La fuga
24 agosto 2022 ore 12:20 segnalaEra un venerdì pomeriggio e come molti venerdì pomeriggio era il momento del loro incontro clandestino.
Trovati quasi per caso e amanti quasi per gioco, si ritagliavano 4 ore di intimità e passione ogni settimana.
La stanza era anonima ma per loro significava il luogo dove lasciarsi trasportare nel mondo della trasgressione, senza provare vergogne, senza paura di essere giudicati, liberi di donarsi vicendevolmente senza freni inibitori.
In piedi, uno di fronte all'altra, stringevano i corpi in un abbraccio delicato intrecciando le lingue con foga, quasi a volersi mangiare; lui la spinse con le spalle al muro, le bloccò le braccia al di sopra del capo tenendola per i polsi con una mano e iniziò a spostare la bocca sul suo collo mentre con l'altra mano iniziava ad esplorare il suo corpo ancora coperto da una camicetta e da una gonna provenzale.
Il sapore della sua pelle lo inebriava, lo aveva fatto sin dal primo incontro e non poteva resistere alla tentazione di assaporarne ogni centimetro.
La camicetta di lei ora era aperta e lasciava alla vista e alle labbra un reggiseno di pizzo che conteneva un seno sodo dai capezzoli ormai turgidi.
Il ventre piatto si muoveva al ritmo del suo respiro, sempre più affannoso man mano che lui spostava le sue labbra verso il basso.
Lui con le mani si insinuò sotto la gonna, sfiorandole le lunghe cosce e i glutei sentendo il suo bacino iniziare piccoli movimenti ondulatori che erano una specie di richiamo per le sue attenzioni.
E quelle attenzioni arrivarono puntuali: lui, in ginocchio davanti a lei, finalmente iniziò ad assaporare la sua intimità in un crudele gioco di lingua e mani sino a farla esplodere nella propria bocca godendone l'orgasmo e il gemito sordo che lo accompagnava.
I ruoli poi si invertirono in un attimo e fu lei ad assaporare il corpo e l'intimità di lui.
Questo incontro si spostò su un decisamente più comodo letto dove si completò il dono reciproco di sè sussurrandosi desideri e voglie mentre l'amplesso passava dalla dolcezza alla foga a fasi alterne.
Al termine di tutto, stanchi e appagati, tornarono alla loro vita di sempre, fatta di lavoro, famiglia, hobbies sempre meno agiti e una infelicità di fondo che faceva da colonna sonora a ogni giornata.
Il loro momento insieme era la vana illusione di poter scappare da tutto questo, ma nella realtà nessuno dei due aveva davvero il coraggio di lasciare la propria vita: forse era assuefazione alla propria infelicità o forse era solo la troppa paura di essere felici.
Erano solo due persone in fuga, proabilmente da se stesse e dai loro fallimenti: una fuga fatta legati a una catena che loro stessi si erano messi e che non si sarebbero mai tolti.
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Era un venerdì pomeriggio e come molti venerdì pomeriggio era il momento del loro incontro clandestino.
Trovati quasi per caso e amanti quasi per gioco, si ritagliavano 4 ore di intimità e passione ogni settimana.
La stanza era anonima ma per loro significava il luogo dove lasciarsi...
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24/08/2022 12:20:32
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Impegnarsi
05 agosto 2022 ore 16:02 segnalaTante persone si definiscono "impegnative" quasi fosse una peculiarità distintiva.
Beh, io non ho mai conosciuto una persona che non sia impegnativa, anzi mi rendo conto che tutti lo siamo, anche, e forse soprattutto, coloro che apparentemente sembrano trasparenti, lineari, accondiscendenti.
Ognuno si porta dietro un bagaglio di vita che aumenta di peso man mano che gli anni passano e questo bagaglio fa di noi ciò che siamo e come decidiamo di approcciarci al mondo; più è pesante quel bagaglio, più impegnativi siamo, nessuno escluso.
Quindi la questione non è tanto se siamo impegnativi o meno, ma quanto ognuno di noi ha intenzione di impegnarsi davvero per costruire rapporti interpersonali degni di questo nome.
Tutto i resto sono solo parole da post in una community.
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Tante persone si definiscono "impegnative" quasi fosse una peculiarità distintiva.
Beh, io non ho mai conosciuto una persona che non sia impegnativa, anzi mi rendo conto che tutti lo siamo, anche, e forse soprattutto, coloro che apparentemente sembrano trasparenti, lineari, accondis...
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05/08/2022 16:02:06
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Caos calmo
23 maggio 2022 ore 12:28 segnalaUna giornata caotica e la serata anche peggio: uscita dal lavoro alle 17:30 circa e di corsa a giocare una partita di basket alle 19 con la squadra aziendale. 40 minuti di gioco e panchina (più panchina che gioco) e poi doccia veloce e ripartenza a razzo perchè alle 22:00 all'oratorio c'è un'altra partita da giocare, questa volta di calcio a 7.
La strada del rientro non la conosci bene, quindi ti affidi al navigatore che, ovviamente, ti porta sulla via più complicata.
Hai fretta e imprechi ad ogni tornante, ad ogni auto che ti frena, ad ogni lavoro in corso.
Hai fretta e schiacci il pedale destro dove puoi e intanto maledici quel navigatore e le sue scelte irrazionali.
Corri veloce, scollini e arrivi a pochi chilometri da casa quando la lunga fila di edifici si interrompe e lascia spazio alla campagna che circonda il paese dove vivi.
Dal finestrino aperto entra quasi in modo prepotente il profumo dell'estate che arriva dai campi e dagli alberi che ora ti circondano, sostituendosi a mattoni e cemento lasciati da poco.
Alzi il piede dal pedale destro e ti abbandoni a quel profumo che ti vizia i sensi e anche un po' l'anima.
Alzi il piede e scopri che dalla chiavetta inserita nella radio, si diffonde una musica che ti è cara, ma che fino ad ora non avevi nemmeno sentito.
Alzi il piede e ti culli ad ogni curva come su un dondolo in giardino: improvvisamente non hai più tanta fretta.
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Una giornata caotica e la serata anche peggio: uscita dal lavoro alle 17:30 circa e di corsa a giocare una partita di basket alle 19 con la squadra aziendale. 40 minuti di gioco e panchina (più panchina che gioco) e poi doccia veloce e ripartenza a razzo perchè alle 22:00 all'oratori...
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23/05/2022 12:28:34
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Brevi considerazioni (in) utili
17 maggio 2022 ore 17:32 segnalaPrologo:
mi sono ormai convinto che la maggior parte delle persone che visita un profilo, al di là del come ci arrivi, si limiti a guardare la foto profilo (se c'è) e la descrizione profilo, senza considerare ulteriori contenuti.
Quindi sono consapevole che quanto scritto qui non avrà grandi effetti ma come si dice, io l'ho scritto, al massimo sei tu che non l'hai letto.
Fatta questa premessa ci tengo a sottolineare pochi concetti che tenterò di riassumere qui di seguito.
Capitolo 1 (e unico)
1. Una community come questa nasce come punto di condivisione e di dialogo tra persone che, diversamente, non avrebbero opportunità di interagire: il fatto che in molti la usino come agenzia matrimoniale o come terreno di caccia a fini sessuali (a tratti anche con esplicite proposte osceMe), non significa che questo sia l'unico utilizzo possibile.
2. Ognuno, si spera nei limiti del decoro e del rispetto dell'altrui e della propria dignità, condivide i contenuti che più ritiene opportuni: se non si è d'accordo con essi, non bisogna sentirsi in obbligo di commentare in modo offensivo, basta passare al profilo successivo seguendo il consiglio che il sommo poeta scrisse nella Divina Commedia "Non ti curar di loro ma guarda e passa"
3. Le persone non vivono online, pertanto se a un messaggio non arriva una risposta immediata, non è necessario uscire di senno...non so voi, ma siamo in molti ad avere una vita
4. Ho 53 anni, non sono una cariatide ma nemmeno un ragazzino, quindi le poche amicizie che ho, le ho costruite in anni di rapporto "in presenza" condividendo lunghi tratti della mia vita. Il virtuale è un'occasione per scambiare idee più o meno serie con altre persone, nulla di più, nulla di meno. Il termine "amicizia" è una cosa seria, per favore non abusiamone pensando che sia applicabile a due persone che si scambiano pochi messaggi quando possono.
5. Non sono un santo, ma nemmeno un demonio: sono un essere umano con le sue idee, le sue incoerenze, i suoi sbagli e i suoi pregi; fa parte della vita. Tutto questo lo rispetto in chiunque, di riflesso pretendo che tale rispetto mi sia dato. Se sei qui per cercare la rissa, sappi che troverai solo un muro di gomma.
Epilogo:
Credo profondamente nella libertà di ognuno di approcciarsi a certi contesti e alle persone come ritiene più opportuno, ma abusando di una frase ormai logora per quanto è stata citata, ricordiamoci tutti che "la tua libertà finisce dove inizia la libertà dell'altro".
Buona navigazione e grazie per il tuo passaggio qui.
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Prologo:
mi sono ormai convinto che la maggior parte delle persone che visita un profilo, al di là del come ci arrivi, si limiti a guardare la foto profilo (se c'è) e la descrizione profilo, senza considerare ulteriori contenuti.
Quindi sono consapevole che quanto scritto qui non a...
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17/05/2022 17:32:24
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Uno, Nessuno, Centomila
25 aprile 2022 ore 00:37 segnalaC'è stato un periodo della mia vita in cui ero l'altro.
C'è stato un periodo della mia vita in cui ero l'altro e lei era l'altra
C'è stato un periodo della mia vita in cui lei era l'altra
C'è stato un periodo della mia vita in cui ero io e lei era lei
C'è stato un periodo della vita in cui ero solo io con delle lei estemporanee
Tante versioni di me nell'interminabile viaggio che ci modella, ma che in sostanza ci fa semplicemente rendere conto di chi siamo, con tutti i pregi ed i difetti.
E la parte più difficile non è tanto l'accettarsi, ma il sapersi perdonare.
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C'è stato un periodo della mia vita in cui ero l'altro.
C'è stato un periodo della mia vita in cui ero l'altro e lei era l'altra
C'è stato un periodo della mia vita in cui lei era l'altra
C'è stato un periodo della mia vita in cui ero io e lei era lei
C'è stato un periodo della v...
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25/04/2022 00:37:06
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Felicità (non proprio, ma quasi)
08 febbraio 2022 ore 13:56 segnalaUn pensiero puerile, banale e certamente insignificante ma:
quando premo il tanto power e sento quel ronzio che identifica l'attesa di qualcosa;
quando inserisco il jack nell'apposita sede e sento quel "tac" che preannuncia qualcosa;
quando alzo il potenziometro del volume e quello del gain per ottenere un suono distorto quanto basta;
quando faccio scivolare il plettro su quelle 6 corde dando inizio al brano prescelto...
quando succede tutto questo non è sicuramente felicità, ma è una delle cose che più ci si avvicina.
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Un pensiero puerile, banale e certamente insignificante ma:
quando premo il tanto power e sento quel ronzio che identifica l'attesa di qualcosa;
quando inserisco il jack nell'apposita sede e sento quel "tac" che preannuncia qualcosa;
quando alzo il potenziometro del volume e quel...
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08/02/2022 13:56:15
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L'orgoglio di essere Befana
05 gennaio 2022 ore 10:14 segnalaIl mondo maschile è veramente fantasioso quando si tratta l'argomento "donne".
Si dice che una donna può simulare un orgasmo, ma un uomo può simulare una relazione intera, il che la dice lunga su questi due universi paralleli, in continua ricerca di punti di incontro che sono sempre più rari, ma che ,quando si trovano, sono uno spettacolo.
Uomini capaci di lasciar morire donne in una fabbrica e uomini che scendono in piazza per ricordarle ogni 8 marzo (in realtà è una leggenda, l'origine della festa della donna è ben diversa, ma poco importa). Uomini che da sempre detengono potere e prestigio nella vita pubblica e anche in quella privata a tal punto da arrivare ad uccidere ciò che sentono di loro proprietà e che, in quanto tale, non possono tollerare che sia proprietà di altri; il concetto di proprietà si ripete in molti aspetti della vita e non ne ho mai capito il senso: mia moglie, i miei figli, i miei operai, i miei amici, ecc. l'utilizzo dell'aggettivo possessivo si rende necessario per indicare un certo tipo di rapporto personale, ma spesso travalica il suo significato contestualizzando l'oggetto della frase a "cosa" realmente posseduta senza rendersi conto che la moglie (come il marito e gli amici) è lì per sua volontà in un atto di dono volontario di se stessa, che i figli sono del mondo e noi dobbiamo prepararli ad esso laciandoli poi andare, e via di questo passo.
In questi giorni di festa mi è venuto da riflettere persino sulle due figure che più frequentemente vengono utilizzate per simboleggiarne il senso materiale (quello spirituale ormai è ridotto ai minimi termini, ahimè), ovvero Babbo Natale e la Befana. Anche in questo caso, perdonatemi la forzatura, mi sembra che vi siano delle nette differenze tra i due personaggi: Babbo Natale è un simpatico vecchietto che tutti amano perchè dispensatore di doni. E' pacioccoso, allegro, viaggia di lusso con slitta super splendida e incredibili renne volanti che lo scarrozzano di tetto in tetto a scaricar regali dai camini (ma chi ce l'ha mai avuto un camino, ndr).
La Befana è una vecchietta bruttina, mal vestita e direi piuttosto inquietante in alcune rappresentazioni: viaggia su una scopa malandata e porta regalini (piccoli) o il famigerato carbone se si è stati cattivelli. Quindi la Befana discrimina, giudica, punisce e poi fa terminare tutte le feste per riportarci al tran tran quitidiano di lavoro e scuola.
Lungi da me sminuire il valore simbolico di questi personaggi, ma è fuori dubbio che vi siano, ancora una volta, delle diversità.
Babbo Natale è lo stereotipo perfetto dell'ego maschile: uomo di successo, benvoluto, ben vestito, nella sua vita pubblica tutte le attenzioni sono per lui, ha "operai" che lavorano per garantirgli il successo (elfi), benefattore e idolo delle folle.
La Befana al contrario assume un carattere quasi insignificante, relegata a ruolo di gregario del Babbo...una valletta e per di più guastafeste.
Eppure la sua figura mi viene da paragonarla al concetto di donna, nel suo significato più alto: è anziana ma arzilla a testimoniare la maggior resistenza delle donne alla fatica (babbino per fare il suo mestiere ha bisogno del macchinone, non se lo sogna neanche di cavalcare un aspirapolvere). E' vestita un po' così probabilmente perchè fino a 5 secondi prima di partire era lì a casa a riassettare, cucinare, lavare, stirare. Cavalca una scopa perchè così quando torna a casa è già pronta a riprendere le faccende lasciate in sospeso, che mica c'ha la servitù lei. Porta doni piccoli e carbone perchè sa che l'affetto passa dalle piccole cose e soprattutto passa anche dalla capacità di essere severi quando serve. Fa tutto in modo spontaneo, gratuitamente, senza che qualcuno glielo debba chiedere: niente lettere, telefonate, bigliettini appesi nei centri commerciali, disegni, email o sms. Nessuno la ringrazia, anzi qualcuno a fine festa la brucia in piazza, eppure lei torna sempre, silenziosa, anonima, ma anche forte e concreta.
La Befana, come la donna, ci riporta alla realtà dopo l'ubriachezza data dall'eterno infantilismo degli uomini che, anche a 70 anni, basta che vedano un pallone e ritornano all'età mentale di 5 anni, ammesso che mai abbiano avuto un'età più avanzata.
La Befana, come la donna, ci riporta alla vita vera dopo un attimo di sbandamento fisico e psicologico; il suo è un mestieraccio, mal pagato, non riconosciuto, ma qualcuno deve pur farlo e lei lo fa.
Quindi care donne, quando vi sentirete fare gli auguri per la vostra festa il 6 gennaio, dimostrate fierezza e orgoglio, perchè voi sarete pure delle befane, ma coloro che ve li hanno fatti sono proprio dei babbi.
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Il mondo maschile è veramente fantasioso quando si tratta l'argomento "donne".
Si dice che una donna può simulare un orgasmo, ma un uomo può simulare una relazione intera, il che la dice lunga su questi due universi paralleli, in continua ricerca di punti di incontro che sono sempre...
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05/01/2022 10:14:12
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Profumi e sapori d'infanzia
20 ottobre 2021 ore 16:10 segnalaCantava Francesco Guccini:
"E un giorno ripensi alla casa e non è più la stessa;
In cui lento il tempo sciupavi quand'eri bambina;
In cui ogni oggetto era un simbolo ed una promessa;
Di cose incredibili e di caffellatte in cucina".
Mi è sempre piaciuto questo passaggio, poetico come sempre sa fare l'autore e allo stesso tempo ricco di verità; una verità che coinvolge chiunque quando, da adulto, prova a soffermarsi sulle mura della casa dove è cresciuto. E' inevitabile quindi prendere in considerazione i ricordi, belli e meno belli, che quel luogo ci propone; ricordi che, piaccia o meno, fanno parte di noi e costituiscono una buona fetta di ciò che, ormai grandi, siamo diventati. E allora mi vengono in mente le acciughe al verde sapientemente adagiate su una fetta di pane per una merenda di sostanza, con buona pace delle merendine industriali. Mi viene in mente quando mi alzavo di notte e rubavo i peperoni con la bagna cauda dal frigorifero e di quanto mia madre, il mattino dopo, facesse finta di arrabbiarsi perchè tutto ciò che restava era un contenitore desolatamente vuoto. Mi viene in mente la convivialità del pinzimonio, ottima scusa per farmi mangiare verdure, o la ben più apprezzata bourguignonne dove davo il meglio di me consumando quantità di carne da far impallidire anche Obelix. E poi il minestrone, le foglie di cavolo ripiene e mille altri profumi e sapori. Ma in tutto questo l'unico vero elemento che davvero conta è il contesto; qualsiasi sensazione che ci riporti alla memoria il nostro essere stati bambini, non è altro che la trasposizione sensoriale di un sentimento, di quell'amore che respiravamo in casa e che si traduceva anche, ma non solo, in quei profumi e sapori sopra citati. Tutto riconduce all'amore che abbiamo ricevuto e ci fa da stimolo per darne altrettanto, in una logica di continuità affettiva di cui il cibo è uno dei migliori testimoni.
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Cantava Francesco Guccini:
"E un giorno ripensi alla casa e non è più la stessa;
In cui lento il tempo sciupavi quand'eri bambina;
In cui ogni oggetto era un simbolo ed una promessa;
Di cose incredibili e di caffellatte in cucina".
Mi è sempre piaciuto questo passaggio, poetico com...
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20/10/2021 16:10:33
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Trova le differenze
22 settembre 2021 ore 16:36 segnalaSe c'è una cosa che va riconosciuta al popolo polacco, è la grandissima serietà nell'affrontare i propri doveri.
Se devono fare un lavoro, o lo fanno al meglio o non lo fanno.
Poche sere fa, finito di esultare per la vittoria dell'italia maschile di pallavolo agli europei, mi sono accomodato sul divano per assistere alla premiazione; l'inaspettato si è materializzato con l'ingresso della squadra polacca, padrona di casa e terza qualificata.
Assistere alla gioia di quegli atleti, che festeggiavano davanti al pubblico di casa la loro medaglia di bronzo come se avessero vinto il torneo, mi ha dato forse più emozione che assistere alla premiazione dei nostri atleti, campioni d'europa.
Dietro quella esultanza c'era tutta l'essenza dello sport e forse della vita stessa.
L'essere fiero del risultato raggiunto, anche se non è quello sperato, sapendo che era il massimo che si poteva ottenere, è una lezione che in molti, e in molti ambiti, dovrebbero imparare.
La vita è fatta anche di (relative) sconfitte, che però possono diventare vittorie se viste dal giusto punto di vista, con la giusta umiltà, con la voglia di dire "ci ho provato, ho dato tutto e questi sono i frutti che il mio impegno mi fa godere".
Il parallelismo con il comportamento degli atleti inglesi alla premiazione degli europei di calcio, viene spontaneo...e le differenze di approccio e di dignità sono evidenti.
In un mondo dove sempre di più pare contare solo il vincere, certe cose fanno bene all'animo, fanno bene allo sport, ridanno il giusto senso a cose che quel senso lo stanno perdendo del tutto.
Dio bendica i "perdenti" perchè senza di loro non esisterebbero i vincenti.
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Se c'è una cosa che va riconosciuta al popolo polacco, è la grandissima serietà nell'affrontare i propri doveri.
Se devono fare un lavoro, o lo fanno al meglio o non lo fanno.
Poche sere fa, finito di esultare per la vittoria dell'italia maschile di pallavolo agli europei, mi sono a...
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22/09/2021 16:36:31
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Dio benedica la pallacanestro
16 settembre 2021 ore 15:57 segnalaFinalmente. dopo la pausa estiva, siamo ritornati a solcare il parquet della palestra, desiderosi di affrontare la nuova stagione cestistica con entusiasmo e grinta:
questa la fredda cronaca della prima serata:
Ore 21:00 si entra il palestra e per i primi 20 minuti si cazzeggia raccontandosi ferie, viaggi, aneddoti vari oltre i soliti discorsi tra uomini di cui tralascerei i dettagli per senso del pudore.
Ore 21:25 tutti in campo per il riscaldamento: dopo i primi due giri di campo qualcuno inizia a osservare il defibrillatore con preoccupante interesse
Ore 21:27 fine del riscaldamento e formazione delle squadre per la partitella: dopo varie opzioni, mercato acquisti, valutazioni sulla garanzia degli equilibri tecnici, si giunge alla conclusione che si fa maglie chiare contro maglie scure, con inevitabili discussioni su come debba essere considerato quello o quell'altro colore.
Ore 21:40 prima pausa del match: risultato 2 a 0 per le maglie chiare a seguito di 167 tiri, 98 falli, 3 enfisemi, 1 infarto e 4 attacchi d'asma
Ore 22:15 sul punteggio di 43 a 58 (litri di sudore perso) compare in palestra una figura vestita in tunica nera con in mano una falce e volto oltremodo magro, che osserva tutti con grande interesse: strano modo di fare il talent scout
Ore 22:20 iniziano a serpeggiare i primi dubbi sulla capacità di tenuta altletica dei giocatori prendendo atto che striciare a terra non è una tecnica di gioco ammessa
Ore 22:30 fine delle ostilità per eccessiva differenza numerica tra le persone in campo e quelle svenute poco oltre le linee laterali.
Ore 22:45 nonostante la vista annebbiata, tutti trovano la porta di uscita della palestra: l'appuntamento è tra una settimana, riservato ovviamente ai soli sopravvissuti.
A 50 anni forse sarebbe ora di smetterla con queste cose, ma in cartucciera ci sono ancora alcuni colpi e sprecarli sarebbe un vero peccato...e quei dolori del giorno dopo (ma diciamo anche dell'intera settimana dopo) sono lì a ricordarti che sei ancora capace di passione, di fatica, di condivisione, di amicizia...di vita.
Dio benedica la pallacanestro.
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Finalmente. dopo la pausa estiva, siamo ritornati a solcare il parquet della palestra, desiderosi di affrontare la nuova stagione cestistica con entusiasmo e grinta:
questa la fredda cronaca della prima serata:
Ore 21:00 si entra il palestra e per i primi 20 minuti si cazzeggia rac...
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16/09/2021 15:57:37
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Scrive dal: | 09/04/2021 |
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