Il potere della musica

03 settembre 2024 ore 13:40 segnala


Da sempre la musica riveste un ruolo primario nella mia vita e non parlo solo di ascolto, ma di emozioni, di sentire qualcosa che si muove dentro...a volte persino di adottare uno "stile di vita".

Purtroppo per chi mi sta vicino, la passione più travolgente mi sono trovato a provarla per il rock in tutte le sue sfumature, dalle più classiche, alle più estreme seppur con un allargamento degli orizzonti che mi porta ad abbracciare, saltuariamente, anche generi diametralmente opposti.

Riconoscendo alla musica un potere universale in termini di linguaggio e di capacità di coinvolgimento delle persone, appiattendo di fatto ogni possibile distinzione, trovo davvero interessante quando i suoi generi si mischiano unendo aspetti che apparentemente sono distanti anni luce, ma che in realtà fanno parte dello stesso grande "miracolo" che 7 piccole note perpretano da secoli.
Ieri sera ho assistito ad un programma musicale in cui un quartetto d'archi proponeva, rivisitati, alcuni classici del rock, a partire dai Led Zeppelin fino ad arrivare ai System of a Down.

Lo scetticismo iniziale è stato immediatamente spazzato via alle prime note di kashmir e il susseguirsi dei vari brani, fino alla conclusione con Toxicity, mi ha regalato un'esperienza musicale, sensoriale ed emozionale di rara intensità.

Complice un'atmosfera "magica" regalata dalla sola illuminazione delle candele, mente e cuore si sono cullati e stupiti davanti a quello spettacolo.
E ancora una volta il potere della musica, la sua capacità di unire le persone, la sua vocazione nel saper trasformare le differenze in ricchezza, si sono manifestati in tutta la loro magnificenza, annullando per più di un'ora tempo e spazio e trasportando tutti in un viaggio la cui destinazione era la bellezza e forse anche un po' di pace interiore, cosa di cui c'è tanto bisogno.

Uno spettacolo appagante, emozionante...di quelli che ti porti dentro insieme a tutte le cose e le persone a cui hai pensato nell'assistervi.

Dio benedica la musica (e soprattutto il rock)

Un grazie agli artisti dell' #elixirensemble per aver regalato a tutti i presenti tutto questo...oggi come oggi non è poco.
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03/09/2024 13:40:01
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Guardare o Vedere: c'è molta differenza

10 maggio 2024 ore 13:55 segnala


"La persona che vede, infatti, non ha semplicemente guardato, ma si è spinta oltre raggiungendo l'obbiettivo dell'osservazione: ha capito, ha compreso, l'oggetto precedentemente guardato. Ha visto, appunto. Guardare è quindi condizione necessaria, ma non sufficiente per poter andare oltre: riuscire, cioè, a vedere."
(definzione presa dal web)

La vita, sia essa reale o virtuale, ci pone sempre di fronte persone nuove con le quali decidere se intraprendere un percorso di conoscenza e soprattutto con quali aspettative.
E sono proprio le aspettative o meglio le nostre intenzioni a definire il come ci approcceremo a tali persone.

Ma può succedere che queste stesse aspettative cambino nel tempo e a concorrere a questo cambiamento subentrano due fattori fondamentali: volersi mettere in posizione di ascolto verso l'altro e soprattutto essere degno della sua fidicia in modo tale che si possa "aprire" lasciandoci entrare pian piano nel suo mondo.

Quando questo accade, ed è molto raro che succeda, inevitabilmente subentrano aspetti emotivi ed emozionali che all'inizio non erano preventivati; e si inizia a vedere laddove si guardava solamente, si inizia a scoprire un universo molto spesso inaspettato e affascinante, anche nei suoi aspetti più drammatici.

Ma riuscire a fare questo richiede volontà di farlo; conoscere una persona richiede tempo, tanto tempo e fatica. Fatica nel cercare di capire l'altro, fatica nel cercare di farsi capire. E poi fiducia, pazienza, comprensione, chiarezza, sincerità...tutte cose che richiedono un impegno che la velocità di questo mondo spesso bloccano.

Eppure quando lo si fa, a prescindere da cosa porti tutto questo, si spalancano porte verso quello che, in fin dei conti, è la vera essenza di questa vita.
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Dio salvi la Regina

06 maggio 2024 ore 17:10 segnala


Never mind the bollocks…c’era una rabbia autentica in quell’album, probabilmente in quella intera generazione.
Le logiche di mercato non erano ancora così spinte e l’anima del rock (in questo caso del punk rock), quella più pura, era ancora forte; un’anima fatta di ribellione, di contestazione, di voglia di riscatto che non si traduceva nell’avere macchinoni e orologi da migliaia di euro (come pare invece sia oggi in alcuni contesti musicali), ma nello “sputare” su un certo tipo di sistema sociale contestandone l’ipocrisia dilagante.
Purtroppo spesso questa ribellione si è rivelata autodistruttiva e, come tale, si è auto estinta, ma resta un messaggio forte seppur vi siano poche orecchie in grado di sentirlo.
Quella forma di protesta ha utilizzato il veicolo forse più immediato e comprensibile: la musica. E quella musica, seppur involontariamente, ha contribuito a creare coscienze, roba che oggi come oggi non esiste quasi più e forse potremmo togliere il quasi.
Ci siamo cresciuti con quella roba e Dio solo sa quanto ci manchi tutto quell’ardore...ma vive comunque in noi perchè ci ha segnati in modo indelebile.

Dio benedica il rock!

https://www.youtube.com/watch?v=g-38GX2YQig
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« immagine » Never mind the bollocks…c’era una rabbia autentica in quell’album, probabilmente in quella intera generazione. Le logiche di mercato non erano ancora così spinte e l’anima del rock (in questo caso del punk rock), quella più pura, era ancora forte; un’anima fatta di ribellione, di con...
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Splendide creature...

03 maggio 2024 ore 10:46 segnala


Stamattina scendendo dalla collina avevo lo spettacolo delle montagne davanti agli occhi; il cielo diviso a metà tra nuvole e sereno e il sole che illuminava le cime imbiancate dell'arco alpino intorno alla città...non ci farò mai l'abitudine a tanta bellezza e mi è venuto da pensare a quanto in fondo siamo piccoli, insignificanti, di passaggio se paragonati a tanta maestosità...eppure è incredibile quanto una sola persona, che come noi è solo un granellino di sabbia nel deserto, possa diventare per noi un intero mondo...possa diventare il nostro mondo, oscurando tutto il resto.
Siamo esseri magnifici quando vogliamo...
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« immagine » Stamattina scendendo dalla collina avevo lo spettacolo delle montagne davanti agli occhi; il cielo diviso a metà tra nuvole e sereno e il sole che illuminava le cime imbiancate dell'arco alpino intorno alla città...non ci farò mai l'abitudine a tanta bellezza e mi è venuto da pensare...
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Includere...

28 aprile 2024 ore 10:40 segnala


Oggi, per la prima volta In assoluto, ho fatto un allenamento con una squadra di basket composta da "atleti" normodotati e atleti con diversi tipi di disabilità...al di là del fatto che l'attività fisica evidenzia in modo sempre più impietoso l'avanzare degli anni, ho alcune considerazioni del tutto personali da fare...

Primo: accoglienza: dopo circa 5 secondi dalla mia presentazione al gruppo, praticamente ero già uno di loro...una accoglienza e una capacità di includere l'altro che raramente si trovano.

Secondo: impegno...questa parola così poco spesso agita, era invece palpabile. Ognuno per come poteva, per come riusciva, con tutti i limiti del caso, ci ha messo tutto e forse, in alcuni casi, anche di più.

Terzo: gioia. si respirava nell'aria, quella gioia di chi sta con gli amici e soprattutto fa le cose che fanno tutti senza nessun tipo di differenza. Raramente, anche nei contesti di aggregazione "ricreativa" ho riscontrato tale gioia.

Quarto: rispetto. Nonostante i cattivissimi allenatori che ci hanno fatto sudare 7 camicie, mai una lamentela, mai un gesto fuori posto...sempre e solo rispetto per i coach e per incompagni

Quinto: uguaglianza. Nessuno era più bravo degli altri, tutti si era giocatori della stessa squadra, ognuno col suo ruolo ma senza altri tipi di distinzione.

Sesto: amicizia. Oggi ho avuto il piacere di goderne la forma più bella.

In una fase del nostro paese dove qualcuno osa affermare che studenti disabili dovrebbero essere confinati in classi composte solo da loro, ho avuto conferma che l'inclusione, la condivisione e l'impegno comune non solo fanno bene a quei ragazzi, ma ne fanno ancor di più a noi "normali"...è uno scambio di esperienze, un'opportunità incredibilmente potente per diventare tutti migliori...e se questo è un mondo al contrario, beh Dio benedica le cose capovolte perché sono quelle che danno senso al nostro essere umani.
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« immagine » Oggi, per la prima volta In assoluto, ho fatto un allenamento con una squadra di basket composta da "atleti" normodotati e atleti con diversi tipi di disabilità...al di là del fatto che l'attività fisica evidenzia in modo sempre più impietoso l'avanzare degli anni, ho alcune consider...
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8 Marzo

08 marzo 2024 ore 13:46 segnala


Smettere di considerarle stupide, bambole gonfiabili, usa e getta, sarebbe già un bel passo avanti...altro che mimose!!!
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« immagine » Smettere di considerarle stupide, bambole gonfiabili, usa e getta, sarebbe già un bel passo avanti...altro che mimose!!!
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Vita...

23 febbraio 2024 ore 12:15 segnala


C’è un sottile piacere nello spostarsi a piedi lungo le vie e i vicoli del paese, di prima mattina.
L’aria fresca (a dire il vero fredda) colpisce come uno schiaffo la faccia e i polmoni, con l’innocenza e la freschezza che a breve perderà, caricandosi di gas di scarico.
Il sole ancora non ha intenzione di farsi vedere e tutto sembra avvolto nel dolce manto del sonno, salvo qualche sporadico passaggio di auto e qualche finestra da cui si spande una luce che porta con sé la promessa di un buon aroma di caffè.
I tratti di corso Matteotti, via Albussano e parte di vicolo Albussano sono privi di marciapiede, il che mi costringe a camminare rasentando così tanto il muro, che mi sento un po’ uomo ragno, ma lo scarso traffico rende il cammino comunque agevole.
Come ogni mattina, noto le stesse auto, parcheggiate nello stesso posto, quasi a rassicurarmi che tutto è come deve essere.
Non incontro anima viva il che per un uomo (inteso come maschio), che per definizione è in grado di interagire con un altro essere umano non prima delle 10:00 – 10:30, è la condizione ideale.
Arrivo alla rotonda del Mercatò e imbocco piazza Europa, dove alcuni banchi del mercato sono già quasi completamente allestiti; ambulanti in piena attività si prodigano a montare strutture e scaricare merce che da lì a poco sarà contesa da un fiume di persone che invaderà la piazza e le vie circostanti. Sento il freddo nelle ossa e non invidio certo quei lavoratori che quel freddo lo sentiranno per gran parte della mattinata, mentre io sarò comodamente seduto alla mia scrivania godendo di una temperatura decisamente più confortevole.
Al fondo di piazza Europa, punto dritto verso la stazione per unirmi ai già presenti capannelli di viaggiatori che si incamminano verso il binario 1.
Salgo e mi accomodo, preferibilmente accanto ad un finestrino per poter godere della vista del mondo che scorre dietro quella lastra di vetro.
Metto le cuffiette e sintonizzo la radio sul 90.9 di Radio Freccia, perché non c’è inizio migliore di quello regalato da un po’ di sano rock: se sono fortunato, magari passano qualche pezzone di quelli che mi fanno venire la pelle d’oca anche se hanno quasi i miei anni.
Poi apro whatsapp e, come ogni mattina, mando il buongiorno alla persona che ha preso la residenza nel mio cuore…quella persona che cercavo da sempre e che la vita mi ha fatto incontrare non senza avermela fatta sudare…e proprio per questo il suo valore è assoluto. Scrivo e sorrido sapendo che quel messaggio sarà un po’ la sua sveglia.
Il ragazzo seduto di fronte dorme come se non lo facesse da giorni; dal suo cappuccio nero sbucano ciuffi di capelli biondissimi e la sua mano destra, con un anello al pollice, tiene in mano lo smartphone dotato una cover dal color verde fluo (i gusti son gusti)...chissà quale musica passa dalle cuffiette che porta nelle orecchie, ammesso che lui la senta…resta immobile per due fermate, il che inizia a preoccuparmi, fino a rendermi conto che è vivo perchè noto leggeri movimenti volontari della testa.
Il suo vicino gioca in modo accanito sullo schermo crepato del suo telefono senza mai alzare gli occhi.
Su un sedile della fila di fronte, un ragazzino sui 14 anni, giacca a vento turchese e occhiali un po’ da nerd, sfoglia appunti, probabilmente per fissare gli ultimi concetti prima di una interrogazione o di una verifica, riportandomi alla mente cose che facevo tanti, troppi anni fa…certe cose non cambiano mai.
Dal finestrino osservo le prime luci che restituiscono alla vista filari di alberi spogli, ma che esibiranno uno spettacolo ben più colorato tra poco più di un mese testimoniando, in perfetta coerenza, il ciclo della vita.
Si susseguono centri abitati che mi sono familiari: lì ci ho lavorato qualche mese, lì ho fatto un colloquio, in quel concessionario sono andato a vedere una vettura…
La ragazza col Piercing al labbro salita a Trofarello non trova posto a sedere, ma la cosa non sembra seccarla; ha trovato amici con cui parla sorridendo, scandendo con le parole il tempo del viaggio che la separa dalla sua meta.
Si scende al Lingotto e si sale sul bus, che grazie alla colorata e vivace presenza di tanti studenti, è piuttosto intasato, tanto che non riesco ad arrivare alla bollatrice.
Il ragazzo che sul treno giocava con lo smartphone scheggiato, è salito sullo stesso bus e mi prende l’abbonamento dalle mani per timbrarmelo, gesto che mi conferma come i ragazzi siano molto meglio di come di solito li dipingiamo (per inciso, gli “adulti” vicino a lui se ne sono altamente sbattuti i gabbasisi del mio abbonamento di bippare).
Fermata dopo fermata i ragazzi scendono e si avviano con scarso entusiasmo verso la giornata di scuola che li attende.
Con altrettanto scarso entusiasmo, anche noi adulti scendiamo per recarci al posto di lavoro.
Lungo il tragitto che mi separa dal cancello di ingresso, mi godo ancora un po’ di musica; l’aria non è la stessa di un’ora prima, ma conserva ancora una parvenza di respirabilità.
All’ultimo semaforo prima dell’ingresso in azienda un gentile automobilista, in barba ai suoi colleghi fermi al semaforo che ricorda di stare fermi sfoggiando un bel rosso fuoco, decide di diventare improvvisamente daltonico e tira dritto verso nuove e incredibili avventure; lo noto, ma non rallento il passo e lo costringo a lasciare 15 euro di pneumatici sull’asfalto…comprendendo la sua frustrazione, gli lascio sul parabrezza il biglietto da visita di un gommista mio amico…prezzi modici, servizio impeccabile.
Finalmente arrivo in ufficio; il consueto “buongiorno” dà inizio alle 8 ore di lavoro terminate le quali farò il tragitto a ritroso, con panorami simili, aria un po’ più pesante, volti diversi…e ogni aspetto di questo viaggio quotidiano in qualche modo inciderà, anche solo temporaneamente, sul il mio umore, sul mio modo di osservare la vita, sulla vita stessa.
Sì, c’è un sottile piacere nello spostarsi a piedi lungo le vie e i vicoli del paese, di prima mattina…nell’osservare le persone intorno a me, nell’assaporare lo scorrere del tempo e di come questo scorrere muti continuamente la realtà che mi circonda…
È il piacere di sentirmi parte di quella cosa che chiamiamo vita.
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« immagine » C’è un sottile piacere nello spostarsi a piedi lungo le vie e i vicoli del paese, di prima mattina. L’aria fresca (a dire il vero fredda) colpisce come uno schiaffo la faccia e i polmoni, con l’innocenza e la freschezza che a breve perderà, caricandosi di gas di scarico. Il sole anco...
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Offerte speciali

24 settembre 2022 ore 18:18 segnala


Ci esponiamo in questi social pensando di apparire come gioielli in una vetrina di lusso e non ci accorgiamo che siamo solo prodotti sullo scaffale di un discount.
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« immagine » Ci esponiamo in questi social pensando di apparire come gioielli in una vetrina di lusso e non ci accorgiamo che siamo solo prodotti sullo scaffale di un discount.
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24/09/2022 18:18:54
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Per tutta la vita

21 settembre 2022 ore 22:52 segnala


Fissavo quel volto con la consapevolezza di avere di fronte la persona con cui avrei passato il resto della vita.

La persona che non avrebbe potuto mentirmi e alla quale non avrei potuto mentire.

La persona che non mi avrebbe mai lasciato e che non avrei mai lasciato.

La persona che sapeva davvero tutto di me e di cui sapevo tutto.

Un'anima sola, un corpo solo finché morte non ci avrebbe separati.

Poi mi voltai, lasciai lo specchio alle mie spalle e mi incamminai verso la vita.
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« immagine » Fissavo quel volto con la consapevolezza di avere di fronte la persona con cui avrei passato il resto della vita. La persona che non avrebbe potuto mentirmi e alla quale non avrei potuto mentire. La persona che non mi avrebbe mai lasciato e che non avrei mai lasciato. La person...
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Giudizi sbiancanti

19 settembre 2022 ore 10:57 segnala


Il giudicare è la miglior arma per celare le nostre mancanze (pagliuzza, trave...non ricorda nulla?)

Ma, parafrasando il motto di "Fight Club", ciò che avviene tra adulti consenzienti resta tra adulti consenzienti, il resto è solo una mano di bianco al nostro sepolcro interiore.