Il cuore ritrovato
07 settembre 2007 ore 22:48 segnala
C’era una volta un mago, che abitava in una grande foresta.
Un tempo era stato un mago molto potente, che aveva innalzato principi e distrutto regni, ma ora tutti i suoi impegni si limitavano ad una partita a dama con l’amico gufo, qualche scambio di battute velenose con la strega dell’est e le quotidiane cavalcate sul suo destriero bianco dal mantello nero.
Un giorno alla grotta del mago giunse una bambina, che aveva i capelli biondi e le trecce nere, masticava cingum e odorava di melassa.
Il mago non amava i bambini e ancor meno le bambine bionde dalle trecce nere, che masticano cingum e odorano di melassa, ma quel giorno decise di ascoltare ciò che ella aveva da dire, poiché tra le braccia curiosamente teneva un burattino di latta senza vita.
“Che ci fai con il mio burattino di latta?”, chiese il mago “perché non si trova più al servizio della strega dell’ovest?”. “Da là io vengo, mi manda la strega, dice che il burattino non vuole più servirla”.
Il mago rimase perplesso a riflettere – com’era possibile che un burattino di latta trovasse la forza di prendere delle decisioni? – “La questione è seria” disse “dammi il burattino, indagherò”.
Il mago si rinchiuse nel suo studio per giorni e giorni, studiò libri, provò pozioni, interrogò specchi, eppure non sembrava ci fosse una risposta alla sua domanda. Il burattino era ostinatamente immobile e rifiutava di confidare al suo padrone le ragioni di un tale ammutinamento.
Un giorno insperato, il burattino si alzo dal tavolo di lavoro del mago e si diresse verso l’uscita della grotta. “Dove pensi di andare?” lo rimproverò il mago, “perché non vuoi più servire la strega dell’ovest? Come puoi tu, un burattino di latta da me creato, prendere delle decisioni autonomamente?”. “Mi chiedi troppe cose, mago, e come tu stesso hai affermato, io sono solamente un burattino di latta, come posso rispondere a tante domande?”. E mentre ancora era intento a queste parole, il burattino si bloccò, sorpreso, alla vista di una giovane fata che librava le sue piccole ali trasparenti nell’aria.
“Lo vedi mago, lo vedi? La primavera è arrivata, e presto arriverà l’estate. Un tempo, quando ancora abitavo nel villaggio di latta, con la mia mamma e il mio papà di latta, a primavera si festeggiava, i giovani si scambiavano fiori e promesse ed io, non so come dirlo, sentivo qualcosa qui – mise la mano tra il primo ed il secondo bullone – e sapevo che, come gli altri, un giorno avrei desiderato regalare dei fiori”. “Quante sciocchezze dici!” rispose brusco il mago, “di che padre e madre vai cianciando? Io sono tuo padre e tua madre, perché io ti ho costruito e non esiste alcun villaggio di latta”. “Tu dici il vero mago, ma io l’ho sognato e sentivo che qualcosa avrebbe dovuto batter proprio qui” – e mise nuovamente la mano tra il primo ed il secondo bullone.
E allora il mago capì. Svitò i due bulloni del burattino di latta, lo aprì come una scatola, e nel vuoto leggero del suo corpo inserì una minuscola chiave. “Bene” disse infine ad alta voce, “alla strega dell’ovest dovrò donare un altro servitore, ma questa volta niente spazi vuoti!”.
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C’era una volta un mago, che abitava in una grande foresta.
Un tempo era stato un mago molto potente, che aveva innalzato principi e distrutto regni, ma ora tutti i suoi impegni si limitavano ad una partita a dama con l’amico gufo, qualche scambio di battute velenose con la strega dell’est e le...
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07/09/2007 22:48:59
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OdioLeIpocrisie 08 settembre 2007 ore 01:20
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Ack13 08 settembre 2007 ore 23:25
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Mau.P 11 settembre 2007 ore 01:03
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chiaraoscura 13 settembre 2007 ore 22:21
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Sinda 13 settembre 2007 ore 22:38
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Mau.P 15 settembre 2007 ore 00:31
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