A Genova ho perso un collega. Un amico. Michele era il pilota di quella nave che ha sconvolto i cuori non solo di Genova, ma di tutta la gente di mare. Non è il luogo adatto, questo, per personalismi. Ma devo a lui ed a quelli che non ci sono più un piccolo tributo di conoscenza in più.

PILOTA.
Chi è il Pilota del Porto? In tutti gli scali del mondo, in cui può attraccare una nave mercantile, ve n’è uno. In Italia sono ex naviganti che hanno conseguito almeno il titolo di Primo Ufficiale di Coperta e che, dopo concorso, diventano quelle figure professionali che sono d’ausilio al Comandante di una nave nelle manovre di entrata ed uscita dai porti. Sono preziosi per la loro conoscenza dei fondali, correnti e qualsiasi altra nozione importante relativa allo scalo a cui sono preposti. Non sostituiscono il Comandante in quei frangenti. No. Lo consigliano. La responsabilità ultima della manovra è e sarà sempre del Capitano della nave.
Cosa fa un Pilota che sale a bordo? Per prima cosa domanda al Comandante se la nave è a posto ed i sistemi di governo e propulsione sono operativi. Poi chiede come si comporta il mezzo in manovra. Se l’elica è sinistrorsa, destrorsa. Se è a passo variabile. Se c’è l’elica di manovra di prua. Chiede soprattutto se vuole altri rimorchiatori, oltre a quelli obbligatori. Una volta che si è accertato di tutto questo, e deve fidarsi della parola del Capitano, inizia la manovra. Se il Pilota ha il minimo sentore di qualcosa che non sia al posto giusto, deve immediatamente sospendere le operazioni ed avvisare la Capitaneria di Porto che invierà gente preposta a bordo per effettuare i controlli necessari.
RIMORCHIATORI.
Nel nostro Paese non c’è una legge unica per tutti i porti. Ogni Capitaneria decide l’obbligatorietà o meno per l’uso di uno, due o più rimorchiatori. A seconda della stazza della nave, della zona del porto in cui deve avventurarsi e molti altri fattori, non esclusi quelli climatici. Ma generalmente l’obbligo c’è sempre. Curiosamente, per il tipo di navi che conduco io, a Genova, non c’è costrizione. Solo su richiesta. E sinceramente non so se la Jolly abbia avuto l’obbligo di rimorchio o meno.
In molti paesi esteri, come l’Olanda ad esempio, i "tugs" sono solo un optional a richiesta. Il canale di Amsterdam, lungo 16 chilometri, con le sue chiuse l’ho percorso senza il loro ausilio.
Una volta deciso il numero di rimorchiatori da usare, ci sono ulteriori soluzioni. Possono rimanere a fianco della nave in assistenza (e magari frapporsi, ad esempio, tra la banchina e lo scafo per evitare urti, perché comunque la velocità di manovra è bassissima) oppure "darle il cavo". Così come sulla Jolly.
Ed è questo il punto cruciale. Lo scopo del rimorchiatore è quello di trainare una nave. E questa dovrebbe avere i motori in moto (per sicurezza) ma eliche ferme. Quello che succede invece spesso è che per "aiutare" lo sforzo dei rimorchi, si mette un minimo di "macchina" avanti o indietro a seconda della direzione da prendere. Si guadagna tempo, sicuramente, ed in una società in cui il tempo è denaro (il costo di un rimorchiatore può arrivare fino a mille euro l’ora in giornate feriali e in orari diurni. Duplicate o triplicate la somma in giornate festive e orari notturni) tutto aiuta.
Ma è una pratica che funziona se tutto va bene e tutto funziona.
Cosa succede se la nave ha un’improvvisa avaria ai motori? Se le eliche si bloccano a marcia avanti o addietro? In fin dei conti sono delle macchine e sono soggette a guasti anch’esse.
Succede che il rimorchiatore per evitare collisioni con banchine o altre navi deve "tirare" dalla parte opposta in cui sta "vogando" la nave. Con il risultato che, nel migliore dei casi, si spezzi il cavo di rimorchio. Ma può succedere di peggio. Che si stacchi la bitta sulla nave in cui il cavo è legato, facendo danni ancor più gravi. E soprattutto il "colpo di frusta" che dà il cavo al momento che si spezza può uccidere qualcuno dell’equipaggio (della nave e del rimorchiatore) che disgraziatamente si trovi nei paraggi.
Perché si spezza il cavo? Provate ad immaginare Golia che gioca al tiro alla fune con una cordicella di cotone con Davide. O si spezza la cordicella o Davide, che la tiene saldamente, viene trascinato da Golia.
Provate a trainare, in acqua, qualcuno che nuota in senso contrario e fate la prova con qualcuno che invece sta a galla a peso morto.
I rimorchiatori hanno la forza di trascinare una nave in capo al mondo se questa galleggia solamente. Ma non avrà mai la stessa forza di una nave di quelle dimensioni che rema in senso contrario. 5 o 6.000 cavalli di potenza contro 30.000 cavalli. Una lotta impari. E tutta la forza e potenza concentrata su un cavo di nylon, che per quanto grosso non avrà mai la resistenza necessaria.
Il Pilota a bordo in quel momento ha fatto migliaia di manovre. E forse si è fidato troppo di quella nave che spesso in passato ha condotto in sicurezza.
Io, da Comandante, manovre simili le avrei fatte ad eliche ferme e con il solo ausilio dei rimorchiatori visto che c’erano. E forse la stessa cosa avrebbe dovuta farla il Capitano della Jolly. Anche lui ingannato dalla sua stessa creatura.
Perché non posso comunque credere ad un errore di manovra. Nemmeno ad un’avaria già conosciuta. E’ stato solo il fato.
LA TORRE.
Costruita a picco sulla banchina.
Vogliamo parlare anche di Genova Multedo, dove in 200 metri e forse meno di linea d’aria si trovano un aeroporto, colossali petroliere e depositi di carburante?
Parliamo di aerei che atterrano in molte città del mondo a pochi metri sopra i tetti delle abitazioni?
Di ristoranti posti a fianco i tornanti di salite al 16 percento in cui un TIR potrebbe causare una strage se gli vengono a mancare i freni?
E' inutile sputare ipocrisia se è lo stesso uomo che nel nome del "Dio Lucro" costruisce o dispone in maniera dissennata. Per poi piangere quando accadono tragedie simili.
Dicono che nessuno poteva prevedere un disastro simile. Io dico di si. Basta affacciarsi da quella banchina, guardare le immense navi che vi passano accanto e chiedersi...ma se...?
Non è la prima e non sarà l’ultima lacrima che verseremo per delle morti evitabili. Purtroppo.
CONCLUSIONE.
La mia convinzione è che l’urto della nave alla torre sia stata causata da un’avaria ai motori della stessa. Nel momento e nel punto sbagliato. Che i rimorchiatori nulla potevano, nemmeno fossero stati 4 o 6.
Spero vivamente non si sia trattato di errore umano.
Si poteva evitare? Col senno di poi si, se i rimorchiatori avessero trascinato la nave con le sue eliche ferme fin dall’inizio. La manovra sarebbe stata sicuramente più lunga e complessa, ma forse più sicura.
Ma col senno di poi, son piene le fosse.
Alla memoria di Michele e Daniele.
Semper Fidelis
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