
Non mi sono mai posto il problema del concetto di famiglia legato alla eterosessualità della coppia, convinto che ci sia famiglia ovunque siano presenti amore e sostegno reciproco…ed è evidente che la follia del genere umano possa risiedere in qualsiasi contesto, sia questo associato alla parola “normale” (nel suo significato nazional cattolico bigotto perbenista), o associato a coppie di diversa composizione…
Quindi leggere, per l’ennesima volta, di una ragazzina di 13 anni violentata ripetutamente dal papà, con il silenzio e a volte la complicità della mamma, dimostra che i valori da difendere non sono quelli che di facciata ci rassicurano che tutto è come deve essere (ma poi com’è che deve essere?), ma sono quelli che garantiscono un ambiente dove le persone vivono in armonia tra loro, garantendo a se stesse e a chi le circonda, una vita serena dove poter crescere circondati da quell’affetto e quelle attenzioni che concorrono in modo fondamentale a creare esseri umani e non mostri o vittime…
Occorrerebbe ragionare molto su questo, anziché declamare slogan preconfezionati con l’unico obiettivo di colpire gli elettori sulla pancia…
E questo vale per qualsiasi parte coinvolta in questo dibattito.
Se il centro di tutto non è l’amore, allora è un centro sbagliato.