Ogni bambino al momento della nascita, esattamente
come ogni creatura od oggetto della terra, riceve
due cose che lo accompagneranno per tutta la vita:
l’ombra e il riflesso.
Diversamente da quelle degli animali, delle piante
o delle cose, le ombre e i riflessi degli esseri
umani assorbono sin dal principio un poco del male
del mondo.
Appena un neonato viene alla luce, le sue emanazioni
intangibili cominciano a guastarsi: le ombre, che
di giorno lo seguono assiduamente, di notte diventano
un tutt’uno con l’oscurità. Si fondono insieme e,
mentre la persona dorme, l’avvolgono come una coperta
tetra e impenetrabile, creando incubi spaventosi.
La natura delle ombre è pigra: sono schiave accidiose
che, dopo i primi sogni angosciosi, aggrediscono il
proprio padrone solo di rado.
Il vero pericolo, inaspettatamente, si nasconde negli
specchi.
Una delle cose che ha sempre suscitato in me un certo
interesse , nonché una buona dose di inquietudine,
è lo specchio. Certo è che anche l’illusione attira
l’uomo e lo specchio non è che questo: l’illusione di
una realtà migliore, la speranza di un ponte tra vita
e morte, ma soprattutto la rappresentazione di un sogno,
che potrà essere fittizio e irreale, ma è una delle
poche cose in grado di regalarci un attimo di
spensierata felicità.