
In gioventù lo chiamavano Spezzaferro, si pronuncia Spiezzaferro, perchè Massimo D’Alema era un falso mingherlino assai nerboruto. Un episodio che lo ritrae nell’età verde un po’ guascone e come sempre arrogante riguarda l’incidente che gli capitò con un cane del vicinato che si divertiva a chiamare "coglione" stuzzicandolo crudelmente. Un giorno "coglione" saturo di calci e frizzi e lazzi non ci vide più e senza timori reverenziali azzannò alle terga il prode Spezzaferro che fra irripetibili bestemmie e l’ilarità degli amici si rovinò un tantino la fama di duro. Il futuro padrone di PC, PDS, DS e PD nacque figlio d’arte, allievo modello delle Frattocchie, rinomata scuola per giovani talenti comunisti, tenne in pantaloni corti la commemorazione funebre della gioventù comunista alle esequie per la scomparsa di Palmiro Togliatti detto "IL MIGLIORE" nei primi anni 60. Poi l’attivismo politico costante e indefesso, gli anni del Vietnam, del porfido tirato in testa ai nemici di classe, la contestazione dei missili a Comiso e varie e altre lo impegnarono così tanto da non conseguire una laurea nonostante fosse iscritto alla Normale di Pisa. Di Spezzaferro è fuori discussione l’estrema ambizione culminante nel fatto di non saper fare nient’altro se non la politique politici enne, autentica vocazione rivelata da una conventicola che ha sempre considerato il proprio credo l’auto referenza necessaria e sufficiente per giudicare e disprezzare il resto del mondo. Di tutto il male possibile, la fonte più autorevole contro D’Alema rimane il suo vecchio compagno di falce e martello Achille Occhetto, che dopo avere transitato in piena tangentopoli il PCI a PDS fu defenestrato dal giovane Spezzaferro secondo vecchie tecniche da manuale staliniano. Ovvero, caro vecchio compagno togliti dalle palle con le cattive o con le cattive, perchè ora il padrone sono io. A voler essere più precisi la successione alla segreteria fu formalmente affidata ad un referendum della base con fax e gazebo, ebbene vinse Walter, sì Veltroni, quello che assomiglia tanto a Ciccio il lavorante di Nonna Papera, ma nonostante questa alta prova di democrazia, presto divenuta "sommaria indicazione di pochi", Comitato Centrale, Politburo, Vecchi Compagni Bolscevici tipo Napolitano, Colajanni, Rodotà, Pajetta -se non era morto-, Cossutta, Natta, Reichlin etc etc decisero che al bel Walter, noto esperto del Gatto Felix, come ebbe a definirlo Francesco Cossiga, era preferibile Spezzaferro. E così avvenne. Non entro nelle complicate dinamiche di potere delle Botteghe Oscure, sappiamo bene come una minoranza di adepti con una visione sacerdotale della politica fosse la chiave di volta del più grande Partito Comunista Occidentale, altro record italiano. Mi limito a ricordare come il dinosauro Occhetto e la sua gioiosa macchina da guerra, piaccia o non piaccia, a modo loro fossero fossero comprensibili, chi sia esattamente Spezzaferro invece, non sarei in grado di spiegarlo ai miei tre lettori. Nel 1997, forse perchè in parte ci credeva, o tentato come Faust, cercò con Berlusconi e Fini, non ancora disoccupato Monegasco, di diventare un padre della patria con l’istituzione della bicamerale. Ben presto veti, compromessi e spartizioni incasinarono il teatrino sì da chiuderlo senza troppi rimpianti. Altro fatto rilevante va ricordato nella sua costante insofferenza verso Prodi, alleanze baci e abbracci a parte, non esitò a silurarlo per condurre in prima persona la Presidenza del Consiglio. Quindi da bravo Comandante in Capo ordinò sotto l’egida dell’ ONU i bombardamenti Nato sulla ex Yugoslavia pensate l’avesse fatto il povero Cavaliere, magari sedotto da una Kosovara ) e alla fine potè vantarsi anche della straordinaria operazione umanitaria "Arcobaleno" di cui io fui testimone oculare vergognandomi di essere italiano. Conclusa la sua esperienza di governo col disastro elettorale del 2001, lo ritroviamo dopo un breve, splendido e ringhioso isolamento a Ministro degli Esteri ancora con il detestato Prodi, in qualche regata a vela, in un corso di inglese con scarsi profitti, nel ghigno di porta a porta, in alcune foto che lo ritraevano da Grande Statista con Hamas ed Hezbollah e poco o niente altro. Ma solo in apparenza, era infatti arcinoto che nella bagarre della "cosa" ora chiamata Partito Democratico, Spezzaferro ed i suoi accoliti affilassero i coltelli. L’occasione si presentò con la batosta elettorale del 2008, quando relegarono Ciccio Veltroni su posizioni di assoluto isolamento in favore dell’uomo di D’Alema, Pierluigi Bersani. La sua unica strategia politica si abbrevia in quel termine tanto caro ai burocrati URSS, "egemonia" che significa fare il padrone, disporre a piene mani della struttura e delle poltrone che distribuiscono il potere a sodali e adepti sopra tutto e tutti. La cercò fino alle estreme conseguenze in nome e cognome di una presunta e inesistente unità della sinistra contro Craxi, di cui fu connivente nelle malversazioni e carnefice nella nemesi in cui assunse l’aureola di paladino dei valori democratici e riformisti di partito che lo distinguevano dalla corruzione altrui. Affittopoli, tentativi di scalate a banche e assicurazioni all’interno dei clan amici di bandiera rossa la trionferà, e i miliardi che il compagno Ponomariov dall’URSS consegnava a Cossutta e Berlinguer, Greganti martire del silenzio sui conti svizzeri e Ferruzzi con le sue “dazioni“, risultarono cazzate assolutamente marginali al dagli all’untore con cui mani sporche di Milano innalzava Tonino di Pietro al soglio della rinnovata probità italiota. Attualmente alla caduta delle attese certezze di Ministro degli Esteri nell’abortito governo Bersani, e tra le alchimie velenose con il nemico Renzi, attende una chance alla Presidenza della Repubblica o comunque di garante delle larghe intese quale uomo forte del PD. Una poltrona a ciascuno non fa male a nessuno. I suoi intrighi e la sua infiltrazione costante in ogni diatriba che abbia segnato questo sventurato, paese hanno sempre avuto bene o male il suo viatico e l’attuale Beun Retiro a Strasburgo è prodromo a nuove e più grandi imprese. Ricordo per dovere di cronaca la tragedia della fidanzata morta giovanissima in un incidente d’auto e che sembra lo abbia assolutamente provato e intristito. Personalmente lo considero uno dei cannibali di razza delle varie Repubbliche che i giornalistucoli da strapazzo numerano per l’Italia scimmiottando i Francesi. Lascio infine un video che rivelo la sua autentica vocazione al caporalato in “ e le stelle stanno a guardare “ di Cronin, se solo fosse vissuto in quell’epoca. Ad maiora Caudillo Spiezzaferro , eia eia, alalà e che la vendetta sia con te !!!!
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