Vuoto d'amore....scritto tra le righe del tempo (recensione)

24 agosto 2012 ore 22:25 segnala
Una silloge poetica di ampio respiro, che percorre l'intera vita della scrittrice che si sofferma a condividere con il lettore i suoi sussurri, le sue ansie,i suoi dolori e le sue paure.Una raccolta intrisa di scoperte gioiose poi colorate di tristezza, solitudini, nostalgie, amori, quadretti familiari, e d’infanzia immagini di bellezza, pensieri trascendenti di anime e di incanto.
Vuoto d'amore ci porta a viaggiare nelle diverse fasi della vita dell'autrice e nei diversi aspetti del suo sentire, sempre guidati da una costante volontà di unire spirito e passionalità, esperienza di vita e contemplazione fino a sentirsi intimamente e inesorabilmente coinvolti dalla limpidezza e dalla forza della personalità.
Le poesie, scritti in tempi molto diversi fin dalla prima adolescenza, sono veri "Frammenti di donna" che si ricompongono caleidoscopicamente, oscillando tra l'osservazione della realtà e la profonda coscienza di sé, del proprio legame con gli altri e della propria capacità di amare intensamente.


La parola corporea e fremente, racconta l’autentica essenza a cui appartiene primariamente la natura del poeta: materia di sensazioni che l’intelletto traduce in realtà metaforica, rivelazione misterica e testimonianza di vita. La donna cerca in ogni amante le tracce assolute dell’Amato, la parte “divina” che vive in ogni uomo, e in questa ricerca esperisce l’avventura nascita- morte- rinascita, sia attraverso la propria vicenda umana sia con il parto della parola creativa. Versi in antitesi, dove l’incipit è metafora di creazione gioiosa e la chiusa è tenebra di morte, desiderio di cancellare la nascita. Il corpo, nella sua gloria e nella sua miseria, è la chiave che può condurre l’anima ad aprirsi all’enigmatica dimensione dell’Invisibile.

Nella raccolta di poesie inizia a prefigurarsi la dualità presenza-assenza e a delinearsi la percezione del corpo come limite e dell’amore come destino di abbandono; mentre in Paura di Dio si annuncia la tensione che ascende alla preghiera e si manifesta la concezione della passione amorosa come Vetta e Abisso.
Tutta la raccolta vibra di stanchezza interiore, nasce il dolore, “parto ultimo e solo”, per essere inghiottito in fine dal respiro perfetto della vita.
La complicità con il padre, considerato “il primo maestro di vita”,è pari all’ostilità nei confronti dell’amore.
La poetica dell’Eros è un dolore che nasce da radici profonde, percorre la vita e la scrittura e in fondo si riduce ad una privazione sofferta, ad un bisogno di elevare lo spirito verso qualcosa di ideale e di trascendente. Alla fine è una condizione di solitudine e di vuoto che si riconduce alla necessità di farsi “abitare” da un’Assenza mistica.

" / sono spirito che vaga sotto i celi dell’occulto /sei il mio culto, amore profano,/

/ma essere tua e un gesto vano,/quando il sesso finirà agli inferi mi ricondurrà./ "

Amore-amori-amanti: cosa cerca l’autrice se non l’Amato, primo ed ultimo? E’ una lunga ricerca durante la quale si mettono in uso tutte le armi, è una corsa dentro la quale sta la paura e la follia, è un percorso di attesa e nostalgia, di accensioni e spegnimenti, di forza e di delusione.
L’autrice non si stanca di percorrere sentieri bui, di bruciare di passione per ogni incontro, e ogni amore è per lei un’Annunciazione, anche quando il tempo ha accumulato anni e segni sul suo corpo e sulla sua anima.

" / La fine di un sogno è l'inizio di una nuova realtà/ "

Cambia l’apparato simbolico, resta l’attesa, la ricerca di un unico volto che ha assunto vari nomi o, cambiando i termini, di un solo nome che si è rivestito di tanti corpi.


Gli amanti goduti e quelli solo desiderati, le fantasie erotiche avvolte in dense metafore o espresse con linguaggio esplicito, tutto si riconduce al bisogno di abitare il vuoto, di popolare il deserto dentro cui l’anima vaga anelando il congiungimento che le renda un’identità unica.
Nella ricchezza dell’amore, genesi che cancella il lutto per ciò che è andato perduto o che mai si è trovato, si riflette quella sorta di misticismo umano che pervade l’eros quando è totale e felice, quando è dono di sé all’altro, quando è fecondo di intenti nei quali riconoscersi. Trovare l’Amato e perderlo e non stancarsi di ricominciare a cercare, perché la ferita della sua assenza è inguaribile e la nostalgia più grande del desiderio di arrendersi.