Vecchi muri e nuove canzoni...o viceversa?

09 novembre 2009 ore 22:58 segnala
 

Continua la serie dei pezzi a quattro mani, certi che non si tratta di sinfonie da concerto, ma di un semplice gioco di condivisione e di confronto. A volte per aiutare la memoria, altre per conoscere dettagli di cui non si sapeva. In fondo, anche questo è un modo per non contribuire al proliferare di nuovi muri.



... ne parlano tutti, e in fondo è giusto che sia così. Oggi sono venti anni dalla caduta del muro più celebre al mondo. I conti sono facili a farsi. Avevo diciassette anni, e vedevo in quel muro che cadeva la speranza di un mondo più uguale. Le immagini di quel muro che cadeva fecero rapidamente il giro del mondo, e quegli uomini che superavano quell'assurdo confine avevano negli occhi una luce di gioiosa speranza che non poteva essere dimenticata. A migliaia passarono quel confine, e festeggiarono la loro rinnovata speranza con i loro connazionali a cui erano stati negati per decine di anni. La birra scorse a fiumi quella notte, i canti risuonarono per le strade della città per tutta la notte, la musica echeggiò forte nel cielo sino all'alba. La cosa più incredibile è che gli uomini che venivano dall'Est avevano in tasca solo soldi che dall'alta parte città non avevano alcun valore, non potevano essere cambiati, perché le banche a quell'ora non erano aperte e poi avrebbero schifato quella valuta. Ma quella notte nessuno presento loro il conto, non c'era nulla da pagare. ..

... Vent'anni sono passati...

Quel muro venne fatto a pezzi, e molti ne presero un piccolo frantume per serbarlo a casa come cimelio, per non dimenticare sino a che punto aberrante può arrivare l'uomo, in modo che la memoria consentisse a tutti di far sì che nulla del genere dovesse mai più accadere.

... Vent'anni sono passati...

.. e altri muri, altre barriere sono state costruite, sotto i nostri occhi, con il nostro tacito consenso. Penso alla striscia di Gaza, alla zona "verde" di Bagdad, o al confine Messico Stati Uniti (… ahh i democratici Stati Uniti), ma i muri che più intristiscono i miei pensieri sono quelli che le nostre coscienze fingono di non vedere, quelli che alziamo sui nostri confini, lasciando morire a decine di centinaia poveri cristi in mezzo al mare, o nascosti in improbabili pertugi nei tir, o in chissà quali altre squallide situazioni che ci vengono accuratamente nascoste. Ma il muro più alto e invalicabile è quello che abbiamo in noi, al quale quotidianamente e pervicacemente tutti i giorni aggiungiamo un mattone: quello dell'indifferenza.

Vent'anni son passati...

e quell'album registrato nel 1969 dal titolo “Due anni dopo” conteneva la canzone omonima, il cui “ritornello” vent'anni dopo il Maestro modificò in “vent'anni dopo”, e oggi, un altro ventennio dopo, sembra scritta domani



Visioni e frasi spezzettate si affacciano di nuovo alla mia mente,
l'inverno e il freddo le han portate, o son cattivi sogni solamente.

Mattino verrà e ti porterà
le silouhettes consuete di parvenze;
poi ti sveglierai e ricercherai
di desideri fragili esistenze...

Lo specchio vede un viso noto, ma hai sempre quella solita paura
che un giorno ti rifletta il vuoto oppure che svanisca la figura.

E ancora non sai se vero tu sei
o immagine da specchi raddoppiata;
nei giorni che avrai però cercherai
l'immagine dai sogni seminata...

L'inverno ha steso le sue mani e nelle strade sfugge ciò che sento.
Son trine bianche e neri rami che cambiano contorno ogni momento.

E ancora non sai come potrai
trovare lungo i muri un' esperienza;
sapere vorrai, ma ti troverai
due anni dopo al punto di partenza...

E senti ancora quelle voci di mezzi amori e mezze vite accanto;
non sai però se sono vere o sono dentro all'anima soltanto;

nei sogni che hai, sai che canterai
di fiori che galleggiano sull'acqua.
Nei giorni che avrai ti ritroverai
due anni dopo sempre quella faccia...

La la la la...”

Vent'anni fa cadeva un muro, e tanti guardarono con speranza a quell'evento. A guardar quel che è rimasto dopo che la polvere di quel crollo si è definitivamente posata pare che siano rimaste solo le macerie, oggi nascoste dai luccichii delle luci delle celebrazioni...



Visioni e frasi spezzettate si affacciano di nuovo alla mia mente,
l'inverno e il freddo le han portate, o son cattivi sogni solamente.”

purtroppo non sono cattivi sogni, gli uomini continuano a costruire muri, e se questo può avere in qualche modo una ragione se pur assurda e miserevole, la cosa che più fa male al cuore è che quei muri si finge di non vederli, al punto di celebrare la caduta di quel muro come se fosse stato l'ultimo... chissà tra vent'anni cosa avremo intorno...

Rechel72

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  Continua la serie dei pezzi a quattro mani, certi che non si tratta di sinfonie da concerto, ma di un semplice gioco di condivisione e di confronto. A volte per aiutare la memoria, altre per conoscere dettagli di cui non si sapeva. In fondo, anche questo è un modo per non contribuire al...
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09/11/2009 22:58:59
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Commenti

  1. cuoredipamar 09 novembre 2009 ore 23:38

    ...farebbe meno male..

    :-)

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