
Oltre ai reati di importazione di stupefacenti, le gang di latinos sgominate con dalla Polizia di Stato di Milano si sono macchiate anche di una strage di cani di grossa taglia usati come vettori della droga. Gli animali venivano imbottiti chirurgicamente di cocaina prima della partenza e poi uccisi per recuperarla. Nel corso delle indagini del Commissariato Mecenate di Milano, è emerso che alcuni membri delle 'pandillas' latinoamericane smantellate questa mattina "occultavano con un'operazione chirurgica, involucri di cocaina purissima nelle viscere di cani di grossa taglia (San Bernardo, Gran Danese, Dog de Bordeaux, Mastino Napoletano e Labrador) che una volta giunti in Italia venivano uccisi per estrarre la droga". Il traffico di stupefacenti avveniva attraverso contatti diretti tra le organizzazioni criminali oggetto di indagine e i “cartelli” colombiani messicani.
Eseguiti 48 viaggi - Per renderlo invisibile ai raggi X, prima di essere impiantato nei cani lo stupefacente veniva avvolto in un cellophane, poi nella carta carbone, dopodiché ancora nel cellophane e infine ulteriormente chiuso con uno scotch di vinile nero. Una volta arrivati a destinazione il cane veniva soppresso e dalle sue viscere venivano estratti circa 1,250 chilogrammmi di cocaina purissima. Gli investigatori stimano che con questa sistema siano stati fatti 48 viaggi.
Si è salvato un solo animale - Dalle viscere di ogni animale venivano estratti circa Kg 1,250 di cocaina purissima. Da questo terribile trattamento un solo cane si sarebbe fortuitamente salvato.
(dal web)