai
di desideri fragili esistenze...
Lo specchio vede un viso noto, ma hai sempre quella solita paura
che un giorno ti rifletta il vuoto oppure che svanisca la figura.
E ancora non sai se vero tu sei
o immagine da specchi raddoppiata;
nei giorni che avrai però cercherai
l'immagine dai sogni seminata...
L'inverno ha steso le sue mani e nelle strade sfugge ciò che sento.
Son trine bianche e neri rami che cambiano contorno ogni momento.
E ancora non sai come potrai
trovare lungo i muri un' esperienza;
sapere vorrai, ma ti troverai
due anni dopo al punto di partenza...
E senti ancora quelle voci di mezzi amori e mezze vite accanto;
non sai però se sono vere o sono dentro all'anima soltanto;
nei sogni che hai, sai che canterai
di fiori che galleggiano sull'acqua.
Nei giorni che avrai ti ritroverai
due anni dopo sempre quella faccia...
La la la la...”
… Vent'anni fa cadeva un muro, e tanti guardarono con speranza a quell'evento. A guardar quel che è rimasto dopo che la polvere di quel crollo si è definitivamente posata pare che siano rimaste solo le macerie, oggi nascoste dai luccichii delle luci delle celebrazioni...
“Visioni e frasi spezzettate si affacciano di nuovo alla mia mente,
l'inverno e il freddo le han portate, o son cattivi sogni solamente.”
… purtroppo non sono cattivi sogni, gli uomini continuano a costruire muri, e se questo può avere in qualche modo una ragione se pur assurda e miserevole, la cosa che più fa male al cuore è che quei muri si finge di non vederli, al punto di celebrare la caduta di quel muro come se fosse stato l'ultimo... chissà tra vent'anni cosa avremo intorno...
Rechel72