
Già...che Stato è il nostro?
Uno Stato di Diritto?
Uno Stato Sociale?
Uno Stato di Polizia?
O uno Stato che dello Stato non ha nulla, se non solo una mera parvenza?
Sono domande che già mi ponevo da tempo, e che ora, dopo la sentenza del caso Stefano Cucchi, riemergono con voce ancora più forte.
Si perchè una sentenza scandalosa e vergognosa come quella di qualche giorno fa, in cui i fatti vengono non solo contestati ma quasi sconfessati e rivoltati, come se il povero Stefano non avesse subìto un vero e massacrante pestaggio in carcere ma si fosse fatto tutto da sè, con la conseguente assoluzione di tutti gli agenti della Polizia Penitenziaria e l'incredibile condanna dei soli i medici (neanche gli infermieri) e per omicidio semplicemente colposo (e non doloso), pone queste e tante altre domande miei cari amici...
Fermiamoci un attimo.
Un semplice esempio...
Art. 3
"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali".
Pari dignità sociale?
Uguali davanti la legge?
Senza alcuna distinzione?
Senza considerare le condizioni personali e sociali?

I casi sono due...
O mi sbaglio, ed erroneamente non ho preso il dettato costituzionale del nostro paese...
O, purtroppo, c'è da prendere atto di una distanza immensa, quasi siderale, tra il dettato e l'applicato.
Ancora una volta, tra la Carta Costituzionale intesa come mero documento, come legge fondamentale dello Stato italiano, e la reale portata dei suoi 139 articoli (5 abrogati), la loro cioè reale applicazione nella vita concreta di ogni giorno.
Tra "Stato di Diritto", quale il nostro Paese si professa storicamente di essere, sancendo diritti e doveri dei suoi cittadini, tutti sulla carta uguali davanti la legge, e "Stato Sociale", volto a realizzare nel concreto l'uguaglianza, fornendo e garantendo diritti e servizi sociali.
Tra parole, di cui i libri di scuola e gli almanacchi son pieni, e fatti, che invece sono tanto più rari quanto più importanti...
Come si fa, ancora, a credere in questo Stato?
A sperare in questo Stato?
Ad avere fiducia in questo Stato?
Che Stato è quello che amministra una giustizia a modo proprio, mandando in carcere innocenti, non comminando le adeguate pene ai colpevoli, facendo uscire per scadenza dei termini i peggiori killer mafiosi, sconvolgendo a proprio piacimento gli iter processuali, facendo aspettare anche decenni per una semplice sentenza civile?
Che Stato è quello che lascia inermi i suoi servitori contro la criminalità organizzata, permettendo che saltino in aria come pupazzi senza far nulla perchè divenuti scomodi e pericolosi?
Che Stato è quello che tutela sempre i più forti, le toghe, le uniformi, le caste, i potenti, che permette di sedere in Parlamento a gente pluricondannata, che vede innocenti esasperati togliersi la vita come oggi, sul balcone di un municipio, davanti a tutti, per mancanza di lavoro e senza che nessuno li ascolti???

No, mi spiace...ma io non credo più nè spero più in questo Stato.
Perchè i fatti mi hanno dimostrato, con amarezza, che lo Stato non c'è, o se c'è, non è tra noi, gente comune...
E la Giustizia somma è solo un puro ideale Platonico.
Qui vige solo la legge del più forte...
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