Ognuno ama ciò che gli è prossimo , così è difficile vivere senza il proprio mare , le proprie montagne e colline , forse anche noi esseri mobili mettiamo radici , radici invisibili che ci ancorano l'animo a ciò che ci sostiene , io mi ricordo di te e non ti scorderò mai , non sono sole parole , non lo sono perchè distanza e tempo non hanno abbattuto nulla , anzi quel niente materiale che c'era prima permane , ma quel tanto d'immateriale che esisteva ora esiste ancor di più e certi giorni morde al cuore , così siamo noi con le nostre foglie ed i nostri frutti , le parole mai dette agli occhi dell'altro , vorrei chiederti come stai , ma so già del "tutto bene" della tua risposta

Quando sono in riva al mare e lo ascolto non ho mai l'impressione che ripeta sempre le stesse cose , ogni onda si frange con voce diversa , ogni risucchio di risacca ha un diverso gemito , questo vale anche per il vento e per i soffi con cui compone parole , succede però con le persone che anche se diverse dicano e pensino le stesse cose , sento una angoscia al destarsi di tale pensiero , magari nel caso di persone, che in fondo non conosco, potrei pensare che nell'insieme siano una persona sola , una sorta di teatrino , uno spettacoletto di cui si riempiono le ore , se fosse così sarebbe il male minore , ciò che rattrista è sentire che la tematica cadente dall'alto investe tutti , poi in tanti se ne sentono portatori, e lì trovano verità , chef , arredatori, allenatori fanno da vate a te che a bocca aperta aspetti una qualche benedizione , è meglio non partecipare quando per farlo devi scegliere il male minore.

In effetti ho portato con me il mio tempo passato con te e frammenti del tuo , non potevi saperlo , non te l'ho mai detto , pensavo che lo immaginassi comunque.
All'improvviso il cielo riflesse i colori della terra ed io che guardavo in su mi abituai pian piano a quella proiezione , il blu del cielo non era sparito , era solo più in alto dietro allo specchio e per un gioco di trasparenze si intravedeva , le nuvole erano diligentemente al loro posto , a volte come camaleonti prendevano anche loro il colore delle cose della terra , altre volte e come per un vezzo divenivano bianche , come a farsi ricordare di loro , non ricordo d'aver visto mai nuvole nere , quando sentivo in me che il tempo stava per cambiare cambiavo cielo , poi tornavo quando i colori avevano riempito il cuore di altri colori, anche quando non avevo parole continuavo a guardare in alto ed aspettavo fino al loro arrivo , sembrerò un illuso , in realtà anche la felicita per quanto circoscritta sia, è composta da infiniti momenti ed infinite parole, ed il loro momento non lo decidi tu , come l'apparizione di un "cielobblu".

Spingeva con le gambe l'attrezzo che rimescolava la terra , il ritmo del cigolare delle lame ad affettare e mescolare ciò che prima era in superficie con quello che era sepolto , andava su e giù mischiando la propria forza a quella del motore , mischiando la propria voce col rombo sordo dello scappamento , così raccolse quel ferro di cavallo e lo mise in tasca , era di plastica e questo gli diede da pensare , poco dopo ne trovò un altro , strano si disse ,non era mai successo ripete' a se stesso mettendo in tasca l'ennesimo ferro di cavallo di plastica , durante il peso di quel lavoro si sforzava di capire il senso di quei segni , avanzando con i propri passi non venne a capo di niente , a lavoro finito si accorse di avere le tasche vuote e per di più bucate , disse fra se e se che le cose importanti erano altre , la micia dalle scarpette arancio ha partorito sotto la barca rovesciata in giardino , ma sopratutto le margherite africane spalancano i petali sotto il sole e tendono a richiuderli sul far della sera , la corolla cambia forma e si prepara alla notte , succede sempre così anche quando ti accorgi che cio che sembrava ferro , in realtà era solo plastica.

Negli orti dove è la natura che decide, il cuore rimane sorpreso , non c'è fertilizzante articiale , l'umido dei resti casalinghi vengono trasformati dalla terra , così si nutre e quando la lavori ne senti l'odore , ora l'erba cresce e copre tutto , bisogna levarla a mano prima che le piccole piantine vengano soffocate , li il cuore si apre davanti alla sorpresa dei pomodori che nascono da soli come pure le patate e le zucche , così il seme germoglia senza avviso e senza rumore , poi ti trovi davanti quella piantina e con gioia cerchi di farla stare al meglio che puoi , così nasce un pensiero , forse latente e sopito si sveglia improvviso , senti il bisogno di parlarne perchè è un germoglio , perchè è un bene , così ti penso ed è una gioia sapere che ci sei.

Resisto , chi come me lo fa resta in silenzio , le parole non hanno più senso , mi guardo intorno fra i giovani visi , povere anime piene di se selezionate dalla sorte , messe li dai padri che furono messi li dai loro padri , col cipiglio di chi crede che quel che ha gli spetti , con l'incoscienza di chi crede di sapere ma già in superficie non ha niente e non serve andare a fondo , e resisto ad i loro racconti di stress da vacanze mancate , da smartphone che valgono uno stipendio di un loro coetaneo che però ha un padre diverso , resisto alla tristezza che mi prende ed alla cappa scura che copre l'orizzonte ed annebbia le giovani menti che ho attorno , mi stanco nel trattenermi e nel non reagire , mi stanco ad andare contro la mia natura , così resisto , resisto in silenzio nel mio silenzio.