
Su un soggetto di Federico Fellini, Gabriele Salvatores ci racconta una storia ambientata nel dopoguerra che è, in realtà, una grande metafora della società attuale.
Il regista premio Oscar, vuole ricordare ai tanti italiani con la memoria corta, e ancor più a quelli che dimenticano in malafede, che meno di un secolo fa eravamo noi ad invadere speranzosi l’America e il resto del mondo fino ad essere considerati indesiderabili dal momento che siamo arrivati ad esportare perfino la mafia.
Ottima prova degli attori, compresi i due minori.
Come sa bene chi segue Salvatores da anni e per sua stessa ammissione, il regista affida alla musica il filo della narrazione, grazie alla capacità delle note di emozionare lo spettatore.
Tutti i brani contenuti nei suoi film vengono da sempre scelti personalmente da lui.
Un film necessario, che coinvolge facendo pensare.
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