"Vedrai, andrà tutto bene" [cit.]

12 giugno 2018 ore 11:10 segnala
Mio malgrado, ho riconosciuto apertamente ad un paio di amiche di sentirmi spesso triste e non riuscire a dormire.
Entrambe mi hanno rassicurata sul fatto che ci saremmo viste presto per divertirci ed ubriacarci.
Sanno che sono astemia, da sempre.

Ho palesato la stessa perplessità d'animo a tre amici e mi hanno suggerito soltanto di lasciare che mi scopino più spesso, come panacea per ogni male.
Sanno che sono indisponente con gli uomini, da un po'.

Ah ah ah, ilarità, battuta, risa, ci sbellichiamo, sghignazziamo, tutti ridacchiamo ed andiamo avanti come se nulla fosse mai stato proferito.

Poi torno a casa e mi snudo del mio sorriso migliore.
Mi sdraio a letto, perseguitata dal fantasma di una solitudine che mi sono imposta senza volerlo, e mi abbandono ad una depressione che mi incasina i nervi. Ho dolore dappertutto.

Mi porto le mani sul cuore, quel cuore che mi ha sempre fatto così male, e mi offro al buio di un'altra notte.


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Mio malgrado, ho riconosciuto apertamente ad un paio di amiche di sentirmi spesso triste e non riuscire a dormire. Entrambe mi hanno rassicurata sul fatto che ci saremmo viste presto per divertirci ed ubriacarci. Sanno che sono astemia, da sempre. Ho palesato la stessa perplessità d'animo a tre...
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E mi sono innamorata di te

25 maggio 2018 ore 16:29 segnala
E poi è successo. E' successo che mi sono innamorata di te, senza neanche rendermene conto.
E' successo in un giorno in cui ho pensato a tutt'altro, uno di quei giorni in cui avrei pensato a tutto tranne che ad innamorarmi. E soprattutto a innamorarmi proprio di te.

Eppure non lo so perché sia capitato. So soltanto che mi hai accarezzata ed eri affettuoso.
Ecco, forse non mi sono innamorata di te. Forse mi sono soltanto innamorata di quella carezza, di quel tocco leggero sul viso. Di quello slancio amorevole. Di quella solitudine che per qualche istante è un po' meno solitudine.
E' così: mi sono innamorata di quell'attimo in cui senti che tutto può succedere, di quell'immenso attimo in cui speri che tutto stia cambiando. Finalmente. Forse.
Mi hai sedotto con l'illusione del cambiamento e mi sono innamorata di te.
Ma ho scelto di abbassare lo sguardo e di ignorare il tuo sorriso e ho continuato a guidare. Ho scelto di avere paura, come sempre.
Finché tu non hai scelto lei.

Tuttavia, stagioni dopo, è successo di nuovo. E' successo che mi sono innamorata di te, daccapo, ancora una volta.
E' successo in una notte in cui ero dentro il tuo letto, una di quelle notti in cui pensavo soltanto a scoparti, non certo ad innamorarmi ancora di te.

Stavolta lo so perché è capitato. Mi hai abbracciata ed eri dolce. Hai appoggiato il tuo corpo nudo contro il mio e hai chiuso gli occhi pieni di sonno.
Forse, anche stavolta, mi sono solo innamorata del tepore della tua carne sulla mia schiena, della morsa stretta in mezzo alle tue braccia. Di un letto pieno. Di quel vuoto divorante che per qualche istante è un po' meno vuoto, o forse solo un po' meno divorante.

Avrei voluto bastarmi ed invece mi sono innamorata di te.


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E poi è successo. E' successo che mi sono innamorata di te, senza neanche rendermene conto. E' successo in un giorno in cui ho pensato a tutt'altro, uno di quei giorni in cui avrei pensato a tutto tranne che ad innamorarmi. E soprattutto a innamorarmi proprio di te. Eppure non lo so perché sia...
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Così

09 maggio 2018 ore 11:15 segnala
Vivo il dolore con vergogna, e la debolezza con ritrosia.
La rabbia mi dà dipendenza e la dipendenza mi rende aggressiva.

Ed è così che mi sono fatta carico di un lutto silenzioso. Un cordoglio timido che lentamente, a piccoli morsi, mi inghiotte.

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Vivo il dolore con vergogna, e la debolezza con ritrosia. La rabbia mi dà dipendenza e la dipendenza mi rende aggressiva. Ed è così che mi sono fatta carico di un lutto silenzioso. Un cordoglio timido che lentamente, a piccoli morsi, mi inghiotte. « immagine »
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Blue Valentine

09 novembre 2016 ore 17:14 segnala
Sapevo si trattasse di un film sentimentale e di solito non ho grande propensione per i film sentimentali.
Ma sono innamorata di Ryan Gosling e dopo avergli perdonato “Le pagine della nostra vita” credo di potergli perdonare qualsiasi altra cosa.
Così l'ho visto e tutto sommato sono stata contenta di averlo fatto.

Perchè sì, è una pellicola sentimentale -è vero- ma di un sentimentalismo drammatico che a me piace sempre tanto.
La tempesta dopo la quiete. La pioggia dopo l'arcobaleno. La sventura dopo il lieto fine.

L'odio dopo l'amore.

Una relazione in cui prima ci si innamora follemente e poi, ad un certo, ci si detesta ogni giorno di più.
Ad un certo punto devi scegliere se andare avanti comunque o mollare tutto e defilarti.

Alcune delle persone che mi conoscono sostengono che io sia troppo cinica per poter credere nell'amore, “quello vero”.
Forse è così, forse lo sono o forse no, forse è solo pessimismo, forse è paura, forse è poca voglia di mettermi in discussione... Può darsi tante cose.
Ma forse è solo che quando mi interessa qualcuno commetto l'errore, fin da subito, di non pensare troppo a quanto potrei stare bene insieme a quella persona, piuttosto a come poi saremo entrambi nella coppia. Dopo.

Dopo le farfalle nello stomaco, dopo il colpo di fulmine, dopo il corteggiamento, dopo i tre metri sopra il cielo, dopo l'attrazione fisica, dopo la carica sessuale consumata in ogni angolo di mondo.
Dopo, quando il problema saremo noi due -io e lui- intesi come singoli esseri umani.
Come sono io rispetto a com'è l'altro, nella coppia. Le mie diversità rispetto a quelle dell'altro, nella coppia.
Perchè temo sia quello che ci rende già molto diversi oggi che sarà intollerabile domani, quando si inizierà anche ad accusare la fatica -se non la frustrazione- di sentir minata la propria individualità.

E credo sia successo più o meno a tutti di amare e odiare, e di non riuscire più a districarsi tra le due cose fino a farsi del male.

L'amore rende ciechi?
Solo per un po'.


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Sapevo si trattasse di un film sentimentale e di solito non ho grande propensione per i film sentimentali. Ma sono innamorata di Ryan Gosling e dopo avergli perdonato “Le pagine della nostra vita” credo di potergli perdonare qualsiasi altra cosa. Così l'ho visto e tutto sommato sono stata contenta...
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Bella, fino a quanto?

29 settembre 2016 ore 17:32 segnala
Ho un'amica bella, molto bella.

Una di quelle ragazze belle, sempre con il vestito giusto, la scarpa giusta, il trucco giusto, i capelli a posto, il sederino all'insù, il profilo Instagram alla Canalis.

Una di quelle ragazze belle di una bellezza sensuale ed erotica.

Una di quelle che, se non fosse per gli anni insieme dietro ai banchi di scuola, oggi non frequenterei, forse manco per sbaglio.

Ebbene sì, una di quelle ragazze belle per la quale ho spesso nutrito invidia.
Perché mentre lei si infrattava con i compagni di classe, a me toccava darle ripetizioni di Economia Aziendale, Matematica, Inglese e Francese.

Eppure quella stessa ragazza bella, quella desiderata da molti, chiede a me perchè tutti la rifiutano e nessuno si innamora mai di lei. Mai.
E soffre.

Ed io rimango stordita dalla sua emotività, dal suo pianto amaro.
Me la figuro a mezzanotte sgusciare fuori dal letto, triste ed insonne, e cercare conforto nella mia voce in fondo al telefono.
Realizzo che lei è bella, bella ma infelice, e che la bellezza non assicura nulla, non ti fa sconti, non è garanzia d'amore. E l'assenza d'amore è dolorosa per tutti, allo stesso modo, avvenenti o meno avvenenti.
Così mi commuovo insieme a lei e della sua stessa malinconia; non perché l'ho scoperta solo adesso, ma perché solo adesso l'ho capita.


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Ho un'amica bella, molto bella. Una di quelle ragazze belle, sempre con il vestito giusto, la scarpa giusta, il trucco giusto, i capelli a posto, il sederino all'insù, il profilo Instagram alla Canalis. Una di quelle ragazze belle di una bellezza sensuale ed erotica. Una di quelle che, se non...
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Maternità?

29 settembre 2016 ore 17:01 segnala
Ho trent'anni e sono ancora senza istinto materno.
Di conseguenza, ancora non so cosa spinga una donna, ed un uomo, a voler mettere al mondo un figlio.

Ma poi c'è mia nipote che quando siamo insieme mi strapazza di baci.
Mi si accoccola vicina e mi fa le carezzine sul braccio.
Mi guarda per dirmi "Zia, da uno a zero ti voglio bene centomille; anzi, all'infinito!", e spalanca le sue braccine per dimostrarmi l'immensità del suo amore. Genuino. Spontaneo.
E lo ammetto, cedo anche all'emozione.

Allora rimugino.
Penso che forse sia questo, che il segreto sia tutto qui, nell'accogliere un'incondizionata reciproca forma d'amore.
Ma sento che non mi basta. Che per me non è abbastanza saperla amare a piccole dosi e che più di così, nonostante mi sforzi, io non ci riesco.
Io, forse, sono ancora troppo egoista per lasciarmi amare in modo così totale, senza riserve.
Io, forse, sono ancora troppo presuntuosa nel credere che non sia neanche mia esigenza.

E torno a domandarmi cosa spinga gli esseri umani a lasciare in eredità altri esseri umani.
Cosa li spinga ai sacrifici.
Alla devozione.
All'abnegazione.
Al barattare la propria esistenza, se necessario.

E mi rendo conto che io ancora non ci vedo nulla di altruistico nella procreazione.
Ci vedo solo l'esigenza di voler appagare se stessi, di legare a sè qualcuno per l'eternità, di alimentare il bisogno di sentirsi amati perchè –si sa– un compagno potrebbe lasciarti ma un figlio ti resta per sempre.
Non so, a me sembra che questo non basti.
A me sembra che questo non sia giustificato, o giustificabile.
Ma a me, ancora, l'istinto materno non è venuto e quindi io, ancora, forse, la mia risposta giusta non ce l'ho.


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Ho trent'anni e sono ancora senza istinto materno. Di conseguenza, ancora non so cosa spinga una donna, ed un uomo, a voler mettere al mondo un figlio. Ma poi c'è mia nipote che quando siamo insieme mi strapazza di baci. Mi si accoccola vicina e mi fa le carezzine sul braccio. Mi guarda per dirmi...
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L'Ex

29 settembre 2016 ore 16:55 segnala
L'ex.

L'ex, per me, è qualcuno con cui ho condiviso molto più di un passaggio in auto, tre film al cinema, dieci cene e qualche orgasmo nel suo letto.
Tuttavia, non me ne faccio una ragione di come sia possibile che abbia conosciuto uomini che siano stati capaci di definire “ex” delle donne con le quali hanno condiviso ancora meno.

Sì, perchè la curiosità mi sorge spontanea: per quale motivo?
Perchè accreditare al proprio bagaglio personale relazioni che non hanno mai profumato di nulla?
Perchè stipare nel proprio percorso sentimentale persone che –magari– non ne hanno mai voluto sapere niente di noi?

Un tentativo per migliorare l'autostima?
La necessità di perdonarsi per il tempo sprecato dietro a persone con le quali non ha funzionato?
Cosa?!
Cosa, secondo voi?

Eppure è capitato anche a me di andare a letto per più di qualche settimana con lo stesso ragazzo.
E mi piaceva, e non soltanto andarci a letto.
Ho anche fantasticato spesso sulla possibilità che nascesse una storia, e poi un grande amore, da una passione ardente.
Ma la passione ci ha incastrati, al grande amore ho rinunciato e la storia non è mai nata. Così pure l'idea di etichettarlo come “ex”.

Figuriamoci quelli con cui c'è stato ancora meno.


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L'ex. L'ex, per me, è qualcuno con cui ho condiviso molto più di un passaggio in auto, tre film al cinema, dieci cene e qualche orgasmo nel suo letto. Tuttavia, non me ne faccio una ragione di come sia possibile che abbia conosciuto uomini che siano stati capaci di definire “ex” delle donne con le...
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Quando una donna non si piace

23 giugno 2016 ore 11:28 segnala
Quando una donna non si piace, non c'è niente di più fastidioso di qualcuno –maschio o femmina che sia– che cerca strenuamente di convicerla del contrario.
LEI non si piace, e TU non puoi cambiare le cose.

Lei si vede brutta, tu non dirle che è bellissima.
Lei si sente grassa, tu non dirle che sta bene così.
A lei, quello che tu pensi, non importa.
Lei, quello che tu le dici, neanche lo ascolta.
Non sta aspettando te; sta cercando l'approvazione di se stessa. Ma da se stessa, e non da te.
Tu, ricordatelo, ficcatelo in quella testaccia maledetta, non puoi cambiare le cose.

E se puoi, non devi.
Lascia che si perda, che pianga, che si disperi, che si biasimi, che le si inondino gli occhi di lacrime cariche di deplorazione.
Non riempirle la testa di stronzate a cui tanto –piuttosto morirebbe– non crederà mai.
E mai, dico mai, essere la sua ancora. Lasciala imparare a mettersi in salvo da sola.

Cazzo.


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Quando una donna non si piace, non c'è niente di più fastidioso di qualcuno –maschio o femmina che sia– che cerca strenuamente di convicerla del contrario. LEI non si piace, e TU non puoi cambiare le cose. Lei si vede brutta, tu non dirle che è bellissima. Lei si sente grassa, tu non dirle che sta...
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Incroci

15 giugno 2016 ore 12:21 segnala
Tre anni fa, sulla stessa strada che percorro ogni mattina, ho avuto un incidente.
Forse ero distratta, forse non l'ho visto davvero arrivare, forse una congettura astrale, forse non lo so, forse non lo ricordo.
Ma ricordo lo schianto, rapido e rumoroso.

Da quel giorno, l'esigenza incontrollabile di non ripercorrere più lo stesso incrocio.
Mai.
Da tre anni.

Credo siano un po' così i miei rapporti umani, un po' come un incrocio che non ho più voglia di attraversare.
Non ho perso l'entusiasmo di socializzare -come non ho perduto la passione di guidare- eppure, tuttavia, ci sono strade che ancora oggi preferisco evitare.


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Tre anni fa, sulla stessa strada che percorro ogni mattina, ho avuto un incidente. Forse ero distratta, forse non l'ho visto davvero arrivare, forse una congettura astrale, forse non lo so, forse non lo ricordo. Ma ricordo lo schianto, rapido e rumoroso. Da quel giorno, l'esigenza incontrollabile...
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