La Fame e la Malnutrizione nel Mondo
Per condurre una vita sana e attiva, dobbiamo disporre di alimenti in quantità, qualità e varietà sufficiente a soddisfare i nostri bisogni energetici e nutritivi. Senza una nutrizione adeguata, i bambini non possono sviluppare pienamente il loro potenziale di crescita e gli adulti avranno difficoltà nel mantenere o accrescere il loro.
Non tutti hanno un accesso sufficiente agli alimenti necessari e questo, su vasta scala, ha portato fame e malnutrizione nel mondo. Oggi, circa 850 milioni di persone sono cronicamente sottoalimentate e non sono in grado di avere un'alimentazione sufficiente per soddisfare neppure i propri bisogni energetici di base. Approssimativamente, 200 milioni di bambini sotto i cinque anni soffrono di sintomi acuti o cronici di malnutrizione; questo numero aumenta durante i periodi di scarsità alimentare stagionali e in tempi di carestia e di disordini sociali. Secondo alcune stime, la malnutrizione è un fattore determinante per i 13 milioni di bambini sotto i cinque anni che, annualmente, muoiono a causa di malattie e infezioni che potrebbero essere prevenute quali il morbillo, la diarrea, la malaria e la polmonite, o di combinazioni delle medesime.
La grande maggioranza delle persone sottoalimentate vive in paesi in via di sviluppo, che rappresentano il 95% (798 milioni) di tali persone; 34 milioni di persone nei paesi in via di transizione e 10 milioni in paesi industrializzati, sono stimate per essere sottoalimentate. A livello regionale, l’Asia e il Pacifico rappresentano tre quinti (505 milioni) delle persone sottoalimentate del mondo. L’India, da sola, ha 214 milioni di persone sottoalimentate. Circa un quarto (198 milioni) delle persone sottoalimentate si trova nell’Africa Sub-Sahariana, rendendola la regione con la più alta proporzione di popolazione sottoalimentata.
La malnutrizione è una delle principali cause della nascita di bambini con insufficienza di peso e con crescita ritardata. I bambini con insufficienza di peso alla nascita che sopravvivono, tendono a soffrire di ritardi nella crescita e di malattie durante l'infanzia, l'adolescenza e fino alla maggiore età. Le donne adulte che soffrono di crescita ritardata tendono verosimilmente ad incrementare il cerchio vizioso della malnutrizione partorendo bambini con peso insufficiente già alla nascita. Stanno anche emergendo dei legami tra malnutrizione nella prima età, compreso lo stato fetale, e lo sviluppo di successive malattie croniche come la cardiopatia, il diabete e l'ipertensione. Ogni anno, nei Paesi in via di sviluppo, circa 30 milioni di bambini nascono con crescita menomata a causa della malnutrizione durante la gravidanza.
La malnutrizione sotto forma di carenze di vitamine e di minerali essenziali, continua ad essere, su scala mondiale, la causa di malattie gravi e della morte di milioni di persone. Più di 3,5 miliardi di persone soffrono di carenza di ferro, 2 miliardi sono a rischio di carenza di iodio e 200 milioni di bambini, in età prescolare, sono affetti da carenza di vitamina A. La carenza di ferro può causare un ritardo nella crescita, una minore resistenza alle malattie, una diminuzione, a lungo termine, dello sviluppo mentale e motorio e disordini nelle funzioni riproduttive; contribuisce, inoltre, a circa il 20 per cento dei decessi durante il parto. La carenza di iodio può causare danni cerebrali permanenti, ritardo mentale, sterilità, diminuzione delle probabilità di sopravvivenza dei bambini e gotta. La carenza di iodio in una donna in gravidanza, può causare diversi gradi di ritardo mentale nel nascituro. La carenza di vitamina A nei bambini può causare la cecità o la morte; contribuisce ad una ritardata crescita fisica e ad una diminuita resistenza alle infezioni con conseguente aumento della mortalità tra i bambini più piccoli.
Anche le forme più lievi di queste carenze possono limitare lo sviluppo del bambino e le sue capacità di apprendimento nella prima parte della sua vita portando a conseguenti deficienze accumulative nel rendimento scolastico e determinando una più alta percentuale di abbandono della scuola o di analfabeti nelle future generazioni. Molte delle più gravi conseguenze sanitarie di queste tre rilevanti carenze di micronutrienti possono essere ridotte sensibilmente con alimenti adeguati e regimi alimentari variati, in grado di fornire le vitamine e i minerali necessari.
In molti Paesi, i problemi di salute connessi agli eccessi alimentari rappresentano una minaccia in continuo aumento. L'obesità, nei bambini e negli adolescenti, è associata a diversi problemi di salute e la sua persistenza, sino alla maggiore età, può condurre ad effetti che vanno dall'aumento del rischio di morte prematura a diversi stati debilitanti, non mortali, ma che influiscono sulla produttività. Questi problemi emergenti non riguardano solo i Paesi progrediti; infatti, un numero sempre più alto di Paesi in via di sviluppo si sta confrontando con il duplice problema della sottoalimentazione e delle malattie croniche legate all'alimentazione. Inoltre, la contaminazione alimentare causata da agenti microbici, da metalli pesanti e da insetticidi è un ostacolo al miglioramento nutrizionale in tutti i Paesi del mondo.In molti Paesi sono piuttosto comuni le malattie che si trasmettono attraverso gli alimenti e i bambini ne sono le prime vittime: la perdita di peso ed il deperimento provocati dalla diarrea, portano infatti ad alti livelli di mortalità infantile.
Le conseguenze di una alimentazione povera e di malattie, sia che si presentino nelle forme più lievi che in quelle più gravi, si traducono in una riduzione del benessere, della qualità della vita, in senso lato, e dei livelli di sviluppo del potenziale umano. In particolare, la malnutrizione può dare luogo a una perdita nella produttività lavorativa ed economica, in quanto gli adulti afflitti da disordini nutrizionali non sono in grado di lavorare, a una carenza nell'istruzione, quando i bambini sono troppo deboli o ammalati per frequentare la scuola o per imparare adeguatamente, a costi per le cure sanitarie dei malati per cause legate alla malnutrizione, e, inoltre, a costi che la società deve sostenere per curare i disabili e, a volte, anche le loro famiglie.
Nell'ultimo secolo, sono stati compiuti rimarchevoli progressi al fine di aumentare la quantità e qualità della produzione alimentare mondiale e migliorare lo stato nutrizionale delle popolazioni. Così come la produzione alimentare mondiale è cresciuta, al pari del tasso di incremento della popolazione, anche la sanità, l'istruzione e i servizi sociali sono migliorati in tutto il mondo e il numero delle persone affamate e malnutrite è diminuito considerevolmente. Tuttavia, l'accesso ad approvvigionamenti sufficienti di alimenti vari e di buona qualità resta un problema grave per molti Paesi anche là dove, a livello nazionale, la produzione alimentare sia adeguata. In tutti i Paesi, certe forme di fame e malnutrizione continuano ad esistere.
Per mettere fine alla fame è necessario cominciare a garantire che alimenti siano prodotti in quantità sufficiente e diventino accessibili per tutti. Tuttavia, aumentare semplicemente la produzione alimentare non garantisce l'eliminazione della fame. Deve essere garantito l'accesso di ogni individuo, e in ogni momento, ad alimenti sicuri e sufficienti dal punto di vista nutritivo, necessari per una vita attiva e sana - la cosiddetta sicurezza alimentare -. In tutto il mondo, è necessario aumentare gli sforzi per garantire la 'sicurezza alimentare' al fine di eliminare la fame e la malnutrizione e le loro devastanti conseguenze tra le generazioni presenti e quelle a venire.È necessario che ognuno di noi contribuisca, attraverso la condivisione delle informazioni, l'attenzione e la partecipazione alle attività, a garantire il diritto fondamentale di tutti gli esseri umani ad essere 'liberi dalla fame'.
La fame nel mondo e mal nutrizione
29 settembre 2011 ore 05:16 segnaladf9fdad6-6514-4754-9ce6-b94ab3283326
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La fame nel mondo
29 settembre 2011 ore 05:14 segnala
La fame, la nutrizione insufficiente e la miseria significano, per coloro che ne siano afflitti, non solo sofferenza e umiliazione, ma anche condanna sul piano civile e culturale.
La fame di parte della popolazione mondiale è un problema che sempre si è riscontrato durante la storia, ma nell’epoca moderna più che mai: oggi, infatti, si sente sempre più spesso parlare di miseria e di fame nel mondo.
Questa è una questione che riguarda quei paesi che non sono ancora abbastanza evoluti tanto da sfamare l’intera popolazione; varie cause sono: scarsità di proventi dello stato, che non può finanziare opere che potrebbero migliorare la situazione; oppressione delle regioni arretrate da parte dei paesi più progrediti; perfino la mentalità della popolazione stessa può influire sul mancato apporto di nutrimento.
Un esempio di questo caso è l’India, o altri paesi dell’Asia sud-orientale, in cui le famiglie povere, essendo abituate alla raccolta degli alimenti coltivati, generano più figli come forza-lavoro, e lo stato, nonostante abbia entrate a sufficienza, non riesce a garantire una buona nutrizione all’intera popolazione, che continua ad aumentare.
Molte regioni africane o sudamericane, invece, soffrono dell’oppressione di aziende multinazionali che sfruttano le risorse del luogo approfittando, ad esempio, della povertà dello stato e non sostengono gli abitanti dalla miseria che esse stesse provocano.
Questa condizione causa a molte persone sofferenze e umiliazioni; prendiamo come esempio tutti quegli stranieri che emigrano nel nostro paese e che spesso vediamo in giro per le strade a chiedere l’elemosina, a vendere oggetti o a fare qualche servizio in cambio anche solo di un piccolo ricavo. Certamente per loro non deve essere né piacevole né onorevole, quindi penso che, se davvero non ne avessero bisogno, non lo farebbero.
Purtroppo questo loro agire provoca loro una degradazione sul piano culturale: molte volte si prendono in giro queste persone che non sempre hanno colpa; capita perfino che vangano accusati di atti vandalici o addirittura criminali, soltanto perché si trovano in questa misera condizione. Questa situazione si viene a creare quando queste persone si trovano in stati più sviluppati del loro di origine, dove cioè la condizione di denutrizione e di miseria non è conosciuta (o, almeno, non completamente).
Ma allora perché vi è questa emigrazione di massa verso paesi in cui si sa che verranno trattati in questo modo? Sarebbe normale supporre che trovandosi nella regione natia, dove questa situazione è nota, questi soggetti vengano aiutati e sostenuti anche da forze statali; in alcuni casi questo avviene, anche se con lentezza e difficoltà, mentre in altri vi è una persino una condanna civile per questi individui: vengono trattati come se non possedessero gli stessi diritti delle altre persone e non vengono considerati nelle opinioni pubbliche, nelle quali anzi dovrebbero essere più ascoltati. Così si dà inizio a quei movimenti migratori verso posti in cui vi è più disponibilità e più possibilità di trovare lavoro e di sfamarsi, pur dovendo continuamente subire ingiustizie o oppressioni da parte della popolazione del luogo.
Si stanno facendo molti sforzi per migliorare questo stato di cose, anche con l’aiuto dei paesi più progrediti, che stanziano finanziamenti a favore delle regioni più povere; ma ciò non basta per compensare i danni provocati dalle aziende multinazionali o dalla mentalità stessa delle persone che vivono negli stati interessati: le imprese dovrebbero cessare questa loro attività di sfruttamento, molto spesso incontrollato, delle risorse che appartengono ad una regione che ne ha più bisogno, per dargli la possibilità di riprendersi economicamente; mentre i governi dei paesi in cui il problema della nutrizione insufficiente e quello della miseria sono dovuti ad un aumento continuo della popolazione dovrebbero adottare una politica di controllo delle nascite.
Il problema della fame e della miseria non porta solo alla sofferenza e condanne di tipo culturale, morale o civile, a lungo andare potrebbe comportare rischi ancora più grandi: molte sono state e sono tuttora le guerre combattute per questo motivo, e molte ancora lo saranno se ogni parte che potrà fare qualcosa per migliorare la situazione non si impegnerà veramente.
Daniel Migliozzi
La fame di parte della popolazione mondiale è un problema che sempre si è riscontrato durante la storia, ma nell’epoca moderna più che mai: oggi, infatti, si sente sempre più spesso parlare di miseria e di fame nel mondo.
Questa è una questione che riguarda quei paesi che non sono ancora abbastanza evoluti tanto da sfamare l’intera popolazione; varie cause sono: scarsità di proventi dello stato, che non può finanziare opere che potrebbero migliorare la situazione; oppressione delle regioni arretrate da parte dei paesi più progrediti; perfino la mentalità della popolazione stessa può influire sul mancato apporto di nutrimento.
Un esempio di questo caso è l’India, o altri paesi dell’Asia sud-orientale, in cui le famiglie povere, essendo abituate alla raccolta degli alimenti coltivati, generano più figli come forza-lavoro, e lo stato, nonostante abbia entrate a sufficienza, non riesce a garantire una buona nutrizione all’intera popolazione, che continua ad aumentare.
Molte regioni africane o sudamericane, invece, soffrono dell’oppressione di aziende multinazionali che sfruttano le risorse del luogo approfittando, ad esempio, della povertà dello stato e non sostengono gli abitanti dalla miseria che esse stesse provocano.
Questa condizione causa a molte persone sofferenze e umiliazioni; prendiamo come esempio tutti quegli stranieri che emigrano nel nostro paese e che spesso vediamo in giro per le strade a chiedere l’elemosina, a vendere oggetti o a fare qualche servizio in cambio anche solo di un piccolo ricavo. Certamente per loro non deve essere né piacevole né onorevole, quindi penso che, se davvero non ne avessero bisogno, non lo farebbero.
Purtroppo questo loro agire provoca loro una degradazione sul piano culturale: molte volte si prendono in giro queste persone che non sempre hanno colpa; capita perfino che vangano accusati di atti vandalici o addirittura criminali, soltanto perché si trovano in questa misera condizione. Questa situazione si viene a creare quando queste persone si trovano in stati più sviluppati del loro di origine, dove cioè la condizione di denutrizione e di miseria non è conosciuta (o, almeno, non completamente).
Ma allora perché vi è questa emigrazione di massa verso paesi in cui si sa che verranno trattati in questo modo? Sarebbe normale supporre che trovandosi nella regione natia, dove questa situazione è nota, questi soggetti vengano aiutati e sostenuti anche da forze statali; in alcuni casi questo avviene, anche se con lentezza e difficoltà, mentre in altri vi è una persino una condanna civile per questi individui: vengono trattati come se non possedessero gli stessi diritti delle altre persone e non vengono considerati nelle opinioni pubbliche, nelle quali anzi dovrebbero essere più ascoltati. Così si dà inizio a quei movimenti migratori verso posti in cui vi è più disponibilità e più possibilità di trovare lavoro e di sfamarsi, pur dovendo continuamente subire ingiustizie o oppressioni da parte della popolazione del luogo.
Si stanno facendo molti sforzi per migliorare questo stato di cose, anche con l’aiuto dei paesi più progrediti, che stanziano finanziamenti a favore delle regioni più povere; ma ciò non basta per compensare i danni provocati dalle aziende multinazionali o dalla mentalità stessa delle persone che vivono negli stati interessati: le imprese dovrebbero cessare questa loro attività di sfruttamento, molto spesso incontrollato, delle risorse che appartengono ad una regione che ne ha più bisogno, per dargli la possibilità di riprendersi economicamente; mentre i governi dei paesi in cui il problema della nutrizione insufficiente e quello della miseria sono dovuti ad un aumento continuo della popolazione dovrebbero adottare una politica di controllo delle nascite.
Il problema della fame e della miseria non porta solo alla sofferenza e condanne di tipo culturale, morale o civile, a lungo andare potrebbe comportare rischi ancora più grandi: molte sono state e sono tuttora le guerre combattute per questo motivo, e molte ancora lo saranno se ogni parte che potrà fare qualcosa per migliorare la situazione non si impegnerà veramente.
Daniel Migliozzi
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zeroopinioni
28 settembre 2011 ore 01:20 segnala3eb90cdb-a6f2-414b-a5f8-6fb8feea81ad
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28/09/2011 01:20:56
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Benvenuto su ZeroOpinioni blog
22 settembre 2011 ore 05:41 segnala
IoI :kissy :kissy :kissy :kissy :kissy http://res.chatta.it/img/smile/redkiss.gif
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