
John Cusack veste i panni del personaggio
creato dal romanziere statunitense
che non ha bisogno di presentazioni
e che tutti riconoscono
sotto lo pseudonimo di *Richard Bachman*.
Non ho mai letto nulla del popolare narratore,
però, ho visto quasi tutte le trasposizioni
cinematografiche dei suoi libri.
La storia del film trae spunto da un racconto
che fa parte di una raccolta intitolata:
TUTTO È FATIDICO, composta da 14 dark tales.
1408 è la n° 12.
L'autore ha usato le 13 picche più la carta jolly
per stabilire l'ordine di pubblicazione.
Mi correggo, nel 2004 mi capitò di leggere
(mi trovavo in quel di Venezia, ospite di mia cugina,
perduta fan del Re del brivido):
"RIDING THE BULLET - PASSAGGIO PER IL NULLA",
un romanzo multimediale pubblicato nel 2000
e successivamente integrato - nel 2002 -
nella raccolta suddetta.
È la short novel n° 13 (che caso!).
L'autore, maestro dell'horror psicologico, di suspance,
tensione, paure ancestrali, timori spirituali,
fobìe corporali, è il 'padre' di:
- "CARRIE, LO SGUARDO DI SATANA" ("CARRIE"),
- "SHINING" ("THE SHINING"
- originariamente: "UNA SPLENDIDA FESTA DI MORTE"),
- "IL MIGLIO VERDE" ("THE GREEN MILE"),
- "LA ZONA MORTA" ("THE DEAD ZONE"),
- "CHRISTINE, LA MACCHINA INFERNALE" ("CHRISTINE"),
- "CUJO",
- "PET SAMATARY" ("CIMITERO VIVENTE"),
- "L'ULTIMA ECLISSI" ("DOLORES CLAIBORNE"),
- "MISERY NON DEVE MORIRE" ("MISERY")",
- "FENOMENI PARANORMALI INCONTROLLABILI"
("L'INCENDIARIA" - "FIRESTARTER"),
- "IT".
Ho citato i miei preferiti, naturalmente.
1408 è il numero di una stanza sita al piano 14
(il 13esimo manca, si finge che non esista)
del DOLPHIN HOTEL.
Una fottutissima camera del male
contraddistinta dal suo numero ad hoc: 13!
(1+4+0+8).
Mike Enslin preleva la posta dalla sua casella e,
passandola in revisione,
legge il retro di una cartolina: "Don't Enter 1408".
Mr. Olin, direttore dell'albergo newyorkese,
cerca di dissuadere lo scrittore di fenomeni paranormali
a pernottare nella stanza del terrore
tirando fuori un registro di foto
dove sono annotate tutte le morti
non diffuse dalla stampa.
L'ingresso dello scettico scrittore
nella camera della morte è inevitabile.
Mancano pochi passi,
si appresta a varcare la soglia del tempo,
ad entrare nel buio della sua mente
con la chiave della memoria
che farà luce sul suo passato,
rivelando le ombre che lo oscurano
e imprigionano la sua serenità,
sepolta nella tomba con Kathy,
spalancando la finestra del silenzio,
dove però le sue urla disperate non hanno suono
e il vetro ricade pesantemente sulla sua mano
perché quel che è stato è stato
e non si può stravolgere.
Nessuno può salvare sua figlia dalla malattìa e lui è solo,
ossessionato dalla sua impotenza e frustrazione.
Però, il silenzio fa rumore in quella dimensione psichica,
i suoi fantasmi lo tormentano,
i suoi demoni lo perseguitano.
Simili a serpenti, annidati sulle macerie della sconfitta,
mordono le pareti del suo cuore straziato,
avvelenando il suo sangue
che cola dalle crepe non rimarginabili.
I suoi rimpianti come spine aprono ferite
che gli gelano l'anima,
lo annegano nel dolore del suo pianto.
Una sveglia comincia il conto alla rovescia,
l'appuntamento con la propria coscienza dura un'ora.
60 minuti esatti.
La stanza ritorna in assetto,
ha di nuovo la parvenza di una banale e antica suite,
dove l'elettronica non funziona
perché la morte è un déjà vu
che non fa progressi, non si veste di confort e orpelli
e i muri ingialliti nell'intervallo storico
non possono essere riverniciati,
ma gonfiarsi di altro sangue
e ospitare una nuova presenza spettrale
che replica in una spirale cinica il dramma del suicidio.
Il timer si azzera e ricomincia il conto alla rovescia
in un'eterna ripetizione degli eventi.
Che fare?
C'è una scritta sul muro di pietra
che lo segrega in quello spazio:
"BURN ME ALIVE". Eseguire l'ordine?
Tanto arriverà Olin che come un macrofago
pulirà il casino, è abituato.
Con lui al timone si sono verificate ben 4 morti.
Decidere in fretta, sta per arrivare la moglie!
Incenerirsi per trovare la pace?
È tutto fumo o...? WE'VE ONLY JUST BEGUN!
Ora, circa la conclusione,
sono stati prodotti 14 finali. Quale scegliere?
Disgraziatamente, il meno comprensibile,
il meno azzeccato che stona e contrasta
coi discorsi fatti e fa sorgere diversi dubbi.
Sarà perché Stephen King totalizza 17?
(Stephen= 7 + Edwin= 5 + King= 4).
Il finale alternativo, proposto by YouTube,
(a discorsi ci ho capito poco giacché sono in inglese,
le scene sono esplicative quanto basta),
è coerente con l'intera messa in scena.
SPOILER!
Cmq, fra i punti di domanda per il finale standard,
ho una sorta di certezza inconcepibile. Anzi 2.
Com'è possibile che si siano registrate
al suo 95esimo* anno di esistenza
7 voli dalla finestra se,
quando Enslin riascolta il nastro,
si sente chiaramente dire dalla sua voce che,
stranamente, la camera non ha finestre?
Era lucido quando descrive la stanza,
non ancora preda del panico.
Accetto senza obiezioni
le 4 overdose, 5 impiccagioni, 3 mutilazioni e
i 2 strangolamenti ma i tuffi dalla finestra no!
Esclusi i 7 voli, 4+5+3+2= 14!
E, infine, se il suggerimento è quello di darsi fuoco,
perché gli viene offerto un cappio,
che senso ha quel nodo scorsoio?
Interrogativi secondari:
- Che significato ha l'osservazione finale del direttore:
"Ben fatto..."!
- Cosa rappresenta o simboleggia Olin?
- Se tutto è frutto del subconscio,
come viene incisa la voce dell'apparizione?
È caduta anche la moglie nell'incubo o che?
Beh, stia spaventato/a!
Le ricorrenze non sono finite!
Il nome esteso di Cusack è: John Paul.
Se addizioniamo l'equivalente numerico delle lettere:
John= 4 + Paul= 4 + Cusack= 6,
il prodotto della somma - guarda caso - è : 14!
Idem per Samuel= 6 + L.= 1 + Jackson= 7= 14!*9+5=14!
È tutto un gioco di elementi naturali e non!
Acqua, fuoco, vento dei ricordi,
terra dalla quale sorgono i simulacri.
EVERYTHING'S EVENTUAL!
THE LONG ROAD HOME