Solo quattro specie sopravvivono: la iena maculata, iena bruna e la iena striata (che insieme formano la sottofamiglia Hyaeninae), e il protele crestato, che è l'unico membro della sottofamiglia Protelinae.
Sebbene somiglino a grossi canidi (cani, lupi, sciacalli e volpi), le iene in realtà formano una famiglia biologica a sé stante e in realtà più vicina agli Herpestidae o Viverridi (la famiglia della mangusta, del suricato e della genetta) e persino con i Felidi. Il loro olfatto è sviluppatissimo, riescono a percepire la presenza di una carogna o di sangue fresco a centinaia di metri di distanza: le iene sono inoltre abilissime a osservare il volo degli avvoltoi per individuare le carcasse d'animali morti. Lo storico e vescovo francese Jacques de Vitry scrisse che al tempo delle Crociate in Terrasanta si diceva che le iene imitassero la voce umana per attirare le loro vittime.
La loro organizzazione è matriarcale. I livelli di testosterone nelle femmine sono molto elevati e questo, unitamente alla presenza di una clitoride molto sviluppata, ha contribuito ad alimentare la falsa credenza che le iene fossero ermafrodite. A eccezione del protele, che vive solitario o in coppia, le iene sono animali socievoli, che formano branchi ("clan") comandati generalmente da una grossa femmina e formati da individui molto uniti tra loro (anche una decina), che difendono strenuamente il loro territorio di caccia.
Le iene sono considerate comunemente gli spazzini della savana, le principali divoratrici, insieme a sciacalli e avvoltoi, dei cadaveri dei grandi animali abbattuti dai predatori. Effettivamente questi carnivori svolgono un ruolo di "polizia sanitaria" in natura, riuscendo a divorare quasi per intero le carcasse dei grossi erbivori grazie alla formidabile forza di denti e mascelle e al loro stomaco capace di ingurgitare qualsiasi cosa (praticamente solo le corna e i peli non vengono digeriti).
Tuttavia è errato ritenere che esse si cibino solo di animali morti. Se è vero infatti che le iene brune e striate basano gran parte della loro dieta sulle carogne, è anche vero che le iene maculate (le più conosciute) sono soprattutto delle cacciatrici. Il protele crestato, infine, si nutre di insetti. Le iene sono abili rapinatrici delle prede altrui, in particolare di quelle dei leopardi e dei ghepardi; con il leone l'esito degli scontri è sostanzialmente in parità (a volte riescono a depredarlo sopraffacendolo in branco, altre volte sono i gruppi di leoni a rubare le prede uccise dalle iene), mentre un concorrente molto difficile da affrontare è il licaone, o cane selvatico colorato, che vive in branchi molto uniti e ha quasi sempre la meglio sulle iene, riuscendo ad allontanarle.
Amano rifugiarsi sotto terra ma sono mediocri scavatrici: preferiscono sfruttare le tane altrui (come quelle dei grossi oritteropi), oppure cavità naturali tra le rocce e le radici, dove le femmine partoriscono i loro piccoli. Le femmine maturano piuttosto tardi (2-3 anni) e partoriscono da 1 a 6 cuccioli, al cui sostentamento collaborano spesso gli altri membri del clan, portando cibo alla famiglia e difendendo la tana. I cuccioli vengono allattati a lungo e si possono considerare svezzati non prima d'un anno d'età.
POESIA SULLA IENA!
Attenti alle iene!
Lo so, son là!
Le sento.
Son dietro a quel cespuglio
Le stridule codarde,
Sgraziate nelle forme
Come posson' essere solo
Le mangiatrici di carogne!
Son specie
Dal lugubre passo,
Pelle orribile di pelo
Che si tende su ossa
E sopra polpa d'inferno:
Di quello fanno intendere
Dall'orrore a vista com'anche
Il fetore. Hanno fiutato:
E son lì pronte
Nel canaglio agguato!
Ogni tanto mostran
Quel rivoltevole muso
Da sopra o a lato
Di quel cespuglio ch'è
Maleodorante e divenente scuro
Per l'impietosa notte
Che amplessa fredda il cielo.
Finchè son desto,
Al coperto le bastarde
Rimarranno: non devo
Buttar giù l'animo
O socchiuder l'occhio,
Perché sarebbero lì pronte
-Fameliche vigliacche!-
Tutt'insieme lì sferranti
Il final smembrante azzanno.
Son iene e non sentirei
Rammarico certo semmai fosse
Ch'ogni leone ovunque
Spezzi lor la schiena
E le faccia estinte!
