
Cos’è l’umanità? Non è difficile da capire!
Almeno così pensavo, prima di fuggire
da quell’inferno che ho trovato in Libia
dove mi hanno fratturato anche una tibia.
Dicevo: son certo, in Italia ci aiuteranno
non appena questo barcone localizzeranno.
A un naufrago non si nega un soccorso.
Non c’è bisogno di vincere un concorso.
E’ lampante, noto fin dalla notte dei tempi.
Una vita viene prima. Potrei fare cento esempi.
Si sa, è consuetudine di chi va per mare.
Per salvare un solo uomo si facevano le gare!
E’ vero, forse non è scritto ma vale più di mille codici.
Si chiama solidarietà, empatia. Non eravamo in dodici
ma più di cento, per giorni, in mare aperto, in avaria.
Imbarcavamo acqua, e gli ipocriti recitavano l’Ave Maria
invece di aiutarci. Arrivavano divieti dalla guardia costiera,
a debita distanza. E quelli si bagnavano all’acquasantiera.
L’attesa fu lunghissima. Ricordo, ebbi più di un miraggio.
Ma giuro, non l’immaginavo così la fine del mio viaggio.
Voi, davanti alla tv, non avete idea da dove noi veniamo.
Ma non credete anche voi, che siam tutti figli di Abramo?
Donne, bambini, dispersi. Per voi non cambia niente.
Non vi tocca. Non tendete una mano all’altra gente.
Ora dormo sulla collina. Passammo tanti giorni al largo,
col vento e la tempesta. Eppure non era solo un cargo.
Quando il barcone affondò pensai che infondo,
il peggio, ma avevo visto anch’io un pezzo di mondo.
I cadaveri galleggiavano lividi, in balia delle onde,
ma non avremmo mai e poi mai visto le sponde.
Almeno così pensavo, prima di fuggire
da quell’inferno che ho trovato in Libia
dove mi hanno fratturato anche una tibia.
Dicevo: son certo, in Italia ci aiuteranno
non appena questo barcone localizzeranno.
A un naufrago non si nega un soccorso.
Non c’è bisogno di vincere un concorso.
E’ lampante, noto fin dalla notte dei tempi.
Una vita viene prima. Potrei fare cento esempi.
Si sa, è consuetudine di chi va per mare.
Per salvare un solo uomo si facevano le gare!
E’ vero, forse non è scritto ma vale più di mille codici.
Si chiama solidarietà, empatia. Non eravamo in dodici
ma più di cento, per giorni, in mare aperto, in avaria.
Imbarcavamo acqua, e gli ipocriti recitavano l’Ave Maria
invece di aiutarci. Arrivavano divieti dalla guardia costiera,
a debita distanza. E quelli si bagnavano all’acquasantiera.
L’attesa fu lunghissima. Ricordo, ebbi più di un miraggio.
Ma giuro, non l’immaginavo così la fine del mio viaggio.
Voi, davanti alla tv, non avete idea da dove noi veniamo.
Ma non credete anche voi, che siam tutti figli di Abramo?
Donne, bambini, dispersi. Per voi non cambia niente.
Non vi tocca. Non tendete una mano all’altra gente.
Ora dormo sulla collina. Passammo tanti giorni al largo,
col vento e la tempesta. Eppure non era solo un cargo.
Quando il barcone affondò pensai che infondo,
il peggio, ma avevo visto anch’io un pezzo di mondo.
I cadaveri galleggiavano lividi, in balia delle onde,
ma non avremmo mai e poi mai visto le sponde.