Eventi: la SS. Pasqua nel Salento
Quaremma o Caremma
La Quaremma o Caremma,(in altre parole Quaresima) è un fantoccio di paglia con le sembianze di una brutta vecchia vestita a lutto. Nella tradizione popolare, la Quaremma rappresenta la moglie del Carnevale e compare sulle terrazze delle case quando le festività carnevalesche sono finite e quindi il marito può dirsi morto. Le Quaremme fanno così capolino dalle terrazze quando inizia la Quaresima, quel lungo periodo di astinenza e penitenza che precede le festività sella Santa Pasqua. La Quaremma regge tra le mani il fuso e la conocchia, simboli della laboriosità e del tempo che trascorre e ha ai suoi piedi un’arancia nella quale sono conficcate sette penne, una per ogni settimana di astinenza e sacrificio che precede il giorno di Pasqua, quando sarà rimossa dalle terrazze e bruciata. Il fuoco purifica e rigenera realizzando così un nuovo ciclo destinato a ripetersi negli anni.
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Cuddhrura
Legata al culto della Caremma è la cuddhrura, una sorta di pane dolce che si prepara durante la settimana santa e si consuma il giorno di Pasqua o il lunedì dell’Angelo. Il dolce è guarnito con uova sode e può assumere svariate forme, ciambellone a treccia per tutta la famiglia, come un cestino, un pupazzo o una bambola per i bambini, oppure un cuore che regalato quale pegno d’amore dalle giovani donne ai futuri mariti.
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La nostra pasta di Mandorla
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Tradizionale esecuzione del "Santu Lazzaru"
Nella Cappella dell'Addolorata dei Terziari Cappuccini dell'Addolorata - Galatone (Lecce)
Galatina,
Gli Scazzacatarante,
Il gruppo è ripreso mentre esegue Lu santu Lazzaru... muovendo da Piazza San Pietro alla Basilica di Santa Caterina.
Importante tradizione popolare era il così chiamato "Santu Lazaru". U Santu Lazzaru è un rito antichissimo. Un tempo, una compagnia di musicisti e cantanti, vestiti con “l’abito della festa” e con un ramoscello d’ulivo ornato di nastrini e immaginette sacre sulle spalle,andavano in giro di paese in paese…di masseria in masseria, durante la notte, nei giorni precedenti la Pasqua, cantando stornelli sulla Passione di Gesù Cristo. L’obiettivo del gruppo, formato quasi sempre da poveri contadini, era quello di ottenere dai ricchi proprietari delle masserie, in dono, pezze di formaggio, uova e altre pietanze, in modo che potevano anche loro passare una ricca Pasqua gastronomica. Se i padroni delle masserie erano restii a far doni, i musicanti ripetevano il canto molte volte fino a convincerli. La tradizione, con il passare dei decenni e le mutate condizioni di vita dei contadini, che nel frattempo sono sensibilmente migliorate, si era man mano perduta. Oggi l'usanza del "SANTU LAZZARU" è nuovamente diffusa nel Salento ed è associata a forme di beneficenza, dato che i pacchi dono, che questi musicanti raccolgono, vengono portati a parrocchie o ad associazioni di volontariato . Il canto alterna versi che parlano delle ultime ore di Cristo con altri che incitano gli ascoltatori ad essere generosi nei confronti dei musicanti.
si usa andare davanti alle case degli amici.... per farsi una bevuta in allegria...
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TESTO
Bbona sera a quista casa
e a tutti quanti mò l’abitanti.
Simu vinuti mo’ munti munti,
cari patruni mo’ facimu li cunti.
Simu vinuti mo’ macche macche,
imu lassate le sole e le scarpe.
E venga Cristu mo’ cu li Santi
ne tescia aiutu e sarvazione.
E osci, osci se fa missione,
ca osci Lazzaru è risuscitatu.
E Diu ve manna na bbona annata
e cu le pecure e cu le capre,
e cu cavaddhi e cu sciumente
e quantu voi desiderate.
E’ arrivata la Santa Pasqua
ne dati l'ove te la puddhrascia,
e se nu ne tati mprima
ne dati quiddhre te la caddhrina.
E Santu Lazzaru osci è Cristu
e sia lodatu mo’ Gesù Cristu.
Sciamu a casa de Simone,
addhrai scìu Cristu per fare la cena,
a na sciuta portara Cristu
a na turnata cu pene e cu guai.
Ppe’ trenta denari canciara Cristu
li sacerdoti e li farisei.
O che doja, o che dolore
ca ippe Marta la Maddalena,
colle sue lacrime, i suoi piedi bagnava,
coi suoi capelli se li sciugava.
O che doja, o che dolore
ca Giuda fose lu traditore,
Giuda fose lu traditore
tradìu Cristu nostru Signore.
Pe’ nu votu de suo fratellu
ca quante pene ippe a soffrire.
Nui pregamu Gesù Bambinu
cu ne tescia mo’ pane e vinu.
Sta vinimu te susu le macchie
imu cunsumatu la sola alle scarpe.
Santu Lazzaru, meu tignusu
ca pe scuffietta, purtavi lu fusu.
Santu Lazzaru mo’ l’imu dittu,
e salutamu Gesù Cristu.
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LA PASSIONE VIVENTE A BRINDISI
BRINDISI DRAMMATIZZAZIONE DELLA PASSIONE VIVENTE
( PARTE 1 di 10 ) BRINDISI " LA PASSIONE VIVENTE " VI EDIZIONE 17 APRILE 2011
( PARTE 2 di 10) BRINDISI "LA PASSIONE VIVENTE" 17 APRILE 2011
( PARTE 3 di 10) BRINDISI "LA PASSIONE VIVENTE" 17 APRILE 2011
(PARTE 4 di 10) BRINDISI "LA PASSIONE VIVENTE" 17 APRILE 2011
( PARTE 5 di 10) BRINDISI "LA PASSIONE VIVENTE" 17 APRILE 2011
( PARTE 6 di 10) BRINDISI "LA PASSIONE VIVENTE" VI EDIZIONE 17 APRILE 2011
( PARTE 7 di 10) BRINDISI "LA PASSIONE VIVENTE "VI EDIZIONE 17 APRILE 2011
(PARTE 8 di 10) BRINDISI " LA PASSIONE VIVENTE" VI EDIZIONE 17 APRILE 2011
( PARTE 9 di 10 ) BRINDISI "LA PASSIONE VIVENTE " VI EDIZIONE 17 APRILE 2011
(PARTE 10 di 10)BRINDISI "LA PASSIONE VIVENTE" VI EDIZIONE 17 APRILE 2011
Care/i Amiche e Amici... spero che questo post vi piaccia... vi Auguro con tutto il cuore che ognuno di voi passi una felice e lieta Pasqua insieme a propri cari, un grande abbraccio... dal Salento con simpatia...
Gianpaolo