SonoSoloParole
20 maggio 2005 ore 22:28 segnala
Mi è sempre piaciuto pensare che le parole, le nostre frasi, quelle di tutti noi, una volta esaurita la loro percepibilità andassero a riposare in qualche posto, lontano nell’universo.
Un posto che io m’immagino, puerilmente, tra le stelle.
Vedo queste frasi vorticare ed intricarsi con altre, assumere nuovi significati, alcuni a noi sconosciuti.
E vedo le singole lettere confondersi in un apparente caos, senza distinzioni ortografiche, senza costrizioni grammaticali.
In questo luogo sperduto, ma che sicuramente esiste, immagino ci sia un venditore d’occhiali speciali, che sa riconoscere con certezza il paio che fa al nostro caso.
Con l’aiuto di queste lenti, potremmo ritrovare in questo caos cosmico le nostre parole, e riguardare quelle che abbiamo detto in un momento d’ira, quando siamo delusi, stanchi, o solo annoiati.
Potremmo trasformare quel sì in un no, o viceversa, potremmo vedere la nostra disattenzione per gli altri e per noi stessi, e ridare dignità a quelle sillabe, a quelle lettere, che esprimono troppo spesso la nostra ambizione e la nostra avidità, che ci fanno apparire aggressivi, quasi sempre per sfogare sugli altri le nostre mancanze, le nostre delusioni, le nostre paure.
Riprendiamoci le parole oggi stesso, forse quel venditore di lenti esiste solo nella mia fantasia.
3770307
Mi è sempre piaciuto pensare che le parole, le nostre frasi, quelle di tutti noi, una volta esaurita la loro percepibilità andassero a riposare in qualche posto, lontano nell’universo.
Un posto che io m’immagino, puerilmente, tra le stelle.
Vedo queste frasi vorticare ed intricarsi con altre,...

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