...hai spalancato la porta......

23 agosto 2013 ore 12:43 segnala


Te l’hanno ripetuto centinaia di volte, tu l’hai ripetuta ad altri centinaia di volte, ma erano solo parole. Centinaia, miglia di parole spese in una vita, capisci il loro significato, ma sono completamente vuote di contenuto, belle scatole messe li per farsi ammirare, ma se qualcuno , intelligentemente, le apre cosa trova? Il vuoto.
Nemmeno tu hai mai osato verificarne il loro contenuto, finché un giorno, le scatole, si sono spalancate e tu ne hai visto il vuoto. All’improvviso tutte le finestre, le porte, ogni pertugio della tua mente, ha lasciato entrare l’aria fresca del mattino, ne ha respirato il sole , la luce che dissipando le tenebre della notte ha ridato forma e contorni ad ogni oggetto, hai guardato stupita la polvere che si era depositata negli angolini della stanza, ma nello stesso tempo hai goduto per la prima volta della nitidezza dei colori che risaltavano colpiti dalla luce in quello splendido mattino di vita.
Raccattati e dismessi i panni sgualciti, ha indossato gli abiti freschi della primavera, odoravano di pulito, di bucato steso al sole, ti rimiravi nel nuovo specchio della tua anima e ti piacevi, ti piaceva quello che vedevi, ti piaceva quello che sentivi, ti piaceva quello che provavi.
Respira anima mia a pieni polmoni questa ventata di aria nuova, che all’improvviso e giunta nella tua vita a ricordarti che non è ancora finita.
Togli gli occhiali da miope guarda in viso la realtà e prendila per mano con amore, perdona a te stessa di esserti mentita e tradita, ma accetta che ora ti sei adornata della bellezza della verità.
Quelle parole tante volte pronunciate e mai capite ora non hai bisogno di dirle, di gridarle per convincerti che sono vere, non hai bisogno perché ora Sei e non sai. Danza davanti alle fiamme del falò che consuma la tua vanità, e nuda come appena nata guardati senza avere più paura del tuo Sé.
Accarezza dolcemente la mano di chi ti ama, al di la di ogni cosa.
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LA SCELTA INCANTATA

22 aprile 2013 ore 12:47 segnala


"Tu, sei un maestro ?"
"Certo ! Io, e tu, e chiunque altro. Ma noi dimentichiamo."
"Come fanno ?"
"Come fa chi a fare cosa ?"
"Come fanno i maestri a cambiare le proprie vite a volontà ?"
Sorrisi a questa domanda. "Strumenti di potere."
"Scusa ?"
"Un'altra differenza fra i maestri e le vittime è che le vittime non hanno appreso a usare gli strumenti di potere mentre i maestri li usano sempre."
"Trapani elettrici ? Seghe a nastro ?" Stava andando alla deriva, e chiedeva aiuto. Un buon insegnante l'avrebbe lasciato lì a cercare la soluzione da solo, ma io sono troppo chiacchierone per insegnare.
"Non la sega a nastro. La scelta. La lama incantata, con un filo che modella una vita. Eppure se abbiamo paura di scegliere qualcosa di diverso da ciò che abbiamo, a che pro la scelta ? Tanto varrebbe lasciarla incartata nella sua scatola, senza neanche disturbarsi a leggere le istruzioni."
"Chi ha paura di usarla ?" domandò. "Cos'è che spaventa tanto, della scelta ?"
"Ci rende diversi !"
"Ma dai..."
"Okay, allora non scegliere. Fa' quel che fanno tutti, in ogni minuto della vita. Che succede ?"
"Vado a scuola."
"Sì. E poi ?"
"Prendo il diploma."
"Sì. E poi ?"
"Mi sposo."
"Sì. E poi ?"
"Ho figli."
"Sì. E poi ?"
"Li aiuto negli studi."
"Sì. E poi ?"
"Vado in pensione."
"Sì. E poi ?"
"Muoio."
"E quando muori, ascolta le tue ultime parole."
Ci pensò. "E allora."
"Benchè tu abbia fatto tutto quel che tutti si aspettavano facessi: sei stato un cittadino rispettoso delle leggi, perfetto marito e padre, hai votato, fatto la carità, sei stato buono con gli animali. Sei vissuto secondo le altrui aspettative e muori di E allora ?"
"Ehmm."
"Perchè non hai mai fatto scelte nella tua vita, Dickie ! Non hai mai chiesto un cambiamento, non hai mai chiesto che cosa amavi e non l'hai mai trovato, non ti sei mai tuffato nel mondo che più ti importava, non hai mai combattuto contro i draghi che ritenevi potessero mangiarti, non ti sei mai spinto su picchi rocciosi aggrappandoti con la punta delle tue abilità al profondissimo strapiombo sulla distruzione perchè la tua vita era lì e tu dovevi liberarla dal terrore e portarla a casa ! Scelta, Dickie ! Scegli ciò che ami e inseguilo a gran velocità e io, io tuo futuro, ti prometto solennemente che non morirai mai di E allora !"
Mi guardò in tralice. "Stai cercando di convincermi ?"
"Sto cercando di farti deviare dal solito Tran Tran. Te lo devo."
"E se lo faccio ? Cosa succede se imparo a scegliere per conto mio, senza badare a quel che dicono gli altri, e me ne vado lì sulle rocce. La tua lama magica baderà alla mia sicurezza ?"
"Dickie," sospirai "da quando la sicurezza è diventata la tua ambizione ? Volare senza rete è l'unico modo per fare che l'ultima tua parola sia Sì !"
"L'albero di sicomoro" disse.
"Come dici ?"
"...davanti a casa. E' sempre lì, è sempre sicuro. Quando ho paura darei qualunque cosa per essere quell'albero. Quando non ne ho, non potrei sopportare una vita così noiosa."

"Volare senza rete non vuol dire distruggersi" dissi. "Non ti infili su un aereo da corsa finchè non hai imparato a volare su un Piper Cub. Piccole scelte, piccole avventure prima delle grandi."
" A scuola, negli affari e nel matrimonio, in qualsiasi avventura tu scelga, se t'importa quali saranno le tue ultime parole, ti fidi di ciò che conosci e osi spingerti verso la tua speranza."


Tratto da “Via dal nido” di Richard Bach
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« immagine » "Tu, sei un maestro ?" "Certo ! Io, e tu, e chiunque altro. Ma noi dimentichiamo." "Come fanno ?" "Come fa chi a fare cosa ?" "Come fanno i maestri a cambiare le proprie vite a volontà ?" Sorrisi a questa domanda. "Strumenti di potere." "Scusa ?" "Un'altra differenza fra i maestri e ...
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Nessun luogo è lontano ( R. Bach)

16 aprile 2013 ore 17:21 segnala



Rae, cara!
Grazie per avermi invitato per il tuo compleanno!
La tua casa è distante mille miglia dalla mia, e io sono uno che si mette in viaggio solo quando ne vale la pena. Ebbene, ne val proprio la pena, se si tratta di prender parte alla tua festa.
Non vedo l'ora di essere da te!
Il mio viaggio è cominciato dentro il cuore di un piccolo uccello, un colibrì che conoscemmo insieme, io e te, tanto tempo fa. Lo trovai cordiale come sempre, anche stavolta. E tuttavia - quando gli dissi che la piccola Rae stava crescendo e che io stavo andando alla festa per il suo compleanno con un regalo lui rimase perplesso.
Per un pezzo badammo a volare in silenzio, e alla fine lui mi disse: "Ci capisco ben poco, in quel che dici, ma men che mai capisco come mai tu ci vada, a questa festa".
"Ma sicuro che vado, alla festa" dissi io. "Cos'è che ti riesce tanto difficile da capire?"
Lui non rispose niente, lì per lì, ma quando arrivammo alla casa del gufo, mi disse: può forse una distanza materiale separarci davvero dagli amici? Se tu desideri essere da Rae, non ci sei forse già?".
"La piccola Rae sta crescendo, e io vado alla festa per il suo compleanno con un regalo" dissi al gufo.
Mi parve strano di re vado, è vero, dopo quanto mi aveva detto il colibrì, ma lo stesso mi espressi in quel modo, perché Gufo mi capisse.
Lui pure restò zitto per un pezzo, seguitando a volare.
Un silenzio tutt'altro che ostile.
Ma quando mi ebbe condotto sano e salvo a casa dell'aquila, così mi parlò: "Ci capisco ben poco in quel che dici, ma men che mai capisco perché chiami piccola, la tua amica".
Ma sicuro che è piccola" dissi "dal momento che non è ancora grande. Cos'è che ti riesce tanto duro da capire?"
Gufo allora mi guardò, coi suoi occhi profondi color ambra, mi sorrise e mi disse: "Pensaci su".
"La piccola Rae sta crescendo, e io vado alla festa per il suo compleanno con un regalo" dissi all'aquila. Mi faceva un po' specie, veramente, dire vado e dire piccola, dopo quanto mi avevano detto Colibrì e Gufo, ma lo stesso mi espressi a quel modo, affinché Aquila potesse capirmi.
Insieme volammo, al di sopra delle vette, a gara con i venti di montagna. Alla fine lei mi disse: "Ci capisco ben pooc in quel che dici, ma men che mai capisco la parola compleanno".
"Ma sicuro: compleanno" dissi io. "S'intende festeggiare il giorno in cui ebbe inizio la vita di Rae, e prima del quale lei non c'era. Cosa c'è di tanto difficile da capire, in questo?"
Aquila allora incurvò le ali e dopo una picchiata rapidissima, atterrò con dolcezza, su una roccia, nel deserto. "Ci sarebbe stato un tempo anteriore alla nascita di Rae? Non pensi piuttosto che la vita di Rae sia cominciata prima ancora che il tempo esistesse?"

"La piccola Rae sta crescendo, e io vado alla festa per il suo compleanno con un regalo" così dissi anche a Falco. Mi suonava un po' strano tuttavia dire vado, dire piccola e compleanno, dopo quanto avevo udito da Colibrì, da Gufo e Aquila, tuttavia così mi espressi perché Falco mi capisse.
Sorvolammo veloci il deserto, e alla fine lui mi disse: "Sai capisco ben poco di ciò che mi dici, ma meno di tutto mi spiego quel tuosta crescendo".
"Ma sicuro che Rae sta crescendo" dissi io "Adesso è più vicina all'età adulta, e un anno più lontana dall'infanzia.
Cosa c'è di tanto arduo da capire, quanto a questo?
Falco alfine atterrò su una spiaggia solitaria.
"Un anno più lontana dall'infanzia? Non mi sembra che questo sia crescere!"
Si sollevò di nuovo in volo e, di lì a poco, scomparve.
Il gabbiano, lo so, era molto saggio.
Volando insieme a lui, riflettei bene prima di parlare e scelsi con cura le parole, dimodoché capisse che qualcosa pur avevo imparato.
"Gabbiano" gli dissi alla fine "perché mi porti in volo da Rae, quando sai che in realtà io già sono con lei?
Di là dal mare, di là dai monti, finalmente il gabbiano calò e si posò sopra il tetto di casa tua.
"Perché l'importante mi disse che tu sappia la verità. Finché non la sai - finché non la capisce veramente - puoi soltanto afferrarne qualche stralcio, o brandello, e non senza un aiuto dall'esterno: da macchine, uomini, uccelli. Ma ricordati" disse "che l'essere ignota non impedisce alla verità d'essere vera".
Ciò detto disparve.
E' venuto il momento di aprire il regalo.
I regali di latta e lustrini si sciupano subito, e via. Io invece ho un regalo migliore, per te.
E' un anello da mettere al dito. E brilla di una luce tutta sua.
Nessuno può portartelo via; non può essere distrutto. Tu sei l'unica al mondo che riesca a vedere l'anello che io ti dono, come io ero l'unico in grado di vederlo quand'era mio.
Questo anello ti dà un nuovo potere. Messo al dito, potrai levarti in volo con tutti gli uccelli dell'aria - vedere attraverso i loro occhi dorati - palpare il vento che sfiora le loro vellutate piume - e potrai quindi conoscere la gioia di sollevarti lassù, in alto, al di sopra del mondo e di tutte le sue pene. Potrai restarci quanto ti parrà, su nel cielo, al di là della notte, e oltre l'alba. E quando avrai voglia di tornar giù di nuovo, vedrai, tutte le tue domande avranno risposta e tutte le tue ansie si saranno dileguate.
Al pari di ogni cosa che non può toccarsi con mano o vedersi con gli occhi, il tuo dono si fa più potente via via che lo usi.
Dapprincipio l'impiegherai solo quando sei fuori di casa, all'aperto, guardando l'uccello insieme al quale voli.
Ma poi, più in là, se l'adoperi ben bene, funzionerà anche con quegli uccelli che non vedi; finché t'accorgerai che non ti occorre né l'anello né l'uccello per volare al di sopra delle nubi, nel sereno.
E quando arriverà per te quel giorno, tu dovrai a tua volta donare il tuo dono a qualcuno che sai ne farà buon uso; costui potrà apprendere, allora, che le uniche cose che contano sono quelle fatte di verità e di gioia, e non di latta e lustrini.
Rae questo è l'ultimo anniversario che festeggio con te in modo speciale.
Dai nostri amici uccelli ho imparato quanto segue.
Non posso venire da te, perché già ti sono accanto.

Tu non sei piccola, perché già sei cresciuta: sei grande e giochi con il tempo e la vita - come tutti facciamo - per il gusto di vivere.
Tu non hai compleanno, perché sei sempre vissuta; non sei mai nata, e mai morirai.
Non sei figlia di coloro che tu chiami papà e mamma, bensì loro compagna d'avventure, in viaggio alla scoperta delle cose del mondo, per capirle.
Ogni regalo che ti fa un amico è un augurio di felicità: così pure questo anello.
Vola libera e felice, al di là dei compleanni, in un tempo senza fine, nel persempre. Di tanto in tanto noi c'incontreremo - quando ci piacerà - nel bel mezzo dell'unica festa che non può mai finire.

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« immagine » Rae, cara! Grazie per avermi invitato per il tuo compleanno! La tua casa è distante mille miglia dalla mia, e io sono uno che si mette in viaggio solo quando ne vale la pena. Ebbene, ne val proprio la pena, se si tratta di prender parte alla tua festa. Non vedo l'ora di essere da te...
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16/04/2013 17:21:22
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INIZIAMO A VOLARE

15 aprile 2013 ore 05:33 segnala
Il piccolo e anticonformista Gabbiano Jonathan riesce ad intravedere una nuova via da poter seguire, una via che allontana dalla banalità e dal vuoto del suo precedente stile di vita, e comprende che oltre che del cibo un gabbiano vive " della luce e del calore del sole, vive del soffio del vento, delle onde spumeggianti del mare e della freschezza dell'aria.
-- Richard Bach
dal libro "Il gabbiano Jonathan Livingston" di Richard Bach







"Ma dì un po', come fai ad amare una tale marmaglia di uccelli che ha tentato addirittura d'ammazzarti?"
"Oh, Fletch, non è mica per questo che li ami! È chiaro che non ami la cattiveria e l'odio, questo no. Ma bisogna esercitarsi a discernere il vero gabbiano, a vedere la bontà che c'è in ognuno, e aiutarli a scoprirla da se stessi, in se stessi. È questo che intendo io per amore. E ci provi anche gusto, una volta afferrato lo spirito del gioco."
-- Richard Bach
dal libro "Il gabbiano Jonathan Livingston" di Richard Bach
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Il piccolo e anticonformista Gabbiano Jonathan riesce ad intravedere una nuova via da poter seguire, una via che allontana dalla banalità e dal vuoto del suo precedente stile di vita, e comprende che oltre che del cibo un gabbiano vive " della luce e del calore del sole, vive del soffio del vento,...
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15/04/2013 05:33:59
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