Bologna d'autunno

08 novembre 2011 ore 15:09 segnala
Bologna mi aveva accolto con un pomeriggio grigio ma non freddo. Quel venerdì la stazione brulicava di persone in partenza ed in arrivo. Ed io aspettavo il tuo arrivo.
Alla fine arrivasti sorridente e contenta; incontrarsi in un luogo lontano era cosa insolita e curiosa.
Pensammo al da farsi, a come occupare quel poco tempo prezioso che avevamo. Soprattutto a come occuparlo al meglio.
Così ci avviammo per un piccolo giro esplorativo nel centro della città, cercando di non perdere l'orientamento per raggiungere velocemente il quartiere di periferia dove avevamo l'albergo che ci aspettava.
Dopo ben poco non mi accorsi più né del grigio del cielo né del freddo che stava arrivando con la sera, pensavo solo a come a volte non conti il posto dove si va ma la situazione che si vive e con chi.
Arrivammo nel nostro hotel, che avevi scelto tu accuratamente, ci sistemammo e ci preparammo per uscire per una cena condita da un giro serale per Bologna.
Non ci volle molto a tornare in centro in autobus, almeno per noi abituati ad altre grandezze di spazio e di tempo.
Ci faceva strano passeggiare sotto i portici, guardando negozi, botteghe soffermandoci soprattutto davanti a quello che ci sembrava particolare ed insolito.
Piazza Maggiore ci ospitò per una sosta, giusto in tempo per fare il punto e cercare un posto dove gustare una buona, magari tipica, cena bolognese.
Ti colpì una trattoria non appariscente, in una piazzetta un po' nascosta.
Il locale non era pieno per un venerdì sera, e quello che usciva dall'immancabile televisione accesa in sala era assolutamente comprensibile dalle nostre orecchie.
Mangiammo di gusto, bevendo anche un po', forse in vista del freddo che avremmo trovato fuori come in effetti successe.
La temperatura rigidina non invitava molto a passeggiate notturne e, anche per la stanchezza, ce ne tornammo nel nostro moderno albergo di periferia pieno di confort.
La mattina dopo il sole ci sorprese e colorò inaspettatamente anche quella periferia un po' grigia ed anonima; le finestre aperte delle case, il traffico rado, i rumori attutiti e una luce intensa ci misero di buon umore e ci predisposero bene nonostante la partenza di lì a poche ore.
Con il tepore del sole di ottobre potemmo fare un'altra esplorazione del centro di Bologna, gustare i particolari di un sabato dove i portici erano pieni di vita, un festoso via vai di persone, un'aria spensierata e leggera che non respiravamo da tempo.
La tua attenzione fu rapita dai negozi di gastronomia e non perdesti l'occasione di fare acquisti, particolari souvenir da riportare a casa.
Il tempo volò e in un baleno realizzammo che avevamo poco tempo per mandar giù un boccone e tornare in stazione per aspettare il treno che ci avrebbe riportato a casa, alle nostre vite di sempre.
Ci arrangiammo in una trattoria scelta da te, tanto per cambiare, dove venni attratta da un menu alla buona. Il locale era pieno di voci, persone che convivialmente gustavano tortellini, lasagne e tutte le prelibatezze tipiche, non disdegnando robuste bevute di buon vino rosso.
Le lancette dell'orologio correvano troppo forte e avemmo giusto il tempo di prendere i nostri bagagli prima di aspettare il treno che purtroppo arrivò puntuale.
I nostri posti a bordo erano comodi, vicino al finestrino ma quella volta non guardai molto il paesaggio fuori, come mi piace tanto fare.
Mi prendesti la mano e me la tenesti per tutto il viaggio, così quasi senza parole parlandomi solo con gli occhi.
Ci guardammo a lungo, forse troppo e io cercavo di scacciare la tristezza della fine di queste ore insieme ma non con scarsi risultati.
Il treno andava maledettamente veloce rispettando, inaspettatamente, la tabella di marcia tanto che fui addirittura felice quando fece una breve sosta in una galleria, che non è proprio la cosa più bella che si possa vivere.
Arrivando a destinazione ripensai alla relatività del tempo e delle cose, e a come passare poche ore in un'altra città, ma vivendole come qualcosa di straordinario, possa creare un ricordo indelebile ed emotivamente forte.
Qualcuno mi disse che le cose belle passano per lasciar posto a cose ancora più belle.
Ogni tanto ci penso augurandomi che sia così.
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Bologna mi aveva accolto con un pomeriggio grigio ma non freddo. Quel venerdì la stazione brulicava di persone in partenza ed in arrivo. Ed io aspettavo il tuo arrivo. Alla fine arrivasti sorridente...
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08/11/2011 15:09:18
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